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a cura di Mauro Longo

Parliamo di fantasy italiano, parliamo di sei titoli che vi incuriosiranno e, speriamo, vi colpiranno. Se amate il fantasy ma non conoscete bene la scena italiana, se volete sapere che aria tira nel settore, se volete stupire gli amici appassionati con dei regali ad hoc o anche solo essere stupiti voi stessi, questo è l'articolo che fa per voi!

E allora vediamo quali potrebbero essere i sei libri fantasy italiani su cui mettere le mani quest'anno per le feste di Natale. I proverbiali sei colpi in canna da sparare questa volta sono quelli della Rivoltella Beretta Laramie, il più italiano dei revolver, e le sei pallottole a nostra disposizione sono quelle dello Spaghetti Fantasy. Avete sentito bene: quando l'uomo con il tricolore incontra l'uomo con la spada, quello con la spada è un uomo morto!

Parliamo quindi di sei romanzi o raccolte di racconti scritti da autori del bel paese che rientrino nel genere fantasy in senso stretto, anche se ci concederemo qualche eccezione e tante strizzate d'occhio. Parliamo di libri più o meno famosi, di autori e autrici più o meno noti, più o meno apprezzati. Qui non ci formalizziamo e peschiamo le cose più interessanti del settore, anche se l'origine potrebbe farvi (ingiustamente) storcere il naso. Parliamo anche di libri usciti negli ultimissimi anni e che è facile recuperare in libreria o online, in modo che li possiate trovare o ordinare facilmente e averceli sottomano nelle fredde notti invernali. Parliamo infine prevalentemente di libri cartacei, ma molti di essi sono disponibili anche in versione digitale nei vostri consueti e-store.

Andiamo a cominciare!

Zappa e Spada, di Autori Vari – Acheron Books

Lo spaghetti fantasy per definizione, dodici autori nostrani più o meno conosciuti che si cimentano su un tema comune: cosa avviene se si declina all'italiana il fantasy – spesso appannaggio di autori, temi e paesaggi nordici? La risposta è che si ottiene un rimescolamento del genere con i tratti dello Spaghetti Western: basta sostituire il “Pistolero Senza Nome” con un più opportuno “Spadaccino Senza Nome” e il gioco è (quasi) fatto…

Come gli antieroi e le canaglie degli Spaghetti Western, i protagonisti di Zappa e Spada non sono eroi con motivazioni idealistiche, ma piuttosto cacciatori di taglie e canaglie di strada, mercenari e cialtroni mossi da interesse, necessità o fatalità. Il denaro e la pellaccia sono spesso i loro unici interessi, le loro imprese sono terra-terra e cruente, i personaggi cinici, trasandati e sporchi, ma in fondo verosimili. Ambientazioni e scenari sono provinciali e inospitali, i villaggi desolati e polverosi, le strade pericolose e deserte. I dodici autori della raccolta, da Giovanni De Feo a Davide Mana, da Lorenzo Fantoni a Federica Leonardi, da Mala Spina a Diego Cajelli (e tutti gli altri, bravissimi!) mettono in piedi una strana versione fantastica dell'Italia piena di popolani affamati e fratacchioni, furfanti in cerca d’ingaggio e tagliagole di campagna, laidi tavernieri che allungano il vino col veleno e fattucchieri che sbarcano il lunario curando i vitelli. Un mosaico di scene vivide e situazioni di avventura che già vanta molte imitazioni e sta per tornare con una seconda antologia!

Se la lettura di questo volume ti ispira: acquista Zappa e Spada 

Il tesoro del bigatto, di Giuseppe Pederiali - Kappalab

Se Zappa e Spada è il punto di arrivo di un certo tipo di fantasy all'italiana, dove collocare quello di partenza?

Mettendo da parte il Margutte e l'Orlando furioso, i Cantari medievali e le storie di paladini, il fantastico di Calvino e la favolistica europea e mediterranea, una delle principali radici del moderno fantasy all'italiana è quella venuta fuori dalla fervida penna di Giuseppe Pederiali. Tra gli anni '70 e '80 dello scorso secolo, Pederiali pesca a piene mani nell’Italia pecoreccia di Brancaleone da Norcia, Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, e ci restituisce paesaggi puntellati di castelli, borghi, villaggi e rovine, tra boschi e monti selvaggi, coste soleggiate e fiumi fangosi, solcati da barconi scalcagnati e chiatte da pescatori. Siamo in questo caso molto più vicini al Decamerone che alle vicende di Re Artù, più al Guerin Meschino che al Signore degli Anelli, ed è davvero semplice notare come il fantasy raccontato da questo autore d'eccezione sia davvero profondamente radicato nel nostro folklore, nella nostra tradizione, nella nostra storia e nel nostro paesaggio.

