Skywalker: genesi e curiosità della famiglia più famosa di Star Wars

Chi solo gli Skywalker? La famiglia composta d Jedi, Sith e principesse più famosa di Star Wars? Scopriamo genesi , evoluzioni e misteri di questi iconici personaggi.

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a cura di Manuel Enrico

Star Wars viene spesso considerata una lunga saga famigliare, che dalla Trilogia Classica (Una nuova speranza, L'Impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi) sino all'ultimo capitolo, L’ascesa di Skywalker, ha raccontato le vicende di una famiglia, quella degli Skywalker. Partendo dal giovane Anakin, schiavo su Tatooine, sino alle imprese del figlio Luke, Star Wars nei suoi nove film principali ha raccontato le gioie e i dolori di questa famiglia, un racconto familiare che si è intrecciato in modo incredibile alla vita della galassia.Non è un caso, infatti, che all’interno dell’ossatura principale dei film di Star Wars ci sia sempre almeno una figura della famiglia Skywalker, rimanendo parzialmente esclusi, almeno per ora, dalle pellicole appartenenti alle Star Wars Stories.

Dando per scontato che qui tutti si sappia vita, morte e miracoli dei personaggi di Star Wars, ci lanciamo in un viaggio per scoprire i retroscena e le origini ‘creative’ di questa famiglia atipica, con l’aggiunta di qualche curiosità stuzzicante.

Anakin Skywalker (Darth Vader)

Se esiste la famiglia Skywalker, il patriarca è indubbiamente Anakin Skywalker. Figura complessa e mai pienamente affrontata all’interno dei film, Anakin Skywalker prima e Darth Vader poi sono un elemento essenziale del mito di Star Wars, probabilmente il simbolo più noto di Star Wars.

Ai tempi del primo Guerre Stellari, Lucas non aveva le idee molto chiare su chi dovesse essere il protagonista, almeno inizialmente. Dopo aver identificato in Annikin Starkiller il suo eroe in una prima stesura datata 1974, nel corso della lavorazione sulla sceneggiatura del 1975 Annikin venne retrocesso a semplice figura secondaria, divenendo il padre del vero protagonista, Luke Starkiller. Nel frattempo, Lucas aveva introdotto la figura del generale antagonista, Darth Vader, e del nuovo mentore di Luke, Obi-Wan Kenobi, amico del padre di Luke e che avrebbe aiutato il giovane eroe alla scoperta delle vie dei Jedi. Annikin Starkiller venne totalmente accantonato, col tempo Lucas decise di cambiare il cognome del protagonista in Skywalker (considerato meno aggressivo e più positivo) e si arrivò all’uscita in sala di Guerre Stellari. In questa pellicola, si fa un breve accenno alla figura del padre di Luke, ma il tutto viene rimandato più avanti nella saga, anche se al tempo era ancora tutto in forse.

Darth Vader

Il tratto distintivo del personaggio, specialmente nella trilogia classica nel ruolo di Darth Vader, è il suo costume nero, in particolare l’inconfondibile casco nero. Il design di questo elemento del costume del fu Anakin Skywalker era frutto di Ralph McQuarrie, artista che con i suoi bozzetti aveva dato un contributo fondamentale alla creazione dell’impianto visivo di Star Wars. Nelle prime idee di McQuarrie, quello che in seguito divenne il casco di Darth Vader era parte della sua tuta di volo, venendo integrato nel costume definitivo del personaggio solo in un secondo momento, quando fu Brian Muir a lavorare sui bozzetti di McQuarrie per realizzare il costume definitivo del personaggio.

Per interpretare il personaggio, Lucas decise di affidarsi al fisico possente di David Prowse, ma non rimase convinto della sua voce, che sembrava non cogliere il carisma e la necessaria autorevolezza di Vader. Dopo avere pensato in un primo momento ad affidare il doppiaggio di Vader a Orson Welles, ma la voce del celebre attore venne considerata troppo riconoscibile. La ricerca di una voce per Vader si concluse quando Lucas, durante una messa in scena dell’Otello in un teatro, sentì la possente voce dell’attore James Earl Jones. Nonostante il suo ruolo tutt’altro che marginale, James Earl Jones non comparve nei titoli di coda di Guerre Stellari e L’impero colpisce ancora per sua espressa richiesta

