Quando pensiamo ai grandi nomi del cinema, alcuni balenano inevitabilmente in testa all’istante. Uno tra questi è Steven Spielberg: regista, sceneggiatore, produttore, maestro della settima arte che ne ha rivoluzionato tecniche e linguaggi parlando con genuinità al cuore del pubblico. Tra i primi a introdurre il concetto stesso di blockbuster, insignito di un’ammirevole quantità di riconoscimenti, Spielberg è un vero e proprio artigiano del cinema che negli anni non solo ha giocato con le nostre emozioni, ma anche con tutti i possibili effetti speciali messi a disposizione da quest’arte. Nato il 18 dicembre 1946, oggi auguriamo buon compleanno a Steven Spielberg per i suoi 76 anni ripercorrendone la carriera, fatta da un invidiabile numero di film diretti e successi inestimabili.
Buon compleanno Steven Spielberg, regista tra i re del cinema
- In principio, c'erano i corti
- Dopo Lo Squalo
- Steven Spielberg, i dinosauri e quegli Oscar a lungo attesi
- Gli anni 2000
- Curiosità su Steven Spielberg
In principio, c’erano i corti
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la lunga e prolifica carriera di Steven Spielberg nel mondo cinematografico non è frutto di studi accademici, ma ha origine nei corti amatoriali e, successivamente, nella gavetta televisiva. Nato a Cincinnati nel 1946 in una famiglia di fede ebraica, da padre ingegnere elettrico e madre pianista concertista, Steven Allan Spielberg dimostra sin da giovanissimo una passione senza freni per la cinepresa, girando una serie di corti in 8mm per lo più con l’aiuto di amici e familiari. A 12 anni, ad esempio, gira The Last Gunfight, a 13 invece Escape to Nowhere: in totale, Spielberg utilizzerà la 8mm del padre per un totale di circa 40 corti. A soli 17 anni, inoltre, gira il suo primo film indipendente intitolato Firelight, proiettato nel cinema cittadino per una sera. Trasferitosi in California con il padre dopo il divorzio dei genitori, Spielberg tenta dunque di entrare alla scuola di cinema della University of Southern California, tuttavia la sua ammissione non va a buon fine a causa di una carriera scolastica generale piuttosto scarsa. Si iscrive quindi all’università statale, ma i mancati studi cinematografici non gli impediscono di certo di portare avanti la sua passione.
Sono proprio la sua persevaranza e la sua continua produzione di piccoli progetti amatoriali a farlo notare dal produttore Sidney Sheinberg, il quale fa a Steven Spielberg una proposta che non può rifiutare: realizzare un cortometraggio per la televisione, da 26 minuti, intitolato Amblin’ (che guardacaso sarà anche il nome della prima casa produttrice di Spielberg). Da questo momento inizia per il regista in erba la carriera nel mondo della TV. Abbandonati gli studi universitari, l’enfant prodige di Cincinnati si trasferisce a Los Angeles dove è chiamato innanzitutto a dirigere l’episodio pilota della serie TV Night Gallery: la sua creatività lo spinge a ricercare linguaggi innovativi, ma gli studios non sono inclini ad abbandonare la linea registica tradizionale, perciò Spielberg, benché insoddisfatto dal suo nuovo lavoro, sfrutta l’occasione più per studiare le tecniche filmiche e risparmiare i suoi guadagni, che per un reale interesse verso il mondo televisivo in cui è stato introdotto. Firma comunque, tra regia e sceneggiatura, alcuni episodi di titoli come Marcus Welby, M.D., The Name of the Game, The Psychiatrist, Colombo e il suo primo lungometraggio per la televisione intitolato Duel, del 1971: un thriller d’azione che rende noto il nome di Spielberg soprattutto nell’ambito del cinema.
