Star Wars può fare a meno della Forza

C'ancora bisogno della Forza in Star Wars, o la saga può proseguire senza?

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a cura di Manuel Enrico

Che la Forza sia con te. Non esiste manifestazione di Star Wars in cui non venga citato questa benaugurante saluto, che sia offerto da un Jedi o da un contrabbandiere dal cuore tenero. La Forza è un elemento che caratterizza Star Wars sin da Una Nuova Speranza, in cui un anziano Obi-Wan Kenobi svelava l’esistenza di questa sorta di forza mistica a un giovane Luke Skywalker (i midichlorian sarebbero arrivati molto più tardi). Per quanto preservata all’interno dell’evoluzione della saga, la Forza sembra non esser più un elemento rilevante all’interno del nuovo corso seriale del franchise, che dopo la debacle della Trilogia Sequel (Il Risveglio della Forza, Gli Ultimi Jedi e L’Ascesa di Skywalker) ha visto proprio nella serialità offerta da Disney+ una nuova dinamica narrativa, in cui quella che era una prerogativa dei protagonisti dei film al cinema sembra completamente sparita. Da The Mandalorian ad Andor, la Forza non è un più connessa ai protagonisti, ma è al massimo una capacità di personaggi corollari che hanno un impatto minimo sui veri protagonisti.

Ripensando alla Trilogia Classica (Una Nuova Speranza, L’Impero Colpisce Ancora, Il Ritorno dello Jedi) e alla Trilogia Prequel (La Minaccia Fantasma, L’Attacco dei Cloni e La Vendetta dei Sith), è evidente che la Forza avesse un ruolo centrale nel racconto. Luke Skywalker affrontava un percorso di scoperta della sua connessione con essa, mentre il giovane Obi-Wan assisteva, in un certo senso, al fallimento dei Jedi, traditi proprio dalla loro eccessiva sicurezza nella Forza. Non trascurando che i poteri garantiti dalla Forza stessa hanno avuto una certa rilevanza in momenti centrali di questi capitoli della saga, un tratto essenziale della matrice narrativa di Star Wars che, pur venendo ripresa nella Trilogia Sequel, è stata riscritta, ancor prima delle serie televisive, dai due film spin-off della Skywalker Saga, Rouge One e Solo.

C'ancora bisogno della Forza in Star Wars, o la saga può proseguire senza?

La Forza è potente in te

L’importanza della Forza in Star Wars era legata al suo essere la componente mistica, per non dire magica, che rendeva le prime avventure del franchise magiche agli occhi dei giovani spettatori, il target a cui George Lucas voleva rivolgersi. La descrizione della lotta al malvagio Impero era intrecciata alla mitologia stessa dei Cavalieri Jedi, di cui Luke era l’erede, rendendo quindi il suo addestramento con Obi-Wan prima e Yoda poi un fulcro emotivo importante. Se a questo si aggiungere la presenza di un’arma come la spada laser, così unica ed esotica in un universo di pistole laser e astronavi, è facile intuire come questa mitologia della Forza fosse un elemento magnetica per i giovani spettatori.

A iniziare la destrutturazione del concetto ‘mistico’ di Forza è stata La Minaccia Fantasma, il primo capitolo della Trilogia Prequel, in cui questa componente magica perdeva di consistenza con l’introduzione della relazione simbiotica con i midichlorian. Privata di questa origine mistica, la Forza era meno avvincente, sul piano narrativo, una debolezza progressiva che si è allargata sino a trasformare anche i Jedi da figure leggendarie a organizzazione politica, con un ruolo da forza di pace che li ha, in un certo senso, resi lontani dall’ideale con cui erano stati presentati i Jedi nella Trilogia Classica. Con la Trilogia Sequel, invece, un nuovo cambio di orizzonte narrativo ha portato a una caratterizzazione della Forza, che tramite personaggi come Rey e piccoli eventi si è trasformata in una sorta di potere facilmente accessibile, che non richiede un addestramento, come contrariamente visto in precedenza.

La radice formativa della Forza, metafora in principio utilizzata per mostrare la crescita di Luke, viene quindi meno, trasformando l’affinità a questo potere a un superpotere che può esser facilmente utilizzato. Le lezioni di Obi-Wan e Yoda, vicine alla presentazione di una filosofia comportamentale sul modello del credo dei samurai, vengono soppiantate da una visione supereroica, in cui a dominare sono le capacità sovrumane offerte dalla Forza, tralasciano aspetti etici e morali. In questo passaggio, la Forza perde dunque la sua importanza come elemento fondante del protagonista, potendo divenire anche un tratto specifico di personaggi secondari delle nuove produzioni. Una possibilità che consente agli sceneggiatori di affrontare una nuova sfida: raccontare personaggi più umani.