“In L’esorcista Linda Blair interpreta la ragazza posseduta, ma la voce del diavolo appartiene a Mercede McCambridge. All’epoca, questo diede vita ad una polemica per stabilire se la McCambridge meritasse di comparire nei titoli di coda. La mia opinione era che non lo meritasse, perché solo un effetto speciale. Per questo quando ho doppiato Darth Vader ho detto ‘Io sono solamente un effetto speciale’. Ma quando arrivammo al terzo capitolo, ormai chiunque sapevo che ero la voce di Darth Vader, e quindi ho accettato di lasciar inserire il mio nome nei titoli di coda”

Definire James Earl Jones un effetto speciale pare riduttivo, considerato che l’attore ha dato voce al Signore Oscuro dei Sith in tutti i film della saga, lo sta ancora doppiando in Star Wars Rebels e ha rivestito questo ruolo anche in videogiochi e camei del personaggio in altre opere, come nella puntata de I Simpson Musica Maestro.

Sotto il casco di Darth Vader, comunque, non si è posto solo David Prowse. Il primo cambio sotto la maschera risale a Il ritorno dello Jedi, quando per un incidente accorso all’attore britannico si rese necessario utilizzare un sostituto per le scene di combattimento con Luke, incarico che ricadde su Bob Anderson, persona più che qualifica visto che faceva parte della troupe come istruttore di scherma per il cast. Nel saluto finale a bordo della Morte Nera tra Luke e il padre, il volto di Vader non è quello di Prowse, bensì dell’attore Sebastian Shaw, che nella prima versione del film offre il suo volto al redento Anakin visto come Spettro della Forza durante le celebrazioni finali de Il ritorno dello Jedi. Con l’uscita della versione rimasterizzata successiva alla Trilogia Prequel, Shaw venne sostituito da Hayden Christensen

Anakin Skywalker

Nella Trilogia prequel, invece, furono ben due gli attori a interpretare Anakin Skywalker. Il giovane schiavo Anakin de La minaccia fantasma ha il volto di Jake Lloyd, mentre l’Anakin adulto è interpretato da Hayden Christensen, che in La vendetta dei Sith veste anche i panni di Darth Vader.

Come detto prima, inizialmente Anakin e Vader erano due figure distinte. Le prime stesure di Guerre Stellari erano piuttosto chiare in tal senso.

Quando Lucas iniziò a lavorare alla sceneggiatura de L’impero colpisce ancora affidò la parte creativa a Leigh Brackett, che inizialmente immaginava la presenza ai Anakin sotto forma di spettro della Forza, con il ruolo di maestro di Luke e rendendolo voce della presenza di una gemella del giovane, Nellith. Non soddisfatto, Lucas chiese alla scrittrice di rivedere il suo lavoro, ma la morte improvvisa della Leigh costrinse Lucas a riprendere in mano la scrittura, portando ad una prima bozza in cui per la prima volta compare la menzione di Vader come padre di Luke.

Inteso inizialmente come una parte essenziale della trama de L’impero colpisce ancora, la rivelazione della relazione tra Vader e Luke venne ridimensionata in quanto fu ridotto il ruolo di Anakin, che sarebbe comparso ancora solo come Vader. Le menzioni al ruolo di Anakin Skywalker vennero quindi racchiuse solamente all’interno di dialoghi tra Luke e coloro che lo avevano conosciuto come possente Jedi: Obi-Wan e Yoda.

La scelta di introdurre la parentela di Vader e Luke è stata inserita solo in un secondo momento all’interno de L’impero colpisce ancora. È in questo momento che Lucas riscrive anche il passato del Signore Oscuro dei Sith: Anakin Skywalker diventa un Jedi caduto, precedentemente padawan di Obi-Wan Kenobi, che sedotto dal Lato Oscuro sotto la spinta di Palpatine si rivolta contro i Jedi e la Repubblica. In uno sconto con il suo vecchio maestro presso un vulcano, Anakin rimane orribilmente sfigurato e prossimo alla morte, ma Palpatine lo salva e lo trasforma in Darth Vader. Il tutto mentre Obi-Wan porta in salvo dal padre il giovane Luke, a cui poi si aggiunge, in una seconda stesura, anche la già citata gemella, che da Nellith diventa Leia. Questo spunto diventa poi il passaggio cruciale nella trilogia prequel per agganciare la figura di Anakin a quella di Darth Vader, come visto nel finale de La vendetta dei Sith.

