Non c’è mai stato dubbio che l’Alleanza Ribelle fosse la fazione dei buoni di Star Wars. Nella prima trilogia (Una nuova speranza, L’impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi) era impossibile non sentirsi vicini a questi eroi che nonostante la schiacciante superiorità dell’Impero riuscivano a non cedere, a lottare per il bene. Gli spettatori sono quindi cresciuti con l’idea che questa contrapposizione ideologica tra Impero e Alleanza Ribelle fosse un dogma immutabile, una sicurezza che è stata spezzata con l’uscita di Rogue One, dove un personaggio in particolare ha mostrato il lato meno nobile della Ribellione: Cassian Andor.
Per comprendere l’importanza di una figura come quella dell’agente ribelle, bisogna riconoscere che Star Wars, complice la nascita di un florido comparto crossmediale, ha vissuto una propria evoluzione rispetto alla dicotomia delle origini, dove essere imperiale significava essere innatamente malvagio. Un cambiamento che nel 2012, anno in cui Star Wars entra nella costellazione della Disney, e si assiste alla nascita dello Story Group. A questa squadra di autori si deve una diversa identità di Star Wars, che ha trovato una scintilla vitale con la nascita del Canon e il primo capitolo della nuova trilogia, Il Risveglio della Forza.
Cassian Andor: il lato oscuro della Ribellione
Privo dell’aspetto poetico del concept originario di Lucas, Star Wars ha cominciato a sviluppare una serie di zone d’ombra, in cui questa contrapposizione tra i due poli, specialmente nelle storie ambientate durante l’epoca della Ribellione, ha consentito di mostrare aspetti differenti dei diversi schieramenti. All’interno della schiera imperiale, ad esempio, sono comparsi personaggi, come Thane Kyrrel o Ciena Ree, che hanno mostrato come anche sotto la divisa imperiale possano esserci uomini d’onore e capaci di opporsi alle più bieche leggi imperiali. Se questo è vero per la fazione imperiale, non possiamo supporre che anche tra i Ribelli ci siano individui che rappresentino aspetti meno nobili della Ribellione? Persone come Cassian Andor.
Cassian Andor non è il primo combattente ribelle a mettere in dubbio la solida sicurezza che ogni azione della Ribellione sia permeata di giustizia. Basterebbe citare la figura di Saw Gerrera, che nelle serie animate mostrava una certa indipendenza di pensiero, arrivando anche a sviluppare una propria morale bellica, feroce e spietata, tanto da esser ritenuto un estremista dagli stessi ribelli. Pur essendo nata all’interno di una produzione nata per un pubblico giovane, questo primo cambio di percezione della Ribellione trova piena forma in Rogue One. Pellicola che, a ben vedere, si discosta dai tratti tipici dei precedenti capitoli di Star Wars, assumendo i toni di un war movie che risente delle influenze di pellicole di genere come Quella sporca dozzina.
E non poteva esserci momento migliore per introdurre un personaggio come Cassian Andor.
Cassian, contrariamente ad altri volti di Star Wars, è un figlio dell’oscurantismo dell’ascesa imperiale. Le notizie sul passato di Andor sono poche, contenute principalmente in opere di supporto a Rogue One, ma viene dipinto come un uomo cresciuto nella violenza, considerato che sin da bambino entra in contatto con gli aspetti della guerra, iniziando come soldato bambino per i Separatisti. Alla morte del padre, ucciso durante una manifestazione contro la militarizzazione della Repubblica (evento collocabile durante gli eventi de L’Attacco dei Cloni), Cassian diventa un soldato dei Separatisti. Alla sconfitta dei Separatisti e alla conseguente nascita dell’Impero, Cassian Andor viene reclutato dalla nascente ribellione, venendo assegnato al comando del generale Davits Draven, che lo rende un agente dell’intelligence. Ruolo in cui lo troviamo proprio in Rogue One, dove viene incaricato di scoprire quali siano i piani dell’Impero per la sua nuova, devastante arma, la Morte Nera.
Se ripensiamo al primo momento in cui vediamo in azione Cassian Andor in Rogue One, non lo avremmo mai associato all’ideale di eroe dell’Alleanza Ribelle cui ci avevano abituati i precedenti film della saga: uccidere un uomo, a sangue freddo. Scelta dettata dalle esigenze del momento, considerato che dopo aver recuperato le informazioni desiderate, Cassian cerca di sfuggire alla cattura degli imperiali, ma non esita a uccidere il suo uomo, Tivik, come si rende conto che, a causa di una ferita subita durante la fuga, sarebbe stato sicuramente catturato. Luke Skywalker o Han Solo avrebbero tentato di tutto per salvare il povero Tivik, ma Cassian non ha il lusso di esser un eroe, è un agente con una missione, pedina di un gioco più complesso che consente poi ai volti sorridenti dell’Allenza Ribelle di venire premiati con medaglie. Cassian Andor è il dito che preme un grilletto condannando un uomo, sapendo che quel gesto è un’azione chirurgica, una necessità per salvare molte più vite.