Finanziato dalla Universal, Duel spalanca le porte dei lungometraggi per il regista che adesso, sotto contratto con l’importante casa di produzione, ha modo di dirigere altri due film: l’horror Qualcosa di Diabolico e il thriller Savage, rispettivamente del 1972 e 1973. I primi veri riconoscimenti giungono nel 1974, con il film per il cinema intitolato Sugarland Express, produzione basata su fatti realmente avvenuti in Texas, in cui una coppia di coniugi tenta di rapire il figlio dato in affido a un’altra famiglia. Il film ottiene la Palma d’Oro al Festival di Cannes, ma i risultati al botteghino sono piuttosto deludenti. Tuttavia, la svolta avviene nel 1975, con un titolo che fa la storia del cinema e sansisce l’ingresso di Steven Spielberg nel pantheon dei registi di maggior talento: Lo Squalo, con protagonisti Richard Dreyfuss, Roy Scheider e Robert Shaw. Nata come una pellicola destinata a causare più dolori che gioie, Lo Squalo di Spielberg presenta lungo tutta la sua lavorazione una lunga serie di incidenti e problemi tecnici, che fanno slittare la fine delle riprese di almeno un centinaio di giorni rispetto ai 65 previsti inizialmente: il budget, lievitato a dismisura, non fa di certo felice la Universal, tuttavia il primo blockbuster estivo della storia cinematografica fa tornare il sorriso a tutti con la sua uscita al cinema. Gli incassi globali sono pari a 470 milioni di dollari e decretano un record assoluto per l’epoca; inoltre il film porta a casa 3 Premi Oscar, per il miglior montaggio, il miglior sonoro e la migliore colonna sonora (naturalmente!).
Dopo Lo Squalo
Un percorso in discesa, quello di Steven Spielberg, da questo momento in poi. Dopo lo strepitoso successo de Lo Squalo, il regista sforna uno dopo l'altro capolavori filmici che impattano sensibilmente sulla cultura pop degli anni a venire. Innanzitutto, dopo aver rifiutato la direzione de Lo Squalo 2, Spielberg si dedica a un progetto fantascientifico che diventerà memorabile: Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, del 1977, dove il regista porta nuovamente sul set Richard Dreyfuss. La pellicola viene premiata dall'Academy per la migliore fotografia e il miglior montaggio sonoro. Gli UFO arrivano nel Wyoming. Il 1981 è invece l'anno dell'avventura, con il capostipite di una fortunata serie quale quella di Indiana Jones, I Predatori dell'Arca Perduta: il film segna la felice collaborazione tra Steven Spielberg e George Lucas, il quale scrive il soggetto insieme a Philip Kaufman. Sul grande schermo approda dunque il personaggio di Indy, a cui Harrison Ford (che già nello Star Wars di Lucas era stato Han Solo) presterà il volto per molti anni a venire. E anche stavolta Spielberg può vantare qualche Oscar per un suo film: la bellezza di 5 premi.
Steven Spielberg inizia anche a investire nel cinema, fungendo da produttore e da autore del soggetto dell'horror Poltergeist – Demoniache Presenze, di Tobe Hooper. Non sarà questa la prima e ultima volta in cui il regista produce un film, tuttavia intanto si dedica soprattutto a ciò che sa fare meglio, con la sua inventiva e la sua passione per effetti speciali e animatronics: nel 1982 porta al cinema un altro suo grande capolavoro, E.T. - L'Extraterrestre, emozionante storia di un piccolo alieno rimasto accidentalmente sulla Terra e che tenta di tornare a casa, salvato da un gruppo di bambini che lo ritrova nel bosco. Casomai vi stiate chiedendo qual è stata la portata di E.T. alla sua uscita, pensate che ha incassato 700 milioni di dollari in tutto il mondo e per la sua visione è stata organizzata una proiezione privata per il presente Reagan e la moglie Nancy. Grazie all'extraterrestre oggi più celebre del pianeta, Spielberg viene inoltre premiato con un David di Donatello.
Fanno seguito il sequel Indiana Jones e il Tempio Maledetto, ma anche pellicole più impegnate, in cui i sentimenti fanno da protagonisti: si tratta in questo caso de Il Colore Viola, con protagonista Whoopi Goldberg, e L'Impero del Sole, con John Malkovich. Il regista di Cincinnati dimostra così di saper adattare la macchina da presa anche a prodotti meno "pop", più riflessivi e dalla straordinaria profondità. Il suo primo amore, comunque, rimane l'avventura e nel 1989 dirige ancora una volta Harrison Ford con Indiana Jones e l'Ultima Crociata, con Sean Connery tra i protagonisti a interpretare il padre di Indy. Intanto, nel 1984, Spielberg fonda una sua casa di produzione (ricordate quella a cui accennavamo prima?), ovvero la Amblin' Entertainment, che nell'arco di tempo fino al 1990 produce o co-produce 19 film, tra i quali I Goonies, Ritorno al Futuro e Chi Ha Incastrato Roger Rabbit?