Quando si trattò di dare vita alla Trilogia Prequel, Lucas decise di far coincidere la trama dei film su due spunti: il crollo della Repubblica, con la nascita dell’Impero Galattico, e l’ascesa e caduta di Anakin come Jedi. Per questo si decise di presentare in primis Anakin come un bambino, interpretato da Jake Lloyd, in La minaccia fantasma, in modo da mostrare il viaggio completo di questo personaggio tragico. Già all’epoca dell’uscita in sala di Episodio I fu chiaro questo intento, incarnato dal celebre poster in cui l’ombra di Anakin assumeva il profilo di Darth Vader.

Darth Vader e la cultura popolare

L’impatto di Darth Vader sulla cultura popolare è stato immenso. Studiosi lo hanno eletto a simbolo del disturbo bordeline di personalità come strumento didattico per i propri corsi, ma è soprattutto il suo ruolo di icona della pop culture ad essere indiscusso, al punto di esser stato omaggiato in una gran quantità di serie tv e film successivi al primo Guerre Stellari (da Ritorno al Futuro sino ai Simpson).  Per comprendere la rilevanza anche oltre al mondo nerd, basti pensare che esiste un coleottero battezzato Agathidium vaderi in suo onore, e che in numerosi edifici siano presenti richiami architettonici alla sua figura, come nel casod ella cattedrale dei santi Pietro e Paolo di Washington.

Una curiosità su Anakin: ha posseduto, o usato, almeno quattro spade laser. La prima, dalla lama azzurra, è la sua arma da Padawan, perduta nello scontro nella fonderia di Geonosis visto in L’attacco dei cloni. In quest’occasione, durante la battaglia dell’arena, utilizza momentaneamente una spada laser dalla lama verde, sostituita poi in La Vendetta dei Sith da una nuova spada laser dalla lama blu, particolarmente importante all’interno della storia di Star Wars.

Dopo il duello con Obi-Wan su Mustafar, questa spada laser viene presa dal suo ex-maestro e conservata da Obi-Wan sino a quando il vecchio Jedi non la consegna al giovane Luke Skywalker. In seguito, Luke perderà la spada (e la mano che la brandiva) durante il celebre confronto con Darth Vader su Bespin, facendo temere che questa arma fosse definitivamente uscita di scena. Sarà solo in Il risveglio della Forza che si rivedrà questa spada laser, che dopo esser stata conservata per decenni da Maz Kanata (e ancora non si sa come sia stata recuperata dall’aliena) si ‘risveglia’ per attirare l’attenzione di Rey.

Dart Fener

Come molti personaggi di Guerre Stellari, anche Darth Vader è stato coinvolto da un inziale stravolgimento del nome. Quando uscì Guerre Stellari (1977), il doppiaggio fu affidato a Mario Valdesi, che non convinto dal suono del nome di alcuni personaggi, decise di modificarli per adattarli al gusto degli spettatori italiani. Nella concezione di Lucas, Darth Vader sarebbe dovuto risultare come un suono inquietante e possente, ma Valdesi pensò che nella versione italiana si perdesse questa caratteristica. Decise quindi di rinominarlo in Dart Fener, una scelta che venne mantenuta anche nella seconda trilogia, almeno nel primo film. Con l’uscita de L’attacco dei Cloni, il direttore del doppiaggio, Claudio Sorrentino, propose un voto online ai fna della saga per decidere se mantenere o meno il nome scelto a suo tempo da Valdesi. Con un margine ristretto, i voti a favore del mantenimento di Dart Fener, anche se con la nuova trilogia iniziata con Il risveglio della Forza venne deciso di utilizzare solamente i nomi originali e si vide quindi in scena Darth Vader.

Un buon modo per conoscere meglio Darth Vader è avventurarsi nei fumetti Canon di Star Wars. Mondadori, all’interno della collana Oscar Ink, sta pubblicando le storie dedicate al Signore Oscuro dei Sith, ambientate nell’epoca dell’Alleanza Ribelle. In questi archi narrativi, si assiste alla progressiva evoluzione del personaggio da punti di vista mai considerati all’interno dei film.

Luke Skywalker

Nei primi tempi di lavorazione della sua space opera, Lucas aveva idee parecchio confuse, come possiamo immaginare. L’unica certezza era che la storia avrebbe dovuto riguardare, in qualche maniera, una famiglia, in particolare un genitore e i suoi due figli. In prima battuta, Lucas avrebbe voluto che fosse una protagonista ad avere il ruolo principale, ma poi optò per un personaggio maschile, che divenne il fulcro della sua storia, provvisoriamente battezzata The star Wars: From the Adventures of Luke Starkiller (agosto 1975), ma che meno di un mese dopo divenne The Adventures of Luke Starkiller as taken from the Journal of the Wills, Saga I: The Star Wars.

