Immagine di Starman – David Bowie’s Ziggy Stardust Years, recensione: incendiario e soverchiante
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Starman – David Bowie’s Ziggy Stardust Years, recensione: incendiario e soverchiante

La carriera artistica e musicale di uno dei personaggi più controversi in Starman – David Bowie’s Ziggy Stardust Years di Reinhard Kleist.

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a cura di Rossana Barbagallo

In sintesi

Starman – David Bowie’s Ziggy Stardust Years: il graphic novel di Reinhard Kleist per BAO Publishing, sugli anni di Ziggy Stardust.

L’uomo delle stelle è disceso sulla Terra per incontrarci. Alcuni sono rimasti sconvolti dal suo arrivo. Altri (moltissimi altri) hanno scoperto che non siamo soli e che non dobbiamo perdere la speranza. E come un extraterrestre, un individuo cangiante e sbalorditivo di un altro mondo, i suoi nomi sono stati tanti, quanti gli alter ego che ha indossato nel giungere qui portando la sua musica: Davy Jones, Major Tom, Ziggy Stardust, The Thin Withe Duke. Ma quello che più di tutti conosciamo è David Bowie, la cui nascita musicale e l’incendiario successo nel panorama artistico vengono raccontati nel graphic novel di Reinhard Kleist: Starman – David Bowie’s Ziggy Stardust Years, pubblicato da BAO Publishing. E come l’atterraggio di un cosmonauta che arriva inaspettato su un altro pianeta, Bowie si è posato sul terreno musicale e vi ha lasciato sopra la sua impronta, profonda e immutabile, narrata nell'esplosivo graphic novel di Kleist dalle origini fino all'abbandono di Ziggy. Ecco perché lasciarsi trascinare tra le stelle sulle note di questo Starman.

There’s a Starman waiting in the sky

Cinque anni. È tutto ciò che ci resta, dice uno Ziggy Stardust travolto dalle notizie di una Terra morente e da una folla di individui spaventati. Così si apre Starman – David Bowie’s Ziggy Stardust Years, graphic novel del fumettista tedesco Reinhard Kleist che trasla le parole del brano Five Years nello scenario allarmante dei giorni nostri, tra crisi climatiche, guerre, fame e pandemie. Poi il setting cambia. Torniamo agli anni ’70, a quei palchi calcati da Ziggy Stardust and The Spiders from Mars, dove è avvenuta la magia di riuscire ad elettrizzare fino al midollo il pubblico, e di provocarlo con i propri giochi sovversivi sulle idee di arte, artista e identità. E poi l’obiettivo si sposta ancora indietro, fino a quel bambino che nella sua casa di Bromley ha scoperto la natura cosmica della musica e l’ha fatta propria, iniziando a sognare di raggiungere le stelle con essa.

In questa operazione di continui flashback compiuta da Kleist (che scrive, illustra e colora Starman), vengono compiuti diversi “salti temporali” attraverso i momenti fondamentali della carriera artistica di Bowie. L’infanzia a Bromley, con l’abbandono del padre e l’iniziazione alla musica jazz compiuta dal fratello Terry. Le prime band in cui suona durante l’adolescenza, tra le note del sassofono che Davy (questo il nome che adotta in tale periodo) ha imparato a suonare e quella voce che lo renderà noto a tutto il mondo. E poi ancora, l’ingresso nel panorama musicale britannico e la difficile ascesa nelle classifiche delle vendite dovuta a scelte manageriali poco coraggiose. Fino ad arrivare all'esplosione del personaggio di Ziggy Stardust, che con le sue mirabolanti prodezze musicali e il suo look androgino e scioccante, si prende tutto ciò che ritiene gli spetti. E anche molto, troppo di più.