Steven Spielberg, i dinosauri e quegli Oscar a lungo attesi
Non mancano i bassi tra gli alti del regista (basti pensare al flop di Always, film remake di Joe il Pilota) e anche tra le produzioni della Amblin' alcuni titoli non ottengono il successo sperato. Tuttavia Steven Spielberg sembra non perdersi mai d'animo e, dopo un lungo periodo che lui stesso definisce "di stallo", dirige il bellissimo Hook – Capitan Uncino, storia di un Peter Pan ormai adulto interpretato da Robin Williams affiancato da Julia Roberts, Dustin Hoffman, Bob Hoskins e Maggie Smith. Sfiora gli Oscar per un pelo, questa produzione, ma non perde occasione per entrare nei cuori di pubblico e critica. Ciò che cambia però ancora una volta le sorti di Steven Spielberg e del cinema tutto, è quanto appare sul grande schermo nel 1993: i dinosauri, con Jurassic Park, film ispirato all'omonimo romanzo di Michael Chricton. Protagonisti di questo nuovo titolo, le enormi creature del passato riportate nel nostro mondo grazie alla genetica e che adesso calcano il suolo del grande parco faunistico situato su un'isola della Costa Rica. Lo stupore è d'obbligo, grazie alla CGI che Spielberg adotta per i suoi animatronics e il regista riesce a superare con questo film persino i suoi stessi record: Jurassic Park diventa infatti allora il titolo con i più alti incassi della storia, con 920 milioni di dollari ai box office mondiali. Per non farsi mancare nulla, il regista fonda nel 1994 la celebre casa di produzione Dreamworks, insieme a Jeffrey Katzenberg e David Geffen.
I dinosauri di Spielberg torneranno al cinema nel 1997 con il sequel Il Mondo Perduto – Jurassic Park, ma nel frattempo il regista abbraccia le sue origini ebraiche dirigendo una pellicola estremamente toccante: Schindler's List. Nonostante le numerose critiche, soprattutto da quanti non apprezzano la rappresentazione che Spielberg fa dell'Olocausto, il progetto rappresenta un importante successo commerciale e vale al regista il primo Premio Oscar come miglior film e miglior regia, oltre ad altri 5 riconoscimenti dall'Academy. Su questa scia si colloca un altro prodotto diretto da Steven Spielberg, ugualmente ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, ma che stavolta segue le vicende dei soldati sbarcati in Normandia durante il D-Day. Si tratta di Salvate il Soldato Ryan, del 1998, che consente a Spielberg di portare a casa un altro Oscar per la miglior regia.
Gli anni 2000
Nel 2001 il regista di Cincinnati prende in mano un progetto che era stato avviato nel 1990 da Stanley Kubrick e poi rimasto incompiuto con la sua morte, ovvero A.I. - Intelligenza Artificiale, film basato sul racconto di Brian Aldiss intitolato Supertoys che Durano Tutta l'Estate. È inoltre dello stesso anno la pluripremiata serie TV Band of Brothers che Steven Spielberg produce insieme a Tom Hanks per HBO, ma l'anno dopo il regista torna nuovamente alla fantascienza, con Minority Report: film ispirato al racconto Rapporto di Minoranza di Philip K. Dick, esso vede protagonista Tom Cruise nel ruolo del capitano John Anderton, responsabile della futuristica sezione Precrimine, ovvero una potente ed efficace ala della polizia in grado di prevenire i crimini prima ancora che avvengano. Il maggior successo del periodo lo ottiene tuttavia Prova a Prendermi, del 2002, film con un cast stellare composto da Tom Hanks, Leonardo DiCaprio e Christopher Walken.
Se questo primo decennio sembra essere caratterizzato da una forte propensione allo sci-fi, che si manifesta ancora una volta con La Guerra dei Mondi (2005), film adattamento dell'omonimo romanzo di H.G. Wells, Spielberg non manca di adattare la settima arte anche a tematiche più impegnate, con The Terminal (2004) e Munich (2005), ispirati a entrambi a vicende realmente accadute. I primi anni 2000 si chiudono comunque con l'avventura e il ritorno di Harrison Ford nei panni dell'archeologo più celebre e sexy del cinema, grazie a Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo: un film che ottiene un ottimo riscontro commerciale, ma che risulta altamente divisivo all'interno del fandom.