In queste stesure viene già delineata la personalità del futuro Luke Skywalker. Per Lucas era necessario avere un personaggio che spiccasse in questa galassia schierata tra due fronti, una figura idealista, al limite dell’ingenuo, ma fondamentalmente buono e generoso, capace di creare un contrasto funzionale con un compagno d’avventure più cinico e disincantato (esatto, stiamo parlando di Han Solo!). Ecco quindi che Luke diventa un sognatore, che vorrebbe abbandonare il suo pianeta desertico, vivere grandi avventure nello spazio ma che, quando arriva l’occasione, mostra i suoi timori e la sua inziale paura nello scoprire quanto possa essere pericolosa e spietata la galassia.

Se la sua personalità non venne più modificata, diversamente andò per il cognome iniziale, Starkiller. Lucas reputò che fosse troppo cupo e minaccioso per un personaggio positivo e lo mutò in Skywalker. Ma Starkiller torna all’interno del mito di Star Wars. Nel Canon è il nome della colossale arma usata dal Primo Ordine in Il Risveglio della Forza, mentre nel Legends è il nome del protagonista dei videogiochi The Force Unleashed.

Mark Hamill

Per interpretare il personaggio, inizialmente Lucas aveva pensato al sound designer di Guerre Stellari, Ben Burtt. Alla fine, come sappiamo tutti, la scelta ricadde su Mark Hamill, che interpreta Luke in quasi tutti i film della saga, tranne in La Vendetta dei Sith dove il neonato Luke è il piccolo Aidan Barton. Il merito di Hamill è quello di aver modificato la propria recitazione come Luke Skywalker in modo da mostrare l’evoluzione del personaggio, assecondando l’evolversi degli eventi della saga. Ai tempi de L’impero colpisce ancora, Irvin Keshner lodò la professionalità di Hamill, apprezzando anche il senso dell’umorismo che è diventata una delle caratteristiche più note dell’attore.

Sfatiamo un mito su L’impero colpisce ancora che riguarda Luke Skywalker. Per anni si è vociferato che la celebre scena in cui Luke viene rapito dal Wampa fosse stata inserita in un secondo momento per coprire il fatto che Mark Hamill, in chiusura di lavorazione di Guerre Stellari, era stato vittima di un incidente stradale, da cui era uscito con naso e uno zigomo rotto, infortunio serio per un attore e che rese necessaria la presenza di una controfigura per ultimare alcune scene. Fu lo stesso Lucas a spiegare in seguito che questa scena de L’impero colpisce ancora era sempre stata presente nella sceneggiatura, e che non era necessaria per coprire i segni dell’incidente di Hamill.

Leia Organa Skywalker Solo

L’indimenticabile Principessa di Star Wars, resa immortale dalla stupenda interpretazione della compianta Carrie Fisher. Come abbiamo detto in precedenza, in principio Lucas avrebbe voluto che il personaggio clou della prima trilogia di Star Wars fosse di sesso femminile, un ruolo che sarebbe toccato a Leia (all’epoca priva di nome). L’ispirazione per il personaggio venne a Lucas ripensando alle figure femminili delle fiabe europee, a cui Lucas unì la figura della principessa protagonista del film giapponese La fortezza nascosta di Akira Kurosawa, le cui caratteristiche vennero equamente tra i due gemelli Skywalker.

Leia,gemella di Luke

L’idea di rendere Leia la gemella di Luke arrivò durante la stesura della sceneggiatura de L’impero colpisce ancora, quando Lucas decise di ampliare i legami parentali dei protagonisti, riscrivendone in parte i relativi background. L’idea di avere un personaggio femminile di spessore all’interno della saga non venne tuttavia abbandonata, e Leia viene presentata come una donna determinata, altezzosa e di mente rapida. Sin dalla sua prima apparizione sembra voler abbattere il classico cliché della principessa in pericolo da salvare, al punto che, non si sa se per caso o per scelta intenzionale, Leia è il personaggio con la mira più precisa dell’intera prima trilogia (anche se Han è sempre quello che spara per primo, non dimentichiamolo!). . E chi capì il potenziale di Leia fu la Kenner, la produttrice delle prime action figures di Star Wars dopo il primo film al cinema, che creò una grande varietà di versioni di Leia.

