Esiste una "età dell'argento" della DC Comics al cinema e alla tv, tra gli anni '70 e '80; è l'epoca tiranneggiata da Superman. A rappresentare l'Uomo d'Acciaio è soprattutto Christopher Reeve: l'elegante e carismatico attore che, tra il '78 e l'87, per quattro film risolve personaggio e relativo mondo, dando il via a un crescendo di imitazioni. Poi, in parte molto minore, è l'anonimo John Haymes Newton: il Superboy mascellone anni '80 che, confinato in tv, è il primo dei molti a tentare di riproporre l'irripetibile schema reeveiano.
Superman è la monumentale opera di Richard Donner (I Goonies, Ladyhawke). Datato 15 dicembre 1978, è il capolavoro decisivo dell'intero genere. Gli ambiziosi produttori Ilya e Alexander Salkind, con il francese Pierre Spengler, ottengono nel '74 i diritti per un film sul personaggio; dopo numerose bozze di sceneggiatura e svariate opzioni registiche, affidano la direzione a Donner, reduce dal successo horror nel '76 de Il presagio.
Donner si butta a capofitto nel progetto, ingrandendolo ulteriormente. Filma in contemporanea il film e quello che sarà poi il seguito, dilatando costi e tempi: le lunghissime riprese iniziano nel marzo '77 e finiscono, con forte ritardo, nell'ottobre '78. Il regista è tutto preso dalla precisa visione autoriale, inaudita per un'opera di supereroi: la serietà, la verosimiglianza e l'assenza di quel camp (deliberatamente teatrale ed eccessivo - Oxford Dictionary) che aveva funestato il Batman di dieci anni prima. La travagliata produzione si rispecchia nel lungo e difficoltoso casting. Per il ruolo del protagonista si provinano disperatamente centinaia di attori, famosi e sconosciuti, per poi tornare alla prima scelta, all'inizio ritenuta inadatta.