Gli eventi e i personaggi visti finora sono all'interno di una cornice che è prima di tutto un incanto per la vista. Entrambe le trilogie hanno messo davanti agli spettatori mondi fantastici e creature meravigliose degne di un bestiario interplanetario. Dal primo all'ultimo film c'è davvero la sensazione di vivere un sogno - non molti film riescono a ottenere questo effetto.
Quello di Guerre Stellari è un universo composto di molti pianeti diversi, nel quale i personaggi si muovono abitualmente su navi spaziali capaci di viaggiare "nell'iperspazio", cioè di superare la velocità della luce o di andare a velocità curvatura - come direbbero gli amanti di un altro franchise cinematografico. Tanta varietà significa anche molte razze intelligenti diverse: la maggior parte di esse sono umanoidi, ma ce ne sono molte con un aspetto insolito o anche apertamente bestiale. Jabba The Hut o Chewbecca in questo senso sono ottimi esempi.
Oltre alle astronavi l'altro elemento tecnologico sono i robot praticamente onnipresenti: i "droidi" si usano infatti per ogni genere di attività, dall'agricoltura allo spionaggio, passando per le relazioni diplomatiche e il combattimento. Questo aspetto è particolarmente accentuato nella seconda trilogia, realizzata in un'epoca molto più generosa in termini di effetti visivi.
Infine sullo sfondo di tutto c'è la Forza. È il potere magico dei cavalieri Jedi, una potenza interiore che solo alcuni sanno trovare e sfruttare per diventare potenti e saggi guerrieri. Come ogni potere magico porta con sé anche un pericolo: senza il giusto addestramento infatti chi ha la Forza può cadere nella tentazione di usarla nel modo sbagliato, con il rischio di diventare un Sith - una specie di Jedi cattivo. La Forza è un riferimento piuttosto evidente alle filosofie orientali che stanno alla base di molte Arti Marziali, a quella energia interiore che gli atleti sanno sfruttare per compiere imprese impossibili per un essere umano comune.