La complessità del mondo Marvel è dilagata, negli ultimi anni, nelle sale cinematografiche con il Marvel Cinematic Universe. I film ispirati ai personaggi Marvel sono una realtà da metà degli anni ’80, ben prima della nascita dei Marvel Studios, ed hanno sempre cercato di presentare ad un pubblico anche differente dai classici divoratori di fumetti i personaggi della Casa delle Idee. Ma non sono stati solamente i film al cinema a cercare di raggiungere questo scopo, visto che sin dai primi anni ’70 si è dato vita a serie TV Marvel.
Tutte le serie dei personaggi Marvel sul picccolo schermo
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L’era della Timely Comics
Ai tempi della Timely Comics, la prima dicitura con cui era nota la Marvel Comics, la crescente popolarità dei fumetti aveva spinto i vertici della casa editrice a sfruttare il loro personaggio di punta, Captain America, come protagonista un serial cinematografico.
Appoggiandosi alla Republic Pictures, la Timely decise di creare una serie in pochi episodi che esordì nel 1944, diventando l’ultima produzione della casa di produzione. Il Capitan America della Republic Pictures era molto diverso dall’originale cartaceo. Ad indossare l’uniforme dell’eroe non era il soldato Steve Rogers, bensì il procuratore distrettuale Grant Gardner, impegnato a combattere il crimine newyorkese, guidato dal perfido Scarab, identità segreta del dottor Cyrus Maldor.
In questa serie TV Marvel, non appaiono né il siero del supersoldato né il tradizionale scudo di Cap. Queste differenze portarono a pensare che il primo episodio della serie fosse in realtà lo script di un nuovo fumetto, Mr. Scarlet, con protagonista proprio un procuratore distrettuale. La serie di Cap finì presto, la Republic Pictures chiuse i battenti e la Timely tornò a dedicarsi ai fumetti.
Le serie TV Marvel prima del Marvel Cinematic Universe
Passano gli anni, la Timely diventa prima Atlas Comics, poi cambia nuovamente nome in Marvel Comics, entrando nell’olimpo del fumetto mondiale. Negli anni ’70, la casa editrice decide di tentare nuovamente di portare i propri supereroi nel mondo del cinema e dare vita a serie TV Marvel, entrando in due promettenti aspetti dell’entertainment considerati vincenti per espandere il mito dei propri supereroi.
Spidey Super Stories
Il primo passo furono le Spidey Super Stories. Inserite all’interno del programma per ragazzi The Electric Company. All’interno della serie, Spider-man era interpretato dall’attore Danny Seagren, che pur interpretando l’Arrampicamuri non gli diede mai la voce, visto che i personaggi si esprimevano solo tramite balloon, scelta utilizzata dalla produzione come metodo per insegnare ai giovani spettatori a leggere, aiutati da una voce fuoricampo che introduceva i momenti salienti della storia, un compito svolto anche da un giovane Morgan Freeman.
Trattandosi di una produzione dal budget contenuto, Spidey Super Stories venne realizzato al risparmio: il cast del programma interpretava i cattivi, non venne mai mostrato Peter Parker e anche la ragnatela venne usato pochissimo. La serie andò in onda del 1974 fino al 1977, diventando la prima serie TV Marvel.
L’incredibile Hulk
Dopo il successo di questa serie TV Marvel dedicata a Spidey, il secondo personaggio a guadagnarsi l’ingresso nel mondo dell’intrattenimento fu nientemeno che il Gigante di Giada. Marvel Comics infatti decise di puntare su Hulk, iniziando a lavorare ad una serie TV Marvel sull’alter ego di Bruce Banner. In principio vennero realizzati due film per la televisione, L’incredibile Hulk (1977) e Il ritorno dell’incredibile Hulk (1977), che costituirono le base per la successiva dedicata al colosso verde di casa Marvel, che uscì ufficialmente sul finire del 1977, dando vita ad un’avventura televisiva lunga 81 episodi e che si concluse nel 1982.
Inizialmente si era pensato che per il ruolo di Hulk sarebbe stato perfetto Arnold Shwarzenegger, che rifiutò la parte, aprendo la strada all’ingresso nella produzione del muscoloso Lou Ferrigno. Per interpretare Bruce Banner venne scelto sin da subito Bill Bixby, che dopo un iniziale rifiuto motivato dalla scarsa considerazione del personaggio dei fumetti, fu convinto dalla sceneggiatura del primo episodio.
