Prima di diventare l'attuale architetto dell'Universo DC, Joshua Williamson si è letteralmente fatto le ossa su una lunga, forse anche troppo, e articolata gestione di The Flash, impreziosita dai disegni fra gli altri di Carmine Di Giandomenico e Rafa Sandoval. Ora, quasi a voler chiudere il cerchio, lo scrittore torna idealmente a scrivere il Velocista Scarlatto con questa miniserie targata DC Black Label intitolata Rogues - I Nemici di Flash i cui assoluti protagonisti sono, come suggerisce il titolo, i suoi pittoreschi Nemici per un racconto sporco e umano in cui a fare da contraltare ci sono le matite calde e classicheggianti di un altro disegnatore italiano Leomacs già visto all'opera per DC sull'ottimo Basketful of Heads - Una cesta piena di teste.
Il crimine non paga...
I Nemici di Flash si sono ritirati. Da oltre dieci anni infatti il gruppo capeggiato da Capitan Cold ha appeso i costumi al chiodo e si è lasciato una vita fatta di colpi e battaglie con Flash alle spalle. Sì ma a che prezzo sono diventati cittadini al di sopra di ogni sospetto? Leonard Snart, Capitan Cold, per esempio è prigioniero di un lavoro alienante in una fabbrica dove per i colleghi è invisibile e per i suoi capi è solo un dipendente da sfruttare. Trickster è un illusionista ossessionato dalla chirurgia estetica circondato da donne di mezza età, Golden Glider è una assistente sociale sottopagata, Bronze Tiger ha messo da parte la violenza ed è diventato un istruttore di tecnica di difesa personale, Magenta fatica ad arrivare a fine mese per potersi permettere le medicine che le servono per controllare i suoi poteri elettromagnetici, Mirror Master è chiuso in un istituto per curare la sua dipendenza dagli stupefacenti. Heatwave è l'unico che sembra non aver abbandonato le vecchie abitudine anche se ora lavora su commissione per guadagnarsi da vivere.
L'ennessima vessazione da parte della polizia convince quindi Snart a ricostruire la sua pistola dello Zero Assoluto e rimettere insieme i nemici per un ultimo grande colpo. Convincere prima di tutto sua sorella, la stratega Golden Glider, non sarà facile ma la prospettiva di un futuro lontano dalle frustrazioni di una vita "normale" e soprattutto il brivido dell'azione convincono i Nemici ad imbarcarsi in una audace rapina: introdursi a Gorilla City e trafugare le sue riserve auree. Sotto la guida di Gorilla Grodd infatti la città ha prosperato oltre ogni immaginazione.
Dopo essere riusciti ad infiltrarsi nella città, penetrare nella banca non sarà così semplice come prospettato da Snart. Tuttavia Cold darà fondo a tutta la sua esperienza di criminale incallito e scambierà preziose informazioni con una promessa: non tutti a Gorilla City sono contenti dell'operato di Grodd. Tutto sembra filare liscio e addirittura i Nemici riescono a trafugare l'oro grazie alla pistola di Mirror Master ma è sempre bene verificare le informazioni ottenute prima di un colpo. I Nemici si ritrovano così bloccati all'interno con degli ostaggi e pronti a negoziare: ma né Cold né Grodd vogliono cedere. Lo stallo può finire in un unico modo...
Rogues - I Nemici di Flash: fra Peckinpah, Bunker, Cole e Eisner
Joshua Williamson, che tanto aveva attinto dalla fondamentale gestione firmata Mark Waid del personaggio, con Rogues - I Nemici di Flash paga dazio all'altro grande scrittore moderno del personaggio, Geoff Johns, estromettendo del tutto l'eroe in favore dei suoi villain e realizzando una storia che si pone al meglio al centro delle esigenze dell'etichetta stessa per cui è stata pubblicata e cioè a metà strada fra elseworld e racconto autoconclusivo slegato dalla continuity. È bene subito sgomberare il campo da qualsiasi fraintendimento questo non è un volume per neofiti o per un pubblico generalista non solo perché Flash di fatto non compare mai ma perché basa tutta la narrazione sulla pregressa conoscenza della caratterizzazione, o ancora meglio sull'evoluzione, che i Nemici (i Rogues in lingua originale) hanno compiuto nel corso dei decenni. Da variopinti e giocosi antagonisti figli della Silver Age, Snart e i suoi compagni sono diventati personaggi che, pur rispettando l'assunto secondo il quale i villain sono specchio dell'eroe a cui si contrappongono, hanno anche iniziato a rendere sì il crimine più "proletario" ma anche meno legato alle logiche di mera sfida con lo stesso eroe e più azione dietro cui si cela un codice morale ben preciso, seppur distorto, e più in generale legato alle storie delle persone sotto le maschere.
