Anche Sky e NOW inaugurano ufficialmente la stagione natalizia proponendo, a pochi giorni di distanza dal suo debutto negli Stati Uniti su HBO Max, Natale a 8 bit. La pellicola ha come protagonista Neil Patrick Harris (l'iconico Barney Stinson di How I Met Your Mother) ed è l'adattamento dell'omonimo romanzo di Kevin Jakubowski ambientato a metà degli anni '80 nei sobborghi di una Chicago in pieno periodo natalizio ma soprattutto ha per protagonista una ragazzino e la disperata ricerca di un NES per Natale.
Natale a 8 bit: video killed the radio stars
in Natale a 8 bit, Jake Doyle (Neil Patrick Harris) è letteralmente preso d'assalto da sua figlia Annie che richiede con insistenza, come regalo di Natale, un telefono cellulare. L'uomo è però inamovibile. Giunti a casa dei nonni, i genitori di Jake, Annie ha il broncio e Jake cerca di spiegarle il suo punto di vista. La ragazzina è però annoiata e il padre la distrae facendole scoprire il tesoro della sua infanzia, un NES.
Inizia così il racconto di Jake che durante il natale del 1988 non voleva altro che accaparrarsi la console Nintendo. Torniamo indietro nel tempo, nel sobborgo di Batavia fra bulli, compagnia di scuola improbabili e grotteschi e il riccastro del quartiere che dettava legge ospitando nel suo seminterrato super attrezzato 10 "amici" a cui far ammirare il suo NES. Fra gli improbabili tentativi di Jake di convincere i suoi genitori e farsi regalare il NES e la delusione del mitico Power Glove, tutti i ragazzini di Batavia vengono investiti da una febbre da videogiochi.
Quando il gruppo scout locale poi mette in palio proprio l'agognata console come primo premio per il miglior venditore di ghirlande natalizie si scatenata una competizione senza esclusione di colpi. La forma di intrattenimento allora nascente tuttavia preoccupa i genitori che, proprio a seguito di un maldestro incidente che coinvolge il Power Glove, un televisore 42 pollici (rigorosamente a tubo catodico) e un cagnolino, fanno mettere al bando la vendita del NES in tutta la contea.
Jake e i suoi amici sono ormai rassegnati fino a quando, complice una rara figurina di un giocatore di baseball, fa scattare in loro la proverbiale scintilla che li porta finalmente a collaborare per architettare un ingegnoso piano per acquistare autonomamente un NES nella grande Chicago durante un gita scolastica. Fra il bullo della classe che mette a repentaglio il piano e qualche disavventura nel centro commerciale, il NES è a portata di mano ma non tutto andrà per il verso giusto.
Il Natale del 1988 sarà amaro per Jake ed i suoi amici, tuttavia non tutto è perduto e forse il regalo più bello deve ancora arrivare e sarà del tutto inaspettato.
Natale a 8 bit, un NES e lo spirito natalizio
Non sembra arrestarsi l'ondata revival del decennio ottanta ripresa con forza e personalità da Natale a 8 bit che però decide di investire più in termini di sostanza e atmosfere che in stile e ricostruzione risultando un omaggio meno spudorato e meno artefatto rispetto ad altre produzioni simili. Un po' il Canto di Natale di Dickens, a metà strada fra Mamma ho Perso l'Aereo e Una Promessa è una Promessa, il film si avvicina maggiormente come impostazione alla serie TV The Goldbergs risultando godibilissima, divertente e adatta a tutta la famiglia.
Rispetto al libro originale infatti il film è forse leggermente meno cinico e caustico (la Cabbage Patch Kid acquistata di contrabbando per la sorellina di Jake non è nuda) nel raccontare le nevrosi della piccola cittadina di provincia americana investita dalla rivoluzione dei videogiochi, metafora ormai validissima per esplicare il passaggio dagli anni '80 ai '90 ma anche di quello fra infanzia e adolescenza, riuscendo di contro a convogliare un messaggio che sfruttando l'inerzia della nostalgia, e forte dello stratagemma del racconto in analessi, è semplice e diretto grazie all'incredibile ed inaspettato twist finale vero punto di forza del film.
Muovendosi fra i classici stereotipi dei teen movie tipici degli anni '80, il regista Michael Dowse imbastisce un film semplice e decisamente plot driven. Se il ruolo di Neil Patrick Harris è a tutti gli effetti solo quello della voce narrante e al netto di un cast di volti più o meno noti, soprattutto nel panorama televisivo, e degli ottimi interpreti adolescenti, il vero protagonista del film è il NES e l'ossessione che esso suscita.
La console diventa oggetto del desiderio, oggetto misterioso, prende vita e muore ma rappresenta anche la contrapposizione fra generazioni (il padre di Jake che vorrebbe che il figlio giocasse più all'aria aperto e/o che assecondasse la sua passione per il bricolage) ed è catalizzatore di uno spirito natalizio perso e poi ritrovato. Il NES tuttavia non è una metafora come molti film a tema videogiochi prediligono (vedasi Space Jam: A New Legacy, Free Guy o Ready Player One giusto per citare tre titoli in ordine casuali) ma al contrario rappresenta qualcosa di concreto una sorta di rito di passaggio fra responsabilità, sacrifici e valore dell'amicizia e degli affetti.
La sceneggiatura è solida seppur in alcuni frangenti sembra perdersi in troppi filoni narrativi appena accennati e non adeguatamente approfonditi, la regia è ben ritmata azzeccando tempi comici, mai esagerati, e sedendosi solo un po' nel secondo atto letteralmente risollevando dagli ultimi 20 minuti di Natale a 8 bit grazie al twist di cui sopra. Il cast non è stellare ma compie in maniera più che egregia il suo compito rendendo credibile questo racconto tanto scanzonato quanto pregno di buoni sentimenti.
Natale a 8 bit, nostalgia canaglia
Pomeriggio durante le festività natalizie, console accesa. Uno scenario famigliare per molti di noi e a cui Natale a 8 bit dona una nuova, seppur nostalgica, prospettiva raccontandoci una grottesca favola urbana natalizia.
Fra classiche gag e riferimenti più o meno espliciti alla cultura pop e videoludica, il film scorre leggero nei suoi 100 minuti circa di durata esercitando un fascino magnetico per tutti coloro che sono cresciuti a cavallo fra gli anni '80 e '90 mentre con tutta probabilità, per gli spettatori più giovani, rappresenterà un altrettanto famigliare canovaccio dall'inaspettata conclusione e soprattutto dall'inaspettato messaggio finale che andrà a veicolare.