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Primordial, recensione: il primo contatto secondo Lemire e Sorrentino

In Primordial, Jeff Lemire e Andrea Sorrentino riscrivono la storia dell'esplorazione spaziale dal punto di vista degli animali.

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Primordial, Jeff Lemire e Andrea Sorrentino riscrivono la storia dell'esplorazione spaziale

Lo spazio, ci insegna da decenni Star Trek, è l’ultima frontiera. Oggi siamo abituati ad emozionarci per il nuovo lancio di un vettore o ci lasciamo sedurre da annunci che promettono di colonizzare mondi vicini nell’arco di pochi anni, siamo così affascinati dalle prospettive future che dimentichiamo i primi, timidi passi fatti per allontanarci dal nostro pianeta. Un periodo pioneristico che, a partire dal secondo dopoguerra, è stato sinonimo di rivalità tra le due grandi superpotenze, U.S.A. e U.R.S.S., che non hanno esitato a spingersi al limite pur di battere i rivali per potersi vantare di aver conquistato lo spazio. Un gioco a due che viene associato a nomi come Yuri Gagarin o Neil Armstrong, ma che difficilmente coinvolge altri nomi importanti, come Able, Baker e Laika. A questi eroi dimenticati dell’avventura spaziale è dedicato Primordial, fumetto pubblicato da Image Comics realizzato dal duo autoriale composto da Jeff Lemire e Andrea Sorrentino, che in Italia possiamo leggere grazie a BAO Publishing.

Lemire ci ha abituati ad affrontare le storie con un piglio unico, scegliendo punti di vista estremamente personali e affidando la propria narrativa a personaggi unici. Che si tratti di riscrivere il genere supereroico con Black Hammer o offrire un racconto che misceli con incredibile equilibrio fantascienza e fantasy con il suo Descender/Ascender, Lemire ha un modo intimo di ritrarre l’emotività dei suoi personaggi, rendendoli vivi e appassionanti. Se questa sua dote autoriale viene messa nelle mani del nostro Andrea Sorrentino, è facile intuire come la combinazione tra questi due estri artistici non possa che garantirci una lettura di altissimo livello, come dimostrato da Gideon Falls.

Primordial, Jeff Lemire e Andrea Sorrentino riscrivono la storia dell'esplorazione spaziale

Facile dunque comprendere come Image Comics abbia dato fiducia a questo duo autoriale, realizzando Primordial, che sul mercato americano è arrivato prima come miniserie in sei numeri, venendo poi raccolta in volume, ossia nello stesso formato adottato da BAO Publishing per il mercato nostrano. La bellezza di Primordial risiede nella perfetta calibratura di Lemire nel gestire la sempre complessa dinamica del racconto distopico, ossia nell’alterazione di verità storiche che consentano di creare una realtà diversa da quella ‘ufficiale’, ma che mantenga comunque una familiarità al contesto storico. Non poteva essere altrimenti, considerato che con Primordial vengono riscritti gli albori dell’esplorazione spaziale, dando ai primi passi tra le stelle dell’uomo un senso completamente nuovo.

Prima che Gagarin divenisse il primo uomo nello spazio, la cagnolina Laika fu il primo esser vivente a lasciare il nostro pianeta a bordo di una capsula sovietica, un primato a cui l’America rispose inviando in orbita Able e Baker, due primati che divennero delle vere e proprie celebrità. Quello che per l’epoca sembrava una prassi inevitabile, per Lemire diventa uno spunto narrativo su cui andare a costruire un racconto ricco di sfaccettature, creando una realtà distopica in cui gli eventi storici vengono rivisti per realizzare una storia in cui queste tre creature divengano un transfer emotivo per i lettori.

1961.Il programma spaziale americano non è più una priorità, in seguito al fallimento del lancio in orbita di due primati, Able e Baker. L’esplosione della capsula che li portava in orbita, infatti, viene considerato un fiasco di proporzioni immani, al punto che viene avviato il progetto Pen Cap, ovvero la raccolta di ogni informazione potenzialmente utile per eventuali impieghi bellici prima di chiudere definitivamente queste inutili avventure spaziali. Incaricato di svolgere queste ricerche è il dottor Donald Pembrook, matematico che sperava di partecipare alle missioni Apollo e si ritrova invece con il gravoso compito di scrivere la parola fine alle velleità cosmiche americane. Durante la sua ricerca di informazioni vitali, Pembrook scopre però un’anomalia: la telemetria della missione di Able e Baker mostra che i segni vitali dei due primati sono stati ricevuti anche diversi minuti la presunta esplosione della loro capsula.

Da questo dettaglio, Pembrook inizia una pericolosa ricerca sulla verità delle sorti delle due scimmie, scavando nei segreti del progetto spaziale americano e arrivando a condividere con la scienziata russa Yelena Nostrovich un’incredibile convinzione: i due primati sono stati presi da una qualche entità aliena. La stessa che avrebbe rapito anche Laika, la cagnolina lanciata dai russi a cui Yelena era particolarmente affezionata. Per i due scienziati questa convinzione si traduce in una missione di salvataggio per riportare a case questi animali dispersi nello spazio.

