Raccontare il dolore della separazione e della perdita non è semplice e potrebbe rappresentare talvolta un terreno insidioso. Abbiamo avuto tuttavia la possibilità di leggere un graphic novel in cui tale dolore prende forma con estrema delicatezza grazie alla sensibilità dell'autore Giulio Macaione: si tratta di Scirocco, pubblicato da BAO Publishing e giunto in libreria il 27 maggio. Firmando storia e illustrazioni di Scirocco, Macaione dipana quel nero groviglio di sofferenza che si avviluppa attorno al cuore quando siamo costretti a dire addio alle persone amate, parlando di argomenti spesso rifuggiti come tabù innominabili: la malattia e il fine vita.
La sua è tuttavia anche una storia ricca di luminosa speranza, dedicata alle passioni che rendono vivi gli individui, permettendo loro di lottare giorno dopo giorno e migliorarsi. Quelle passioni assolute che rappresentano una vera e propria ragione di vita per noi e ci identificano a tal punto da non poterci più definire noi stessi senza di esse. Lo stesso Giulio Macaione ci ha parlato di sè e del suo Scirocco, durante il nostro incontro, mettendo in luce diversi aspetti del suo graphic novel. Vi raccontiamo qui Scirocco e il suo autore.
Dalla Sicilia alla carriera nel fumetto
Le radici di un artista sono spesso presenti nelle sue opere, così come quelle di Giulio Macaione, nato a Catania e cresciuto a Palermo, che ha ritratto la sua Sicilia in diversi suoi fumetti, tra cui Scirocco. Diplomatosi all'Accademia di Belle Arti, ha avviato la sua carriera da fumettista nel 2005 sulla rivista Mondo Naif, di Kappa Edizioni, pubblicando con la stessa casa editrice anche The Fag Hag e Innamorarsi a Milano. Il suo talento lo ha portato alla realizzazione di diversi graphic novel, tra cui Ofelia, per Comma 22, I Colori del Vicino, pubblicato per Renbook, e Basilicò e Stella di Mare per BAO Publishing.
Le opere di Macaione sono state anche pubblicate in Francia con Editions Physalis, Ankama e Editions du Long Bec, ma l'autore ha alle spalle anche un graphic novel targato Boom!Studios per gli Stati Uniti intitolato Alice: from Dream to Dream. Ritroviamo la sua traduzione Alice: di Sogno in Sogno in Italia, grazie a BAO Publishing, e leggiamo Macaione con la sua più recente pubblicazione in F***ing Sakura, per Panini Comics. Oltre a fare fumetti, Giulio Macaione si dedica tuttavia anche all'insegnamento, presso la Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia.
La Sicilia dell'autore è presente soprattutto in opere come Basilicò o Stella di Mare, tuttavia si fa sentire con forza anche nel suo ultimo lavoro Scirocco (che trovate disponibile per l'acquisto a questo link). Esso racconta di Mia, diciassettenne con la passione per la danza nata e cresciuta a Venezia insieme al padre single e la nonna Elsa, siciliana trapiantata in veneto dal passato di scultrice. Dopo essere stata colpita da un tumore, Elsa ha però dovuto rinunciare per sempre alla sua passione, perdendo a poco a poco anche una parte importante di sè con essa. È riuscita a uscire vittoriosa dalla lotta contro il terribile male che l'ha segnata: la vita, però, riserva sempre sorprese spiacevoli.
Il tumore è infatti riemerso ed Elsa sente la stanchezza farsi sempre più grande. Prende così una decisione: tornare a San Mauro Castelverde in Sicilia, la sua terra natìa, per godere dell'ultimo tempo rimasto in compagnia dell'amore perduto, Luigi, e di ciò che più riesce a renderla viva. Mia, intanto, si sta impegnando con grande sforzo per entrare a far parte dell'accademia di danza del Teatro alla Scala, ma l'improvvisa partenza della nonna getta lei e il padre nel panico. Entrambi partiranno quindi alla volta della Sicilia, dove troveranno un'Elsa decisa più che mai a non sottoporsi più ad alcuna cura, con tutti i risvolti che una tale decisione è in grado di scagliare nelle loro vite distrutte da una tale notizia.
