Arriva come un fulmine a ciel sereno la notizia di un importante cambio ai vertici della WWE. Stephanie McMahon, figlia del Chairman Vince McMahon, è la nuova CEO ad interim della Compagnia. L'annuncio è arrivato poche ore fa a mezzo di una nota stampa congiunta tra WWE e il suo Consiglio di Amministrazione.
Stephanie McMahon è la nuova CEO ad interim
Nella giornata di ieri un articolo del Wall Street Journal ha lanciato un campanello d'allarme molto grosso sulla Compagnia di Sport-Entertainment. Sono infatti state aperte delle indagini su un presunto accordo tra Vince McMahon e una ex dipendente con cui avrebbe avuto una relazione extraconiugale.
Si vocifera che Vince abbia comprato il suo silenzio per ben 3 milioni di dollari e l'accordo di non divulgazione sia stato firmato a gennaio di quest'anno nonostante i rapporti tra i due andassero avanti dal 2019. Le indagini riguarderebbero anche una condotta non professionale da parte di John Laurinaitis, Head of Talent Relations.
Doveroso precisare come al momento non ci sia ancora nulla di confermato ma tanto è bastato a Vince McMahon per finire sotto l'occhio del ciclone mediatico, decidendo di dimettersi temporaneamente dal suo incarico di CEO. Il suo posto verrà quindi preso dalla figlia, Stephanie, che propio di recente aveva annunciato di essersi presa una pausa dalla WWE.
Nella nota stampa si legge che la WWE e il suo Consiglio di amministrazione stanno prendendo molto sul serio tutte le accuse di cattiva condotta. Gli Amministratori indipendenti del Consiglio hanno incaricato un consulente legale indipendente di assisterli in una revisione indipendente. Inoltre, la Commissione speciale e la WWE collaboreranno con una terza parte indipendente per condurre una revisione completa del programma di conformità dell'azienda, della funzione HR e della cultura generale.
Pur dimettendosi temporaneamente da CEO, Vince McMahon rimarrà coinvolto nel processo creativo e decisionale della WWE. Sempre nella nota stampa, Vince ha dichiarato di essere aperto alla collaborazione e di accettare i risultati finali delle indagini, qualunque essi siano.