Moon Knight Episodio 1: citazioni e riferimenti in Il pesce mono-pinna; Una presenza ingombrante; Amnesie

Moon Knight, episodio 1: citazioni e riferimenti in Il pesce mono-pinna; Una presenza ingombrante; Amenesie

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a cura di Manuel Enrico

Dopo una lunga attesa, anche Moon Knight entra a far parte della schiera dei supereoi del Marvel Cinematic Universe, grazie all’omonima disponibile su Disney Plus. Come abbiamo avuto modo di raccontare negli scorsi giorni, Moon Knight sarà un punto di svolta per la grammatica narrativa del Marvel Cinematic Universe, aspetto che sembra esser particolarmente valorizzato nel contesto seriale dell’MCU, come dimostrato in passato da WandaVision e Loki. Ad accompagnare l’arrivo della serie di Moon Knight non poteva certo mancare la solita caccia agli easter egg e riferimenti di cui le produzioni del Marvel Cinematic Universe sono notoriamente ricche. Ma anche per Moon Knight Episodio 1 citazioni e riferimenti non sono mancati.

Come sempre, prima di proseguire la lettura vi ricordiamo che saranno presenti degli spoiler sul primo episodio di Moon Knight. Per scoprire chi siano nel dettaglio i protagonisti di questa nuova serie del Marvel Cinematic Universe, vi rimandiamo ai nostri speciali dedicati a Moon Knight e Arthur Harrow, dove vi sveliamo la loro origine cartacea. e ora, lanciamoci alla ricerca delle citazioni e riferimenti in Moon Knight episodio 1.

ATTENZIONE: quanto segue contiene spoiler sul primo episodio di Moon Knight

Moon Knight Episodio 1: citazioni e riferimenti

Come sappiamo da tempo, Moon Knight ha come protagonista Steven Grant (Oscar Isaac), impacciato dipendente di un museo in Inghilterra, dove svolge la mansione di addetto al negozio di souvenir. Apparentemente, Steven soffre di un disturbo del sonno che lo porta a risvegliarsi in luoghi sconosciuti, con una totale amnesia di cosa sia successo. Per ovviare a questo inconveniente, Steven ha preso l’abitudine di incatenarsi al proprio letto, legando una pesante catena alla propria caviglia. Un’idea che abbiamo visto utilizzare precedentemente in una serie Marvel, come ben sa chi ha seguito Agent Carter, dove Dottie Underwood aveva questa abitudine come conseguenza del suo addestramento come spia per il gruppo Leviathan.

La sensazione, vedendo l’ambiente domestico di Steven, è che la sua sia una vita piena, tra cartoline di viaggi e telefonate alla madre, di cui però non sentiamo mai la voce considerato che Steven riceve da lei cartoline e le lascia messaggi in segreteria. Nei fumetti, Moon Knight, la cui vera identità è Marc Spector, soffre di un disturbo dissociativo della personalità, che lo porta a sviluppare diverse identità. Steven Grant è una di esse, un ricco miliardario dietro cui si nasconde l’animo di Moon Knight. Nella serie, invece, parrebbe che Steven Grant sia l’identità dominante della storia, almeno per ora.

Durante una scena ambientata al museo, Steven rivela alla sua superiore che i poster decorativi dedicate all’Enneade sono sbagliati, in quanto mancano due divinità. Questo gruppo di nove dei arriva direttamente dalla mitologia egizia, ma ha un proprio corrispettivo anche nel Marvel Universe, che li vede come alieni provenienti da una dimensione, la Celestiale Heliopolis. Pur non essendo particolarmente utilizzati all’interno del Marvel Universe, questi dei sono stati comunque coinvolti in eventi che li hanno portati a confrontarsi con altre divinità Marvel, come Odino, e i Celestiali.

Tornando a Steven, in uno dei suoi episodi di disturbo del sonno, si risveglia in mezzo a un prato, con una voce nella testa che lo invita a tornare a dormire e lasciare il controllo del suo corpo a Marc. Come scopriremo più avanti, la voce è quella del dio Khonshu, divinità della vendetta, mentre il Marc a cui fa riferimento è Marc Spector, mercenario e combattente letale dietro cui opera Moon Knight, avatar terreno di Khonshu. Non è un caso che al primo incontro tra uno spaesato Steven e il santone Arthur Harrow (Ethan Hawke), questi riconoscendo il volto dell’uomo lo apostrofi ‘mercenario’.

Vecchie conoscenze

Persona schiva, Steven fatica ad avere amicizie stabili. Al punto che elegge come suo confidente un artista di strada, un mimo di nome Crawley, che si esibisce come statua vivente, vestito di abiti dorati. Il riferimento è al personaggio di Betrand Crawley, che nei fumetti di Moon Knight è un senzatetto che svolge il ruolo di informatore per il Pugno di Khonshu.

Nella scena in cui Steven trova un misterioso cellulare nascosto in casa, scorrendo la rubrica trova due nomi: Layla e Duchamp. La prima potrebbe essere la versione del Marvel Cinematic Universe di Marlane Aurlane, moglie di Marc Spector nei comics.  Più interessante è la presenza del nome di Duchamp, che riporta alla mente Jean-Paul Duchamp, note come Frenchie, personaggio che nei comics rappresenta uno dei primi compagni di avventura di Moon Knight, avviando Marc Spector alla carriera di mercenario e proponendogli l’incarico in seguito al quale otterrà i suoi incredibili poteri come araldo di Khonshu

Moon Knight: Il pesce mono-pinna; una presenza ingombrante; Amnesie

Complice la scelta di mantenere Moon Knight libero da eccessivi legami con le trame principali del Marvel Cinematic Universe, questo primo episodio della serie sembra avere privilegiato la costruzione emotiva del personaggio e del suo mondo, anziché forzare un senso di appartenenza al più ampio contesto del MCU. Occasione che ha consentito agli autori di citare anche altre opere della pop culture, come Avatar e Alla Ricerca di Nemo, ma che consente agli spettatori di apprezzare maggiormente altri dettagli.

A ribadire le multiple identità del personaggio, troviamo anche un titolo che presenta una trinità di spunti che valorizza la complessità della situazione vissuta da Steven. Una sensazione acuita non solo da una ben congeniata scansione dei tempi, che mostra con una dinamica convincente la transizione tra le diverse personalità del personaggio, ma che trova nel doppiaggio di Gabriele Sabatini una buona prova nel trasmettere le due diverse indoli del protagonista, anche se l’ascolto in lingua originale rappresenta una vera delizia grazie all’ennesima ottima prova attoriale di Oscar Isaac.

Il primo episodio di Moon Knight consente di apprezzare anche un approccio differente alla grammatica narrativa del Marvel Cinematic Universe. Per la prima volta, una serie dell’MCU non prosegue le storie di un personaggio già noto, ma diventa il punto di partenza per le imprese di un nuovo character, che nel caso di Moon Knight permette di introdurre elementi a oggi non presenti all’interno del Marvel Cinematic Universe, come i disturbi mentali o uno sfoggio di violenza più fisica e meno ‘eroica’. Come queste due interessanti suggestioni narrative si evolveranno lo scopriremo nei prossimi episodi, ma le premesse sono decisamente incoraggianti.

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