Pur cercando di rimanere il più fedele possibile all’originale, furono necessarie alcune modifiche. La principale fu l’introduzione del reporter Jack McGee, appositamente creato per la serie, che divenne la nemesi di Banner, sostituendosi al generale Thaddeus ‘Thunderbolt’ Ross.
La serie fu un successo senza eguali, al punto che alla fine della serie il pubblico invocò altri episodi. Si decise di concludere questa narrazione con tre film per la televisione.
Nel 1988 uscì La rivincita dell’incredibile Hulk, in cui l’energumeno verde si allea nientemeno che con Thor. Come per Hulk, anche il Dio del Tuono viene adeguato al nuovo media. Thor non è figlio di Odino, ma un semplice principe guerriero condannato ad un come eterno dal re di Asgard come punizione per la sua arroganza. Il suo sonno viene interrotto dall’americano Donald Blake, che diventa il suo custode.
Se nei fumetti Blake era l’alter ego umano di Thor, in cui si trasformava battendo a terra un bastone, nel film Blake evoca Thor urlando il nome del Padre degli Dei brandendo il martello ascia del potente guerriero. Idealmente questo film avrebbe dovuto lanciare una serie spin-off dedicato al Dio del Tuono, ma questo progetto non si concretizzò mia.
Sperando di sfruttare la popolarità di Hulk per introdurre nel mondo della televisione un eroe della scuderia Marvel, venne realizzato Processo all’incredibile Hulk (1989), per la regia dello stesso Bill Bixby. Finito nelle mire del potente criminale Wilson ‘Kingpin’ Fisk (John-Rhys Davies), a Banner servirà l’aiuto di un avvocato di New York, Matt Murdock, intenzionato a fermare una volta per tutte Fisk.
L’intenzione era quella di lanciare una serie spin-off dedicata al Cornetto di Hell’s Kitchen. Interpretato da Rex Smith, già noto come protagonista del serial Falco della Strada, Daredevil veniva presentato al grande pubblico delle serie TV, rendendo idealmente il film un pilot di una sua potenziale serie (che non venne mai realizzata). Murdock venne presentato come un ninja in nero, vicino alla concezione milleriana dei primi momenti della vita da giustiziere del personaggio. Tuttatavia, Stan Lee non rimase particolarmente soddisfatto, e fece naufragare la serie dedicata al Diavolo Custode, anche se in Processo a Hulk fece il suo primo cameo, interpretando il presidente della giuria.
Per concludere definitivamente gli eventi della serie dedicata a Hulk, nel 1990 uscì La morte dell’incredibile Hulk. All’inizio si era pensato di realizzate un team-up con il cast di un’altra serie con un personaggio Marvel, The Amazing Spider-man, e introducendo un altro eroe Marvel, Iron Man, ma l’idea naufragò, portando alla realizzazione di un film in cui si chiudessero le trame rimaste in sospeso dalla serie originale.
Il successo di questo film convinse Marvel a lavorare ad un quarto film, in cui Hulk sarebbe tornato in vita, incrociando la strada con Jennifer ‘She-Hulk’ Walters e il geniale miliardario Tony ‘ Iron Man’ Stark. La sceneggiatura venne completata nel luglio del 1990, ma lavorazione non iniziò a causa delle pessime condizioni di Bill Bixby. Il progetto si arrestò definitivamente nel novembre 1993, con la morte di Bixby.
The Amazing Spider-Man
Nel 1977 venne realizzata anche The Amazing Spider-Man, una serie TV Marvel che andò in onda sempre su CBS. L’emittente, in quel periodo, ospitava ben tre serie dedicati a personaggi dei comics: The Amazing Spider-Man, The Incredible Hulk e Wonder Woman. In un primo momento i fan dell’Arrampicamuri non gradirono molto i tanti cambiamenti apportati al mito del personaggio, lamentando la mancanza di nemici fondamentali di Parker, oltre all’assenza di personaggi fondamentali come zio Ben o Goblin.