Il racconto della quotidiana umanità in Scirocco
Uno degli aspetti preponderanti del graphic novel è la presenza di una famiglia, di cui l'autore racconta la quotidianità, l'affetto, il supporto, i litigi, le angosce. La sua è una storia che, partendo dalla vita ordinaria, trascende le vicende quotidiane per raccontare le relazioni e le emozioni più forti dietro alle scelte di ciascuno, con un occhio di riguardo verso Elsa e Mia. Macaione spiega così cosa pensa della famiglia protagonista:
Scirocco è una storia "generazionale", perché parlando di una famiglia si assiste alle vicende di tre generazioni diverse e di volta in volta ci si concentra sul vissuto dei vari protagonisti. In realtà, le protagoniste vere sono Mia ed Elsa: i loro scambi rappresentano la parte più importante della storia. Elsa è il personaggio cardine, quello che mi ha spinto a raccontare questa storia. Mia invece ha una passione inarrestabile – quella per la danza – che la guida nella vita e in parte rappresenta me e la mia voce di quando ero adolescente.
La perdita delle persone amate è senza dubbio il tema di maggiore impatto che emerge dalla lettura di Scirocco, irrompendo con tutta la forza della sua importanza, ma anche con la grande delicatezza adottata da Giulio Macaione. Ne risulta una storia in cui si percepisce l'urgenza dell'autore di raccontare un pezzo del suo vissuto:
Ho avuto questa storia in gola da quando, quattro anni fa, ho perso una persona molto importante. Non sapevo cosa con esattezza dovevo buttare fuori, perché anch’io come Mia sono stato "comprensivo", sentendo di dover assistere al dramma di un'altra persona con profondo rispetto. La parte più difficile da scrivere è stata proprio quella in cui Mia si dice ancora piena di rimpianto per non aver parlato e non aver cercato di esortare a una scelta diversa. Realizzare Scirocco mi è servito ad addomesticare un dolore che non riuscivo a superare, ho scavato in questi sentimenti e ho cercato di riportarli sulla carta. Scrivendone alcune pagine ho pianto.
Il lavoro dietro alla stesura di Scirocco
Sempre sulla stesura della storia, in cui elementi reali si mescolano a una scenografia che attinge alla fantasia, l'autore ha dichiarato:
Ammetto che a questo proposito avevo un po' paura nell'affrontare un argomento sicuramente tanto delicato che non ho vissuto sulla mia pelle, temendo di risultare come un autore che si appropria delle problematiche altrui. Per fortuna dalle prime reazioni ricevute a seguito della lettura di Scirocco sono stato tranquillizzato da chi mi ha detto che si percepisce il mio rispetto nei confronti della malattia e il mio punto di vista da "esterno".
Scirocco è infatti diviso a metà, tra un'ambientazione siciliana e una veneta. Vi è infatti la Sicilia delle origini di Macaione, che fa il suo ingresso in scena addirittura con una diversa colorazione, e al contempo troviamo all'interno anche una grande fetta dedicata a Venezia. L'autore ci spiega quindi da cosa è stato spinto a scegliere la città della Laguna:
Non ho mai vissuto a Venezia, ma per me è la città più bella del mondo e dopo aver disegnato questo libro ho ancora tanta voglia di raccontarla. È una città stupenda da disegnare: a Venezia è tutto antico o consumato dall’umidità, non ci sono linee dritte ma è tutto un po' impreciso, e questo per un disegnatore è davvero divertente. Inoltre c'è l'acqua e chi ha letto i miei libri precedenti sa ormai che io amo il mare e da siciliano ce l'ho nel DNA. Quando poi ho scoperto che una delle cause dell'acqua alta a Venezia è proprio lo Scirocco, un vento tipicamente del sud, ho pensato subito che unire le due ambientazioni sarebbe stato perfetto. Da San Mauro Castelverde, il paese dove ho ambientato parte di Scirocco, è possibile vedere il mare da lontano; però non è semplice raggiungerlo, perché il paese si trova sul pizzo di una montagna. Mia madre, che è cresciuta lì, è stata in spiaggia per la prima volta a 5 anni e questo aneddoto mi ha sempre affascinato. Allo stesso modo, anche Venezia si trova sul mare, ma non hai la possibilità di toccarlo, quindi mi piaceva molto anche questo parallelismo.