Dei vari libri più propriamente spaghetti fantasy di Pederiali, Le città del diluvio (1978), Il tesoro del Bigatto (1980) e La Compagnia della Selva Bella (1983), è soprattutto il secondo ad aver ottenuto il consenso più ampio. Attraverso le paludi e i corsi d'acqua attorno al Po si snoda una vicenda intricata e cialtronesca tra popolani e diavolacci, santi e regine, alla ricerca del misterioso tesoro citato nel titolo. Una pietra miliare del genere che di recente è stata ripubblicata, il che vi permette di recuperarla con facilità! Imperdibile.

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La battaglia di Campocarne, di Roberto Recchioni - Mondadori

La serie YA (che simula una delle esclamazioni più ricorrenti del parlare dei protagonisti, ma ammicca all'acronimo Young Adults) si compone ad oggi di questo volume e del suo seguito, usciti tra il 2015 e il 2017. Il tono e lo stile, l'ambientazione e i temi dei romanzi di Recchioni sono molto simili a quelli dei vari racconti di Zappa e Spada, e disegnano un mondo secondario estremamente simile a un'Italia medievale cruda, violenta e cialtronesca (esattamente “Attalya”), fatta di nomi di città, contrade e personaggi che richiamano direttamente quelli italici: Serravalle, Altopasso, Foresta Vecchia e così via...

Il romanzo è una storia di formazione calata in un contesto low fantasy, parla di eroismo e disillusione, sogni di avventura e cinismo, ma lo fa con una certa ironia di fondo che stempera anche i passaggi più amari. Tra la faida di due signorotti inutili e presuntuosi si dipanano le vicende di Stecco, che vuole unirsi alla Compagnia dei Giovani Avventurieri del “Granduomo”, della vecchia Mannaia e del gigantesco Incappucciato.

La battaglia di Campocarne è di certo un romanzo derivativo, che pesca da Abercrombie, Lynch e Martin e modella la materia sempre cangiante del fantasy in qualcosa di grezzo, duro, aspro e realistico... eppure sempre di fantasy si tratta, e alla fine tra il fango e il sangue avviene il riscatto dell'eroe e tutte le cose vanno al proprio posto.

In attesa, ovviamente, che i guai ricomincino con “L'Ammazzadraghi”, il seguito diretto della vicenda...

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Le mura di Cartavel, di Simone Laudiero – Edizioni Piemme

Dalle regioni del pecoreccio e del low fantasy passiamo a qualcosa di più canonico, alto e solare: Con la saga de Gli Eroi Perduti, Simone Laudiero ci offre un high fantasy mediterraneo ben scritto e appassionante, pensato per lettori e lettrici anche giovani... insomma avventure ad ampio respiro, eroiche, colme di magie, ragazzi predestinati e profezie. Come ai bei vecchi tempi!

Parliamo in particolare di Le mura di Cartavel, primo episodio di una trilogia in via di realizzazione, ma accompagnata da una novella prequel già uscita che ci mostra l'origine della protagonista della storia.

Quello di Laudiero è un fantasy italiano che risulta al contempo fresco e arioso, emozionante e originale, esotico e avvincente, immaginifico e scorrevole da leggere. La scrittura è molto curata e professionale, e l'autore sceglie volutamente un impianto affabulatorio piuttosto che immersivo, ma soprattutto capace di trasmettere un’atmosfera positiva e solare che si fa apprezzare da subito... be' certo, fino al colpo di scena finale naturalmente!

L'ambientazione scelta è una specie di ponente magico e misterioso, con richiami sia alle atmosfere classiche che a quelle rinascimentali, a quelle in stile arabeggiante e a quelle degne di un oltremare tropicale, con città antiche che torreggiano sulla costa, velieri, assedi e grandi imperi in conflitto.

In poche parole, l’inizio di una bella saga, composta da due opere che si divorano rapidamente, in attesa del seguito!

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Le lame di Myra di Licia Troisi - Mondadori

Non si può parlare di fantasy italiano se non si parla, nel bene o nel male, di Licia Troisi. In questo caso prendiamo la sua ultima creazione, la Saga del Dominio, una epica vicenda fantasy ambientata in una versione alternativa del nostro mondo durante l'era glaciale e di cui Le lame di Myra è il primo capitolo.