L'Alleanza Ribelle oltre l'eroismo
Non più avventurieri, ma assassini e spie. L’aspetto quasi poetico dell’Alleanza Ribelle viene quindi scardinato dal film di Garreth Edwards, che mostra il lato brutale, meschino delle avventure di Star Wars. Realistico, volendo, se pensiamo che alla base della mitologia di Star Wars ci sono questi soldati dimenticati, periti in una missione suicida che avrebbe dovuto offrire un futuro alla galassia. Seppure accennato in Rogue One, come da tradizione la ricca produzione di contenuti paralleli di Star Wars offre una visione più precisa della personalità di Cassian Andor e della sua importanza nelle prime ere dell’Alleanza Ribelle.
A definire il ruolo di Andor è stato in primis Pablo Hidalgo nel suo Rogue One: The Ultimate Visual Guide, in cui precisa come Cassian, oltre a esser un operativo e un reclutatore, sia anche talmente devoto alla causa da avere sempre con sé una pillola da suicidio, contenuta nel suo trasponder personale, da utilizzare per evitare la cattura. Se questo ci aiuta a comprendere come la sua dedizione sia indubbia, tanto da accettare di compiere azioni moralmente discutibili, una novità all’interno di Star Wars, che consente di interrogarsi anche su tematiche solitamente non affrontate nella saga. Tanto che nel volume Rogue One: Rebel Dossier, che approfondisce aspetti della pellicola, viene affidato a una figura storica della saga, Mon Mothma, un pensiero che ritrae al meglio le conseguenze di un operato come quello di Cassian Andor:
“...non ho mai dubitato delle abilità del Capitano Andor o la sua dedizione al movimento ribelle. É davvero uno dei nostri migliori e più abili (operativi), e mi fido delle sue valutazioni nelle missioni. Mi preoccupo per lui, comunque. Capisco che il nostro movimento per sopravvivere neccesita di, uomini e donne coraggiose che devono fare cose terribili di cui preferiremmo non parlare. Ma cosa accade in seguito a queste persone? Li stiamo aiutando a sufficienza per convivere con ciò che hanno fatto? Li incoraggiamo quando si sentono colpevoli? Li confortiamo quando non riescono a dormire? E ci accorgiamo quando smettono di sentirsi colpevoli? Quando smettono di perdere il sonno?”
Cassian Andor, a ben vedere, è un perfetto esempio dell’Alleanza Ribelle nei suoi primi momenti. Una leadership complessa, alle prese con una situazione poco felice in cui l’Impero mostra spietata lucidità, creando dissapori all’interno degli stessi ribelli, indecisi su quale approccio intraprendere. Il messaggio di Rogue One, e della figura di Cassian Andor in particolare, è che le rivoluzioni partono dal basso.
Diventa evidente che la Ribellione non può essere un’accozzaglia di guerriglieri che colpisce in modo scoordinato e senza una linea morale, ma che deve necessariamente incarnare un ideale, tenere presente che il fine non deve giustificare i mezzi, ma essere il traguardo a cui ambire. È il momento in cui Cassian sente il peso delle sue azioni, vedendo nell’accorato discorso di Jyn Erso alla leadership ribelle prima della sua missione su Scarif una sorta di cura alle proprie sofferenze interiori, ai dubbi nati da anni come agente costretto ad affrontare decisioni difficili.
Nonostante Cassian Andor sia morto con il resto della sua squadra che ha recuperato i piani della Morte Nera su Scarif, avremo modo di vedere nuovamente Diego Luna vestire i panni della spia ribelle in una serie a lui dedicata su Disney+. Pur non avendo ancora comunicato quali saranno le missioni di Cassian Andor che vedremo nella produzione di Disney+, possiamo immaginare che il tono della serie sarà diverso da quanto sperimentato sino a oggi con titoli come The Mandalorian e The Book of Boba Fett, sfidando gli showrunner a trovare una chiave narrativa che consenta di creare una storia dai toni grevi, capace di mostrare le ombre dietro la nascita dell’Alleanza Ribelle.