Sci-fi horror, le origini dalla letteratura al cinema

Scopriamo insieme il percorso del genere sci-fi horror, tra fantascienza e orrore, dalle origini letterarie al successo cinematografico.

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a cura di Rossana Barbagallo

Se anche esistessero altre forme di vita nell'universo, probabilmente non avrebbero nessun interesse verso di noi; e molte delle scoperte scientifiche e tecnologiche odierne sono ben lungi dall'essere così sviluppate da creare mostruosità e mutazioni in grado di rivoltarsi contro gli uomini. Tuttavia, l'assunto che sta alla base della letteratura sci-fi horror afferma esattamente l'opposto.

Immaginare che delle creature aliene possano esistere nello "spazio oltre le sfere esterne", pronte a mettere in atto i loro piani malvagi, o che la scienza possa intraprendere percorsi letali per il genere umano, ha permesso al genere sci-fi horror di sbocciare e prosperare. Dapprima attraverso soprattutto i romanzi o i racconti pubblicati su quei magazine weird sui quali si sono fatti strada alcuni degli autori considerati oggi maestri del genere. Poi, grazie alla diffusione sempre più capillare e incisiva data dai film, divenuti cult impressi a fuoco nella storia del cinema.

D'altra parte, anche solo pensare per un attimo che qualcosa di sconosciuto si annidi tra le stelle, pronto ad invadere la Terra o ad attaccare gli sventurati viaggiatori dello spazio, può essere sufficiente a far tremare i polsi e a dare vita ad una vera e propria categoria narrativa a sè stante. Una letteratura sorta sulla base delle congetture e delle fantasie nate intorno alle scoperte scientifiche dell'ultimo secolo, sempre più sorprendenti e alla portata dell' "uomo comune": lo sci-fi horror, sottogenere della fantascienza, per portarci in luoghi oscuri e terrificanti dove prolificano creature d'orrore, o tra i vicoli di una città in cui specie aliene si contendono la supremazia terrestre. Scopriamo quindi insieme origini e sviluppo dello sci-fi horror.

Alle radici: science fiction

Non c'è sci-fi horror senza fantascienza. D'altra parte, talvolta, il confine è molto labile e sfumato e una narrazione fantascientifica potrebbe risultare più spaventosa di quel che si possa immaginare. Nello specifico, però, cos'è la fantascienza? Si tratta di un genere narrativo di fantasia che possiede come temi fondanti la scienza e la tecnologia (che esse siano reali o fittizie), sviluppando il rapporto che può scaturire tra queste e l'uomo. In genere, un racconto fantascientifico fa uso di elementi quali i viaggi spaziali o quelli nel tempo, tecnologie altamente avanzate, universi paralleli, forme di vita aliene, mutazioni genetiche, o costrutti come robot e cyborg. Il futuro è sovente l'ambientazione prediletta della science fiction, ma anche scenari particolarmente futuristici calati nel presente o nel passato possono essere descritti in questo tipo di narrazione.

I romanzi e i racconti appartenenti a questo genere sono stati utilizzati spesso come veicolo di critica sociale e politica, per suscitare un certo grado di consapevolezza riguardo a fatti attuali e alle loro conseguenze. Si tratta di una letteratura volta però anche all'intrattenimento, e il perno su cui gira la science fiction è soprattutto il sense of wonder, o più comunemente la sospensione della realtà; il senso di meraviglia di fronte ai fatti narrati, nuovi e ricchi di informazioni, attorno ai quali il lettore può non avere piena comprensione, ma provare comunque stupore e accettarli. Questo è dovuto in parte anche al fatto che, molti dei fenomeni scientifici e tecnologici di cui si racconta nella fantascienza, sono piuttosto verosimili o si basano su ipotesi o fatti scientifici reali, più facilmente concepibili.

