Star Wars nell'era Disney: dalla vendita di LucasFilms a The Mandalorian

30 ottobre 2012: LucasFilm e Star Wars entrano nel regno Disney. Come è cambiata la galassia lontana, lontana da allora?

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a cura di Manuel Enrico

The Mandalorian, Rebels, The Book of Boba Fett, ma anche Il Risveglio della Forza, Rogue One e Solo. La nascita di queste produzioni legate alla galassia lontana lontana creata da George Lucas a fine anni ’70 non sarebbe probabilmente esistita senza una scelta del regista americano aspramente criticato dai fan della saga di Star Wars, ma che ha consentito al franchise di tornare a imporsi nel mondo dell’entertainment: la vendita di LucasFilms Ltd. a Disney. La cessione di questa divisione dell’impero di Lucas alla casa di Topolino, avvenuto il 30 ottobre del 2012, è stato uno dei momenti chiave nell’evoluzione della strategia dello storico brand dell’entertainment, che ha visto in Star Wars una IP di richiamo su cui poter lavorare in modo massiccio.

A distanza di quasi dieci anni, l’idea di sviluppo, o meglio, di rilancio del franchise di Star Wars è stata una delle grandi operazione di casa Disney. Non paga di aver già imbastito un universo narrativo di carisma come il Marvel Cinematic Universe, con l’acquisizione di LucasFilms Ltd. si è potuta dare una continuità alla storia della space opera di Lucas, portandola in una dimensione diversa rispetto alla sua origini. Narrativamente e concettualmente, considerato che questa transizione ha imposto un radicale cambio di gestione su Star Wars.

LucasFilm e Star Wars in Disney: la nuova vita della saga

Come facilmente intuibile, per Disney questo acquisto era il primo passo per tornare con Star Wars in sala. Un’idea che Lucas aveva accarezzato diverse volte, anche dopo il finale della Trilogia Prequel (La Minaccia Fantasma, L’Attacco dei Cloni, La Vendetta dei Sith), ma che non aveva mai trovato una forma. Poco male, considerato che sin dai tempi de Il Ritorno dello Jedi le avventure ambientate nell’universo di Star Wars avevano trovato altri modi di mantenere vivo il franchise.

Fumetti, romanzi e videogiochi, infatti, aveva consentito di espandere la lore della saga, sia proseguendo le avventure di Luke Skywalker e soci, sia andando a svelare capitoli del remoto passato della Repubblica, come con la serie Knights of the Old Republic. Una continuity multimediale che si è sviluppata per trent’anni, sotto l’attenta guida di Lucas e collaboratori, creando una sinergia tra i diversi media coinvolti. Tra questa espansione narrativa e un merchandise sempre in vetta ai desideri della pop culture, Star Wars non era mai uscita di scena. Ma il ritorno al cinema, specie dopo la tiepida accoglienza della Trilogia Prequel, non sembrava mai concretizzarsi. Con dispiacere dei fan, che pur apprezzando esperimenti come la serie animata Clone Wars, sentivano la mancanza di una presenza sul grande schermo.

La vendita di LucasFilms Ltd a Disney, però, non venne inizialmente accolta con entusiasmo dai fan più intransigenti. Pur essendo consci che questa acquisizione poteva rivelarsi l’ultima occasione per poter assistere a un rinascimento cinematografico della saga, la maggior parte della community mostrava poco apprezzamento verso la scelta di Lucas. Timore principale era che con questo passaggio il regista americano potesse perdere il controllo sulla propria creatura, passato nelle grinfie di uno dei colossi dell’entertainment.

A essere al centro di questa disquisizione non erano tanto le sorti di Star Wars, quanto la fama di Disney. Che il marchio di Topolino sia animata da una rigida policy, particolarmente attenta alla percezione del pubblico su certi aspetti sociali, non è certo in discussione, come potrebbe testimoniare Gina Carano. Per i fan della saga, questa tendenza si sarebbe trasformata in una serie di ingerenze narrative animate dal tanto temuto ‘politically correct’, forzando la storia in modo avulso rispetto alla sua tradizione.

Accusa accompagnata dall’ansia che si sarebbe dato vita a uno sfruttamento commerciale massiccio. Cosa che, a onor del vero, è parte del DNA di Star Wars sin dalla sua nascita, se consideriamo che il merchandise di Star Wars è uno dei più longevi e ricchi, capace di smuovere cifre incredibili, ben prima dell’acquisizione del franchise da parte di Disney.

Le reazioni dei fan di Star Wars e dei detrattori di Disney infiammarono il web. Speculazioni sul futuro della saga, sicure affermazioni di morte di Star Wars per l’incapacità di Disney di gestire questo universo narrativo furono all’ordine del giorno, protraendosi sino al 2014, quando venne annunciato un nuovo film di Star Wars, che avrebbe proseguito la storia dopo Il Ritorno dello Jedi. Affidato a J.J. Abrams, reduce dal reboot  cinematografico di Star Trek, questo nono capitolo della saga sarebbe stato presentato con il titolo de Il Risveglio della Forza.