Nessun campo di energia mistica controlla il mio destino

I primi due esperimenti slegati dalla Skywalker Saga, Solo e Rogue One, si muovono esattamente in questa direzione. Specialmente il film in cui viene raccontato il passato del celebre pirata corelliano tende a ignorare la Forza, concentrandosi su una visione più concreta e cinica della galassia nei vent’anni tra La Vendetta dei Sith e Una Nuova Speranza. in una visione simile, trovano quindi spazio personaggi più realisti, che risultano più vicini agli spettatori.

Figure come Jyn Erso, Cassian Andor e Din Djarin incarnano al meglio questa nuova concezione dei personaggi. Non più eroi granitici e privi di sfumature, ma anime realistiche, che hanno vissuto il lato meno avventuroso dei grandi eventi della saga, maturando personalità complesse e forgiate da sofferenza e perdita. Se da un lato raccontare i grandi eventi dal punto di vista di coloro che possono usare la Forza è sicuramente spettacolare e facilmente gestibile nella dimensione cinematografica, la chance di avere a disposizione percorsi alternativi, specialmente in ambito seriale, consente di cambiare il paradigma narrativo, sviluppando maggiormente non solo l’interiorità dei personaggi, ma anche la loro appartenenza a una dimensione sociale più ricca e variegata. Dove un Jedi sarebbe stato temuto, un semplice ladro viene affrontato e, a volte, anche surclassato, rendendo necessario ricorrere a espedienti più realistici per dare brio e vitalità alla storia. Meno poteri, insomma, significa maggior definizione dei personaggi e delle loro interazioni.

Pur riconoscendo alle impostazioni narrative di Solo e Rogue One il merito di essersi spinti in uno slancio narrativo che libera Star Wars dalla necessità di citare la Forza, la ricerca del nuovo modello di personaggio per questa nuova vita del franchise porta a vedere Cassian Andor come il canovaccio ideale. In Rogue One, Jyn, per quanto ribelle, sembra risentire delle influenze dei tradizionali protagonisti delle altre produzioni, mentre Cassian incarna al meglio il realismo di uno dei periodo più travagliati della saga. Andor non è un eroe, è il rovescio della medaglia dell’eroismo di Luke e Leia, colui che agendo nell’ombra, svolgendo gli incarichi più discutibili e immorali, permette ai personaggi più celebri di preservare la propria aura eroica.

E in questa tipologia di azioni, la Forza non trova posto, non ha senso di esser utilizzata quando sono necessari un blaster e un assassinio. Si deve invece costruire la tensione emotiva dei personaggi, calandoli all’interno dell’ecosistema sociale, come fatto con Cassian Andor, che proprio grazie alla nuova serie di Disney+ risulta ancora più umano e credibile.

Che la Forza sia con te

L’attuale tendenza a mostrarci protagonisti che sembrano esser avulsi dall’affinità alla Forza non significa che Star Wars abbia dimenticato come utilizzare questo suo elemento fondante. La Trilogia Sequel ha, in un certo senso, cambiato profondamente l’impatto di questo tratto della saga sul nuovo orizzonte del franchise, privandolo della sua natura di potere da affinare, rendendolo invece più gestibile, anche in assenza di un vero addestramento, contrariamente a quanto abbiamo visto nella Trilogia Classica, dove Luke era in cerca di un maestro per apprendere le vie della Forza, o nella Trilogia Prequel, in cui la presenza dei Jedi al loro massimo splendore veniva caratterizzata tramite la presentazione di elementi tipici della vita di un Jedi, compreso l’addestramento.

Questa moderna interpretazione della Forza ha indebolito la sua aura mistica, rendendo complesso utilizzarla come tratto essenziale delle figure principali. Non a caso, nella nuova dimensione seriale i personaggi di maggior carisma, come Din Djarin o Cassian Andor, sono lontani dalla Forza. Anche nel caso del Mando, la presenza del piccolo Grogu non viene utilizzata come occasione per mostrare la Forza in modo più misurato, creando situazioni in cui sia un supporto all’avventura principale e alla vita dei protagonisti, anziché esserne una vera e propria forza motrice.

Una nuova concezione dell’importanza della Forza all’interno del corso narrativo attuale che sarà messo alla prova con la futura serie di Ahsoka, personaggio che, vista la sua particolare rilevanza all’interno della cronologia di Star Wars, potrebbe esser una nuova speranza per la Forza in Star Wars.

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