Nell’universo di Lupo Solitario
Le cronache di Oberon hanno luogo nello stesso continente fantastico di quelle di Lupo Solitario, nome che per molti - e soprattutto in Italia - è quasi sinonimo di librogame. Si tratta di una collana sicuramente pensata per gli appassionati delle avventure del Cavaliere Kai, ma che adotta delle precise accortezze per garantire che un anche lettore occasionale ne rimanga assolutamente soddisfatto.
Il nome "Oberon" è, tra l'altro, un adattamento interamente italiano: un omaggio all’opera Shakespeariana Sogno di una Notte di Mezza Estate, in cui questo è il nome del Re delle Fate. Il nome è stato scelto nel primo adattamento della saga in italiano del 1986 ad opera di Edizioni EL nella collana Librogame ed è andato a sostituire l’originale, GreyStar, che si riteneva fosse poco adatto ad un giovane che avesse deciso di comprare in quegli anni il volume da un edicolante.
La scelta è stata particolarmente felice ed apprezzata anche dallo stesso autore, Joe Dever, che ha dato la sua approvazione per riutilizzare l’adattamento per una nuova Edizione Deluxe nel 2016 ad opera di Vincent Books Edizioni ed attualmente in commercio - nonché l’edizione su cui si basa questa recensione.
I trent'anni che intercorrono tra le due edizioni sono un tempo che permettono di connettere una generazione di padri ai figli e consentono a questa nuova edizione di non limitarsi al solo mercato dei nostalgici, ma di entrare a giusta ragione in quello dei giovani appassionati di lettura fantastica.
Un orfano allevato dalla Magia
Oberon è un orfano, portato dalla corrente a seguito di un naufragio sulle rive di un’isola celata dalla magia ed abitata da un popolo dimenticato, gli Shianti. Allevato come uno di loro, è ora diventato un agente nella più sacra delle missioni: sconfiggere il Re Stregone di Shandaki. Gli Shianti sono infatti convinti che solo sconfiggendo questo dittatore l’uomo potrà tornare ad avere il suo libero arbitrio, ma sono obbligati a non intervenire direttamente in virtù di un patto stretto con la loro Dea, Ishir, entità che dona loro il potere della magia.
Per Oberon l’avventura nelle terre dell’impero umano di Shadakin è un viaggio di scoperta degli usi e costumi di un popolo che è suo per sangue, ma che non conosce. Il lettore potrà fare propria questa sensazione, dal momento che il popolo Shadakin osserva parecchie strane usanze non sempre usuali e certe volte il buonsenso potrebbe tradirvi. In questo primo volume la sensazione di straniamento non è risparmiata nemmeno ai lettori seriali di Lupo Solitario, dal momento che le avventure del Cavaliere Kai si ambientano usualmente in un altro continente, più settentrionale.
Nella creazione del personaggio ci troveremo per la prima volta di fronte alla Tabella del Destino, un classico che appare in tutte le serie di librigioco firmate Joe Dever. Si tratta di una pagina in fondo al volume composta da numeri da 0 a 9 che devono essere sorteggiati chiudendo gli occhi e puntando la matita a caso sul foglio. Pur rappresentando, in teoria, le stesse probabilità di risultati che ha un lancio di un dado da 10 facce, la Tabella del Destino permette di maturare una certa “abilità mnemonica” nell'azzeccare i numeri più alti cercando di mimare i movimenti precedentemente praticati ad occhi aperti: il lettore si troverà, insomma, con risultati abbastanza diversi dal tiro del dado e spesso “influenzati”, consciamente o inconsciamente, dalle sue speranze in merito al risultato.
Si dovrà poi scegliere cinque tra i sette Poteri Magici disponibili. Si tratta di specializzazioni magiche delle quali ci si potrà avvalere nel corso della avventura per affrontare in modo più efficiente certe situazioni o rendere disponibili nuovi bivi da poter scegliere.
L’elemento cardine dell'equipaggiamento di Oberon è costituito dall’Asta Magica, un bastone magico con cui si potrà incanalare il potere della magia ed utilizzalo in battaglia. Senza di essa, Oberon risulterà essere un combattente molto inferiore e vi converrà cercare di evitare ogni scontro nel caso non sia possibile attingere al suo potere. Usarla costerà un punto Volontà, ma si potrà spenderne altri per moltiplicare il danno che sarà inflitto al nemico di turno. Questa peculiarità di Oberon permetterà al lettore di fare delle scelte tattiche molto vantaggiose e sbarazzarsi velocemente di quasi ogni nemico a patto che si abbia abbastanza Volontà da investire e il risultato sulla Tabella del Destino per quel turno di combattimento risulti favorevole. Sarà però necessario trattenersi dallo spazzare via qualsiasi nemico con un’ondata di magia Shianti grezza: anche Oberon, come ogni mago del fantasy classico, dovrà infatti dosare le proprie forze a meno di non ritrovarsi sfiancato alla mercé degli eventi.
Alla ricerca della Pietra della Luna
Oberon abbandona l’isola degli Shianti per intraprendere la ricerca della Pietra della Luna, e non sarà un’impresa da poco. Si tratta infatti di una conoscenza antica e dimenticata, tant’è che il primo volume è unicamente dedicato alla ricerca dei Kundi, una tribù “primitiva e magica” che è l’unica a poterlo condurre sulla strada della Pietra, ma è anch’essa antica e dimenticata dagli uomini.
Il primo volume di Oberon è più che mai un romanzo di formazione. Abbiamo un eroe giovane ed ingenuo che dovrà imparare a trattare con i secondi fini del prossimo nel peggiore dei modi. Tutto il volume è costellato da scelte difficili che porteranno il protagonista a dubitare continuamente delle sue credenze, dei suoi principi e delle sue amicizie. La struttura a bivi del volume spingerà il lettore dolcemente lungo questa epopea dandogli l’effettiva sensazione di aver preso parte, con le sue decisioni, ai successi ed ai fallimenti di Oberon - e di fallimenti, la crescita del nostro giovane mago, ne richiederà parecchi.
L’Edizione Deluxe Vincent Books
Rispetto alla prima edizione (EL 1986), quella del 2016 di Vincent Books è davvero imponente. I 350 paragrafi del librogioco sono raccolti in un hardcover con sovracopertina. L’interno del libro è in bianco e nero stampato su carta porosa e ruvida, perfetta per far risaltare le illustrazioni originali in bianco e nero dell’edizione inglese.
La sovracopertina in sé è un oggetto da collezione. Il fronte presenta infatti una magnifica illustrazione di Alberto dal Lago, mentre l’interno ha stampata una mappa a colori del Continente dell’Impero Shadakin disegnata da Francesco Mattioli, artista dietro a tutti i lavori di map-making dell’universo di Lupo Solitario.
L’edizione ha anche un “Tallone d’Achille” dal momento che la stampa manca di una parte della scheda, il Registro di Combattimento. L’editore è prontamente corso ai ripari mettendo a disposizione il formato digitale di tutte le pagine della scheda del personaggio in modo che ogni giocatore possa comodamente stamparselo per giocare la propria avventura.
Personalmente, devo ammettere che questo difetto, benché oggettivo, l’ho scoperto solo quando ho ripreso in mano il volume per rigiocarlo in vista di questa recensione: sono solito infatti ricreare la scheda su un foglio di carta che poi uso come segnalibro, metodo che mi sento di consigliare a tutti in quanto molto pratico soprattutto se, come me, non giocate sempre nello stesso posto.