Il 31 Ottobre del 1961 nasceva a Pukerua Bay, in Nuova Zelanda, Peter Jackson, regista dalle multiformi visioni che ha avuto l'onore di portare sul grande schermo il capolavoro di Tolkien, Il Signore degli Anelli. Oltre ad aver dato un volto a tutti gli eroi e antagonisti del mondo della Terra di Mezzo, opera grazie alla quale il regista riesce a salire agli onori della cronaca cinematografica, Jackson si è dedicato, negli anni, alla più estrema sperimentazione in generi cinematografici molto differenti.
Per questo motivo, noi quest'oggi vogliamo celebrarlo parlando di tutti gli aspetti spesso considerati secondarie nella produzione cinematografica del grande regista neozelandese.
Peter Jackson, una vita multiforme
Nato proprio durante la notte di Halloween, Peter Jackson è stato, fin da piccolo, attratto dal genere horror. Proprio per questo, probabilmente, i film che sanciscono il suo esordio cinematografico sono di genere splatter, e a tratti demenziali, così come Fuori di Testa (Bad Taste) del 1987 e Splatters - Gli Schizzacervelli, film del 1992 con Timothy Blame. In entrambi questi film Peter Jackson riesce a rivoluzionare i dettami del genere horror classico, inventando, se così si può dire, un nuovo genere ibrido che viaggia sulla sottile linea che divide orrore e commedia demenziale.
I primi due esperimenti di Peter Jackson, soprattutto Splatters - Gli Schizzacervelli, diventano il manifesto di un nuovo modo di fare cinema estremo, storie che divertono lo spettatore ma che, al contempo, lo lasciano con una tremenda acidità di stomaco! Il film di Jackson non è facile da vedere ed è stato da molti definito come il film più estremo di tutti gli anni Novanta per il suo contenuto davvero disgustoso. Forse qualcuno di voi ricorderà la scena della "decadenza" della mamma di Lionel, Vera, quando inizia a perdere parti del corpo in quella che sembrava una succulenta minestra (posso solo dire che questo trauma non mi ha permesso di mangiare minestre per ben tre mesi, n.d.r.). Ovviamente, il film di Jackson si innalza a vero e proprio emblema del film di genere che diventa letteratura, classicità, proprio nel momento in cui viene interpretato in chiave ulteriore, toccando temi incredibilmente attuali come razzismo, religione, famiglia e sessualità in chiave volutamente dissacrante.
Dopo questa prima esperienza con un genere cinematografico quasi inesplorato, Jackson decide di dedicarsi a film molto diversi come Creature dal Cielo, film del 1994 con Melanie Lynskey e Kate Winslet, che racconta la storia d'amicizia tra due ragazze che varrà al regista il Leone D'Argento alla regia durante la cinquantunesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Il film è ispirato a una storia vera che ha visto coinvolte la scrittrice Juliet Hulme e la sua amica Pauline Parker che in gioventù furono accusate di omicidio. Dimenticando completamente le atmosfere dei primi due film, questa pellicola ispirerà il racconto di Amabili Resti, e diventa una storia incredibilmente potente nella sua semplicità e nella maniacale perfezione registica.
Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit
Il nome di Peter Jackson è indissolubilmente legato alla trasposizione cinematografica de Il Signore degli Anelli, romanzo di Tolkien che, grazie all'incredibile prova del regista neozelandese, riesce a divenire un vero e proprio oggetto di culto in tutto il mondo. La trilogia di Jackson è stata realizzata tra il 2000 e il 2003, anche se la preparazione dei lungometraggi è stata molto più articolata. Quella di Peter Jackson con LOTR è una prova incredibile che gli è valsa il primato di nomination e statuette durante gli Academy Awards di quegli anni. Un successo che ha travolto non solo il regista, ma anche tutto il cast che ha partecipato alla realizzazione della trilogia per eccellenza.