Per interpretare questa donna indomita, Lucas aveva bisogno di un’attrice capace. Inizialmente furono considerate Amy Irving e Cindy Williams, ma alla fine il ruolo andò ad una giovane attrice, Carrie Fisher (con Jodie Foster considerata una ‘riserva’ all’occorrenza). La Fisher, grazie a questo ruolo, divenne un simbolo della pop culture, divenendo anche il sogno erotico degli adolescenti anni ’80, dopo che la videro con il celebre bikini in Il ritorno dello Jedi.

La Fisher ebbe però due scogli da superare interpretando la prima volta il ruolo di Leia: la capigliatura e l’altezza. La celebre capigliatura ‘a ciambella’ che rese iconica la principessa era una delle cose che più odiava la Fisher, ma non osò dirlo a Lucas temendo di venire licenziata. Per l’altezza, invece, fu necessario fare recitare l’attrice sopra una scatola, in modo che non si vedesse la notevole differenza di altezza con gli altri personaggi.

Star Wars Holiday Special

Il vero problema per Leia fu però un altro: la dipendenza della Fisher per le droghe. Dopo la fine delle riprese del primo Star Wars, la Fisher tornò a interpretare Leia nello Star Wars Holiday Special del 1978, occasione in cui le sue doti di attrice vennero meno in maniera evidente a causa della sua dipendenza. La situazione peggiorò ulteriormente negli anni seguenti, al punto che la produzione di The Blues Brothers (19809 fu a un passo dal licenziarla quando l’attrice rese impossibile lavorare con lei, tra droghe e alcol. Quando si trattò di interpretare nuovamente la Principessa Leia, la Fisher venne nuovamente scritturata, anche se i suoi problemi personali la portarono ad assentarsi spesso dal set. Eppure, il regista di L’impero colpisce ancora, Irvin Kershner, nel commentare il suo lavoro ne fece un ritratto lusinghiero

“Attrice nata, dotata di una voce meravigliosa, ma cercava sempre di soddisfare le aspettative di tutti. Più di una volta fui costretta a spronarla a non scegliere le soluzioni più facile per accontentarmi, ma a lasciarsi guidare dalla sua emotività e dal suo istinto”.

Anche Leia ha subito al sorte di Dart Vader in fase di doppiaggio ai tempi del primo film. La presenza di tre vocali consecutive all’interno del nome dell’eroina venne giudicato dal direttore del doppiaggio, Mario Maldesi, come poco gradevole per l’orecchio degli spettatori italiani, una decisione che lo portò a ribattezzare il personaggio in Leila. Nome che rimase al personaggio, come molti altri della saga, sino all’uscita de Il risveglio della Forza.

Ci sono alcune curiosità legate al personaggio di Leia.

Durante la presentazione del personaggio prima dell’uscita di Guerre Stellari, venne rivelato che il colore preferito di Leia era il bianco (proprio come la madre, come scopriremo in seguito).

La Fisher ebbe però due scogli da superare interpretando la prima volta il ruolo di Leia: la capigliatura e l’altezza. La celebre capigliatura ‘a ciambella’ che rese iconica la principessa era una delle cose che più odiava la Fisher, ma non osò dirlo a Lucas temendo di venire licenziata. Per l’altezza, invece, fu necessario fare recitare l’attrice sopra una scatola, in modo che non si vedesse la notevole differenza di altezza con gli altri personaggi.

Inoltre, per gran parte delle inquadrature a figura intera, Carrie Fisher non indossò abbigliamento intimo sotto gli abiti, ma solo delle sottili strisce di nastro adesivo, perché Lucas ero dell’idea che nello spazio, in assenza di gravità, non fosse necessario usare biancheria intima. E tanti saluti alla gravità artificiale delle astronavi.

Nel primo montaggio di Guerre Stellari, nella scena in cui gli eroi rientrano dalla distruzione della Morte Nera, si sente dire a Mark Hamill Carrie!. Ovviamente, la questione venne sempre negata, ribadendo la versione ufficiale secondo cui Mark Hamill avrebbe detto Hey!, ma guardando il labbiale di Mark Hamill non ci sono dubbi su cosa viene detto dall’attore.

Ultima curiosità su Leia, legata al doppiaggio. La celebre frase registrata da Leia nella memoria di R2-D2, “Aiutami Obi-Wan, sei la mia unica speranza” in originale è “Help me, Obi-Wan, you are my only hope”. In questa situazione, only può essere tradotto come ‘sola’ o ‘unica’, ed ecco quindi che nella stessa pellicola questa frase viene tradotta in diversi modi nelle diverse ripetizioni. Il Lato Oscuro delle traduzioni.

