Non pare essersi conclusa in modo amichevole il rapporto tra Disney e Ike Perlmutter. La recente notizia del licenziamento di Perlmutter è stata accolta con una certa curiosità dall’ambiente, considerata non solamente la lunga permanenza di Perlmutter nei piani alti di Disney, ma la sua aperta ostilità verso il Marvel Cinematic Universe. Non stupisce, dunque, che in seguito al suo licenziamento da Disney, Perlmutter abbia punto il dito contro il Marvel Cinematic Universe, considerandolo uno dei punti oscuri del futuro del brand.
Ike Perlmutter attacca Disney puntando il dito contro il Marvel Cinematic Universe: odio personale o valutazione professionale?
Non è certo un mistero che in passato questa visione di Perlmutter sia stata al centro di controversie interne. La sua malcelata antipatia verso Kevin Feige in passato è arrivata al punto di avvicinare la mente dietro al Marvel Cinematic Universe a un addio doloroso nel 2015, quando gli scarsi risultati del primo Doctor Strange vennero utilizzati da Perlmutter come arma contro Feige. Nonostante la conferma della fiducia nei confronti di Feige, Perlmutter ha proseguito a puntare il dito contro il franchise marveliano, con accuse di politically correct e di un progressivo calo della qualità.
Questi precedenti sono stati minimizzati da Disney durante la cessazione dei rapporti con Perlmutter, ma dopo un periodo di silenzio il diretto interessato ha raccontato al Wall Street Journal la sua versione dei fatti, negando in primis che si sia trattato di una cessazione pacifica, ma che è stato bruscamente licenziato, soprattutto per via della sua critica maggiora al brand: curarsi troppo del box office.
Non ho dubbi che il mio allontanamento si fondi su alcune differenze essenziali nella gestione del business tra il mio pensiero e l’attuale leadership Disney, perché io mi preoccupo del ritorno per gli investitori. Tutto quello di cui loro parlano ormai è il box office, solo box office. Io mi preoccupo dello scopo ultimo, non mi interessa quanto sia grande il risultato al box office. Solo le persone di Hollywood parlano del box office.
Stando a questa accusa, la sensazione è che Perlmutter punti il dito contro il Marvel Cinematic Universe, tra i diversi franchise nel paniere Disney, accusandolo di esser poco redditizio rispetto al suo costo. Pur riconoscendo che negli ultimi tempi il franchise stia mostrando una certa debolezza in termini di qualità e risultati, non si può ignorare il ragguardevole traguardo di aver portato nelle casse di Disney 23 miliari di dollari, attraversando anche momenti duri come la pandemia, periodo coinciso con il lancio della Fase Quattro, la parentesi più complicata del franchise.
Da un certo punto di vista, le accuse di Perlmutter possono farsi interpreti della sensazione che il budget investito in queste produzioni possa non esser proporzionale ai guadagni maturati. Considerato l’impianto visivo del Marvel Cinematic Universe, è facile comprendere come ci sia una grande richiesta in termini di risorse per portare su schermo, tanto il grande quanto il piccolo, un universo credibile e di alto profilo. Se a questo aggiungiamo che negli ultimi tempi abbiamo assistito a una sovraesposizione del franchise con il rovescio della medaglia di una qualità decisamente sotto la tradizione, le accuse di Perlmutter sembrano esser un attacco diretto al lavoro di Feige e soci.
La presenza di intense sessioni di reshootin, i costi per VFX e la messa in moto della dimensione seriale del Marvel Cinematic Universe sono stati fattori che hanno alterato il precedente rapporto tra produzione e guadagno. Le osservazioni di Perlmutter, per quanto comprensibilmente alimentate da un senso di rivalsa, non sembrano essere così errate, se ripensiamo a come negli ultimi tempi è stato annunciato un calo nella produzione di serie per Disney Plus.