La passione di Jackson per l'opera di Tolkien non nasce, però, dalla lettura dei tre romanzi, bensì dalla visione del cartone animato del 1978 diretto da Bakshi. Solo dopo aver visto il film, il regista iniziò a leggere la trilogia narrativa. L'idea di realizzare un film ispirato al racconto tolkieniano ha quasi ossessionato Jackson tanto da spingerlo, insieme alla moglie, a scrivere la sceneggiatura del film, prima pensato in due parti, poi realizzato nella più fedele al romanzo divisione in tre. Tutti e tre i film sono stati girati contemporaneamente in ben tre anni di riprese. La tecnologia utilizzata nella realizzazione dell'opera filmica, firmata Weta Digital, si avvalse l'utilizzo di impressionanti effetti speciali, avanguardisti per i primi anni del Duemila. Il resto è storia, il film è diventato un culto ed è osannato anche dai più ortodossi ammiratori dell'opera di Tolkien.
Dopo il grande successo della trilogia di LOTR, Jackson vuole cimentarsi con altra materia tolkieniana, Lo Hobbit. Nel 2012 esce il primo capitolo della trilogia cinematografica ispirata alle vicende narrate ne Lo Hobbit, dal titolo Un Viaggio Inaspettato. A questo film seguiranno La Desolazione di Smaug (2013) e La Battaglia delle Cinque Armate (2014). Molti puristi del libro hanno rimproverato Jackson di aver voluto dilatare la narrazione originale e creare un’opera diversa da quella che in realtà era il romanzo. Ci può stare, il regista ha voluto fare qualcosa di diverso, modificare una storia che già avevamo letto e vissuto. Lo stesso Jackson sostiene questo aspetto quando dichiara di aver voluto trattare la materia tolkinieana ne Lo Hobbit non come qualcosa che avrebbe potuto raccontare il libro, ma anche come qualcosa di ulteriore, oltre la trama stessa del romanzo di Tolkien. Per questo, quindi, il regista ha preferito, anche qui, dilatare il tempo e realizzare una trilogia, opera molto criticata e che non ha sicuramente avuto il successo de Il Signore degli Anelli.
Jackson e l'arte della perfezione formale
Che Peter Jackson sia un regista molto pignolo e perfezionista è cosa risaputa. Un regista poco attento alla forma e all'innovazione tecnologica in ambito cinematografico, volta a perfezionare sempre più l'immagine digitale rendendola iperealistica, non avrebbe di certo ottenuto i risultati del regista neozelandese. Infatti, oltre ad essere un grande regista, Jackson è un profondo conoscitore delle nuove tecnologie in ambito cinematografico. Per questo motivo, già nell'ormai lontano 1993, fonda insieme a Richard Taylor e Jamie Selkirk Weta Digital, una imponente società che si occupa di effetti speciali. A oggi, Weta Digital conta la realizzazione degli effetti speciali dei film più importanti dell’ultimo ventennio. Da Il Signore degli Anelli ad Avengers: Endgame passando per Avatar e l’ottava stagione di Game of Thrones.
Ad aiutare certamente la sua ricerca di perfezione formale c'è tutto il comparto di contenuti che affronta nei suoi film. Jackson, infatti, lo si può definire come la quintessenza dell'estetica cinematografica, poiché è riuscito a creare un connubio tra perfezione formale e profondità di contenuti, insomma a far diventare "etica" anche l'estetica più rigorosa. A questo si accompagna anche un utilizzo irriverente delle parole, in Splatters - Gli Schizzacervelli, infatti, utilizza proprio un linguaggio e delle tematiche molto spinte, proprio per creare un chiaro contrasto a livello di contenuti, senza mai, ovviamente, scendere nel più becero turpiloquio, rimanendo sempre essenziale e immediato.
L'opera di Peter Jackson, se si considerano anche film come Amabili Resti e il remake di King Kong, è un'opera del tutto eterogenea, il regista passa da un registro formale all'altro in maniera del tutto naturale, riversando nei propri film tutta la polisemia tipica del cinema come mezzo di arte e comunicazione. Per questo motivo, Jackson ha dato un grande contributo all'insieme di regole che oggi determinano il successo e l'insuccesso di ogni film, poiché il suo nome sarà sempre legato alla leggenda che lo ha reso grande e indimenticabile, Il Signore degli Anelli.
Se volete un oggetto da collezione imperdibile, non potete non acquistare questa meravigliosa edizione limitata della trilogia de Lo Hobbit firmata da Peter Jackson.