Infinite dimensioni, in infinite combinazioni. Questo precetto è la base della filosofia vulcaniana, presentato per la prima volta in Star Trek nell’episodio La bellezza è verità?, è un memento alla necessità di accettare diverse possibilità che possono presentarsi dinnanzi a noi. Il senso del Kol-Ut-Shan, quindi, potrebbe essere esteso anche ai fan della saga di Gene Roddenberry, che nel corso della storia di Star Trek hanno affrontato, tra le numerose avventure, anche incursioni in altri universi e realtà parallele.
Parlando di fantascienza, questi due spunti sono una presenza familiare per gli appassionati di sci-fi. Se in un’opera stand alone la loro trattazione può essere più agevole, inserirli in un contesto definito come quello di Star Trek, vincolato da una continuity, richiede di conciliare questi what if? con la trama orizzontale della saga. Un compito arduo per gli sceneggiatori di Star Trek, che nei decenni si sono trovati a dover affrontare due particolari realtà alternative, nate in tempi diversi e per differenti ragioni: l’Universo dello Specchio e il Kelvin-verso.
L’origine dell’Universo dello Specchio
L’Universo dello Specchio è la realtà alternativa di maggior impatto della saga di Star Trek, essendo comparso all’interno della serie originale. La sua creazione è attribuibile allo sceneggiatore Jerome Bixby, che ebbe l’idea dopo aver scritto un racconto breve, One Way Street:
“Dopo aver scritto ‘One Way Street’, pensai ‘Perfetto, universi paralleli!’. Mentre ero alla ricerca di idee, sapevo che la produzione adorava impegnare il cast in modi innovativi per Star Trek. Anziché mettere l’equipaggio di fronte a un gruppo di personaggi cattivi, o mostri alieni che divoravano interi pianeti, ebbero l’intuizione di mettere il cast in contrapposizione a delle versioni alternative di loro stessi, ma in chiave negativa. Fu così che ideai un universo alternativo selvaggio, rendendo l’Enterprise una nave pirata, in cui potevo teletrasportare una squadra di sbarco”
Questa intuizione divenne l’episodio Specchio, specchio. In questa puntata della seconda stagione della serie originale di Star Trek, Kirk, McCoy, Scotty e Uhura, a causa di un malfunzionamento del teletrasporto, finirono in una realtà parallela in cui i principi della Federazione era stati totalmente distorti, dando vita a un dispotico regime.
Pur essendo considerato come il primo esempio di un universo alternativo consistente in Star Trek, l’Universo dello Specchio di Bixby non era il primo tentativo di portare nella saga il concetto di multiverso. Il primo esperimento in tal senso era stato tentato Harlan Ellison, che aveva ipotizzato di portare su schermo un universo alternativo oscuro nella sua prima stesura di Uccidere per amore (dopo comparve il tema del viaggio del tempo), mentre nell’episodio L’alternativa si erano uniti i concept di viaggio nel tempo e universi paralleli, dando vita a quello che viene considerato uno dei peggiori episodi della serie classica di Star Trek.
La prima apparizione dell’Universo dello Specchio non fu particolarmente definita. All’interno di Specchio, specchio, questa realtà alternativa era puramente funzionale alla storia, non mostrava un approfondimento narrativo tale da far supporre fosse un’ambientazione dal futuro promettente in Star Trek.
All’epoca, Bixby aveva imbastito una sceneggiatura in cui la Federazione dell’universo alternativo era impegnata in una guerra con la razza di Tharn, in cui la Flotta Stellare stava avendo la peggio. Al punto che l’Enterprise era stata inviata per comunicare la resa della Federazione, incontrandosi con una delegazione di astronavi Tharn. In questa occasione, il Kirk dell’Universo dello Specchio scoprì che i vascelli alieni non avevano scudi, ma in questa realtà le navi della Federazione non i phaser, la cui invenzione non era ancora avvenuta. Durante il viaggio, però, il James Kirk della ‘nostra’ realtà compare in scena, e prima di tornare alla sua realtà insegna alla sua controparte come creare un phaser, che vennero utilizzati per sconfiggere i Tharn.
Roddenberry, però, non era convinto di questa scelta, ma voleva che l’Universo dello Specchio rappresentasse il doppelganger della sua Federazione, al punto che lo immaginava come l’incarnazione perfetta di un regime totalitario, dandone una visione precisa:
“La vita non ha valore, deve esser basato su terrore e paura, e non consentire mai di mostrare il pieno potenziale della maggior parte dei cittadini”
Queste linee guida di Roddenberry divennero la base su cui si costruì, specialmente nelle serie successive in cui comparve l’Universo dello Specchio, la sua struttura sociale di questo universo parallelo. Una caratterizzazione che si spingeva anche nel mostrare aspetti della morale tipica dell’epoca in direzioni rischiose per una produzione televisiva. L’idea era di utilizzare ogni possibile espediente narrativo per mostrare una radicale contrapposizione tra l’aspetto positivo della Federazione di Kirk e la sua controparte della realtà parallela.