Due ambientazioni rappresentate in Scirocco con due bicromie totalmente differenti: nero e azzurro per la parte veneziana, nero e giallo per quella siciliana, comunicando così le emozioni contrastanti dei protagonisti di questa storia tanto forte quanto tenera e ricca di vita. Anche qui per Giulio Macaione la scelta è stata precisa:
Più che voler rappresentare i colori dei luoghi, ho scelto queste due bicromie per una questione di luce, per suggerire un'idea di atmosfera e di illuminazione del posto in cui la storia è ambientata. Volevo anche rispecchiare l'atmosfera emotiva dei capitoli, così quello siciliano, in cui Elsa decide di mandare tutto all’aria e godersi la vita fino in fondo, è giallo e più gioioso. Per Venezia invece ho scelto un azzurro molto acquatico, che nell'ultima parte diventa lilla per suggerire un tono più malinconico.
Raccontare di sè, attraverso il fumetto
Com'è, però, per un autore scrivere il dolore e rappresentare l'interezza pressante dei propri sentimenti in proposito? Macaione usa poche, ma profonde e suggestive parole:
Credo che scrivere Scirocco mi abbia aiutato a metabolizzare il dolore della perdita, anche se un dolore non si può mai cancellare ma addomesticare e accettare. C'è da dire, però, che da quando ho il libro in mano sono quasi consolato: sono riuscito a creare qualcosa di bello proprio da questo dolore.
Dall'incontro emergono poi anche tanti altri dettagli in merito alla realizzazione dell'opera, come ad esempio il tempo speso nel costruirla e l'attenzione adottata nel rappresentare in essa un po' di sè:
Ho disegnato la seconda metà del libro in tre mesi, credo di aver impiegato in tutto meno di due anni per questo libro, da quando ho iniziato a scriverlo a quando l’ho terminato (lavorando contemporaneamente ad altri progetti). Sono molto critico con me stesso, ogni volta che rileggevo la sceneggiatura mi sembrava di non essere all'altezza delle tematiche. Ho fatto l'ultima riscrittura quando stavo già disegnando l'ultima parte del libro e trasformare quel pathos in immagini mi è servito a esternare l'emotività della storia. Sicuramente Scirocco è una storia sulla famiglia e sulla malattia, ma è anche una storia sulle passioni: c'è una parte di me in questo libro, soprattutto nel personaggio di Mia. È l’amore per la danza che le impedisce di fermarsi e che le permette di farsi forza nonostante ciò che accade intorno, e in fondo anch’io sono ancora quel ragazzino con la sua personale passione per il disegno che non smette mai di crescere.
Una sceneggiatura scritta con un taglio "cinematografico", che emerge dalla costruzione delle tavole e dalla loro sequenzialità. Lo stesso Macaione conferma il suo occhio verso una realizzazione sequenziale e mai statica, simile a quella di un vero e proprio regista:
Quando penso una scena, lo faccio come se fosse un film: non immagino una tavola, ma i movimenti della camera, la colonna sonora, i rumori di sottofondo. Questo mi aiuta nello storytelling, nell'inquadratura, nella regia delle pagine. È qualcosa che faccio spontaneamente, senza troppa ricerca. Per quanto riguarda la colonna sonora, ho inserito delle canzoni nel libro innanzitutto perché il lavoro del fumettista è piuttosto solitario, perciò ascolto molta musica e nel mio caso finisce sempre per ispirarmi, e poi alcune provengono dal mio vissuto. Quella di Umberto Bindi, “Il nostro concerto”, ad esempio, è una canzone degli anni '60 che ascoltava mio padre e ho voluto inserirla nell'ambientazione siciliana anche come omaggio alla mia famiglia.