Come per altri personaggi, l’approfondimento della figura della Principessa Leia può essere affrontato andando oltre i soli film. Ad esempio, i fumetti Canon pubblicati in Italia da Panini Comics e raccolti da Mondadori in eleganti volumi all’interno della collana Oscar Ink offrono una visione più completa e onesta della Principessa, comprese le scelte difficili a cui fu costretta durante la sua militanza nell’Alleanza Ribelle.

Ben Solo (Kylo Ren)

Figura di spicco della nuova Trilogia iniziata con Il risveglio della Forza, Kylo Ren è nato Ben Solo, figlio di Leia e di Han Solo. Il personaggio ha decisamente spaccato, nel senso che ha diviso i fan di Star Wars in due fazioni, una che adora l’oscuro nipote di Darth Vader e un’altra che lo trova ridicolo e fuori posto. Quale che sia la visione che si ha del più giovane membro della famiglia Skywalker, è innegabile il ruolo fondamentale di Kylo Ren all’interno di questa saga familiare.

L’idea di un figlio di Leia e Han che cade vittima del Lato Oscuro non nasce con la nuova trilogia di Star Wars, ma risale al mai troppo apprezzato Universo Espanso. All’interno dei fumetti editi da Dark Horse Comics, figurava l’arco narrativo Star Wars: Legacy, in cui uno dei figli dei Solo, Skyler, veniva sedotto dal Lato Oscuro, divenendo allievo di Darth Talon, che lo rese un cacciatore di Jedi. Questa idea era nelle idee di Lucas da parecchio tempo, ma la cosa non venne mai concretizzata.

Quando Disney acquisì i diritti sulla saga (2012) e si decise di riportare la saga della famiglia Skywalker al cinema, Kathleen Kennedy si convinse che fosse necessario offrire nuovi protagonisti a nuovi spettatori, rendendo quindi necessario la comparsa di nuove figure che avessero comunque un legame con i volti noti della saga.

Darth Talon

Inizialmente l’ispirazione per la figura di Kylo Ren fu proprio Darth Talon, il cui ruolo di assassina di Jedi ispirò il team di scrittori sino a quando J.J. Abrams e la sua squadra non decisero di dare un’identità precisa al personaggio. L’aspetto più complicato nel realizzare Kylo fu però il trovare il corretto look del personaggio, che avrebbe dovuto esser minaccioso ma non esser né troppo simile a Darth Vader né troppo diverso.

Come svelò il concept artist Christian Alzmann si voleva far comprendere come Darth Vader, essendo il Signore Oscuro dei Sith, avesse un look proprio e inconfondibile.

“Vader aveva un titolo specifico e un aspetto unico che ribadiva questa sua unicità. Nonostante la maschera che lo aiutava a respirare, c’era ancora un notevole carisma in lui”

Seguendo questa impostazione, Glyn Dillon si mise all’opera per realizzare un concept di Kylo Ren che fosse convincente, ma che non sembrasse una pallida copia della figura di Darth Vader. Compito non facile, visto che all’epoca non si era ancora definito con esattezza chi fosse Kylo Ren. In alcune idde, Kylo avebbe potuto esser un alieno che viveva nutrendosi di energia delle stelle, che assumeva all’interno di un’apposta camera. In un’altra ancora avrebbe potuto essere un entità robotica. L’idea di una componente robotica rimase a lungo legata al personaggio, visto che si valutò di fornire al personaggio un compagno robotico, un droide da tortura, scelta che venne in seguito accantonata per non togliere spazio alla figura di Kylo Ren.

Altro aspetto essenziale era imbastire una storia delle origini che fosse convincente. Memore della necessità di creare un legame con gli Skywalker e trovare al contempo una ragione per cui i personaggi storici della saga di fossero separati Abrams e il co-sceneggiatore Lawrence Kasdan presero in mano la sceneggiatura all’abbandono di Michael Arndt e crearono una storia che ribadisse il ruolo della famiglia.

L’idea era di condensare tutte queste suggestioni in un’unica figura, e Kylo Ren era il candidato ideale. Abrams voleva mostrare un personaggio che fosse ancora in procinto di esser un cattivo, e l’assassinio del padre diviene l’elemento catartico per dare pieno compimento a questa transizione, il passaggio definitivo, nell’ottica di Ren, per esser finalmente il degno successore di Darth Vader.

