Personaggi e trama

Star Trek Beyond rinnova la tradizione di Star Trek senza sconvolgerla del tutto, e ci mette davanti personaggi convincenti, con un loro carattere. Le scene d'azione sono ben bilanciate con il resto, la scenografia spettacolare e gli eccessi quasi tutti tollerabili. La recensione.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

I personaggi

L'equipaggio, in questo terzo film, è quello più convincente. Non è solo più vicino a quello classico – non che sia un criterio rilevante – ma è anche quello in cui i personaggi sono più concreti. Kirk, coraggioso, abnegato, passionale. Scotty con le sue continue incertezze e il suo immancabile e sempre smentito "non si può fare". Sulu resta un po' in disparte mentre a Checkov viene concesso uno spazio importante durante la prima parte del secondo atto – il che fa piacere considerato che sarà l'ultimo film di Anton Yelchin.

star trek 1400 1

Molto piacevole il cambiamento di Uhura, che riesce a essere incisiva nel suo ruolo di addetta alle comunicazioni, ma sa distinguersi anche nel combattimento corpo a corpo, se serve, e non le manca mai il coraggio di affrontare anche le situazioni più spaventose. Di certo lo sguardo penetrante di Zoe Saldana dà una marcia in più a questo personaggio.

Un po' meno convincente Spock: dà costantemente l'impressione che la transizione tra il "vecchio Spock" e quello nuovo sia incompleta, che sia da una parte quel vulcaniano tutto logica della serie classica, e dall'altra quel mezzo terrestre che ogni tanto tira fuori emozioni anche forti. Ogni tanto si appella alla logica vulcaniana, ogni tanto si lascia andare – ma la sua risata non riesce a creare quella dissonanza cognitiva come accadeva con Nimoy. Insomma un po' nuovo e un po' vecchio, questo Spock non funziona appieno pur essendo piacevole – rievocare il compianto Nimoy di certo non aiuta.

Funziona invece la continua contrapposizione tra lo stesso Spock e Bones. I loro scambi sono sempre divertenti, con una continua tensione tra il razionalismo vulcaniano e il cinismo del chirurgo. Un'integrazione perfetta, forse anche troppo: in questo film il dottor McCoy non esiste se non in funzione di Spock.

idris elba plays the villain krall in star trek beyond

Jaylha (Sofia Boutella) ha invece il ruolo di Aiutante: un personaggio che si inserisce nella trama senza strappi, in modo elegante e preciso. Sa combattere ma sta a lei creare qualche momento di leggerezza, con un'ingenuità fresca, infantile, simpatica ma anche stantia di tanto in tanto. Un comprimario che svolge il suo ruolo con dignità, senza distinguersi ma anche senza deludere.

E poi c'è Krall, il misterioso antagonista interpretato da Idris Elba. All'attore è toccato un ruolo ingrato, considerato che i villain di Star Trek non sono mai stati un granché, tuttalpiù strumenti per mostrare questa o qualità del capitano. Krall non è diverso da questo punto di vista, ma gli viene concesso un bel background, che ha dato a Elba qualcosa su cui basare il proprio lavoro. La storia di Krall è toccante, profonda, credibile e realistica: di sicuro non gli mancano i motivi per essere arrabbiato. 

La trama (con piccoli SPOILER, attenzione)

Come abbiamo detto, ci viene presentata l'Enterprise a metà della sua missione quinquennale. Si ferma nella stazione spaziale di Yorktown, un vero splendore cinematografico, ed è qui che prende avvio il secondo atto. Una nave sconosciuta si avvicina, e l'unico passeggero chiede aiuto. Kirk ovviamente non resiste, raccoglie la ciurma e si lancia in quella che crede essere una missione di salvataggio; è ovvio anche per chi sta nella sala accanto che è una trappola, ma Kirk è fatto così e ci piace anche per quello.

Il che ci porta alla prima scena d'azione. Qui come in altri momenti Lin ha tirato fuori il suo curriculum: movimenti velocissimi, cinepresa che insegue il personaggio in un momento, e in quello dopo gli gira intorno per ritrovarlo dall'altra parte di un corridoio, tremolii continui, costante rischio di nausea da parte dello spettatore imprudente. Gli effetti digitali non aiutano nemmeno un po'.

Star Trek Beyond Starbase Yorktown

Nel secondo atto ci siamo liberati di buona parte dell'equipaggio e ci possiamo concentrare sui personaggi principali: abbiamo un party da gioco di ruolo che si compone di Kirk, Spock, Bones, Scotty, Checkov e Jaylha. Separatamente un minimo di azione sarà concesso anche a Uhura, che è donzella da salvare ma riesce ad avere un ruolo attivo, unica tra i suoi compagni di prigionia.

Il salvataggio vero e proprio porta al secondo passaggio movimentato, e alla lunga transizione tra secondo e terzo atto. Completata la prima missione (il salvataggio) bisogna ancora fermare Krall e impedire che realizzi il suo diabolico piano di vendetta. E così ci si inventa un modo per ripartire da quel pianeta prigione. I vecchi fan penseranno per forza allo Sparviero Klingon che finì a San Francisco, ma la soluzione narrativa funziona (con qualche concessione).

Il terzo atto è esattamente quello che ti aspetteresti, vale a dire una lunga sequenza di azione tesa all'epilogo. Qui ancora una volta si amplificano i personaggi, si trova spazio per un momento di simpatia, si trova il modo di dare a Kirk il ruolo centrale che gli compete, di essere l'Eroe che chiude la partita, e si arriva all'inevitabile epilogo. La scena finale è sempre quella: i nostri beniamini hanno ancora il fiatone ma già guardano le stelle, desiderosi di nuove avventure. Si aggiunge però un timelapse, breve ma esteticamente splendido, una delle sequenze più belle mai viste in un film di Star Trek.

Nell'insieme una trama semplice, con poche sorprese ma ben costruita. Dà spazio ai personaggi e soprattutto non è quello che ti aspettavi. L'azione c'è ma non è troppa, e anche per questo è un vero film di Star Trek. 

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