Satellite Sam: recensione, omicidio ai tempi del quinto potere.

New York 1951: Carlyle White, creatore e star del programma televisivo Satellite Sam, viene trovato morto in uno squallido appartamento. Ma quello che emerge dall’indagine della polizia, porta alla luce una situazione compromettente, frammenti di una vita segreta che sarà compito del figlio di White, Michael, ricomporre. Misteri, bugie e peccati sepolti nel passato del padre, porteranno così il figlio a percorrere un cammino oscuro, costellato di omicidi, torbido sesso e pericolose ossessioni.

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a cura di Stefano Cappuccelli

Grazie a SaldaPress, vede la luce anche nel Belpaese, il cult noir di Image Comics firmato Matt Fraction e Howard Chaykin: Satellite Sam.

New York 1951: Carlyle White, creatore e star del programma televisivo Satellite Sam, viene trovato morto in uno squallido appartamento. Ma quello che emerge dall’indagine della polizia, porta alla luce una situazione compromettente, frammenti di una vita segreta che sarà compito del figlio di White, Michael, ricomporre. Misteri, bugie e peccati sepolti nel passato del padre, porteranno così il figlio a percorrere un cammino oscuro, costellato di omicidi, torbido sesso e pericolose ossessioni

Definire la cifra stilistica di quest’opera non è cosa affatto semplice: contaminazioni provenienti dal Pulp, dal Noir e quindi anche dal Hard boiled, tuttavia troviamo tracce evidenti anche di narrativa d’inchiesta e di storia della sociosemiotica.

L’epoca d’oro dei media.

La comunicazione di massa appare sin da subito come il palinsesto (accostamento non voluto) sulla quale si struttura l’intera diegesi della storia. Satellite Sam è lo show di punta di LeMonde, uno dei numerosi network televisivi plasmato nel fervore del liberismo post-bellico. La massificazione mediatica che alimenta lo show è direttamente proporzionale con i ritmi che il capitalismo dell’intrattenimento prevedeva in quel dato periodo. Proprio gli anni ’50 rappresentano il setting che i due autori hanno scelto per mostrare e raccontare questa storia; non per caso.

Gli Stati Uniti più di qualsiasi altro paese al mondo, compresero il potere della comunicazione televisiva. Un Quinto Potere capace di entrare nelle case di ogni famiglia medio borghese d’America; perché sono loro quelli da intrattenere. Coloro che creano reddito.

Pur trattandosi di un dramma che oserei definire “famigliare”, il fumetto è tutt’altro che statico. Nessuna sparatoria alla Gli Intoccabili, sia chiaro, ciononostante sono proprio quei ritmi forsennati a far correre la storia: studi di registrazione pregni di gente che corre qui e là, direttori, vice-direttori e registi che minacciano dimissioni, e degli show da mandare in onda.

Proprio questi show, attraverso i loro assurdi quanto banali contenuti, contribuiscono a definire l’evoluzione della televisione a stelle e strisce. Da Satellite Sam, tipico action in salsa golden age of sci-fi, a programmi di preghiera. In questo contesto si inseriscono i volti della storia, tutti estremamente curati e tutti altrettanto attendibili. Nessuna eccessiva caricatura; tutti rispondono ai modelli comportamentali tipici della televisione del periodo.

L’importanza di avere questa gran varietà di volti è presto spiegata: l’audience è il metro di misura universale per la sopravvivenza di un network televisivo, una sopravvivenza che è a sua volta determinata dall’alta variabilità dei suoi programmi. Ognuno di questi rappresenta il gusto e la ricerca di ogni possibile spettatore. Avere quindi un volto allegro per il programma giovanile, così come avere un volto puro e casto nel momento religioso, equivale a coprire ogni strato della popolazione.

Satellite Sam parla quindi unicamente di comunicazione? Assolutamente no. L’ambiente televisivo è, come spiegavo sopra, un palinsesto; il fitto e intricato sottobosco in cui si innesca il dramma. A seguito dell’omicidio del padre, Michael verrà a conoscenza dei segreti che il vecchio celava con caparbietà. Centinaia di polaroid ritraenti avvenenti donne in abiti succinti (gli amanti della cultura pin-up potrebbero fare una capatina in bagno). Una perversione? Un hobby? Quanto conosceva Michael di suo padre?

Quest’ultima domanda innescherà la personale indagine di un figlio, reo di aver appreso dei segreti che con ogni probabilità non avrebbe mai voluto scoprire. Fraction è stato molto abile a costruire e decostruire quelle linee topiche, che porteranno Michael a coinvolgere i tanti coprotagonisti della storia. Fatti e vicende che ognuno di questi personaggi ci mostrerà attraverso un magnifico uso della fabula: flashback (o analessi per i puristi) costanti racconteranno in che modo, Carlyle, padre di Michael e star di Satellite Sam, è entrato in contatto con loro.

Una storia che parla di uomini e donne, dei loro segreti, dei loro intrighi, delle loro ambizioni, forti del fatto di inseguire un sogno, che altro non è che una propaganda: siamo in America, la terra delle opportunità.

Stile grafico.

Se la penna di Fraction risulta impeccabile, lo sono altrettanto le matite di Howard Chaykin. L’autore americano imbastisce un bellissimo stile grafico perfettamente in linea con l’anima vintage della serie. Le forme golden age ci sono tutte, così come gli archetipi tipici del fumetto noir europeo. I corpi e i volti vengono definiti in maniera eccentrica, a tratti provocanti, calcando la mano laddove il senso pudico non è contemplato.

È proprio questa rappresentazione quasi erotica ad avvalorare il lavoro di Chaykin, lungi dall’essere considerata edonista. Al contrario vuole essere impattante, provocatoria ma anche liberatrice. Seppur sia considerata un’epoca frenetica, come spiega lo stesso Chaykin in una nota d’autore, gli anni ’50 erano pur sempre gli anni ’50, decennio profondamente bigotto e segnato da etichette morali impensabili oggigiorno. Ai tempi il sesso orale era ritenuto perseguibile dalla legge, anche se questo avveniva entro il matrimonio.

Proprio questi atti sessuali “proibiti” vengono illustrati senza mezzi termini, dando al lettore la giusta unità di misura per comprendere al meglio la narrazione del periodo. Al di là delle forme umane, anche l’ambiente è raffigurato meravigliosamente: l’art déco degli edifici, così come quelle automobili tipiche delle tante rappresentazioni cinematografiche della Classical Hollywood. Tutti elementi perfettamente inseriti in vignette a volte di non facilissima interpretazione. La loro sequenzialità, così come la loro costruzione, escono invece fuori dai dogmi del fumetto 50s, mostrandosi più in linea con visioni più contemporanee. Altro grande elemento di merito è dato dalla maniacale ricostruzione della moda del tempo, caratterizzata perlopiù da completi formali e giarrettiere spesso in vista.

Conclusioni.

Questo è il primo volume italiano di Satellite Sam, un fumetto in fin dei conti neppure così atipico, ma che mancava all’appello da diverso tempo. Una storia interpersonale, ma che altro non è che un pretesto per poter raccontare fatti e vicissitudini di un’epoca a noi apparsa in maniera fin troppo patinata. Scava e indaga sugli albori della comunicazione di massa, e porta alla luce quei tabù che soltanto con anni di lotte sociali abbiamo cominciato a sradicare.

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