Nonostante le critiche, però, la serie TV Marvel con protagonista Nicholas Hammond venne molto apprezzato dal pubblico generalista, che la rese uno degli show più visti dell’emittente nel periodo 1977-1979. Stan Lee, accreditato come ‘script consultant’, non nascose il proprio disappunto per la caratterizzazione piatta del personaggio e negli anni seguenti criticò spesso la serie.
La CBS, anche se la serie era molto seguita, decise infine di chiuderla, per liberarsi dell’etichetta di emittente dei supereroi. The Amazing Spider-Man venne quindi chiusa, complice l’alto costo di produzione, assieme a Wonder Woman, lasciando solo L’incredibile Hulk a difendere il buon nome dei comics nei palinsesti televisivi.
Lo Spider-Man del Sol Levante
Mentre in America andava in onda The Amazing Spider-Man, in Giappone sugli schermi televisivi andava in onda un’altra versione del Tessiragnatele: Supaidāman. Composta da soli 41 episodi, la serie era prodotto dalla Toei Company su licenza di Marvel Comics.
Questa produzione era il risultato di una lunga trattativa tra la Marvel e i produttori giapponesi. Inizialmente si era pensato di inserire il personaggio di Spider-Man, mantenendolo fedele alla base fumettistica, all’interno di una serie basata su Yamato Takeru, leggendario principe della tradizione popolare giapponese, trasportato magicamente nel 20esimo secolo. Dopo vari tentativi di trovare una sceneggiatura convincente, venne deciso di rendere Spider-Man il protagonista, trasformando il personaggio di Takeru in un alieno, Garia, che avrebbe conferito a Spider-Man i suoi poteri.
Nella serie giapponese, si perde completamente l’aderenza al personaggio originale Marvel. A parte il costume, non rimane nulla del Tessiragnatele.
Il protagonista della serie è un giovane motociclista, Takuya Yamashiro, che viene in contatto con un UFO, l’astronave da guerra Marveller. Il padre di Yamashiro, esperto scienziato, studia l’astronave, ma viene ucciso durante le sue esplorazioni, attirando le attenzioni del Professor Monster e del suo Iron Cross Army, un gruppo alieno intenzionato a dominare l’universo.
Takuya entra nell’astronave aliena e viene in contatto con Garia, ultimo sopravvissuto del pianeta Spider, da sempre avversario del Professor Monsert. Garia vede nel giovane il suo erede e gli inietta il suo sangue, donandogli poteri come sensi potenziati, e gli onda un braccialetto che consente di indossare il costume di Spider-Protector, sparare ragnatele ed evocare Leopardon, un robot da battaglia per affrontare i mostri giganti dell’Iron Cross Army.
Nonostante la storia di Supaidāman sia stata pesantemente criticata per non aver rispettato il materiale originale dei fumetti Marvel, alla Marvel Comics la serie fu apprezzata, compreso Stan Lee, che lodò gli effetti speciali e la recitazioni dei protagonisti, specialmente le movenze di Takuya in versione ‘ragno’. L’unica critica, inizialmente, fu l’introduzione di Leopardon, ma in un secondo momento anche la Casa delle Idee accettò questa presenza, vista come un modo per agganciare il pubblico giovane, oltre che il modo per introdurre i robot della Toei all’interno di fumetti prodotti dalla Marvel per il mercato americano.
L’importanza di questa serie, specialmente per la cultura-pop, è stata immensa. La Marvel decise di riconoscere l’importanza di Takuya Yamashiro e Leopardon inserendoli all’interno del maxi evento fumettistico Spider-Verse e Spider-Geddon, facendoli interagire con tutte le altre Spider-persone dello Spider-verso.
Leopardon è anche comparso all’interno della versione letteraria di Ready Player One di Ernest Cline, come omaggio alla sua rilevanza all’interno della nerd culture.
Captain America
Nel 1979 la Marvel decise di riportare anche Capitan America nel mondo delle serie TV. Il passaggio in questo media ebbe come primo step la realizzazione di un film per la TV, Captain America.
Il personaggio venne riscritto, allontanandosi dalla origini fumettistiche. Steve Rogers non un soldato, ma il figlio di un agente governativo morto in servizio negli anni '40, noto come Capitan America per il suo atteggiamento patriottico. Steve si guadagna da vivere come artista viaggiante, ma quando rimane ferito viene curato con un siero sperimentale, il F.L.A.G., che lo guarisce e gli dona poteri sovraumani. Fedele allo spirito del padre, Rogers sceglie di diventare Captain America.