I piani cronologici si sovrappongono, si confondono e si inseguono tra di loro, così come le identità artistiche che David Bowie (qui squisitamente nella sua “forma” di Ziggy) ha adottato nel corso della sua vita. Nella lettura di Starman – David Bowie’s Ziggy Stardust Years questo risulta talvolta caotico e soverchiante e, per chi non conosce almeno in parte la biografia di Bowie, la scelta di passare velocemente tra i diversi piani temporali in maniera non sequenziale, può essere controproducente. D’altra parte, però, è difficile non farsi inghiottire dallo splendente caos di glitter e riflettori che è stato lo stesso percorso artistico di Ziggy. E quest’ultimo non può essere raccontato senza passare da un personaggio all'altro, da un alter ego al successivo e a quello precedente, tutti diversi e allo stesso tempo parti aggregate di quel tutto unico e irripetibile che è stato David Bowie.

Reminiscenze di una scrittura simile le si hanno con la pellicola del 2007 Io Non Sono Qui, di Todd Haynes, dove veniva sviscerata la vita di un altro musicista, Bob Dylan. Qui il menestrello del rock veniva interpretato da 7 attori diversi e mai nessuno di essi portava in scena il nome di Dylan, quanto piuttosto le sue svariate identità che ha assunto nel corso degli anni come musicista e poeta, come uomo, bambino, padre e artista sovversivo. In Starman – David Bowie’s Ziggy Stardust Years Kleist ci mostra un bambino che riceve la visita di un astronauta, un adolescente in ghingheri, un giovane uomo che mescola le idee sull'identità sessuale che la gente aveva avuto fino al suo arrivo. E tutti loro sono Ziggy, l’uomo delle stelle di cui seguiamo con passione “l’atterraggio” e l’ascesa: con lo stupore di chi ha visto il primo allunaggio in TV, così veniamo fagocitati dalla sfavillante e sorprendente vita di Ziggy raccontata in questo graphic novel.

Starman – David Bowie’s Ziggy Stardust Years: ascesa, declino e di nuovo ascesa

Reinhard Kleist si concentra nella sua opera su un’epoca specifica nella vita di David Bowie: quella che lo ha visto nascere e crescere come artista, per poi creare dal nulla il personaggio di Ziggy Stardust, nei primi anni ’70, salvo abbandonarlo poco tempo dopo. Sulle parole di Space Oddity, Oh You, Pretty Thing, All the Madmen e altri celebri brani di Bowie, Kleist ci catapulta attraverso l’ascesa di un artista che può essere considerato a buon diritto come il vero padre del glam rock, per poi farci piombare nel folle sogno del suo Moonage Daydream, vera e propria carta d’identità di Ziggy Stardust. Alligatore, alieno, creatura dall'indefinibile identità sessuale, star del rock. È a questo punto che l’alieno-messaggero Ziggy arrivato sulla Terra per salvare l’umanità con un nuovo messaggio di speranza, rischia tuttavia di assorbire totalmente l’uomo David Bowie. Sulle montagne russe di questa esistenza fatta di musica e passione, estro e provocazione, eccessi e messaggi salvifici, assistiamo sbalorditi al declino di Ziggy: un astro che viene sepolto dal suo stesso creatore, per non venire divorato da un’identità fatta di egocentrici vizi e strass.

Starman – David Bowie’s Ziggy Stardust Years è perciò sicuramente un graphic novel meravigliosamente folle e sorprendente, nella sua frenetica corsa attraverso la carriera di Bowie. Lo stile sembra essere volutamente vintage, con un utilizzo frequente di retini che rievocano il fumetto anni ‘60/’70, ma a travolgere sono sicuramente le illustrazioni a colori che ritraggono soprattutto Ziggy. Bucano le tavole, esondano sulla pagina e ci abbagliano con rosa e gialli glam e saturi che sono perfetti per un personaggio così poco convenzionale, esponente di una controcultura che inizia a rifiutare gli stereotipi di genere, gli ideali imposti, il conformismo, la paura di esprimersi e lanciare messaggi positivi che possano cambiare le vite di molti.

