E' un concetto stereotipato ormai, sia nei media che culturalmente, ma che ha la sua lunga storia e tradizione alle spalle. Parliamo del ruolo tanto discusso e chiacchierato della damigella in pericolo, meglio noto universalmente come "damsel in distress", proprio quello che di recente Mulan ha riportato sugli schermi, ma ribaltandolo e contrastandolo del tutto. La ragazza infatti era arrivata nel periodo del cosiddetto Rinascimento Disney, un periodo caratterizzato dal lancio di film che hanno inaugurato, una dopo l'altra, le principesse ribelli. Consideriamo infatti personaggi come Ariel de La Sirenetta, Belle de La bella e la bestia o ancora Jasmine in Aladdin: ragazze che si ribellano ai genitori, alla tradizione che le vorrebbe incatenare, spezzando questi legami, almeno metaforicamente, scappando di casa, e al massimo tornandovi come persone completamente cambiate e cresciute. Che dire allora di questo ruolo della damigella in pericolo, ben rappresentato invece fino a pochi anni prima da altri personaggi come Biancaneve, Minnie, Olivia di Popeye - Braccio di Ferro, e come siamo arrivati a questa inversione di tendenza?
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La damigella in pericolo si salva da sola
Dimentichiamo per un attimo i personaggi che abbiamo conosciuto anche nei recenti live action Disney e guardiamo al passato della letteratura e della cinematografia: come e quando è nata la figura della damigella in pericolo? E soprattutto, chi è? Come abbiamo brevemente anticipato, abbiamo a che fare con un personaggio stereotipato presente in numerose opere di letteratura, arte e cinema, spesso interpretata da una giovane donna nubile che si ritrova in una situazione pericolosa. Qui entra in gioco l'antagonista, "il cattivo di turno", che può essere una strega malvagia che lancia sortilegi, il patrigno della stessa ragazza, un mostro o altre forme ancora di antagonismo, tutte manifestazioni che necessitano l'entrata in scena dell'eroe di turno, il "macho man" senza il quale si presuppone che la damigella non possa trovare la pace e la salvezza che si merita.
Proprio questo è il punto: il sesso debole, in quanto tale, non si salva da solo. Il nemico può essere sconfitto solo da un cavaliere, un avventuriero, un agente segreto; insomma qualsivoglia ruolo un uomo possa interpretare, ma la conditio sine qua non è proprio quella che si tratti di una figura maschile. Il quale, così facendo, si compra il riconoscimento della donna salvata: solitamente, il dono del suo cuore.
Il problema è stato sollevato solo più tardi e in tempi recenti, quando il termine damsel in distress ha acquisito nel tempo un altro connotato, in particolare negli Stati Uniti. Qui infatti è usato sempre più come termine dispregiativo nell'ambiente femminista per indicare quel tipo di donna che, almeno all'apparenza, non sa fare nulla di utile. Una donna debole, dipendente da una forza maggiore esterna alle proprie capacità, senza la quale non sembra essere in grado di uscire da situazioni difficili o impreviste.
Chiaro, Mulan non è una damigella in pericolo che ha bisogno di essere salvata. È lei al contrario che salva una intera nazione, a partire dal suo imperatore, andando in guerra e fingendosi un uomo pur di sostenere questa sua causa. Lo dimostra anche nel nuovo e ampiamente discusso live action, dove le sue gesta sono narrate come colei che diventa la leggenda cinese più studiata e ammirata nei secoli, ma non è certo l'unico esempio di damigella che sa salvarsi da sola.
Da I pericoli di Pauline ad Anita Sarkeesian
Nella cultura contemporanea la damigella in pericolo è una figura tipica in ambito fumettistico: molti personaggi femminili poi evolutisi col tempo sono nati con questo ruolo, come dimostrano i casi celebri di Lois Lane e Minnie, chiamando in causa anche protagonisti apparentemente forti e indipendenti come Catwoman o Tomb Raider. Anche loro mostrano momenti di cedimento e di debolezza, per quanto ci possa sembrare strano:
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I think to the extent that it could be creating authentic, human female characters, it is a push towards a more feminist media.
"Damigella" non è sinonimo di "incapace"
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