E ancora:
Mi sono concentrato molto sulla mimica dei personaggi, soprattutto perché mi sono reso conto che i passaggi più forti di un fumetto sono spesso quelli senza dialoghi. Affidi tutto all'espressività. Sento i protagonisti di Scirocco più vivi rispetto a quelli dei libri precedenti, sono più realistici. Graficamente, il mio intento non è il realismo e sono da sempre influenzato dal manga e dal suo approccio essenziale, ma cerco di tenermi in equilibrio tra una rappresentazione più sintetica e una più classica europea.
A questo proposito, l'influenza nipponica nello stile dell'autore è indubbia e traspare soprattutto nella raffigurazione delle figure umane. È interessante perciò notare quali sono state le influenze, quali autori hanno ispirato Giulio Macaione come artista e come autore di Scirocco:
I mangaka che mi hanno formato appartengono alla mia adolescenza, sicuramente Ai Yazawa, Fuyumi Soryo, Masakazu Katsura. Altri autori che mi hanno influenzato da adulto sono Craig Thompson, Mariko e Jillian Tamaki, ma anche autori italiani come Vanna Vinci o Andrea Accardi. Oggi comunque, oltre a guardare a tutti questi autori, prendo tanta ispirazione anche dalla letteratura, dalla musica o dai viaggi.
Quello che ha lasciato Scirocco in noi
Parlare di qualcosa di bello e delicato non è semplice, poiché si rischia di dissezionare e analizzare qualcosa in grado di trasmettere emozioni profonde senza troppe spiegazioni. Scirocco di Giulio Macaione è così. Un graphic novel in cui emerge il dolore, potente, spietato, e tuttavia senza essere urlato o descritto con veemenza, ma con tutta la sensibilità che la vita reale e i sentimenti personali richiedono davvero. In esso, troviamo un crescendo di emozioni che si dipanano lentamente fino al climax finale, a quella perdita accecante che costringe inevitabilmente alle lacrime, lasciandoci incapaci di comprendere e al contempo con una nuova comprensione di ciò che la vita è e necessita. La conclusione non si chiude però solo con la fine di un'esistenza, ma con l'inizio di una nuova vita ricca di gioia e speranza per il futuro, che serberà di certo un taglio profondo nell'anima e tuttavia farà tesoro di esso per trarne forza e determinazione.
La delicatezza nel tocco di Macaione è evidente anche nelle sue illustrazioni, realizzate con cura e precisione, in uno stile che comunica eleganza, leggero e morbido. In esso troviamo certamente l'influenza del manga, ma allo stesso tempo le linee più vicine al tratto europeo; ciò che colpisce è poi anche l'utilizzo di due colorazioni differenti per le due ambientazioni in cui si svolge la trama. La malinconia "blu" della vita di Elsa a Venezia si contrappone alla gioia fulgente del suo ritorno in Sicilia, con un giallo della tonalità del grano che ricorda il sole e i campi dell'isola. Una scelta originale che non si vede di certo tutti i giorni e accompagna il lettore nella percezione dei sentimenti narrati anche attraverso l'impressione visiva. Infine, non si può non apprezzare Scirocco per il suo saper descrivere la famiglia con i suoi scambi quotidiani, le paure, le incertezze, ma anche l'appoggio e il supporto che essa offre, inserendo con maestria tematiche LGBTQ che scorrono fluenti con tutta la naturalezza con cui esse dovrebbero essere accettate: pure, belle, sorprendentemente reali. Come con i passi di danza in punta di piedi eseguiti da Mia, leggeri e raffinati ma decisi e ricchi di passione, così Scirocco ci racconta la quotidianità e la vita, la sua fine e ciò che lascia nelle esistenze di chi resta e ha amato fino all'ultimo istante.