Da un punto di vista verbale, il BSD (Broadcast Standard Department, organo di controllo produttivo interno della NBC) mise il veto su alcune espressioni particolarmente colorite, imponendo di trovare soluzioni alternative, richiesta a cui la produzione dovette piegarsi. Diversamente andò per le presunte nudità per la morale dell’epoca, che ancora non era aperta, ad esempio, al mostrare gli ombelichi femminili.
Per girare le scene in cui Nychelle Nychols (Uhura) e Barbara Luna (Marlena Moreau) comparivano mostrando il proprio ombelico, si ricorse a un trucco che consentisse di tenere lontani i delegati di controllo del network: si giravano queste scene mentre erano a pranzo.
L’Universo dello Specchio nelle altre serie
Dopo Specchio, Specchio, l’Universo dello Specchio non ricomparve nella serie originale. Quando venne realizzata The Next Generation, si pensò di riportate in questa realtà alternativa l’equipaggio di Picard, ma nonostante lo stesso Bixby avesse presentato una sceneggiatura che esplorasse questa possibilità, non venne mai realizzato, come spiegò Brannon Braga:
“Eravamo abbastanza spaventati nel farlo, temendo di farlo male, e probabilmente non riuscimmo mai a immaginare come questo elemento si potesse inserire all’interno di The Next Generation”
Si dovette aspettare la terza serie di Star Trek, Deep Space Nine, per vedere nuovamente in scena l’Universo dello specchio. La produzione era particolarmente interessata a ritornare al di là dello specchio, come confessò Michael Piller:
“Avevamo iniziato a lavorare a seguiti di Specchio, Specchio sin dall’inizio di The Next Generation, e non ero interessato. Ma non riuscivo a non pensare che sarebbe stato interessante scoprire cosa era accaduto dopo gli eventi di Specchio, specchio. Non smettevo di pensare che l’influenza avuta da Kirk, a come avrebbe potuto cambiare radicalmente la storia di questo universo. Non poteva esserci una più palese violazione della Prima Direttiva. Ira Bher disse: ‘E se avesse peggiorato le cose?’ Spock aveva ascoltato cosa avevo detto, cambiando questo impero brutale in uno più umano, che venne però conquistato da Klingon, Cardassiani e altri. Stavo guardando Schindler’s List e pensavo che se fossi stato un po’ più vecchio, avrei potuto esser detenuto in uno dei quei campi in Polonia. Se la Germania avesse vinto la guerra, non sarei ora qui a far ciò che amo, ve lo garantisco. Fui davvero felice di vedere come la sceneggiatura venne realizzata”
A curare questa sceneggiatura fu Robert Hewitt Wolfe, che partendo dall’idea di Piller si premurò di raccontare la caduta dell’Impero Terrestre, ispirandosi alla fine dell’Impero Romano.
L’idea di base era che se il feroce regime terrestre mostrato in Specchio, specchio agiva con una certa forza, forse c’era una motivazione più profonda.
“Gli imperi solitamente non sono brutali senza motivazioni. Ci sono pressioni interne o esterne che causano questi loro comportamenti. Quindi pensai che se la Terra parallela era brutale, dovessero esserci dei motivi. E il motivo era che i barbari (come i Klingon e i Cardassiani) erano ai confini. Il mio modello divenne l’Impero Romano, brutale e spietato come tutto il mondo intorno ai suoi confini, aveva dei barbari estremamente aggressivi che lo minacciavano. Come l’impero cinese con i mongoli. Se all’improvviso rendi i romani o i cinesi i bravi della storia, è fantastico, ma i barbari prendono il potere. Era questa la nostra idea, mostrare come si era evoluto l’Universo dello Specchio un centinaio di anni dopo”
Da questa suggestione, nacque Attraverso lo Specchio, episodio della seconda stagione di Deep Space Nine, in cui Bashir e Kira, di ritorno da una missione dall’altra parte del tunnel spaziale, si ritrovano in una realtà alternativa in cui Cardassiani e Bajoriani sono alleati e hanno sconfitto l’Impero Terrestre, come conseguenza dell’interferenza in questa realtà, avvenuta deceni prima, di un uomo proveniente dal nostro universo: James T. Kirk.
In Deep Space Nine ci furono anche altri episodi ambientati nell’Universo dello Specchio, consentendo alla serie di venire considerata come quella in cui venne maggiormente definita questa realtà parallela, al punto che Bixby, creatore dell’Universo dello Specchio, si sentì defraudato della sua creazione, non vedendosi riconosciuto nessun merito artistico nei credits degli episodi di Deep Space Nine ambientati nell’Universo dello Specchio.