Il film ha uno scarso successo, che blocca la lavorazione della potenziale serie, dando solo vita ad un secondo film, Death too soon, uscito sempre nel 1979, che chiuse l'avventura di Cap nel mondo delle serie TV Marvel.
Nick Fury: Agent of S.H.I.E.L.D
Ideato anche in questo caso come pilot di una serie TV Marvel, questo film per la televisione è dedicato al personaggio della spia per eccellenza del Marvel Universe. Ad interpretarlo è David Hasselohff, che visivamente è molto somigliante al personaggio cartaceo, ma ha la sfortuna di recitare in un film privo di carisma, un B-Movie fumettistico.
A scrivere la trama è David S. Goyer, che in quello stesso anno sta scrivendo la sceneggiatura di un film basato su un personaggio Marvel: Blade. Lo scarso successo del film su Fury decreta la morte della serie ad esso collegato.
Mutant X
Nel 2001 arrivò sugli schermi americani Mutant X, serie creata da Avi Arad, basata su una squadra giovani uomini dotati di incredibili poteri, ottenuti grazie alla manipolazione genetica. Creati all’interno di un progetto governativo, i ragazzi di Mutant X erano incaricato di cercare e proteggere altri mutanti.
La somiglianza agli X-Men, che non vennero mai citati apertamente, era inequivocabile. Per questo la 20th Century Fox, in possesso dei diritti sul mondo mutante Marvel, fece causa a Marvel Comics e ai produttori della serie. Dopo una lunga causa, alla fine la serie si concluse nel 2004, mentre la causa si risolse in privato.
Blade: la serie
Dopo esser stato protagonista di uno dei primi cinecomic Marvel, il cacciatore di vampiri della Casa delle Idee si guadagnò anche un propria serie TV Marvel. Spike TV decise di continuare gli eventi della trilogia cinematografica, avvalendosi della collaborazione di David S. Goyer, già autore della sceneggiatura dei film. La serie non ebbe il successo sperato e si concluse dopo soli 12 episodi.
Le serie Marvel Studios non Canon del Marvel Cinematic Universe
Agents of S.H.I.E.L.D. (2013 – 2020)
Agents of S.H.I.E.L.D. è stata creata da Joss Whedon, con l’idea di mostrare gli eventi visti al cinema da un altro punto di vista, quello dei comuni agenti dello S.H.I.E.L.D. , l’agenzia segreta comandata da Nick Fury. Nella serie, oltre a missioni di cui gli eroi del Marvel Cinematic Universe sono totalmente all’oscuro, vengono presentate le conseguenze degli eventi mostrati nelle pellicole dei supereroi. La presenza di personaggi visti al cinema (come Fury, Maria Hill, Sif o l’agente Sitwell), consolidano questa relazione, che trova la sua massima espressione nella stagione Agents of Hydra, diretta conseguenza del crollo dello S.H.I.E.L.D. visto in Captain America: The Winter Soldier.
Nelle ultime stagioni, la serie tende a discostarsi dal contesto generale del Marvel Cinematic Universe, risultando più autonoma e capace di sfruttare al meglio la dimensione seriale per affrontare aspetti tipici dei fumetti Marvel.
Protagonista è l’agente Phil Coulson, creduto morto negli eventi di Avengers (2012), incaricato di mettere insieme una squadra di agenti per svolgere le missioni più delicate dell’Agenzia, introducendo anche metaumani. La serie è buon intreccio di supereroismo e spy story, con citazioni a diversi personaggi del Marvel Universe, di cui mantiene anche la tradizione della scena post-credit, che solitamente mostra un colpo di scena che viene sviluppata nell’episodio seguente.
Si era pensato ad uno spin-off, Agents of S.H.I.E.L.D. – Most Wanted dedicato a due personaggi, Hunter e Morse, ma la serie non andò mai oltre la fase di pilot e non vide la luce. Con la settima stagione, Agents of S.H.I.E.L.D. è giunta al termine.
