Prey ci mostrerà un Predator primordiale

Il regista di Prey promette la presenza di un Predator primordiale

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a cura di Manuel Enrico

Dopo una lunga assenza dal mondo dell’entertainment, gli Yautja, i letali cacciatori alieni resi celebri da Predator, sono pronti a rimettersi in gioco. Piagati da una tutt’altro che rosea carriera cinematografica, questi pericolosi alieni saranno a breve protagonisti di Prey, film direct-to-stream che verrà presentato su Disney+ dal prossimo 5 agosto. Un ritorno a lungo atteso e, in un certo senso, temuto dai fan della saga, che sperano sempre di potere vedere una degna rappresentazione dei Predator. Speranza che in queste ore viene alimentata dal regista del nuovo capitolo del franchise, Dan Trachtenberg, che promette un Predator più primordiale rispetto alle precedenti pellicole.

Il regista di Prey promette la presenza di un Predator primordiale

Prey, lo ricordiamo, è un prequel di Predator, essendo ambientato 300 anni prima del film capostipite del franchise, portando lo spettatore nei Grandi Piani americani, dove una tribù indiana si ritrova a dover affrontare la minaccia di un misterioso essere dalla violenza inaudita, che, ovviamente, è il nostro Predator. Se inizialmente si era spaventati che questo salto indietro nel tempo potesse creare un’evidente disparità tra un predatore dotato di strumenti tecnologicamente avanzati e una tribù indiana, l’intenzione di Trachtenberg è stata quella di eliminare questo squilibrio, presentando uno Yautja più primordiale.

“Raccontare una storia ambientata 300 anni nel passato è elettrizzante, ma è anche impegnativo sviluppare una creatura che possa risultare al contempo più datata, ma anche molto più avanzata. Volevo che venisse percepita come una creatura aliena in modo più evidente rispetto al passato, molto più ferina, feroce, primordiale, ma meno armata. Quindi tutta la sua supremazia tecnologica doveva emergere dal suo arsenale, dalle sue armi”

Durante la sua intervista con Polygon, Trachtenberg ha insistito molto sul fatto che Prey offra una visione diversa dello scontro tra umani e Predator, andando oltre una semplice supremazia tecnologica per lasciare spazio alla spirito venatorio tipico del franchise, mettendo due diverse tradizioni di caccia a confronto, imbastendo una storia che si fondi maggiormente su questo confronto:

“Voleva rivoluzionare la saga, di modo che fosse una visione nuova, un nuovo brivido, anche per i fan irriducibili del franchise. Credo che abbiamo trovato il giusto equilibrio, e abbiamo potuto contare su un incredibile team agli effetti visivi che ci ha consentito di realizzare al meglio la tuta dell’alieno, al punto che in alcune situazioni sembri realmente vivo. Al punto che in nessuna occasione sembra limitato nei movimenti, ma si ha la sempre la sensazione che si comporti esattamente come dovrebbe fare una creatura aliena”

La contrapposizione tra il cacciatore alieno e la protagonista di Prey, Naru (Amber Midthunder) si basa proprio sulla cultura tipica dei cacciatori indiani del periodo, e della loro società domestica.

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Una caratterizzazione che ha spinto 20th Century Fox a presentare il film con la possibilità di utilizzare sottotitoli e audio in Comanche, a voler ulteriormente valorizzare la radice cultura della protagonista, come spiegato dagli stessi studios:

“Naru è stata allevata all’ombra di alcuni dei più leggendari cacciatori della storia che hanno calcato i Grandi Piani; quindi, quando il pericolo minaccia la sua gente, non esita a scendere in campo per difendere il proprio popolo. LA preda che insegue, e che infine affronta, si rivela essere un alieno tecnologicamente superiore con un arsenale devastante, dando vita a una lotta spettacolare tra due avversari instancabili”

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