Il termine "science fiction" (tradotto poi come "fantascienza" in italiano da Giorgio Monicelli nel 1952) è stato coniato nel 1926 dallo scrittore Hugo Gernsback; una definizione piuttosto esauriente su cosa significhi fantascienza è stata fornita da Isaac Asimov nel 1975:

La fantascienza può essere definita come quella branca della letteratura che si occupa della reazione degli esseri umani ai cambiamenti della scienza e della tecnologia.

L'origine ufficiale della science fiction può essere collocata intorno al XIX secolo e i suoi primi, più importanti autori possono essere considerati Jules Verne (Dalla Terra alla Luna, Ventimila Leghe Sotto i Mari e tantissimi altri) e H.G.Wells (La Guerra dei Mondi, La Macchina del Tempo, L'Isola del Dottor Moreau), benchè anche l'influenza esercitata da Edgar Allan Poe su questo genere letterario sia cosa nota, grazie agli elementi scientifici e quasi "profetici" presenti nelle sue narrazioni (il suo racconto fantascientifico più celebre è L'Incomparabile Avventura di un Certo Hans Pfaall). Non c'è dubbio però che la proliferazione dei racconti appartenenti a questo genere sia avvenuta intorno agli anni '40 dello scorso secolo, durante quella che viene chiamata la Golden Age della fantascienza, grazie soprattutto alle opere prodotte da Isaac Asimov e alla diffusione sempre più massiccia di magazine quali Amazing Stories o Astounding Science Fiction.

In seguito, tra gli anni '60 e '70, sono autori come Frank Herbert (Dune), Philip K. Dick (Anche gli Androidi Sognano Pecore Elettriche?) e Ursula K. Le Guin (La Mano Sinistra delle Tenebre) a dare sempre maggiore risonanza alla fantascienza, con opere destinate a fare la storia della letteratura (e del cinema); dagli anni '80 in poi si assiste invece ad un nuovo approccio, orientato più verso i mondi virtuali e le implicazioni date da Internet e il mondo dell'informazione, scaturito soprattutto dalla Trilogia dello Sprawl di William Gibson. È la nascita del cyberpunk e del termine cyberspazio, e ad esso seguiranno altre correnti fantascientifiche sempre più condizionate dai rapidi cambiamenti e dai progressi tecnologici, toccando tematiche quali nanotecnologie o biotecnologie.

Strani racconti: weird fiction

Un ingrediente essenziale nella ricetta dello sci-fi horror è l'inserimento di componenti orrorifiche all'interno di contesti fantascientifici: sebbene, come accennato, il confine potrebbe essere labile, il sottogenere dello sci-fi horror ha però degli elementi ricorrenti che lo identificano. Scoperte scientifiche che si rivelano disastrose per l'uomo o condotte con fini malvagi; il nemico alieno, la forma di vita sconosciuta, che diviene qui il mostro tipico della narravita horror; o ancora, le tecnologie da cui l'uomo dipende che si rivoltano contro il loro stesso creatore e lo sviluppo di nuove specie letali per l'umanità. Lo stesso universo, lo spazio, il vuoto assoluto, può diventare in certe circostanze motivo di terrore, visto come un luogo vasto e oscuro in cui potrebbe esservi qualsiasi cosa in agguato.

Sia il genere della science fiction che l'horror hanno avuto uno sviluppo particolare tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, sebbene quello che potrebbe essere considerato uno tra i primissimi racconti sci-fi horror risalga al 1818: si tratta del celebre Frankenstein di Mary Shelley, in cui una creatura cui è stata data la vita in maniera artificiale attraverso la scienza, si rivolta contro il suo stesso creatore e diffonde il terrore tra la gente. Il pubblico ha però mostrato un maggiore interesse al genere solo più tardi, complici le pubblicazioni da parte degli autori su alcuni magazine popolari. Non stupisce, quindi, che tra essi sia nata una commistione tanto propizia oggi visibile in particolar modo nel cinema, che affonda le sue radici proprio in alcuni racconti apparsi su riviste di cui Weird Tales è il capostipite. Questo è stato un magazine pulp che faceva del weird, della stranezza, il suo marchio di fabbrica, raccogliendo narrazioni fantasy, fantascientifiche e horror. Non a caso tra i nomi più rinomati che hanno pubblicato per questa rivista troviamo Howard Phillips Lovecraft, Clark Ashton Smith, Robert Bloch e Fritz Leiber.