Williamson ha recepito e metabolizzato alla perfezione questa idea e infatti chiude la sua personale corsa con Flash con una storia che si muove sicura nei confini di una narrazione che si rifà ai grandi classici della letteratura crime ed in cui proprio il crimine non è altro che viatico di una rivalsa personale, una affermazione di sé stessi contro una mondanità oppressiva e omologante. In questo senso, lo scrittore riesce a creare empatia fra il lettore e questi criminali che escono dal ritiro per un ultimo grande colpo ma sa bene che il crimine non paga e con una serie di capovolgimenti piazzati nella seconda metà del volume degni di un romanzo di Edward Bunker, il piano di Capitan Cold e dei suoi inizia a sfaldarsi. Il ritmo della narrazione aumenta, così come la componente action, e, come in una pellicola di Sam Peckinpah non solo per la standoff attorno a cui ruota l'ultimo capitolo, la situazione precipita velocemente per un finale inaspettato per la sua brutalità e in cui la sottile linea fra "buoni" e "cattivi" diventa sempre più sfumata lasciando al lettore il compito di giudicare se la condotta dei Nemici sia davvero uan drammatica rivalsa o puro nichilismo.
Superlativa la prova di Leomacs ai disegni. Si tratta di una delle migliori prove del disegnatore romano, se non la migliore, baciata anche da una puntuale prova ai colori di Mat Lopes e Jason Wordie che azzeccano alla perfezione non solo la palette, ricca di sfumature grazie ad un uso del colore molto umorale, vedasi i toni freddi che dominano le scene con protagonista Capitan Cold o gli effetti di luci violacee dei neon di Gorilla City, ma anche la tecnica con degli acquerelli digitali puliti che danno profondità alla line art espressiva del disegnatore romano.
Proprio l'espressività è il volano della prova di Leomacs votata ad un realismo che recupera la lezione di maestri assoluti come Jack Cole e soprattutto Will Eisner. Dal primo Leomacs riprende la plasticità delle figure e l'utilizzo delle onomatopee come parti attive dei layout. Del grande maestro Will Eisner invece si recupera l'attenzione alle fisionomie e la marcata e vibrante gestualità dei personaggi. Il tutto trova compimento in tavole dinamiche, ricchissime di dettagli ma mai appensatite da uno sterile fotorealismo moderno. Leomacs sfrutta tutto lo spazio a sua disposizione alternando una classica impostazione italiana, con schema 2 riquadri in 3 file che dà un ritmo costante alla leggibilità, a soluzioni più dinamiche con tagli irregolari e obliqui nelle sequenze d'azione fino a soluzioni con vignette centrali a mezza pagina, figure sbordate e splash dal grande impatto. In questo frangente è evidente come il disegnatore abbiamo avuto più "margine di manovra" rispetto rispetto al classico comicbook supereroistico di cui però ha ripreso inevitabile le parti più spettacolari ma anche alcune meno gettonate nella produzione attuale.
Il volume
Panini DC Italia propone Rogues - I Nemici di Flash in volume cartonato con sovraccoperta formato 21.6x27.7 cm, quello cioè leggermente più quadrato tipico delle proposte dell'etichetta DC Black Label. Dal punto di vista carto-tecnico l'edizione è una delle migliori prodotte in questo formato dall'editore modenese sia per la cura (vedasi le alette della sovraccoperta) che per la resa stessa, ottimi in tal senso sia la scelta della carta, patinata ma non eccessivamente lucida, che rilegatura e rifilatura delle pagine che permettono una lettura agevole e non sacrificano le matite di Leomacs.
Anche dal punto di vista editoriale questo volume si candida ad uno dei migliori prodotti: l'adattamento e la traduzione sono impeccabili. Tenendo presente il lessico non propriamente semplice e le molte espressioni idiomatiche, il lavoro di adattamento è davvero encomiabile così come il lettering è ben bilanciato, c'è solo un piccolo refuso in oltre 200 pagine. Asciutto ed essenziale invece il contributo redazionale dell'editor italiano che però non si può non applaudire per le citazioni cinematografiche con cui presenta il testo così come la sinossi in quarta di copertina. Unico appunto da fare è legato agli extra: oltre all'immancabile galleria di copertine variant infatti, il volume non presenta extra di sorta.