Il cuore dell’America continua a catturare l’immaginazione dei narratori. Una pulsione trasversale, che irretisce autori di fumetti (da American Monster a Undiscovered Country) o sceneggiatori, che vedono in questa frontiera mai del tutto esplorata la depositaria di misteri che ancora attendono di essere svelati. È da questo spunto che prende vita la nuova serie di Amazon Prime Video, Outer Range, di cui abbiamo visto in anteprima i primi quattro episodi. In uscita il 15 aprile, Outer Range è un invito rivolto a un pubblico voglioso di cimentarsi con una storia che guarda alla nostra emotività con graffiante crudeltà, invitandoci a porci domande che spesso sono soffocate da ansie e timori.
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Non è un caso che questa nuova produzione del colosso streaming sia ambientata nel Wyoming, stato americano in cui le vaste distese consentono la convivenza di una cultura, quella degli allevatori, divisa fra tradizione e innovazione. Non è certo una novità che in seno agli States ci siano ancora comunità che vivono con ritmi e tradizioni che sembrano retaggi di un’era passata, come ci hanno dimostrato film recenti come Elegia Americana o alcuni passaggi dell’apprezzato Nomadland. Ingannati dal rutilante baillame delle metropoli incensate da serie e film, spesso dimentichiamo l’altra faccia dell’America, quella rurale e ancorata a un passato che, per sua natura, mantiene un contatto speciale con la parte più animale, più suggestionabile dell’intimo umano. Sotto questo aspetto, Outer Range raccoglie l’eredità di cult che hanno fatto di questa chiave di lettura la propria essenza, come X-Files o Twin Peaks, un concept narrativo che, pur non arrivano alle intricate dinamiche della creatura di David Lynch, ne sfiora le ansie e le inquietudini.
Outer Range: mistero e dramma nella nuova serie Prime Video
Royal Abbott (Josh Brolin) è il patriarca di una famiglia di allevatori legata alle tradizioni dei rancheros, seguendo una cultura che sembra in contrasto con i tempi moderni. Una difficoltà vissuta anche economicamente, che porta la famiglia confinante, i Tillerson, ad avanzare pretese su un appezzamento della loro tenuta. Una lite tra confinanti che incarna la rivalità storica tra le due famiglie, con gli Abbott che si ritrovano a dover vivere una traversia personale, legata a un evento tragico che sconvolge i rapporti tra le due famiglie. La morte violenta di un membro della comunità inasprisce la situazione, specialmente in una comunità ristretta come quella della cittadina in cui vivono gli Abott, con tutte le tipiche caratteristiche di piccoli centri. Una situazione sociale che costringe Royal Abbott a compiere scelte difficili per proteggere la propria famiglia e al contempo scoprire quali segreti siano nascosti dietro la misteriosa apparizione che fa la sua comparsa nel terreno della sua famiglia.
A rendere ancora più inquietante la situazione è la presenza di questa oscura cavità, perfettamente e innaturalmente circolare, che pare nascondere insidie e possibilità. L’arrivo di una giovane raminga che custodisce un segreto che la lega al patriarca degli Abbott renderà il tutto ancora più complesso, ma al contempo si rivelerà un momento di svolta per Royal.
Outer Range, per quanto abbiamo avuto modo di vedere nell’anteprima, trova una promettente sintesi tra le componente drama e la valorizzazione del tratto di misteriosa esplorazione dell’animo umano tipica di una certa tradizione narrativa. Cogliere il punto di contatto tra queste diversi suggestioni non era semplice, ma si rivela un esercizio di narrativa affascinante, capace di cogliere quelli che sono tratti di un’America poco nota rendendoli il perno su cui innescare una vicenda umana ricca di sfumature. Dare umanità ai personaggi, enfatizzando in alcuni passaggi il loro essere fuori dal tempo e rendendo drammaticamente poetico l’attaccamento alle vecchia tradizioni, rappresenta la volontà di ritrarre personaggi realistici, capaci di mostrare un umorismo graffiante ma genuino che lascia il passo all’ostinazione e alla feroce protezione di tradizioni altrimenti dimenticate.
Royal Abbott è un uomo legato a vecchi principi, che fatica ad accettare le regole del mondo moderno. Le apprende, le conosce ma non le sente proprie, ragionando ancora su paradigmi morali basati su una schiettezza spiazzante. Josh Brolin interpreta al meglio il ruolo di questo uomo che vive di responsabilità e senso del dovere domestico, portatore di pesi che non intende condividere con altri, perché convinto che questo sia ciò che ci si aspetta da lui. La scoperta di questo misterioso buco nero nel terreno e il modo in cui la sua vita verrà cambiato da questa scoperta rappresentano un severo e spietato banco di prova, su cui verrà forgiato il suo carattere.
Suggestioni diverse per una serie promettente
Outer Range vive non solo di questa intrigante trama, ma soprattutto di un utilizzo emotivamente coinvolgente degli immensi spazi del Wyoming rurale. Elemento essenziale per trasmettere la tradizione degli Abbott, che trova un uso arguto delle riprese e nella valorizzazione cromatica di una fotografica calda e toccante specchio della propria identità. A maggior ragione nella contrapposizione alla realtà più crudele e aliena che attende Royal all’altro capo del misterioso portale.
Come facilmente intuibile, il concept del mondo oltre la soglia non è certo una novità. Nel palinsesto di Prime Video è presente uno dei migliori prodotti di questo genere, The Man in the High Castle, ma laddove la serie tratta dall’inventiva di Dick si focalizzava sulla distopia delle scelte di un’umanità in guerra, le promesse di questi primi episodi dell'anteprima di Outer Range sembrano spingerci verso una valorizzazione dell’accettazione dei propri errori, delle scelte mai fatte e delle conseguenze del non saper convivere con le proprie decisioni. Outer Range, con il suo profilare una cultura familiare particolare e vivida, si presenta come una seria dall’alto potenziale.