Questa ha però tutta l’aria di essere un’opera destinata più a un pubblico che conosca già bene l’artista. Se si è grandi fan di David Bowie, non ci saranno grossi problemi nell'innamorarsi del graphic novel di Kleist, ripercorrendo questo avvicendarsi di alti e bassi attraverso citazioni di brani ed eventi noti (gli incontri con Iggy Pop, Lou Reed o Andy Wharol, ad esempio). Di contro, è richiesta una certa dose di concentrazione per chi invece non ha mai approfondito o non si è dedicato all'ascolto dei suoi brani, soprattutto in virtù del fatto che la narrazione, come dicevamo, è abbastanza caotica.

Torniamo però alla scena d’apertura iniziale. Allo Ziggy che ci avverte del pericolo, dei cinque anni di fronte a noi. Se non conoscete lui, David Bowie o tutti gli altri bellissimi, bizzarri alter ego di questo artista, ritroverete quantomeno in questo graphic novel il messaggio di speranza che l’uomo delle stelle ha lasciato quando doveva “chiamare qualcuno”, così ha scelto te, noi, le giovani generazioni di allora (e di oggi) che potessero trovare nella musica la spinta verso il domani e non sentirsi soli. D'altra parte ogni concerto veniva chiuso da Ziggy con Rock'n'Roll Suicide, cantando con forza la frase "You are not alone". Perché se è vero che “la Terra sta morendo”, ripartendo da noi stessi e poi in comunanza con gli altri possiamo sperare ancora in un cambiamento, e anche se abbiamo dato tutto alle fiamme possiamo ancora spegnere l’incendio e trarre qualcosa di buono.

Voto Recensione di Starman – David Bowie’s Ziggy Stardust Years



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Uno sbalorditivo racconto del percorso artistico di Bowie fino a Ziggy;

  • - Frenetico, folle, incendiario, come Ziggy Stardust;

  • - Colori abbaglianti e glam, immagini che bucano le tavole;

  • - La riproposizione del messaggio di speranza portato dall'uomo delle stelle

Contro

  • - I piani cronologici della narrazione sono spesso caotici;

  • - Focalizzato più sui fan e gli appassionati di Bowie

Commento

Sulle parole di Space Oddity, Oh You, Pretty Thing, All the Madmen e altri celebri brani di Bowie, Kleist ci catapulta attraverso l’ascesa di un artista che può essere considerato a buon diritto come il vero padre del glam rock, per poi farci piombare nel folle sogno del suo Moonage Daydream, vera e propria carta d’identità di Ziggy Stardust. Starman – David Bowie’s Ziggy Stardust Years è sicuramente un graphic novel meravigliosamente folle e sorprendente, nella sua frenetica corsa attraverso la carriera di Bowie: l’uomo delle stelle di cui seguiamo con passione “l’atterraggio” e l’ascesa. Con lo stupore di chi ha visto il primo allunaggio in TV, così veniamo fagocitati dalla sfavillante e sorprendente vita di Ziggy raccontata in questo graphic novel. I piani cronologici si sovrappongono, si confondono e si inseguono tra di loro, così come le identità artistiche che David Bowie (qui squisitamente nella sua “forma” di Ziggy) ha adottato nel corso della sua vita. Nella lettura di Starman – David Bowie’s Ziggy Stardust Years questo risulta talvolta caotico e soverchiante, ma nel venire travolti restiamo abbagliati dalle illustrazioni a colori che ritraggono soprattutto Ziggy. Bucano le tavole, esondano sulla pagina con rosa e gialli saturi che sono perfetti per un personaggio così poco convenzionale, esponente di una controcultura che inizia a rifiutare gli stereotipi di genere, gli ideali imposti, il conformismo, la paura di esprimersi e lanciare messaggi positivi che possano cambiare le vite di molti.

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Starman – David Bowie’s Ziggy Stardust Years

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