È grazie soprattutto al solitario di Providence che la weird fiction pubblicata tra gli anni '20 e '30 si arricchisce di un nuovo tipo di terrore: quello dato dal cosmic horror, che racchiude alcuni temi fondanti. La paura suscitata dalle creature aliene, forme di vita sconosciute all'uomo considerate alla stregua di divinità, tanto terrificanti quanto inconoscibili per le fragili menti umane. La conseguente follia causata dal contatto con tali esseri (o entità, più precisamente), la perdita della sanità mentale nel momento in cui l'individuo cerca di capire fenomeni che vanno aldilà della sua portata. E la reale importanza dell'uomo nell'universo, popolato da divinità maligne e crudeli indifferenti alla vita umana e, pertanto, in grado di sottometterla o distruggerla senza indugio.

Qualcosa di molto simile presente in numerose narrazioni sci-fi horror, che nel corso del tempo si sono concretizzate sempre più nella forma filmica.

Lo sci-fi horror come lo conosciamo

La fortuna di questo genere ibrido è dovuta chiaramente alla sua diffusione attraverso un medium più fruibile dal pubblico e dal maggiore impatto emotivo, soprattutto per ciò che riguarda i racconti dell'orrore: il cinema. I primi esempi di pellicole sci-fi horror risalgono alla prima metà del secolo scorso, tra cui troviamo ancora una volta Frankenstein, nell'adattamento di James Whale del 1931: un film destinato a definire un canone, in cui il folle scienziato che dà vita a una creatura pericolosa per l'uomo diventerà una sorta di must per i lavori a seguire.

Tra le opere cinematografiche sci-fi horror più memorabili ritroviamo senza dubbio anche quelle appartenenti più specificamente alla categoria dei monster movie, come Tarantola di Jack Arnold, del 1955, e dello stesso anno Il Mostro del Pianeta Perduto diretto da Roger Corman, in cui creature mostruose frutto di esperimenti troppo "ambiziosi" e forme di vita aliene da altri mondi minacciano la vita umana. Come non citare tra esse, tuttavia, anche L'Invasione degli Ultracorpi (1956), con alieni in grado di replicare le sembianze umane, e Il Villaggio dei Dannati (1960), con i suoi inquietanti bambini-alieni? È del 1965, poi, La Morte dall'Occhio di Cristallo, pellicola liberamente ispirata al racconto Il Colore Venuto dallo Spazio di Lovecraft e sempre dello stesso anno la produzione Terrore nello Spazio diretta da Mario Bava: questa pellicola, in particolare, è interessante nel panorama dell'horror fantascientifico per essere stata d'ispirazione allo storico Alien di Ridley Scott, del 1979. Il film di Bava racconta, infatti, di un gruppo di esploratori dello spazio attirati su un pianeta sconosciuto da un SOS; una volta atterrati con le loro navi, essi sono "posseduti" dalle forme di vita aliene che lo abitano, parassiti che, una volta proliferati nei corpi ospiti prendendone il controllo, intendono abbandonare il proprio pianeta per moltiplicarsi su altri mondi.

Tuttavia sarà proprio Alien, anni dopo, a diventare la pietra angolare del cinema sci-fi horror. Su soggetto di Dan O'Bannon e Ronald Shusett, che collaborarono alla scrittura del film, esso riprende alcuni elementi peculiari della fantascienza (la creatura aliena, il viaggio intergalattico a bordo di un'astronave) e li traspone in una narrazione orrorifica che si porrà come titolo d'esempio per l'intero genere horror fantascientifico. Alien deve la sua fortuna a diversi fattori, come la definizione dell'aspetto degli xenomorfi e delle ambientazioni aliene da parte dell'artista svizzero H.R. Giger, celebre per le sue illustrazioni futuristiche, surrealiste e talvolta disturbanti, il quale lavorò come designer di scena. Ma anche alla regia di Ridley Scott, che diede il suo personale apporto horror alla pellicola ponendola come "punto di rottura" con i b-movie celebri negli anni precedenti, e scelse per il cast una figura vincente per l'intero franchise: Sigourney Weaver, la Ellen Ripley protagonista di Alien e dei suoi tre sequel, Aliens- Scontro Finale, Alien3 e Alien – La Clonazione, sebbene ciascuno fu poi diretto da registi diversi.