Il nuovo decennio si apre invece per Spielberg con la regia di alcuni titoli che ricevono diverse candidature agli Oscar e un discreto successo: Le Avventure di Tintin e War Horse, entrambi del 2011, tuttavia le produzioni spielberghiane sembrano non riuscire a rimanere lontane dalle acclamazioni troppo a lungo. Arrivano così al cinema Lincoln, nel 2012 (che vale a Daniel Day-Lewis l'Oscar come miglior attore protagonista) e, nel 2015, Il Ponte delle Spie, con protagonista Tom Hanks (benché stavolta l'Academy premi Mark Rylance). È però del 2018 la pellicola che più accende gli animi dei fan e fa discutere la critica, dividendola tra chi elogia un progetto tanto ambizioso e quanti invece lo ritengono un tentativo ingenuo e scontato. Stiamo parlando di Ready Player One, adattamento del romanzo Player One di Ernest Cline: una pellicola in cui Steven Spielberg, tanto artista quanto appassionato di cultura pop, mescola e fonde nello stesso universo i riferimenti più disparati dagli anni '80 in poi, appartenenti al cinema, all'animazione e ai videogiochi. Checché se ne dica, non si può certo dubitare che Ready Player One sia uno spettacolo per gli occhi, grazie all'utilizzo massiccio ma oculato degli effetti speciali per ricreare paesaggi e personaggi appartenenti al mondo dell'immaginazione.
Tra gli ultimi progetti diretti da Steven Spielberg troviamo il musical West Side Story, del 2021, che adatta l'omonima opera composta nel 1953. Il successo del film non è esattamente quello sperato, a causa dell'infausto periodo di pandemia che segna questi anni, ma ciò non impedisce all'Academy di premiare Ariana DeBose come miglior attrice non protagonista. È attesa invece per il 22 dicembre l'uscita al cinema del nuovissimo titolo che vede il ritorno di Spielberg in cabina di regia: The Fabelmans, film autobiografico che il regista compone seguendo le vicende che hanno segnato la sua infanzia, tra l'amore incondizionato per il cinema e la crescita avvenuta tra due genitori giunti inevitabilmente al divorzio. Il progetto, nato già nel 1999 dalla scrittura di una sceneggiatura firmata dalla sorella, Anne Spielberg, non aveva visto finora la luce per i temi sensibili che il regista tratta in merito alla sua infanzia. In merito aveva dichiarato:
La mia grande paura è che a mia mamma e papà non piacerà e penseranno che sia un insulto e non condivideranno il mio punto di vista amorevole ma critico su com'è stato crescere con loro
Curiosità su Steven Spielberg
Con una carriera così, oltre ad essere uno tra i registi più ricchi di Hollywood, Steven Spielberg è stato anche insignito del titolo di Cavaliere in ben 3 paesi: Francia, Italia e Regno Unito. Oltre ai numerosi riconoscimenti filmici, il regista ha ottenuto dunque anche diverse onorificenze, ma la sua vita sembra non sia stata sempre tutta rosa e fiori. Nel 1997, ad esempio, è coinvolto in un incidente stradale dove ha riportato una grave ferita alla spalla, ma nello stesso anno i guai per lui non finiscono: un uomo di nome Jonathan Norman segue il regista e si introduce nella sua abitazione, venendo poi condannato a 25 anni di carcere. Il 2001 è invece l'anno di un'altra stalker, Diana Napolis, che accusa Steven Spielberg di aver installato nel suo cervello un dispositivo di controllo mentale. Inutile dire che le conseguenze per la cospirazionista sono state altrettanto severe.
Intorno alla figura di Spielberg c'è inoltre una leggenda: sembra infatti che da giovane, quando la sua carriera da regista non era ancora stata avviata, fosse aduso a sgattaiolare all'interno degli studi di registrazione della Universal, fingendosi un dipendente. Sempre che ciò sia vero, quest'abitudine è stata di certo abbandonata nel momento in cui ha potuto intraprendere la strada professionale da regista, ed è proprio grazie al cinema che conosce il talentuoso compositore John Williams: oltre a diventare grande amico di Spielberg, Williams compone quasi tutte le colonne sonore dei suoi film, quali Lo Squalo, Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, I Predatori dell'Arca Perduta, E.T. L'Extraterrestre e gli altri a venire. Una collaborazione fortunata tra due artisti che vale a Williams diversi Premi Oscar.
Infine non tutti forse sanno che: ha scritto per diversi film di cui ha lasciato poi il timone della regia in mano ad altri colleghi, come Rainman e Big; è il padrino di Drew Barrymore e Gwyneth Paltrow; parte degli incassi ottenuti con Schindler's List sono stati utilizzati da Spielberg per fondare la Survivors of the Shoah Visual History Foundation, un'organizzazione no profit che raccoglie e conserva le testimonianze delle vittime della shoah; e infine, ha recitato in piccoli cameo presenti nei film Blues Brothers e Austin Powers.