Il mondo in cui viene ambientato Primordial presenta alcune essenziali differenze rispetto alla storia ufficiale, come detto, elemento essenziale per costruire un contesto sociale che motivi parte delle scelte e delle vicende viste nella storia. Nell’America immaginata da Lemire le elezioni presidenziali del 1960 hanno visto la sconfitta del candidato democratico John Fitzgerald Kennedy in favore del repubblicano Richard Nixon, contribuendo a mantenere un clima di tensione sociale che viene delineato nella scortese accoglienza di Pembrook alla N.A.S.A., in quanto uomo di colore. Allo stesso modo la chiusura del programma spaziale di entrambe le superpotenze motiva l’apparente clima di sfiducia all’interno della comunità scientifica, elemento che consente di mettere facilmente in relazione le sensibilità di Pembrook e della collega sovietica Nostrovich.

Questa meccanica di stravolgimento della realtà consente di modificare anche l’esito del viaggio degli sfortunati cosmonauti animali, visto che Able e Baker fecero tranquillamente ritorno dalla loro missione nel 1959. L’idea alla base di Primordial, invece, mira a creare una situazione in cui la sparizione delle bestiole non sia solamente un dolore per le persone che si erano loro affezionate, ma assume il ruolo di primo contatto tra la Terra e un’intelligenza aliena. Una forma di vita che accoglie questi naufraghi cosmici, creando una famiglia capace di comunicare grazie a un vocabolario semplice, frutto di un intervento dell’entità cosmica che dona loro capacità mentali superiori.

Con questo escamotage, Lemire trova il modo di toccare le corde emotive dei lettori. La semplicità dei dialoghi di Laika, Able e Baker ha una potenza devastante, nel suo ermetismo contiene tutta l’emotività di una famiglia che cerca di tornare a casa, affrontando disperazione e speranza, cedendo allo sconforto e mostrando una sorta di regressione quando la vita sembra accanirsi contro di loro. La dialettica di Lemire crea un’architettura narrativa emozionante, persino straziante in alcuni punti, colpendo duramente il lettore, grazie a una scrittura che punta più a valorizzare l’aspetto intimo dei tre cosmonauti che non la linea narrativa da spy story degli scienziati.

Protagonisti per una storia travolgente

Una visione della storia lucida, che consente a Lemire di entrare in tematiche tutt’altro che banali, come la sperimentazione animale, dedicando spazio alla vita delle tre cavie prima della loro avventura spaziale. Non solamente esperimenti al limite dell’immoralità, ma anche gesti di affetto e di umanità che motivano, nonostante tutto, la volontà di ritornare a casa. un intento che vede in Laika, memore dell’amore di Yelena, una motivazione più che valida, ma che spaventa Able, ancora traumatizzato dai brutali esperimenti subiti. Due esperienze diverse, ma che trovano una sintesi emozionante in una delle tavole più coinvolgenti di Andrea Sorrentino.

Questa ricchezza narrativa, infatti, viene interpretata in maniera sontuosa da Sorrentino, che nuovamente si mostra capace di passare da un’impostazione visiva studiata per enfatizzare un racconto tradizionale, come nel caso delle vicende dei due scienziati, a un racconto grafico più lisergico, dove la scomposizione e la libertà prospettica trovano un utilizzo particolarmente sagace. Se la perfetta interpretazione emotiva dei personaggi umani non stupisce, data la ben nota abilità del designatore italiano, dove Sorrentino risulta ancor più ammirevole è nel ritratto emotivo dei protagonisti animali, che echeggiano pose ed espressioni di una sensibilità incredibile. La sofferenza di Able e l’ottimismo di Laika si leggono sui loro volti, nelle mimiche corporee che, specie per Laika, sono incredibilmente veritiere. Primordial giova enormemente della presenza di Sorrentino come disegnatore, il cui lavoro viene ulteriormente impreziosito da Dave Stewart ai colori, capace di creare una cromia dai toni scuri e acidi per la componente umana, a ribadirne la grevità emotiva, e dando invece ai tre animali un modo luminoso.

BAO Publishing presenta Primordial in un volume cartonato di ottima fattura, non limitandosi a curare l’edizione italiano del lavoro di Lemire e Sorrentino scegliendo una carta che premi l’impianto visivo del fumetto, ma anche inserendo un comparto di extra in cui sono presenti, oltre a una ricca cover gallery, anche delle stupende versioni in bianco e nero di alcune delle tavole più emozionanti di Sorrentino.

Primordial è un’opera che non si presenta come un semplice racconto distopico sull’esplorazione spaziale, ma affonda la sua essenza nella sensibilità del lettore, ponendo sottilmente quesiti etici, tramite un accorto uso di dialoghi semplici ma d’effetto e un impianto visivo in cui l’emozione è sempre presente. Una lettura intensa, a tratti struggente, ma che nonostante elementi cupi lascia infine al lettore una sensazione di speranza, racchiusa in un abbraccio a lungo atteso.

Voto Recensione di Primordial



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Storia distopica ben ideata

  • - Lemire coglie al meglio il tono emotivo della storia

  • - Sorrentino disegna tavole meravigliose

  • - Cura editoriale ottima

Contro

  • - Non pervenuti

Commento

Primordial è un’opera che non si presenta come un semplice racconto distopico sull’esplorazione spaziale, ma affonda la sua essenza nella sensibilità del lettore, ponendo sottilmente quesiti etici, tramite un accorto uso di dialoghi semplici ma d’effetto e un impianto visivo in cui l’emozione è sempre presente. Una lettura intensa, a tratti struggente, ma che nonostante elementi cupi lascia infine al lettore una sensazione di speranza, racchiusa in un abbraccio a lungo atteso.

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