Sherlock Frankenstein e la Legione del male: l'altro lato di Black Hammer
Sherlock Frankenstein e la Legione del Male è il primo spin off di Black Hammer, la serie supereroistica creata da Jeff Lemire
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a cura di Manuel Enrico
In sintesi
Sherlock Frankenstein e la Legione del Male è il primo spin off di Black Hammer, la serie supereroistica creata da Jeff Lemire
Nel suo intento di interpretare in modo nuovo il canone supereroistico, Jeff Lemire ha cercato di rispettare quelle che sono le caratteristiche più marcate del genere. Nei primi due capitoli di Black Hammer, Origini Segrete e L’Evento, il mondo supereroistico di Lemire ha mostrato le origini dei propri personaggi, seguendo un classico del canone fumettistico, ma come ogni buon universo fumettistico era necessario ampliare il contesto narrativo di Black Hammer. Compito svolto dal primo spin off della serie, Sherlock Frankenstein e la Legione del Male.
Sherlock Frankenstein, l'altra faccia di Black Hammer
Definire Sherlock Frankenstein e la Legione del Male uno spin-off, tutto sommato, è riduttivo. Comparso brevemente in L’Evento, Sherlock Frankenstein è presentato inizialmente come un nemico della squadra dei supereroi protagonisti della serie, divenuto poi interesse amoroso di Golden Gail. Ma quello che sembrava essere soltanto un rapido passaggio per dare maggior spessore al passato di uno dei personaggi principali di Black Hammer si è rivelato un capitolo importante della saga imbastita da Lemire.
Il villain di tante battaglia degli eroi di Spin City non è subito chiamato in azione da Lemire. Come accaduto nella narrazione principale della saga, Lemire non pone subito l’attenzione al personaggio che da il titolo al volume, ma imbastisce una narrazione che accompagni il lettore verso un’entrata in scena ad effetto, basata sulla costruzione emotiva pacata, al cui centro viene posta un’altra figura essenziale di Black Hammer: Lucy Weber.
Figlia dello scomparso Black Hammer, Lucy, non ha mai accettato la sparizione degli eroi, convinta che siano ancora vivi, in attesa di esser salvati. La Battaglia con l’Anti-Dio (nota come l’Evento) ha privato il mondo dei suoi eroi, sacrificatisi per salvare l’umanità, che si ritrova orfana dei propri protettori. Se la società sembra avere presto trovato un modo per andare oltre questa perdita, Lucy ha vissuto l’assenza paterna con maggior fatica.
Nel crescere, la giovane Weber ci viene mostrata come una bambina testarda che diventa un’adolescente indomita, lasciando infine spazio ad una donna inflessibile nelle sue convinzioni, capace di non piegarsi a nessuna pressione. Lemire dipinge con trasporto e delicatezza la crescita di Lucy, dando ugual risalto alla sua tempra adamantina e ai suoi attimi di debolezza. Se la prima parte del volume si concentra maggiormente sul suo percorso di crescita, l’entrata in scena di un vecchio collega del padre, James Robinson (alias Doctor Star), fornisce alla giovane gli indizi mancanti per mettersi sulle tracce del padre.
Per riscostruire la vita del padre, Lucy intuisce che la fonte più affidabile di informazioni su Black Hammer sia una: i suoi nemici. Ottima idea, considerato che nel canone supereroistico la figura dell’eroe è profondamente, intimamente legata a quella della sua antitesi, una caratteristica che Lemire ha compreso e utilizza per dare spessore al suo avventuroso universo.
Espandere il mondo dei supereroi valorizzando i villain
La ricerca di Lucy si dipana attraverso la ricerca della figura paterna vista dagli occhi di quattro avversari di Black Hammer. Quattro personaggi che ci vengono presentati nello stesso modo con cui abbiamo conosciuto gli eroi dispersi nei precedenti volumi della saga: flashback rapidi e ben strutturati. E qui Lemire mette sullo stesso piano eroi e villain, portando nuovamente il lettore a conoscere le anime dietro la maschera, mettendo a nudo l’anima dei ‘cattivi’. Una scelta che consente a Lemire di poter creare degli equilibri delicati e ricchi di umanità, in cui il ‘cattivo’ rivela un lato umano esattamente come l’eroe, creando una sinergia tra le due anime che assume anche contorni emozionanti come la bella amicizia tra Metal Man e Black Hammer..
L’apice emotico, ovviamente, si concentra sul villain che dona il titolo a Sherlock Frankenstein e la Legione del Male. Fedele al concetto che ogni eroe necessita di un grande nemico, Lemire crea una nemesi che ogni supereroe vorrebbe. Immortale, capace di attraversare la storia e di varcare il sottile confine tra eroe e cattivo più volte, Sherlock è il fulcro di questo volume, la chiave di lettura che mostra come Lemire si sia inserito al meglio all’interno del nuovo modo di intendere il fumetto supereroistico, in cui la calzamaglia lascia maggiormente spazio all’animo vero dei personaggi, positivi e negativi.
Sherlock Frankenstein si avvale del talento alle matite di David Rubin. Il disegnatore iberico non fa rimpiangere il lavoro di Ormston su Black Hammer, ma realizza tavole capaci di offrire una lettura ancora più coinvolgente, con un tono particolare che mantiene una certa eco di quanto visivamente goduto in Black Hammer, riuscendo comunque a mostrare la propria originalità. Ritrarre Chtu-Lou e la sua figlioletta, avendo l’accortezza di far emergere una tenerezza e una grande umanità nei loro tratti mostruosi è forse l’elemento di maggior spicco in quella che rimane una grande prova autoriale.
Sherlock Frankenstein: villain o eroe?
Non è solamente il tratto a rendere appassionante la lettura, ma è la costruzione delle pagine, in cui Rubin riesce a creare un impianto visivo che guida l’occhio del lettore, lo stuzzica e appaga con un racconto visivo che sembra animarsi, quasi si sia in presenza di fotogrammi in sequenza. Questo storytelling così particolare è stato possibile perché Rubin si è dedicato anche alla colorazione, fatta di contrasti marcati, acidi e dal sottotono malinconico che rispecchia la ricerca di Lucy. Nell’edizione originale, Rubin ha curato anche il lettering, che nell’edizione italiana non ha comunque nulla di cui vergognarsi.
L’importanza di Sherlock Frankenstein nel panorama di Black Hammer è divenuto importante con questo volume, e il futuro degli eroi di Lemire riserverà ancora dello spazio per questo inolito personaggio.
Voto Recensione di Black Hammer: Sherlock Frankenstein e la Legione del Male
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Rivisitazione appassionante della figure del villain
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- Sherlock Frankestein è un personaggio stupendo
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- Rubin è un ottimo interprete della trama di Lemire
Contro
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- Si apprezza al meglio se inserito nell'universo di Black Hammer
Commento
Sherlock Frankenstein e la Legione del male ci riporta nel mondo di Black Hammer, ampliando il mondo superereroistico di Lemire da un punto di vista diverso, quello dei villain. Un concentrato di avventura e umanità, in cui viene valorizzata anche la vita della figlia di Black Hammer, Lucy.