Daredevil (2015-2018)
Nell’aprile 2013 viene confermato che i diritti di Daredevil sono tornati dalla 20th Century Fox, che aveva realizzato un film con protagonista Ben Affleck, alla Marvel. Inizialmente si era pensato di realzizare un film sul personaggio, affidandolo a Drew Goddard. Tra la Marvel e il regista non si arrivò ad un accordo su come sviluppare la pellicola, facendo naufragare il progetto. Jeff Loeb, a capo della Marvel Television, decise quindi di realizzare una serie tv, da distribuire tramite un canale streaming, identificato poi in Netflix.
La serie in tre stagioni presenta la vita di Matt Murdock, il giustiziere cieco di casa Marvel. Ispirato a storiche run del personaggio, come quella di Frank Miller, Daredevil è una serie cupa e profondamente urbana, capace di rappresentare al meglio lo spirito del personaggio. Nonostante alcuni riferimenti agli eventi di Avengers (2012) nella prima stagione, recentemente è stato confermato che Daredevil non è ufficialmente parte del Marvel Cinematic Universe. Partendo dalla serie dedicata al Cornetto, vengono sviluppate altre serie dedicate agli eroi urbani di Marvel, compreso un deludente team up.
Jessica Jones (2015-2019)
Nato inizialmente nel 2010 come serie TV Marvel per la ABC sotto la direzione di Melissa Rosenberg, Jessica Jones avrebbe dovuto comprendere la presenza di Luke Cage e Carol Danvers, ed avrebbe dovuto mostrare un’eroina acida e costretta ad affrontare i propri fallimenti. Si era deciso anche di inserirla all’interno del Marvel Cinematic Universe, facendo menzione di Stark e delle Stark Industries. Alla fine non venne realizzata, ma rimase comunque un progetto caro a Marvel Television, che lo rielaborò all’interno della propria collaborazione con Netflix, dopo il definitivo abbandono della ABC.
Nelle tre stagioni viste su Netflix, Jessica Jones ha il volto di Krysten Ritter, e affronta diversi avversari della sua controparte fumettistica. È profondamente legata al gruppo dei supereroi urbani, con cui ha condiviso l’esperienza di Defenders
Luke Cage (2016 – 2018)
I diritti di Cage furono inizialmente acquistati da Sony Pictures, dopo che la Columbia Pictures aveva cominciato a lavorare ad un film sul personaggio dal 2003. Tornati in casa Marvel i diritti sul personaggio, Marvel Television iniziò a lavorare ad una serie su Cage nel 2013, puntando al crescente mercato on demand.
In seguito all’accordo Disney-Marvel, Luke Cage diventa una serie inserita all’interno del contesto dei supereroi urbani. Il taglio della serie è moderno, cerca di inserire il personaggio simbolo della blaxploitation nei nostri giorni, fornendo un ritratto della New York ‘nera’, dipingendo un bel ritratto di Harlem.
Due stagioni e una presenza per il Cage di Mike Colter in Defenders costituiscono la breve ma intensa vita di Power Man su Netflix.
Iron Fist (2017 – 2018)
Nonostante il primo personaggio esperto di arti marziali in casa Marvel sia stato Shang-Chi, è stato Danny ‘Iron Fist’ Rand a stuzzicare la curiosità del mondo del cinema. Nel 2000, i Marvel Studios avevano ipotizzato un film sul personaggio, avendo scelto come interprete l’attore Ray Park, visto in azione in La Minaccia Fantasma nel ruolo di Darth Maul e nel primo X-Men come Toad. La produzione si allungò nei tempi, cambiarono sceneggiatori e scenari, sino a che l’uscita delle serie dei supereroi urbani si rivelò lo spiraglio ideale per fare debuttare Iron Fist su Netflix.
Peccato che Iron Fist si sia rivelato la peggiore serie TV Marvel. Pur attingendo pienamente al canone di un personaggio profondamente spirituale, la serie non decolla, complice la scarsa immedesimazione di Finn Jones, incapace di mostrare una prodezza nelle arti marziali essenziale per il personaggio.