Il Canon e la nuova vita di Star Wars

Un momento che, nuovamente, mise il fandom di Star Wars alla prova. Nonostante Lucas avesse già iniziato a lavorare su una potenziale sceneggiatura per il nono episodio della serie, inserendolo all’interno della continuity multimediale del franchise, l’arrivo di Abrams coincise con la volontà di Disney di dare vita a una severa revisione di tutte le storie prodotte durante i trent’anni di quello che erano noto come Universo Espanso.

Videogiochi, fumetti e romanzi furono scrutinati, alimentando la speranza dei fan di vedere finalmente al cinema grandi personaggi come l’Ammiraglio Thrawn, Mara Jade o il nuovo Ordine Jedi. Aspettative infrante, considerato che venne deciso di relegare questo tesoro narrativo in una sorta di what if? denominato Legends, dando vita a una nuova continuity ufficiale, ribatezzata Canon, che avrebbe più rigidamente controllato l’evolversi delle storie legate a Star Wars.

Scelta che venne accolta piuttosto malamente dai fan irriducibili di Star Wars, che si sentirono privati di una conoscenza e di un’affinità con alcuni personaggi iconici della saga, assistendo alla fine di alcuni progetti, specie in ambito videoludico, interrotti dopo questa fusione. Da un punto di vista imprenditoriale, questa scelta di Disney era inevitabile, considerato che il nuovo pubblico a cui ci si intendeva rivolgere doveva vivere storie nuove e che fossero attuali. Il possesso di Marvel, che già negli anni ’70 aveva pubblicato i comics di Star Wars, divenne un asset centrale nello sviluppo di nuove serie a fumetti (Dottor Aphra, L’Alta Repubblica), che ampliavano ulteriormente il nuovo corso preso da Star Wars.

Naturalmente, lo sviluppo cinematografico della saga proseguì di pari passo. A Il Ritorno dello Jedi si aggiunsero altri due capitoli inseriti nel corpo narrativo centrale di Star Wars (Gli ultimi Jedi e L’Ascesa di Skywalker) e venne inaugurata la serie Anthology, concepita per essere un’espansione narrativa dedicata ad aspetti secondari del franchise, in cui vennero inseriti Rogue One, incentrato sulle spie ribelli che rubarono i piani della prima Morte Nera, e Solo, film dedicato al passato del celebre contrabbandiere corelliano.

Operazioni che hanno accolto pareri contrastanti. Se già Il Risveglio della Forza aveva chiarito come Abrams avesse svolto il solito compitino sottoforma di reboot/remake, i capitoli successivi vennero accolti dai fan storici della saga come una distruzione di alcuni punti saldi del mito, accusa che trova parziale accoglienza ma che non tiene conto di come il target di questi film fosse una nuova generazione.

Se la cura Disney sul grande schermo non ha dato i risultati sperati, diversa fortuna hanno avuto i prodotti pensati per spingere il servizio streaming del brand, Disney+. A partire da The Mandalorian, prima serie live action di Star Wars, che ha mostrato come l’universo di Star Wars si presti a una narrazione varia, come mostrato dall’ottimo lavoro svolto da Dave Filoni e Jon Favreau, artefici della valorizzazione seriale di Star Wars.

A i detrattori della vendita di LucasFilms Ltd a Disney, andrebbe ricordato quanto ci ha rivelato recentemente James Waugh, vice-direttore di LucasFilms, a proposito di Star Wars Visions, la serie animata dedicata a diverse reinterpretazioni della galassia lontana, lontana:

È vero, abbiamo avuto una grande libertà. Sin dai primi momenti di discussione su Star Wars Visions è stato chiara una cosa: siamo tutti grandi fan di Star Wars. Questo franchise ha profondamente influenzato il modo di raccontare, ha dato un nuovo modo di intendere il ‘cosa’ e il ‘come’ nelle tecniche narrative. Parlando con il team creativo, abbiamo percepito queste caratteristiche, ma quello che ha aperto a nuovi scenari per il franchise è stato Disney Plus. Con la sua creazione, ci siamo chiesti ‘Cosa possiamo fare ora?’. C’era così tanto potenziale in questo canale, potevamo realizzare il nostro Star Wars!

I timori sorti nel 2012 con il passaggio di Star Wars a Disney, dunque, sono stati in gran parte debellati. Non si possono negare alcuni fallimenti, come i film al cinema, ma la valorizzazione dello spirito autentico di Star Wars han trovato una cifra stilistica impeccabili in The Mandalorian, nell’ultima stagione di Clone Wars e nella ricchezza di future proposte multimediali che ci attendono nei prossimi anni.

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