Ant-Man, uscito nelle sale italiane il 12 agosto, va a chiudere la fase due del Marvel Cinematic Universe. È diretto da Peyton Reed che ha sostituito Edgar Wright dopo che quest'ultimo ha lasciato la regia per divergenze creative con la produzione ma rimane comunque accreditato per soggetto e sceneggiatura.
L'uomo in grado di variare le proprie dimensioni offre da sempre opportunità interessanti per quanto riguarda gli effetti speciali, come già accadeva nel capolavoro della fantascienza anni '50 Radiazioni BX: distruzione uomo. Ant-Man riesce egregiamente a modernizzare l'idea sfruttando le nuove tecnologie.
Tirando le somme di questi ultimi anni possiamo ritenerci soddisfatti della fase due della Marvel cinematografica. Il livello si sta alzando sempre di più e lo si percepisce anche dai nomi che vengono coinvolti nei vari progetti: ci riferiamo a registi che sanno il fatto loro come James Gunn per Guardiani della Galassia o in questo caso Edgar Wright, che ricordiamo per aver diretto l'ottimo L'alba dei morti dementi. Wright è uno che di commedie se ne intende ed anche se non ha firmato la regia, il suo zampino è più che visibile nella sceneggiatura: l'umorismo è uno dei punti forti di Ant-Man, mai forzato e sempre ben calibrato; il cast fa un ottimo lavoro sotto questo aspetto, specialmente il trio di scalmanati aiutanti di Scott Lang che rappresenta la parte più irriverente della pellicola.
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La forte ironia di questo film è veicolata anche dalla relatività degli eventi: le scene d'azione giocano spesso su rapidi cambi di prospettiva, da ciò che succede nel macro a ciò che succede nel micro. È così che un treno in corsa perde immediatamente la propria drammaticità tornando ad essere solo un trenino di legno. Questo espediente è usato con maestria per esprimere un concetto: grande o piccolo, vicino o lontano, tutto è una questione di punti di vista.
L'unica cosa di questo Ant-Man che può far storcere il naso è la banalità dei rapporti tra i personaggi: i conflitti tra mentore e allievo o quelli tra genitori e figli, a cui si aggiunge la timida sottotrama amorosa sono trattati in maniera un po' superficiale in perfetto stile Marvel; ma sono anche dei compromessi accettabili che non rovinano l'ottimo risultato finale.
In definitiva possiamo dire che Marvel chiude in bellezza la fase due del suo universo cinematografico e speriamo di vedere al più presto il nostro eroe in miniatura al fianco dei suoi compagni nei film che arriveranno nei prossimi mesi e anni.
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