Legion (2017 – 2019)
I diritti del mondo mutante sono, prima dell’acquisto di Fox da parte di Disney, sono fuori dal controllo della Marvel dell’era Disney. Se al cinema la Fox continua a lavorare alla ai film sugli X-Men, aver a disposizione i Figli dell’Atomo non può certo passare inosservato nel mondo seriale. Per questo nel 2014 viene proposto a Noah Hawley di creare il primo serial a tema mutante, considerata la sua collaborazione in precedenza con Simon Kinberg, già all’opera sulla saga cinematografica degli X-Men. Nelle prime idee si era pensato di mostrare un lato differente del mondo mutante, andando a raccontare la storia dell’Hellfire Club, ma Hawley aveva in mente un altro soggetto: David Charles ‘Legion’ Haller.
Haller è uno dei pochi mutanti di classe Omega, figlio, nientemeno, che di Charles Xavier. Tra i suoi poteri, telecinesi e telepatia, oltre ad una serie di capacità mai pienamente diagnosticate. Sicura invece la diagnosi di schizofrenia, elemento essenziale del personaggio e del suo utilizzo dei poteri.
La serie è ambientata in un’epoca che assomigli agli anni ’70, con concessioni alla tecnologica moderna, cercando anche in questo aspetto di confondere lo spettatore, contribuendo a creare lo stato emotivo giusto per confrontarsi con Legion.
Nella serie compaiono diversi riferimenti al mito degli X-Men, compreso un villain già avversario di Xavier (Amahl Farouk, il Re delle Ombre), ma non viene mai creato un legame evidente con i mutanti cinematografici, lasciando solo la sensazione ai cultori dei personaggi che la relazione potesse esistere realmente. Nonostante una buona accoglienza del pubblico, Legion è durata solo tre stagioni
The Defenders (2017)
Le trame dei serial Netflix convergono in una serie TV Marvel in otto episodi, in cui gli eroi urbani si uniscono per affrontare la minaccia della Mano, setta ninja intenzionata a dominare la Grande Mela. Idea potenzialmente interessante per una serie TV Marvel, ma sviluppata malamente, facendo emergere più le difficoltà e i difetti dei singoli personaggi che non valorizzare i punti di forza dei vari eroi.
The Defenders si rivela il punto di rottura tra gli spettatori e le serie supereroistiche di Netflix, una frattura che porta in seguito alla fine della collaborazione tra Marvel/Disney e il colosso streaming.
Inhumans (2017)
Nel 2014, i Marvel Studios rivelarono che all’interno della Fase Tre del Marvel Cinematic Universe sarebbero comparsi anche gli Inumani, sperando di trasformarli in un brand simile a quanto fatto da Fox con gli X-Men. Per il loro lancio, si decise di introdurli come specie del Marvel Cinematic Universe all’interno della seconda stagione di Agents of S.H.I.E.L.D.. Per spingere la serie, vennero presentati in IMAX al cinema i primi due episodi come un lungo pilot, sperando di attirare la curiosità degli spettatori.
La serie si rivelò un flop clamoroso, a causa della scarsa caratterizzazione dei personaggi e ad un utilizzo degli effetti speciali decisamente imbarazzante. Una manciata di episodi è stata più che sufficiente per convincere Fox a non rinnovare questa serie TV Marvel per una seconda stagione
The gifted (2017-2019)
Dopo aver sviluppato la serie di Legion, Fox decise di aumentare la presenza dei mutanti nelle sue serie. Matt Nix viene incaricato di realizzare una serie in cui si assiste alla comparsa dei poteri mutanti in un gruppo di adolescenti, vivendo la cosa anche dal punto di vista dei genitori.
Nella serie viene fatta menzione ad un evento in cui i mutanti avrebbero sconvolto la società, portando gli homo sapiens a sviluppare una sfiducia nei portatori del gene X, che vengono braccati e costretti alla clandestinità. Contrariamente a Legion, si fa riferimento agli X-Men, che sembrano più un ricordo che non una speranza di salvezza. In seguito venne stabilito dagli showrunner che The Gifted era ambientato tra Legion e Logan, l’ultima avventura di Wolverine.
