C'è qualcosa di speciale in Superman e Lois Stagione 1, recensione

Superman e Lois Stagione 1: un Superman nuovo eppure famigliare e rilevante grazie a una serie TV non perfetta ma affascinante e coraggiosa.

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a cura di Domenico Bottalico

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Pur facendosi attendere per un bel po' di tempo, Superman e Lois Stagione 1 ha acceso le afose serate estive di Italia 1 (ma potete recuperare tutti gli episodi grazie a Mediaset Infinity) concludendo la sua corsa ieri sera con gli ultimi tre episodi. Una versione televisiva dell'Uomo d'Acciaio (recuperate il nostro articolo Superman: la storia dell’Uomo d’Acciaio in TV) che partendo da premesse assolutamente inedite, e passando per alcune azzeccatissime rivelazioni mentre si dipanavano le trame, ha riconsegnato al pubblico un Superman nuovo eppure estremamente famigliare (non un aggettivo scelto a caso) e capace di essere rilevante a più livelli anche grazie a questa formula televisiva lontana sicuramente dalla perfezione ma affascinante e coraggiosa.

Superman e Lois Stagione 1: ritorno a Smallville...

Dopo che il Daily Planet viene assorbito da una multinazionale, Clark Kent e Lois Lane decidono di trasferirsi nella più tranquilla Smallville ovvero la cittadina dove è cresciuto. L'occasione non è delle più felici, Martha, la madre di Clark è da poco morta inoltre la decisione del trasferimento non è preso benissimo da Jonathan e Jordan i due figli adolescenti della coppia che non conoscono ancora il segreto del padre: Clark è in realtà Superman.

I guai tuttavia non tardano a seguire Superman. Un misterioso nemico in armatura infatti piomba sulla cittadina deciso a testare le capacità dell'Uomo d'Acciaio. Ma non è l'unica minaccia incombente. Lois infatti non riesce proprio a staccarsi dalla sua anima di giornalista investigativa e quando a Smallville arriva il magnate Morgan Edge promettendo di risollevare l'economia della cittadina inizia ad investigare.

Superman e Lois tuttavia devono gestire anche le emergenze di Clark e Lois, genitori di due adolescenti. Jonathan e Jordan, dal carattere diametralmente opposto, stanno gestendo il passaggio dalla grande città alla provincia in maniera diametralmente opposta e non senza qualche crisi compresa la conturbante presenza, almeno per Jonathan, di Sarah la figlia di Lana Lang, il primo amore di Clark.

Mentre la minaccia del misterioso straniero e l'agenda di Morgan Edge sembrano sempre di più convergere inspiegabilmente, con l'insorgere dei poteri in Jonathan, Clark e Lois decidono di mettere al corrente i figli del segreto di Clark. Quando poi il misterioso straniero rivela la sua identità, Morgan Edge non ha più bisogno di celare la sua vera natura rivelando drammaticamente il suo piano di proporzioni catastrofiche legate a sorpresa proprio alle origini di Superman.

...ritorno al mondo (reale)

In Superman e Lois Stagione 1 c'è tutto. C'è il Superman cinematografico classico di Richard Donner e quello più abrasivo di Zack Snyder, c'è il teen drama di Smallville, ci sono le dinamiche soap-operistica di Lois & Clark: Le Nuove Avventure di Superman per un piatto apparentemente troppo ricco e speziato soprattutto perché preparato seguendo la ricetta dell'Arrowverse (la serie tecnicamente è uno spin-off di Supergirl e le sue premesse sono frutto del crossover Crisi sulle Terre Infinite) eppure sin dalle primo assaggio è evidente che ci sia qualcosa di speciale in questo nuovo Superman televisivo.

Superman e Lois Stagione 1 risponde, con il suo mix tutt'altro che perfetto è bene ribadirlo, a una delle questioni più annose che circondano il personaggio praticamente da sempre: come può essere Superman ancora rilevante? che tipo di storie si possono raccontare per un personaggio onnipotente, giusto per usare l'aggettivo più diretto possibile? Una risposta la offre la serie che rovescia alcuni stilemi classici per rileggerli in chiave post-moderna.

In questo senso il primo "sgambetto" al canone supermaniano è quello legato a Jonathan e Jordan che porta alle estreme conseguenze un esperimento attuato con discreto successo (almeno inizialmente) nei fumetti: Clark Kent non è più solo l'impacciato reporter del Daily Planet, è un padre di famiglia e di due adolescenti per giunta. Altro cambio di paradigma: Smallville non è più la provincia rockwelliana di Donner o quella patinata dell'omonima serie TV ma una cittadina sofferente che riflette le condizioni della vita provincia americana.