Adam Driver

Ad interpretare Kylo Ren, è Adam Driver. Inizialmente, Abrams aveva pensato a Eddie Redmayne (Jupyter Ascending, Animali Fantastici e dove trovarli), ma infine venne scelto Driver, senza nemmeno un provino. Fu sufficiente un rapido incontro tra attore e regista per convincere Abrams ad aver trovato il suo nuovo Skywalker. I colleghi di Driver si dimostrarono sopresi dalla dedizione di Driver, che si immerse totalmente nel personaggio, cercando di focalizzare le emozioni di Kylo al punto di passare anche ore a girare per i set con addosso l’elmo del personaggio.

Oltre a Driver, ci sono stati anche altri due attori che hanno interpretato Kylo Ren, seppure solo vocalmente. Matthew Wood, in passato già voce di Grievous in vari progetti paralleli di Star Wars, ha interpretato Kylo Ren nel videogioco Star Wars: Battlefront II nelle parti in cui il personaggio indossa la maschera, mentre è toccato alla voce di Roger Craig Smith interpretare Kylo nelle scene senza l’elmetto.

Han Solo

Siamo onesti, non si può parlare di famiglia Skywalker senza citare Han Solo. La simpatica canaglia resa immortale da Harrison Ford è una delle primissime creazioni di Lucas per Star Wars, anche se all’inizio aveva un aspetto decisamente diverso.

Durante la preparazione del suo progetto inziale, Lucas parallelamente lavorava a documenti che approfondissero le storie dei protagonisti. In uno di questi, Star Wars: Rough Draft, abbozzò anche la figura di Han Solo. In questa prima versione, il personaggio era un Urelliano, un rettile umanoide verdastro senza naso. Sarebbe dovuto esser un Jedi Bendu e vecchio amico del Generale Skywalker. Con le successive modifiche, Solo divenne una sorta di pirata spaziale dall’abbigliamento eccentrico, e la sua origine aliena venne meno per consentire una maggiore empatia col pubblico, introducendo però la figura di una fedele amico non umano, che nella stesura finale divenne Chewbacca.

Quando nel nel 1975 Lucas arrivò alla stesura finale della trama del primo Guerre Stellari, Lucas aveva le idee chiare su chi dovesse essere Han Solo

“Sarà un pilota spaziale simile a James Dean, di circa venticinque anni. Un Cow-Boy su un’astronave, semplice, sentimentale e incredibilmente sicuro di sé.”

Il ruolo di Han Solo era anche quello di esser il rovescio della medaglio la cui altra faccia era Luke Skywalker. Se Luke era l’eroe generoso e pronto ad aiutare gli alti, Han doveva rappresentare l’anima egoista e egocentrica della galassia, diventando la spalla ideale di Luke, un personaggio mosso con una bussola morale opposta. Tra i due si doveva creare una perfetta alchimia che partiva da presupposti antitetici, per arrivare ad un punto di incontro, che possiamo idealmente vedere nella scelta di Han di tornare in aiuto dell’amico durante l’assalto alla Prima Morte Nera o nel rischiare la vita nella gelida notte di Hoth per andare in cerca del disperso Luke.

Harrison Ford

Nel cercare il perfetto interprete d Han Solo, Lucas pensò ad un attore che fosse leggermente più vecchio di Mark Hamill. Pur avendo già lavorato con Ford per America Graffiti (1973), Lucas non pensò inizialmente a lui, al punto di proibirgli addirittura di fare il provino, nonostante all’epoca stesse lavorando come carpentiere sul set delle audizioni (per mantenere la famiglia in un periodo di scarsi ingaggi) e venisse utilizzato da Lucas come supporto per gli attori provinati, come Kurt Russell, Nick Nolte, Christopher Walken e Perry King. A convincere Lucas a cambiare idea su Ford fu il vederlo recitare nuovamente, anche se il tocco finale fu il suggerimento di un caro amico del regista, tale Steven Spielberg, che gli consigliò caldamente di scritturare Harrison Ford per il ruolo di Han Solo.