The Punisher (2017 – 2019)
Nato come progetto di uno show per la ABC nel 2011, la serie TV Marvel su Castle doveva essere una detective serie con protagonista un investigatore del dipartimento di New York, che nottetempo diventava un vigilante intenzionato a porta la legge ove questa solitamente non arriva. Il concept non venne mai sviluppato, ma l’idea di inserire Castle in una serie (anche dopo una serie di film al cinema) era sempre un’opzione valida per Marvel Televisione, che scelse di inserire il Punitore all’interno di Daredevil, nella seconda stagione.
Dopo aver identificato in Jon Bernthal l’interprete ideale per Frank Castle, Marvel diede il via libera ad una serie spin off per il vendicatore dal teschio bianco. Il risultato sono state due intense stagioni, in cui Bernthal offre un’interpretazione eccellente del personaggio.
Runaways (2017-2020)
Ispirato al fumetto di Brian K.Vaughan, Runaways segue le vicende di un gruppo di sei giovani costretti ad affrontare la misteriosa organizzazione nota come Pride, di cui fanno parte i propri genitori. Dotati di poteri, i ragazzini si ritrovano a divenire dei fuggiaschi, con lo scopo di fermare i loschi piani dei genitori. La serie fa ufficialmente parte del Marvel Cinematic Universe, e si è conclusa con la terza stagione.
Cloak and Dagger (2018- 2019)
Due personaggi minori del Marvel Universe, ma anche i due insoliti eroi si sono guadagnati la loro serie TV Marvel, disponibile in Italia su Amazon Prime Video. Più love story adolescenziale che serie supereroistica, Cloak and Dagger racconta di due adolescenti con poteri idealmente opposti, l’una capace di emettere lame di luce e l’altro in grado di avvolgere le persone nell’ombra e teletrasportarle altrove, destinati ad intrecciare le proprie esistenze. Nonostante ottime premesse, la serie è stata cancellata alla seconda stagione, consentendo ai due protagonisti un'ultima apparizione all'interno di un episodio della terza stagione di Runaways.
Le serie Marvel nell’era del Marvel Cinematic Universe
Con la nascita del Marvel Cinecomic Universe, in casa Marvel si decise di creare delle serie televisive che approfondissero l’universo di Iron Man e soci.
A dare spinta a questo progetto fu l’acquisizione da parte di Disney della Marvel nel 2009, in seguito alla quale venne annunciata la creazione di una divisione, la Marvel Television, affidata a Jeff Loeb. Nei mesi immediatamente successivi a questa creazione, vennero presentati diversi pilot di serie che avrebbero espanso il Marvel Cinematic Universe, appoggiandosi all’emittente ABC. Il primo progetto annunciato fu Agents of S.H.I.E.L.D.
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Agent Carter (2015 – 2016)
Il personaggio di Peggy Carter (Hayley Hatwell) è comparso per la prima volta nel Marvel Cinematic Universe in Capitan America: Il primo Vendicatore (2011), per poi tornare in un Marvel One-Shot a lei dedicato nel 2013. La figura di Peggy Carter è importante nel Marvel Cinematic Universe, non solo per la sua relazione con Cap culminata nel finale di Endgame, ma per il suo ruolo nella nascita dello S.H.I.E.L.D..
La serie TV Marvel vede l’agente Carter lavorare, dopo la guerra e la scomparsa di Cap, con l’SSR (Strategic Scientific Reserve), antesignano dello S.H.I.E.L.D. Relegata ad un ruolo d’ufficio, la Carter patisce questo incarico minore, intraprendendo una propria missione segreta per contrastare la misteriosa organizzazione nota come Impero Segreto. Ad aiutarla, il maggiordomo di Howard Stark, Edward Jarvis (James D’Arcy). La serie dura due sole stagioni, e viene presentata tramite un flashback presente anche in Agents of S.H.I.E.L.D.
WandaVision (2021)
https://youtu.be/FJt4pHxZo0s
Una delle serie Marvel più attese del nuovo corso post-Endgame, WandaVision sarà incentrato sui due Avengers, una coppia innamorata che abbiamo visto soffrire nel finale dell'epopea dei Vendicatori al cinema. Dal trailer, di cui abbiamo parlato in un nostro approfondimento, si è intuito come la serie sarà ambientata in una realtà differente, simile agli anni '50 americani, in cui i due supereroi sembrano vivere un'esistenza pacifica.
