Rick & Morty S03 - Il capovolgimento dell'eroe classico

La terza stagione della serie animata più amata degli ultimi anni giunge finalmente in Italia grazie a Netflix. Le avventure dello scienziato folle e del suo imbranato nipote raggiungono un punto di svolta che dà un'identità più netta al folle show.

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a cura di Andrea Balena

Avreste mai detto che uno degli show più seguiti dai giovani sarebbe stato con uno scienziato pazzo e super alcolizzato, il suo scriteriato nipote adolescente e tanta violenza animata? Che ci crediate o meno, Rick e Morty ha da poco conquistato il podio la serie più seguita nella fascia inferiore ai 35 anni, ossia dai cosiddetti "millenials". Ma come ha fatto lo show animato di Adult Swim a ritagliarsi un fandom così selettivo? Questa terza stagione, sin dal primo episodio, mostra per filo e per segno tutti i motivi del successo e l'amore per quel pazzoide di Rick Sanchez.

La terza stagione era molto attesa a causa del cliffhanger che chiudeva la seconda: per salvare la sua famiglia da sé stesso, Rick si consegna volontariamente nelle mani della Federazione Intergalattica, venendo rinchiuso in una prigione di massima sicurezza, ed è ancora lì che lo ritroviamo nella premiere. Ma come ormai ben sappiamo, Rick ha sempre un piano che culmina in un massacro. L'evasione è scontata, ma la sua vendetta è a dir poco brutale. Non esitiamo a definire questa puntata una delle migliori della serie, in grado di cambiarne radicalmente la mitologia e allo stesso tempo di definire una volta per tutte la figura dello schizzato protagonista.

rick and morty season 3

Rick Sanchez è un pazzo, su questo non ci sono dubbi. Ma è anche la raffigurazione dell'antieroe più efficace e complessa mai apparsa ultimamente in televisione. I creatori Dan Harmon e Justin Roiland - quest'ultimo è anche la voce originale del personaggio - riescono a parodiare efficacemente ogni tropo conosciuto della narrativa moderna. A partire dal suo finto racconto delle origini fino alla sua "eroica" dichiarazione di riportare in commercio la salsa Szechuan di Mc Donald's, gli sceneggiatori hanno messo in cantiere una decostruzione sistematica della figura dell'eroe classico per trasformarlo in un perfetto egocentrico pazzoide senza autocontrollo.

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La stagione orbita intorno all'idea più o meno esplicita che Rick sia talmente intelligente da rappresentare l'essere vivente più vicino a una divinità, come lui stesso, accecato dalla rabbia, arriva a definirsi. Nel personaggio o in qualche suo alter ego momentaneo si concentrano spesso simultaneamente le figure di eroe, cattivo e demiurgo della vicenda, oscurando così chiunque provi a intralciarlo.

Rick and Morty Season 3 trailer

L'unico in grado di contrastarlo caratterialmente è forse lo stesso timido Morty, che dopo le innumerevoli disavventure passate con il nonno ha capito su quali punti fare leva per influenzarlo. In questa stagione è più risoluto e subisce meno le scelte del parente, forse perché sta trovando finalmente la sua strada. Nel momento in cui la sua famiglia va a rotoli dopo il divorzio dei genitori - causato direttamente dalla condotta sconsiderata di Rick - il timido ragazzino si propone come l'unica speranza per tenerla unita.

Lo show conserva molta della sua natura d'intrattenimento sboccato e senza limiti, ma rispetto al passato si nota che il freno sia stato qualche volta tirato per dare spazio all'approfondimento dei suoi personaggi. Non è assolutamente un difetto, anzi ne ha guadagnato la profondità narrativa che serviva a definire meglio il quadro generale. L'intrattenimento è comunque presente in quantità industriali, per far felice il pubblico in cerca di tanta cattiveria visiva.

Dopo lo scossone iniziale la trama orizzontale non fa molti passi in avanti se non grazie all'episodio filler (non legato alla narrazione principale) The Ricklantis Mixup, dove assistiamo a tante mini-storie nella città popolata dalle varie versioni dei due protagonisti, che confluiscono in una grande rivelazione finale e in un ritorno a lungo atteso dai fan.

Cetriolo Rick

Da segnalare inoltre il buon lavoro di doppiaggio italiano della serie, che seppur non raggiunga qualitativamente i livelli di follia della versione originale - basti sapere che Roiland in un episodio ha doppiato il protagonista dopo aver bevuto in sala registrazione - si lascia ascoltare con piacere e senza tradire i riferimenti e i giochi di parole. Christian Iansante nei panni di Rick funziona egregiamente, risparmiandoci però qualche rutto.

Se avete pazientemente aspettato il rilascio ufficiale su Netflix, gioite allora: la terza stagione è quello che stavate aspettando. Non raggiungerà i livelli di follia del passato, ma definisce in modo netto e chiaro la natura dei suoi personaggi e il loro passaggio verso una scrittura più matura.


Tom's Consiglia

I fan più sfegatati dello show apprezzeranno l'idea di portarsi in giro un piccolo Mr. MiGuardi come portachiavi, sempre pronto ad aiutarvi.

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