Apparentemente si tratta di due stratagemmi meramente narrativi, tipici di una certa serialità televisiva, che però nel corso degli episodi di questa prima stagione prendono contorni ben precisi. Superman e Lois in questo senso è a tutti gli effetti un family drama che vede Superman e Clark interagire in egual misura, e spesso in frangenti simili, in certe dinamiche (Clark e Lois, genitori-figli e così via) tipiche del genere che allontano subito la serie dai contesti più spiccatamente soap operistici da sempre striscianti nell'Arrowverse. 

Si tratta di un passaggio quasi scontato e impercettibile che però porta al centro della narrazione il concetto di famiglia, nel senso più ampio e comprensivo del termine, che si riflette poi con due azzeccatissimi, seppur diversi, twist nei villain che si riveleranno in rapida successione nel settimo e nono episodio. Superman & Lois Stagione 1 si muove lungo una tensione che narrativa che oscilla fra una rilettura di temi classici ma rivisitati, come quello della doppia identità qui filtrato attraverso i personaggi di Jonathan e Jordan, e quella spinta al realismo che travalica l'approccio archetipico all'eroe così come fatto da Zack Snyder (citando l'ultimo esempio in ordine di tempo) o quello di idealizzato di Smallville (citando un esempio televisivo) per riconsegnarci un Uomo d'Acciaio affabile, non solo grazie all'ottima interpretazione di Tyler Hoechlin, e attento a confrontarsi con tematiche e problematiche realmente tangibili e attuali e più impegnato quindi a ispirare che intimorire.

Questo Superman combatte prima di tutto una battaglia quotidiana nel senso che è condivisa con migliaia di altre persone: si muove in quel territorio incertissimo che è la genitorialità, affronta un mondo dove la giustizia e la verità sono costantemente relativizzate e rese instabili da condizioni socio-economiche difficili. È attanagliato da dubbi, tensioni e spesso anche paure è umano, umanissimo, eppure non rinuncia né al sorriso né alla fiducia nel prossimo e nel bene. La serie cerca così un approccio importante alla materia supereroistica: raccontare qualcos'altro/la realtà attraverso la sua lente. Una scelta coraggiosa.

Superman e Lois Stagione 1: fra azione e fumetti con un occhio alla forma

Con una struttura narrativa che si rifà quindi al family drama e l'ombra dell'Arrowverse da cui allontanarsi Superman e Lois Stagione 1 decide di affondare il colpo proponendo non solo una buona dose d'azione ma anche inserendo una serie di easter-egg legati al personaggio davvero clamorosi. È tutto propedeutico alle reali intenzioni di showrunner e sceneggiatori che non adattano pedissequamente ma saccheggiano una delle storie a fumetti più famose di Superman, La Morte di Superman, rivisitando due personaggi fondamentali di quella saga.

Certo l'adattamento potrebbe non incontrare il favore di un certo tipo di pubblico, soprattutto se lettori di fumetti, ma è indubbio che funzioni molto bene in termini televisivi e addirittura sorprenda per quanto riguarda il personaggio dello Straniero, interpretato da un inteso Wolé Parks, che si rivela essere poi John Henry Irons ovvero l'eroe Acciaio ma proveniente da una realtà parallela, una in cui su Superman è impazzito. Una scelta che mostra la grande sensibilità in fase di scrittura nel cercare anche riferimenti più recenti alle storie con protagonista l'Uomo d'Acciaio basti vedere Injustice o ancora una volta la Zack Snyder's Justice League.

Tenendo ben presente che la produzione della serie non ha un budget stellare come quella delle più recenti produzioni per lo streaming, i produttori e i registi adottano alcuni interessanti stratagemmi per rendere l'esperienza visiva quanto più possibile "cinematografica" sotto diversi punti di vista. La prima è nella scelta dell'aspect ratio delle scene d'azione che diventa un 2.2:1 widescreen rispetto al classico 1.78:1 delle serie TV. Questo permette di amplificare la portata dell'inquadratura, giocando sui classici stop-motion senza dover ricorrere ai giochi di camera, divenuti un vero e proprio marchio di fabbrica per esempio in Arrow. 

Altro aspetto interessante è legato alla fotografia. Pur non rinunciando a esposizioni semplici con palette molto "patinate", l'utilizzo di alcune lenti anamorfiche Panavision B-series degli anni 60 esaltano la saturazione dei toni più brulli tipici della campagna del Kansas (in realtà si tratta della British Columbia in Canada) dando a Smallville un'aria di sospensione nel tempo e potendo indugiare molto spesso su campi lunghi e lunghissimi dei paesaggi (sulla falsariga dello stile neo-realistico americano moderno) che si sostituiscono così agli stucchevoli campi e controcampi riempitivi stile soap opera usati nell'Arrowverse.

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