Onward, il nuovo film Disney e Pixar, sarà presto nei cinema. Si tratterà di un film fantasy moderno popolato da elfi, unicorni, manticore e magia. Ma come funziona la magia in questo nuovo incredibile mondo?In questa news vi parleremo di come il team creativo che ha realizzato questo lungometraggio di animazione ha concepito la magia, che nel film ricopre un ruolo molto importante. L’articolo originale può essere letto in inglese a questo link.
In Onward Ian e Barley, due fratelli elfi, saranno impegnati in una missione epica per ritrovare il padre e scoprire se nel loro mondo vi è ancora della magia. Il mondo fantastico in cui è ambientato questo film però non è il classico fantasy a cui siamo stati abituati da cinema e letteratura di genere, bensì una versione moderna della società occidentale. I due fratelli protagonisti abitano in una suburbia e gli unicorni non sono affatto creature poetiche e celestiali, ma animali randagi che hanno imparato a cercare gli avanzi dai bidoni della spazzatura.Trattandosi di un fantasy vero e proprio la magia non poteva essere tralasciata, così gli autori del film hanno dovuto immaginare un modo in cui l’arte arcana risultasse originale e coerente con il contesto narrativo, ma al contempo familiare per gli spettatori.
La magia doveva essere qualcosa di visibile e tangibile, così il team di Onward, guidato dal regista Dan Scanlon e dalla produttrice Kori Rae, ha iniziato a stabilire le proprie regole della magia.Per prima cosa, affinché un incantesimo abbia effetto, occorre la profonda convinzione da parte del personaggio che la magia funzionerà. Una volta che questa convinzione sarà radicata nel profondo dell’anima la magia necessiterà di un particolare stato d’animo per essere generata, questo particolare stato emotivo può essere raggiunto grazie ad un particolare addestramento.A seconda del livello di difficoltà della magia sarà richiesto anche un cosiddetto “assist element”, una sorta di amplificatore dell’energia magica utilizzata per potenziare l’energia magia. Per finire una magia necessita di componenti, che possono essere di tipo materiale, emotivo, motorio o verbale.
Queste regole hanno rappresentato diverse sfide ed opportunità per i vari reparti del film e la rappresentazione della magia è stata trattata come un personaggio vero e proprio.La componente motoria ha rappresentato per gli animatori uno degli aspetti più divertenti su cui lavorare perché ha dato modo di enfatizzare la timidezza di Ian, uno degli aspetti del personaggio più importanti, mettendo alla prova il giovane elfo con pose improbabili fuori dalla sua comfort zone.Anche la nomenclatura dei vari incantesimi ha rappresentato una sfida interessante. I nomi delle magie dovevano rispondere a criteri precisi, quali la brevità e che il nome fosse comprensibile e riconducesse all’effetto desiderato. Per riuscire in questa impresa la “Squadra Incantesimi” ha affrontato lunghe sessioni di brainstorming in cui i giochi di parole e le associazioni mentali hanno avuto un ruolo importante nel processo di naming dei vari incantesimi.La resa visiva degli incantesimi è stata concepita dal team degli effetti visivi che, dopo aver analizzato tutte le magie ideate per il film, ha stabilito una scala di potenza da 1 a 10. Più l’incantesimo era potente più sarebbe stato visivamente complesso, vibrante ed esteso.
Questo resoconto sulla magia in stile Pixar ci ha proprio incuriosito e non vediamo l’ora che sia il 5 marzo 2020 per poter vedere coi nostri occhi cosa ci attende.
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