Sapendo quali sono i poteri di Wanda, memori delle sue disavventure fumettistiche, possiamo attenderci che quanto visto nel trailer si rivelà foriero di una grande storia. Soprattutto, se pensiamo che Wanda avrà un ruolo anche in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, il nuovo capitolo cinematografico delle avventure dello Stregone Supremo.
The Falcon & The Winter Soldier (2021)
https://youtu.be/62EB4JniuTc
Il finale di Avengers: Endgame ci ha mostrato un passaggio dello consegne piuttosto emozionante tra Steve Rogers e Sam Wilson, meglio noto come Falcon, sotto gli occhi commossi di Bucky 'Winter Soldier' Barnes. Portare lo scudo di Capitan America non sarà un compito semplice per Wilson, e questa sua nuova vita da supereroe è al centro di The Falcon & The Winter Soldier, seconda serie dedicata ai metaumani di casa Marvel disponibile da marzo 2021 su Disney+. La serie mostrerà i due eroi intenti a tenere alto il nome di Capitan America, affrontando la presenza di una figura piuttosto scomoda come John Walker, alias U.S. Agent. La conclusione di The Falcon & The Winter Soldier ha aperto a nuovi scenari per l'universo cinematografico marveliano, come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione.
Loki (2021)
https://youtu.be/G4JuopziR3Q
Disney+, nel 2021, accoglie anche il fratellastro del Dio del Tuono, il Dio dell'Inganno in persona: Loki! Prendendo spunto dalla realtà alternativa creatasi con Avengers: Endgame quando Tony e Cap recuperano il Tesseract durante la Battaglia di New York vista nel primo Avengers, la nuova serie vede il Loki di questa dimensione venire reclutato dalla Time Variance Authority, una sorta di polizia del tempo, creata da Walt Simonson sulle pagina di Thor, che si preoccupa di vegliare sulle anomalie temporali.
Il trailer ha mostrato diversi indizi su cosa possiamo attenderci da questa serie, come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione della serie.
What if...? (2021)
https://youtu.be/4iLVoEg9aLk
Gli appassionati di fumetti Marvel sono avvezzi ai What if...?, storie in cui diversi autori si cimentano nel presentare personaggi e storie della Casa delle Idee sotto diverse prospettive, giocando con i punti fermi dei miti dei personaggi del Marvel Universe. Partendo da questo presupposto, è stata creata la serie animata Marvel's What if...?, serie antologica in cui vengono inseriti eventi alternativi già letti nei fumetti, come Marvel Zombies, o nuove interpretazioni di figure note del Marvel Cinematic Universe.
Hawkeye (2021)
Serie dedicata all'infallibile arciere dei Vendicatori, che ritroviamo quattro anni il Blip, ossia il ritorno di coloro che erano stati cancellati dall'esistenza da Thanos durante il finale di Avengers: Infinity War. La serie di Disney+ mette Clint Barton davanti a una nuova avventura, che lo spingerà ad affrontare i propri demoni interiori, spingendolo a vedere nella giovane Kate Bishop un'erede al suo ruolo di giustiziere. l lascito principale di Hawkeye, infatti, è l’aver ricondotto gli spettatori nella dimensione più circoscritta della vita newyorkese del pantheon marveliano. I Tracksuit Mafia non sono i chitauri, per intendersi, ma una gang di quartiere, mutuati in modo egregio dalla run di Fraction e Aya, perfetti come antagonisti in una storia più umana, adatta a un diverso tipo di supereroe. Forse meno super, ma molto umano, considerato che l’eroismo di Clint, in questa serie, non risiedere tanto nelle sue prodezze balistiche, quanto nelle sue scelte emotive, vissute tra sensi di colpa e voglia di redenzione.
Moon Knight (2022)
Serie dedicata a un eroe minore del pantheon di Marvel Universe, Moon Knight, identità supereroica di Marc Spector, mercenario che durante una missione in Egitto, ferito a morte, viene salvato dal dio Khonshu, che lo rende il suo avatar, il Pugno di Khonshu. Uomo piagato da una vita di sofferenza, Marc sviluppa delle personalità alternative con cui cerca di sopravvivere anche nel suo ruolo di Moon Knight. Moon Knight è la prima serie del Marvel Cinematic Universe presente su Disney+ a presentare un personaggio totalmente nuovo.