Il romanzo non può non ricordare – neppure al lettore più benevolo – altre opere della stessa autrice, e in particolare il suo esordio Nihal della Terra del Vento. Per fortuna in questo caso il mondo del Dominio non è un ottagono con il cattivo al centro, e ha delle pretese di verosimiglianza. Anche la scrittura dell'autrice, sempre piana e scorrevole, è molto migliorata dopo una ventina di romanzi e le vicende sono più composite di tanti delle opere precedenti.

Amati dai lettori più smaliziati e denigrati dai puristi del fantasy e del gritty realism, della scrittura immersiva e del più crudo sword & sorcery, non si può dire che i romanzi della “regina del fantasy italiano” non abbiano dei pregi: con una grande semplicità di scrittura e di tematiche, e la capacità di parlare in maniera universale di emozioni e sentimenti, i suoi libri sono dei veri e propri “voltapagine” che si sono fatti strada nel cuore di tanti e hanno portato il fantasy italiano dove non era mai giunto prima...

Anche nelle vicende di Myra ritorna poi un elemento caratteristico delle storie della Troisi: una grande attenzione all'empowerment femminile, con eroine sempre testarde, che non rispettano lo status quo, che fanno di testa propria e non hanno bisogno di un uomo che le protegga, forse l'aspetto che più hanno in comune con la loro autrice ed emoziona i suoi tanti lettori.

La Saga del Dominio è ancora un high fantasy “vaniglia”, non neghiamolo, ma abbiamo qui l'impressione di essere di fronte a una soglia, l'ultima soglia che la più grande scrittrice italiana di fantasy debba superare. Tutti i temi e lo stile maturati in questi anni di regno incontrastato nelle librerie sono adesso concentrati e sublimati in questa ultima trilogia, che racchiude e distilla tutta la sua produzione precedente. Adesso è il momento per la regina del fantasy di staccarsi dal passato e tentare qualcosa di nuovo: il peggio è passato, noi sappiamo che ce la può fare!

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Questo non è un romanzo fantasy di Roberto Gerilli – Plesio Editore

Nonostante il titolo, Questo non è un romanzo fantasy È un romanzo fantasy, di quel particolare genere fantasy detto “intrusivo”. Dal magico mondo de Le cronache di Falcograd, quattro eroi fantasy classici – che più classici non si può – arrivano nel nostro mondo e si ritrovano... a Lucca Comics & Games, sperduti in mezzo alla calca. Gli eroi di Falcograd sono alla ricerca del loro creatore, il giovane scrittore Filippo Mengarelli. Ne vedremo delle belle...

Ehi, un momento: riavvolgiamo il nastro, perché le cose sono molto più complesse di così! In realtà questo libro non racconta una singola storia, ma parla senza troppe metafore dell'intera piccola e media editoria del fantastico italiano, di lettori, fan, illustratori, critici, recensori, editori e soprattutto autori: tutti quegli appassionati folgorati dal fantasy che provano a pubblicare qualcosa nell'asfittico panorama letterario del nostro paese. È un libro amaro, sarcastico, disilluso...

No, non è vero, riavvolgiamo il nastro un'altra volta! Questo non è un romanzo fantasy è un libro ironico e spensierato, che gioca con tutti i cliché del fantasy italiano, dentro e fuori i libri: ci trovate dentro i personaggi più banali, le vicende più trite, gli spiegoni, le cataste di romanzi fantasy troppo uguali tra loro che affollano le fiere di settore, i blog, le fanfiction, le polemiche online, il sottobosco dell'editoria e così via... Il tutto trattato sempre con leggerezza e molta intelligenza, fondendo di continuo il livello della voce narrante e quello della storia, parlando al lettore e alludendo allo scrittore, raccontando un mondo che tutti gli appassionati del genere conoscono bene, smontandolo, scherzandoci su, e infine ridandogli la giusta dignità che merita...

Geniale, divertente, perfettamente azzeccato e ben scritto, Questo non è un romanzo fantasy è un po' il libro che racchiude tutto quello che non ha trovato spazio in questo articolo: le centinaia di libri fantasy italiani usciti negli ultimi anni e che somigliano fin troppo a Le cronache di Falcograd.

Se la lettura di questo volume ti ispira: acquista Questo non è un romanzo fantasy

Questo lo stato dell'arte del fantasy italiano alla fine del 2018. Ci sarebbe molto altro da dire, ma le nostre pallottole sono solo sei e dobbiamo fermarci qui.. ma torneremo sicuramente ad affrontare l'argomento anche nel nuovo anno!

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