Incontro con Sergio Gerasi, autore de L'Aida

Abbiamo incontrato Sergio Gerasi, autore del nuovo graphi novel L'Aida, che ci ha detto di più sul suo lavoro edito da Bao Publishing.

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a cura di Rossana Barbagallo

Vent'anni da fumettista trascorsi realizzando opere per titoli illustri come Dylan Dog e graphic novel intense sullo sfondo della sua Milano. Lui è Sergio Gerasi, artista che abbiamo incontrato in occasione del suo ventennio nel mondo del fumetto: un traguardo raggiunto quest'anno, celebrato in un certo senso grazie anche alla pubblicazione del suo nuovo graphic novel, L'Aida, edito da Bao Publishing.

Abbiamo letto la sua nuova, emozionante opera, ma prima di raccontarvi L'Aida, facciamo un'immersione nel lavoro di Sergio Gerasi, tra voglia di raccontare il disagio individuale e quello più ampio della società, ancora una volta all'interno della cornice mozzafiato e al contempo contraddittoria della Milano odierna.

Chi è Sergio Gerasi

Classe 1978, festeggiare un ventennio nel mondo fumettistico significa celebrare una professione avviata in giovane età: già a ventidue anni Sergio Gerasi collabora alla realizzazione di Lazarus Ledd per Star Comics, firmando ben quattordici albi. Un artista che, col tempo, ha dato prova sempre più della sua maestria attraverso illustrazioni presenti all'interno di titoli come Jonathan Steel, Nemrod, Cornelio, Valter Buio, John Doe.

Le sue opere più recenti sono Le Tragifavole (2010), In Inverno le Mie Mani Sapevano di Mandarino (2104), Un Romantico a Milano (2018) e l'ultimissima uscita L'Aida, tuttavia dal 2011 milita anche in Dylan Dog, con illustrazioni presenti in numerosi numeri. Gerasi firma anche opere per la collana di Mercurio Loi e dal 2009 ha collaborato con Davide Barzi alla realizzazione di G&G, serie a fumetti dedicata a Giorgio Gaber, mentre diverse sue vignette sono state pubblicate anche all'interno di quotidiani come La Gazzetta dello Sport Il Corriere della Sera.

Sergio Gerasi è stato anche un musicista. Membro di una band punk, ha frequentato per diverso tempo gli ambienti underground: elemento, questo, che come vedremo ritorna nella sua ultima pubblicazione L'Aida e ci racconta un altro volto di Milano e della società in toto, attraverso un occhio che non vede solo la facciata perbenista, ma anche quella ai margini, fatta di chi vive alla periferia della città e delle ideologie comuni.

Raccontare il disagio

Con la sua opera, Gerasi ci racconta innanzitutto il male di vivere: la difficoltosa ricerca di sè in un mondo che sembra essere troppo preso da sè stesso per preoccuparsi di chi sta male, emotivamente e fisicamente, ma anche la ricerca di affetti reali e non adulterati, ad esempio, dal contatto virtuale dei social. Così in L'Aida ci racconta di una ragazza proveniente da una famiglia alto-borghese, afflitta da un deterioramento interiore che si manifesta all'esterno attraverso un corpo che gradualmente si consuma. La sua vita e il suo punto di vista sul mondo che la circonda subiranno un drastico cambiamento quando incontrerà i The Virus: un gruppo di artisti situazionisti che intendono risvegliare la coscienza sopita della società attraverso opere di grande impatto.

È un disagio, quello di Aida, che sentiamo forte e pulsante tra le pagine di questo graphic novel e si manifesta talvolta col suo bisogno di gesti affettuosi, di abbracci. A questo proposito, relativamente ad una delle scene più forti ed emozionanti dell'opera, Sergio Gerasi ci ha detto:

Aida sente spesso il bisogno di ricevere un abbraccio, e il momento in cui ne riceve uno da un membro dei The Virus per poi essere "lanciata" nel vuoto è sicuramente un momento forte in cui viene data una spinta al suo processo di cambiamento. Rappresenta forse il primo contatto di Aida con qualcun altro da quando ha inizio il fumetto. Il mio intento era anche quello di raccontare un corto circuito tra questi due mondi: quello di Aida, ragazza altolocata, e quello dei The Virus, giovani che invece non hanno niente e combattono con l'arte.

Aida è quindi una giovane di vent'anni che lotta tra il suo desiderio di relazioni interpersonali vere e sincere e il disgusto che prova talvolta verso gli altri, il quale si manifesta sottoforma di disturbi alimentari. È interessante notare qui come l'autore abbia rappresentato una protagonista femminile dalla storia piuttosto forte, scelta peculiare che Gerasi ha spiegato così:

La scelta di inserire una protagonista femminile è nata per allontanare l'idea di un'autobiografia. Realizzo storie in genere che parlano di rapporti interpersonali, famiglia, identità, quindi è un po' inevitabile che all'interno vi ricadano elementi autobiografici, perciò qui l'impulso principale è stato quello di sfatare l'idea di un'autobiografia. In secondo luogo, ho sempre vissuto a contatto con figure femminili e anche adesso sono circondato da donne: la mia compagna, mia figlia (che si chiama Aida, tra l'altro) e la nostra gatta. Infine, un altro motivo, è che sono papà e credo sia inevitabile che un genitore si proietti con l'immaginazione nel futuro dei figli, perciò ho creato questa storia pensando a quale sarà quello della mia bambina.