Diverso fu l’approccio degli sceneggiatori di Star Trek: Enterprise, quando decisero di realizzare un doppio episodio dedicato all’Universo dello Specchio. L’idea fu di non sviluppare una storia che seguisse quanto già mostrato in altre serie della saga, ma di spingersi in una nuova direzione: mostrare direttamente l’altra realtà. Una scelta che fu caldeggiata da Manny Coto:
“Ogni volta che lavoravamo a questa idea, continuavamo a finire sul dettaglio del teletrasporto. Mi venne un’intuizione, ambientare direttamente la storia nell’Universo dello Specchio. Non un crossover, ma in un intero episodio ambientato lì”
L’idea fu buona, consentendo agli sceneggiatori di raccontare in modo completo questo universo parallelo. Si decise di riscrivere alcune pagine della storia di Star Trek, modificando gli eventi del Primo Contatto sotto una luce oscura.
https://youtu.be/sfbsZRbwbJ4Per l’occasione, venne anche girata una sigla apposita, che enfatizzava l’ascesa dell’Impero Terrestre. Questo doppio episodio divenne il modo per dare una maggior definizione alla società terrestre della realtà parallela, mostrandone aspetti precedentemente non esplorati (come il tradimento e la dinamica sociale violente e xenofoba).
Espedienti che sono divenuti basilari per Star Trek: Discovery, in cui l’Universo dello Specchio ha rivestito una grande importanza, specialmente nella prima stagione, con la presenza del capitano Lorca. In questa serie, la realtà parallela non è limitata a una semplice presenza di contorno, ma diventa centrale nell’evoluzione della storia. Discovery è stata il trait d’union tra quanto visto in Enterprise e l’Impero Terrestre della serie originale, in un tentativo complesso di rispetto della continuity.
Il Kelvin-verso, l’altra linea temporale di Star Trek
Abbandonando l’Universo dello Specchio, ci si può avventurare nell’altra realtà alternativa di Star Trek, il Kelvin-Verso. In questo caso, più che di una realtà parallela nata per arricchire un contesto narrativo, ci troviamo davanti a una linea temporale alternativa, nata quando J.J. Abrams diede vita al suo reboot cinematografico della saga.
L’elemento divergente che ha generato questa linea temporale alternativa è la distruzione di Romulus, in seguito alla quale Spock, dopo aver fallito nel tentativo di salvare questo mondo e braccato da un romulano, Nero, in cerca di vendetta, cerca la fuga da un attacco tornando indietro nel tempo, inseguito dal suo nemico.
I due arrivano in momenti diversi del passato, con Nero che torna nel passato andando a scontrarsi con la U.S.S. Kelvin, su cui serve George Kirk. Durante lo scontro con la nave romulana, la Narada, Kirk assume il controllo della nave della Federazione alla morte del capitano, consentendo all’equipaggio di salvarsi. Tra questi, ci sono anche la moglie, che durante l’evacuazione dà alla luce loro figlio, James Tiberius.
L’arrivo della Narada rappresenta l’elemento di rottura rispetto alla linea temporale canonica, ribattezzata Prime Universe. Non è la prima volta che in Star Trek un’anomalia temporale causa una linea temporale differente, come accaduto con l’episodio di The Next Generation L’Enterprise del passato, in cui la U.S.S. Enterprise-C viene rimandata nel passato, dopo aver evitato uno scontro con delle navi romulane, per scongiurare una linea temporale alternativa in cui Federazione e Impero Klingon sono nuovamente in guerra. In questo caso, il sacrificio dell’equipaggio dell’Enterprise-C sembra preservare l’integrità della linea temporale, a patto di non interrogarsi sul ruolo giocato in questo episodio da Tasha Yar, soprattutto per il futuro della Federazione.
Ora, la scelta di questo espediente narrativo per dar vita al Kelvin-verso era finalizzata alla necessità di avviare un reboot del franchise, e per quanto sia stato ammirevole il tentativo, si potrebbe contestare che la nascita di James T. Kirk a bordo della Kelvin contrasta con la storia canonica, che lo vedeva nascere a Riverside, nell’Iowa. Mancherebbe, quindi, un elemento di rottura autentico con la linea temporale del Prime Universe, rendendo il Kelvin-verso una vera e propria realtà alternativa. Un aspetto che parrebbe esser confermato anche da come viene gestito il personaggio di Khan in Star Trek: Into Darkness, dove il personaggio viene dipinto come un prigioniero ribelle sfuggito a frange deviate della Flotta Stellare, mentre nel Prime Universe sappiamo essere addormentato in criosonno a bordo della U.S.S. Botany Bay, dispersa nello spazio, come raccontato nell'episodio della serie classica Spazio profondo.
Lo scopo degli sceneggiatori era, comunque, raccontare momenti del passato dei personaggi della serie classica mai esplorati prima nel Prime Universe. Roberto Orci sostenne questo elemento affidandosi alla scienza:
“Le regole della meccanica quantistica ci dicono che gli universi esistono, ed esistono perché sono gli universi più probabili. Gli eventi occorsi durante la serie classica non sono avvenuti casualmente, ma hanno avuto luogo perché erano le cose che più probabilmente sarebbe accadute”
A confermare questa visione, ci sarebbe la continuity di Star Trek. Se nel Kelvin-verso vengono citati eventi precedenti visti anche nel Prime Universe, come la citazione di Archer e del suo amato beagle Portos, nella realtà canonica di Star Trek la distruzione di Romulus che causa la nascita di questa linea temporale alternativa viene corroborata da Picard e da Discovery.
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