Ford in principio era esitante nel firmare un contratto che lo legasse troppo a lungo al brand di Star Wars, avendo la sensazione che il personaggio di Solo dovesse venire ucciso. Il suo primo contratto comprendeva Guerre Stellari e L’Impero colpisce ancora, oltre all’apparizione in Star Wars Holidays Special. Nel momento in cui Lucas, Marquand e Kasdan si misero a lavorare alla sceneggiatura per Il ritorno dello Jedi avevano paura che Ford, ormai divenuto un astro nascente di Hollywood dopo il primo film di Indiana Jones, non volesse tornare nei panni di Han Solo. Al termine di Episodio V, Han era prigioniero di Jabba nella carbonite. Ford si convinse a tornare nel ruolo del corelliano solo perché convinto che il personaggio sarebbe morto in un gesto eroico per salvare i fratelli Skywalker. A motivare questa sua idea c’era il fatto che Han era privo di legami famigliari, e una sua prematura dipartita avrebbe potuto dare un tono di eroismo al personaggio. Kasdan non concordava con questa idea, spaventato che una morte prematura di un personaggio così importante potesse sbilanciare gli equilibri della saga, e Lucas concordò con lui salvando quindi Han dalle idee suicide di Ford.

Nonostante Ford considerasse Han un personaggio leggero, paragonato alla complessità dei sui compagni d’avventura, non gli impedì di interpretare il ruolo con una grande professionalità. Irvin Keshner, che lo diresse in L’impero colpisce ancora, giunse a considerarlo un valido collaboratore

“Harrison è stupendo, introspettivo e sempre insoddisfatto, si complica la vita cercando soluzioni sempre più complete per affrontare i diversi problemi che affrontiamo”

Per dare un’idea del lavoro di Ford su Han Solo, basti pensare all’aneddoto della scena in cui, su Bespin, Han viene congelato. Nello script originale di L’impero colpisce ancora, quando Leia finalmente dice ‘Ti amo’, Han avrebbe dovuto rispondere ‘Anch’io’. Ford si convinse che questa battuta non sarebbe mai stata in linea con il carattere del personaggio, e durante le riprese improvvisò la sua celebre battuta ‘Lo so’. Kershner rimase colpito da questa improvvisazione, trovando pienamente rispettato l’animo autentico di Solo, e decise di mantenere questo cambio di dialogo nella versione finale del film.

Alden Ehrenreich

La reticenza ad interpretare nuovamente Solo dopo Il ritorno dello Jedi spinse inizialmente Ford a non voler partecipare a Il Risveglio della Forza. Alla fine venne convinto da Abrams, che in seguito affermò che Ford era contento che il suo personaggio fosse stato ucciso. Eppure, qualche tempo dopo Ford si concesse una dichiarazione piuttosto ambigua

“Ho finito con Star Wars, se Star Wars ha finito con me. Non so come potrebbero chiedermi di tornare in scena, ma in fin dei conti si parla di fantascienza!”

Intanto, il ritorno di Han Solo al cinema è stato reso possibile con il secondo spin off delle Star Wars Stories, in cui viene raccontato il passato del personaggio, interpretato da Alden Ehrenreich.

Ma due curiosità su Han vogliamo scoprirle ancora?

In una prima stesura di Guerre Stellari, il primo incontro tra Han e Luke Skywalker, accompagnato da Obi-Wan, avrebbe dovuto avvenire sempre nella celebre taverna, ma al fianco del pirata anziché Chewie sarebbe dovuta essere una donna, Jenny, intenta ad amoreggiare con Han.

Durante i primi script di La vendetta dei Sith, si era pensato di inserire un giovanissimo Han Solo. Han doveva apparire su Kashyyk, il pianeta natale dei Wookie, diventando l’aiutante di Yoda durante la sua permanenza sul pianeta. L’idea venne in seguito scartata e il giovane Han doveva comparire in Star Wars: The Clone Wars, almeno secondo le intenzioni di Henry Gilroy, ma Lucas lo vietò espressamente e questo primo, giovane Han infine divenne il personaggio di Jaybo Hood.

Quando Lucas decise di editare la Trilogia Classica nel 1997 dando vita alla Special Edition, decise di modificare anche una scena con protagonista Han: la sparatoria nella taverna! Nella versione originale, Han spara a Greedo, lo scagnozzo di Jabba, per primo. Lucas decise di modificare questa scena, inserendo una blasterata sparata da Greedo prima dello sparo di Han Solo. Scelta che fece insorgere i fan, nascere un celebre meme di internet e portò alla comparsa di T-shirt che inneggiavano al fatto che Han spara per primo!

Se dopo questa lettura sulla famiglia Skywalker avete voglia di approfondire la loro conoscenza, il consiglio è di inziare dal primo volume a fumetti de La Saga di Darth Vader!
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