È perciò evidente l'occhio attento di Sergio Gerasi verso la società e il futuro cui va incontro oggi, come si riscontra tra le pagine de L'Aida. Una società fatta di rapporti interpersonali sempre più spersonalizzati, odio sui social media, marchi elevati a nuovi feticci. Ecco cosa ha spinto l'autore a realizzare una storia che parla di una ragazza alla ricerca della propria identità in un mondo tanto distorto:

Aida è una ragazza che attraversa un momento di profonda crisi (la quale tuttavia non ha un vero e proprio nome). La società che ci sta intorno non si accorgerebbe nemmeno del suo disagio: lei cerca il suo posto nel mondo e ha molta fame di realtà, ma si tratta di un mondo distorto che non la "vede". Il mondo è cambiato molto negli ultimi anni e io stesso ho perso un po' la bussola. Ho frequentato per molto tempo l'ambiente underground e posso quindi raccontarlo per esperienza, ma da allora si è disgregato tutto. Questo libro è stato quindi anche un po' il mio tentativo di rimettere a posto i pezzi di ciò che conoscevo del mondo di "prima" e i The Virus in questo senso rappresentano un pezzo del mio passato. Del disagio di Aida non si accorge nessuno, nemmeno la madre, tuttavia alla fine qualcuno lo nota, proprio i The Virus, e lei riesce a trovare uno scoglio, un appiglio che le permetta di salvarsi.

A proposito del gruppo di artisti presenti nell'opera, questi operano in maniera ribelle e situazionista per risvegliare le coscienze degli individui. Gerasi, dal suo canto, ritiene che il ruolo dell'artista sia più complesso e sfaccettato di quello descritto dai giovani protagonisti:

I The Virus sbagliano spesso, realizzano opere talvolta pericolose e il mio intento non era infatti quello di renderli dei protagonisti estremamente positivi. Il ruolo dell'artista, secondo me, è molto più profondo di quello esposto da questo gruppo.

Un mondo distorto

È vero, però, che la realtà odierna è andata incontro ad un appiattimento dei valori e dei gusti, ed è forse necessario operare una vera rivoluzione affinché gli individui possano tornare a pensare con la propria testa e non con quella sorta di intelligenza collettiva che li muove. Una rivoluzione che parte dal basso, ne L'Aida, e si sviluppa in particolare a Milano, luogo che potrebbe avviare realmente un cambiamento se lo volesse.

Si dice spesso, generalmente, che ciò che accade a Milano è quello che poi in seguito accade a livello nazionale. Le contraddizioni presenti in una città come Milano credo non siano presenti in nessun altro luogo in Italia, quindi a Milano certe "scintille" potrebbero dare realmente vita a un corto circuito, a una rivoluzione. Che poi questa possa condurre realmente a un cambiamento o all'ennesima "week" (ad esempio, una Revolutionary Week), questo non lo so.

Ed è un po' anche Milano la protagonista, insieme ad Aida, di questo emozionante graphic novel. La città non funge quindi solo da mero sfondo, ma rappresenta un luogo vivo e pulsante insieme ai suoi abitanti, con le loro passioni, i loro tormenti, le loro ideologie. Gerasi ce ne parla in questi termini:

Milano è il filo rosso che lega i miei tre libri pubblicati con Bao Publishing. Sono nato e cresciuto qui e anche se il mio intento principale non era quello di rendere Milano protagonista, è sempre stato inevitabile che diventasse tale nelle mie storie. In questo graphic novel assume però un volto diverso rispetto alle mie opere precedenti: una Milano più periferica, disagiata, quasi un "non luogo".

Menzione a parte meritano le illustrazioni, che rispetto alle produzioni precedenti di Sergio Gerasi, presentano dei colori molto particolari che caratterizzano l'opera per tutta la sua estensione conferendole un'impronta originale:

Ho realizzato L'Aida totalmente in digitale e anche i colori trasmettono l'idea di qualcosa di "elettronico". Sono colori molto fluo perché ho scelto di dare un po' una "legnata sui denti" con dei colori accesi, che qualcuno definirebbe acidi. Ho cercato di realizzare qualcosa di diverso.

Per concludere, dal momento che L'Aida parla anche di artisti e il suo titolo ha il sapore di un'opera classica, Sergio Gerasi ci dice quale potrebbe essere la colonna sonora ideale per accompagnare la lettura del graphic novel:

Sicuramente punk, per scoprire da dove arrivo e da dove arriva tutto ciò che è presente in L'Aida. Punk italiano come quello dei Negazione, o quello delle Pussy Riot, che oltre ad essere delle musiciste sono anch'esse delle attiviste un po' come i The Virus.

L'Aida è già disponibile per l'acquisto: potrete trovare il nuovo graphic novel di Sergio Gerasi a questo link.
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