Se siete alla ricerca di una serie particolare, giovane e che affronta tematiche mai rappresentate finora in una serie tv, è in arrivo per voi Reservation Dogs, una commedia dai toni un po’ agrodolci, disponibile in Italia su Disney+ come Star Original dal 13 ottobre.
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Annunciata nel 2019 da Taika Waititi, che ricorderete sicuramente in Thor: Ragnarok e Jojo Rabbit come attore e regista e distribuita inizialmente tramite FX e Hulu in esclusiva negli Stati Uniti a partire dal 9 agosto 2021, Reservation Dogs è stata scritta dal sopracitato Waititi, affiancando il regista nativo americano Sterlin Harjo (i due sono anche produttori esecutivi e registi). Ci siamo, quindi, trovati di fronte a un prodotto senza filtri, scritto e interpretato da nativi americani e, avendo avuto il piacere di gustarla in anteprima, ve ne parliamo in questa recensione.
Reservation Dogs: una commedia agrodolce
La storia che ci viene presentata in Reservation Dogs è una commedia dai toni drammatici: una crime-comedy nella quale quattro giovani adolescenti si ritrovano a dover affrontare la perdita del quinto membro della loro gang e per superare la devastazione emotiva causata dalla morte del loro amico, decidono di portare avanti il suo sogno.
I protagonisti di Reservation Dogs (interpretati da D'Pharaoh Woon-A-Tai, Deverey Jacobs, Paulina Alexis e Lane Factor) si ritroveranno in un contesto gangster dal sapore nativo americano, dovranno affrontare altre gang createsi all’interno della riserva in Oklahoma, nella quale vivono, e impareranno ad affrontare il mondo e le difficoltà della vita in una riserva nativo americana con tutte le loro forze, commettendo qualche crimine ma, allo stesso tempo, prendendosi cura dei loro concittadini e delle proprie origini e tradizioni culturali nativo americane.
Con la presenza costante di personaggi secondari d’impatto, Reservation Dogs risulta una serie godibile e leggera, seppur tratti tematiche non facili e che raramente vengono affrontate in contesti giovani e moderni come quelli che ci vengono presentati in questa serie. Ogni singolo evento viene narrato in modo chiaro con un continuo arricchimento del background, che rende chiare allo spettatore le problematiche legate a ogni singolo protagonista, dandogli modo di affezionarsi ai personaggi già dai primi episodi.
Sul lato interpretativo, gli attori protagonisti di Reservation Dogs, sebbene molto giovani, rendono alla perfezione il senso di unità e di “gruppo”, come se il cast si conoscesse da una vita intera, si percepisce in modo quasi palpabile l’affiatamento tra gli attori, caratteristica che fa sicuramente guadagnare punti alla resa finale della serie.
“Garanzia Waititi”
Già dal primo episodio di Reservation Dogs ci troviamo di fronte a un prodotto che porta i segni evidenti dello zampino di Taika Waititi: il tono leggero della serie si contrappone alla perfezione alle tematiche pesanti, come possono essere le tradizioni di un popolo “messo da parte”, la protezione del proprio territorio e le difficoltà di vivere l’adolescenza in un contesto già di per sé molto adulto, fatto di gang, droga e pestaggi da strada.
Dialoghi e linguaggio molto crudi, sporchi e “sboccati”, invece, catapultano lo spettatore nella modernità, non facendo mancare, però, la cura dei dettagli nei vari botta e risposta tra i personaggi. Molto carina e d’impatto anche la trovata dell’utilizzo del gergo sia nei dialoghi per tutta la durata della serie, che nei titoli dei primi due episodi, forse per anticipare allo spettatore i toni crudi di Reservation Dogs.
Il ritmo della serie è ben scandito e scorrevole grazie al montaggio delle sequenze; ogni episodio, infatti, presenta netti cambi di scena che riportano l’attenzione dello spettatore sui singoli personaggi e ciò che accade loro. Molto particolari anche le scene con i flashback relativi ai ricordi del passato che, seppur presentino momenti a tratti drammatici, vengono raccontati con una tale leggerezza da essere quasi divertenti. Non ironicamente, infatti, Reservation Dogs si tratta di una serie comica e drammatica allo stesso tempo, una contrapposizione di emozioni ben amalgamate che risultano piacevoli e godibili.
Buona anche la fotografia e la scenografia: entrambe fanno immedesimare nel contesto di modernità mescolato alle antiche tradizioni dei nativi americani, fulcro di tutta la serie. Tecnicamente, ci troviamo davanti a una serie ben costruita e che presenta tematiche che, ad oggi, non erano ancora state affrontate in chiave moderna, soprattutto nello scenario televisivo degli ultimi decenni.
Indiani d’America, gang e modernità
Modernità e originalità: è questo il fulcro alla base di Reservation Dogs. Geniale l’idea di rappresentare una comunità che, per quanto affascinante e storica, non viene quasi mai affrontata nei prodotti di recente produzione. La serie, infatti, mette sotto i riflettori la vita nelle riserve abitate dai nativi americani: luoghi abbandonati dal benessere sociale, dove la colonizzazione e i suoi effetti più deleteri si contrappongono con il mantenimento delle tradizioni culturali degli indiani d’America.
La modernità presente in Reservation Dogs, oltre che dal gergo dei dialoghi, risalta in maniera plateale quando si affrontano le questioni relative al territorio: gang che affrontano altre gang per prevalere sui territori, atteggiamenti da gangsters, pestaggi e linguaggio crudo e senza mezzi termini offrono allo spettatore un’ immersione in un mondo attuale nel quale, però, sono ben saldi i concetti di appartenenza a una razza ben specifica. Anche le colonne sonore dei singoli episodi aiutano a contestualizzare il periodo storico in cui si svolgono gli eventi: musica rap e testi crudi simboleggiano e accentuano l’atmosfera “da strada” che Reservation Dogs vuole trasmettere.
Conclusioni
Per concludere, Reservation Dogs offre ottimi momenti di intrattenimento, ma anche numerosi spunti di riflessione su tematiche che si riconducono a problematiche di forte attualità. Se siete curiosi, quindi, di scoprire questa nuova e originale serie, non vi resta che accedere a Disney Plus dal 13 ottobre per immergervi in questa atmosfera nativo americana in chiave moderna e giovane.