Da Alien sono stati tratti anche diversi fumetti e videogiochi, oltre a due prequel, rispettivamente del 2012 e del 2017: Prometheus e Alien: Covenant, con un altro film in arrivo annunciato dallo stesso Ridley Scott, dal titolo Alien: Awakening. Alien si è anche mescolato ad un altro franchise, con le due pellicole Alien Vs. Predator e Alien Vs. Predator 2, andando a toccare quella che dal 1987 è diventata una serie di film sci-fi horror crossover, ovvero Predator.

Con la produzione diretta da John McTiernan, è stato dato il via ad un altro universo dedicato a delle creature aliene predatrici, stavolta calate nel contesto terrestre. Il Predator protagonista del franchise è infatti un alieno giunto sul nostro pianeta per uccidere gli uomini, come in una battuta di caccia volta a provare il valore del cacciatore e alla raccolta di trofei. Esso è dotato di armi super tecnologiche e sfrutta strategie complesse come tendere trappole e imboscate, anche utilizzando un dispositivo che gli permette di diventare completamente invisibile, mimetizzandosi con l'ambiente circostante. Una creatura insidiosa al pari dello xenomorfo, il cui design fu però affidato in questo caso al celebre effettista Stan Winston. Anche per quanto riguarda Predator, inoltre, sono stati realizzati diversi sequel e prodotti paralleli: Predator 2 (1990), Predators (2010) e The Predator (2018), oltre a fumetti e videogiochi.

Doveroso citare due pellicole sci-fi horror rispettivamente del 1981 e del 1986: Scanners e La Mosca, dirette entrambe da David Cronenberg. La prima ha per protagonisti degli individui con poteri telepatici e telecinetici capaci di uccidere con la sola forza del pensiero; la seconda, uno scienziato che durante un esperimento per perfezionare la sua macchina per il teletrasporto, si è fuso involontariamente con una mosca, trasformandosi a poco a poco in un gigantesco insetto. È del 1982, poi, La Cosa di John Carpenter: considerata uno dei capolavori del regista e parte della Trilogia dell'Apocalisse, essa racconta di un gruppo di ricercatori in Antartide che deve fare i conti con una forma di vita aliena parassita, la quale ha preso di mira la loro base scientifica: essa è in grado di assumere le sembianze degli esseri umani che elimina, insinuandosi tra di loro in maniera infida.

La cinematografia sci-fi horror si è arricchita nel tempo anche attraverso la televisione, grazie alla serie TV cult X-Files: un concentrato di creature mostruose, esperimenti scientifici, rapimenti alieni e segreti governativi su cui indagano gli agenti dell'FBI Mulder e Scully, andato in onda dal 1993 al 2002 segnando un'intera epoca e raccogliendo fan da tutto il mondo. Sempre negli anni '90, il genere racchiude film dai titoli "geometrici", quali Il Cubo (1997) di Vincenzo Natali e Sfera (1998) di Barry Levinson, mentre negli ultimi anni gli esempi più significativi sono rappresentati da Cloverfield (2008), monster movie dei nostri tempi realizzato con la tecnica del found footage; Dark Skies (2013), in cui le presenze misteriose che infestano la casa dei protagonisti sembrano provenire dalle "stelle"; Life (2017), che riprende ancora una volta il tema della scoperta di una forma di vita aliena, con orribili conseguenze. E poi ancora A Quiet Place e Annihilation, entrambi del 2018, i cui protagonisti sono chiamati a sopravvivere contro forze extraterrestri sconosciute e ostili.

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