Dei norreni, supersoldati e uomini in armature hi-tech. Son questi i pilastri su cui è stato fondato il Marvel Cinematic Universe, la dimensione cinematografica dei supereroi della Casa delle Idee venuta alla luce quando Tony Stark indossò per la prima volta la sua armatura in Iron Man nel 2008. Da allora, il taglio dato alle avventure di Vendicatori, Guardiani della Galassia e compagni è sempre stato improntato a una narrazione avventurosa in cui epica e ironia trovassero una perfetta sintonia, culminando con l’apoteosi emotiva di Avengers: Endgame, fine di un’era e inizio di un nuovo corso. Un orizzonte differente, che raccoglie una pesante eredità, ma che coraggiosamente si spinge verso nuovi lidi, come dimostra la nuova serie del Marvel Cinematic Universe, Moon Knight, di cui abbiamo potuto vedere una anteprima in attesa di accogliere questo atipico personaggio marveliano dal prossimo 30 marzo su Disney Plus.
Per capire come l’arrivo del Pugno di Khonshu sia possibile ora nella Fase Quattro, andrebbe chiarito anche la genesi fumettistica del personaggio. Non un eroe classico del pantheon marveliano, ma una figura complessa, dai toni più cupi e violenti rispetto alle più pacate e misurate avventure dei grandi pilastri del Marvel Universe. Moon Knight affonda le proprie radici in un misticismo esotico, quello egizio, che consente di dare un tono differente alle sue imprese, con un’apertura a temi complessi come turbe psichiche e un gusto che si affida maggiormente alla narrativa horror. Va da sé che comparendo per la prima volta come antagonista di Jack Rusell, alias Werewolf by Night, Moon Knight non poteva che staccarsi dalla dimensione sfavillando degli eroi di prima fila del Marvel Universe e calarsi nelle atmosfere più dark e inquietanti della dark side marveliana.
Moon Knight: un'anteprima promettente
Al momento di approcciarci all’anteprima di Moon Knight, di cui abbiamo visto i primi quattro episodi, la curiosità era animata proprio da questo suo trascorso fumettistico. I trailer avevano mostrato un Moon Knight apparentemente portatore della furia di Khonshu, e l’espressivo volto di Oscar Isaac, protagonista della serie, sembrava cogliere la complessità di un personaggio che, ammettiamolo, sarebbe stato difficilmente inseribile nella sua pienezza all’interno della grammatica del Marvel Cinematic Universe. Uno stilema narrativo che pur essendosi concesso rari momenti di ferina violenza (ripensiamo alla disperazione di Ronin in Avengers: Endgame), difficilmente potrebbe concedersi di ritrarre pienamente la grintosa violenza che ha accompagnato alcune delle storie più appassionanti di Moon Knight. Tuttavia, ancora una volta pare giusto ricordare che Terra-199999, ossia il Marvel Cinematic Universe, andrebbe vissuta come una delle tanti componenti del multiverso marveliano, tema quanto mai attuale considerato l’arrivo oramai imminente di Dottor Strange nel Multiverso della Follia.
Moon Knight, quindi, trova una propria collocazione all’interno del MCU non solo sulla scia delle nuove prospettive apertesi con la Fase Quattro, ma anche grazie all’appoggio fornito dalla piattaforma Disney Plus, dove il mondo dei supereroi marveliani si è ulteriormente espanso, andando a comporre un mosaico dove si creano agganci tra passato e futuro (WandaVision o The Falcon & The Winter Soldier) o introducendo nuovi personaggi, ruolo che spetta ora alla serie dedicata al Pugno di Khonshu e a giugno all’entrata in scena di Kamala Kahn, alias Ms Marvel.
Dopo queste premesse, è facilmente intuibile come Moon Knight fosse un banco di prova importante. Prima serie a presentare un personaggio totalmente nuovo, all’interno di una produzione che dichiaratamente avrebbe mostrato poca attinenza al contesto attuale del Marvel Cinematic Universe. Due tratti peculiari che ha consentito allo sceneggiatore Beau DeMayo di dare una visione intrigante del personaggio, giocando abilmente con uno dei suoi elementi essenziali, una personalità frammentata e multipla, che mette duramente alla prova la mai troppo lodata caratura attoriale di Oscar Isaac.
Steven Grant (Oscar Isaac) è un commesso di un negozio di souvenir in un museo inglese, dedicato all’arte egizia. Personalità eclettica, Steven vive in una soffitta disordinata, mostra una particolare difficoltà nel relazionarsi agli altri e patisce di una peculiare forma di disturbo del sonno, che lo costringe a legarsi al letto nottetempo, onde evitare di risvegliarsi in luoghi a lui sconosciuti. Quella che sembra una patologia, ben presto si rivela essere una dissociazione di personalità, scatenata dalla presenza di Marc Spector, altra componente della psiche di Steven. Marc è un mercenario, addestrato nel combattimento e divenuto l’avatar terreno di un antico dio egizio, Khonshu, dio della vendetta. Questa scoperta proietta Steven in una girandola di eventi che lo spingeranno in un mondo di cui ha sempre sentito i racconti, ma che ora diventa incredibilmente reale.
Due avatar per un dio
Rendere la duplicità della personalità di Steven/Marc non era semplice, sotto ogni punto di vista. Oscar Isaac ha portato sulle sue spalle un peso non indifferente, dimostrandosi estremamente versatile nel dare spessore a queste due lati della personalità di Moon Knight così differenti. Una caratterizzazione che passa da uno studio di diverse movenze, con una prodezza attoriale incredibile nella gestione della mimica facciale, che passa dal gigionesco al serio con convincente linearità. Fortuna ha voluto che l’anteprima di Moon Knight fosse con l’audio in originale, occasione perfetta per apprezzare anche vocalmente l’estro artistico di Oscar Isacc, capace di muoversi con apparente semplicità da una cadenza british a una più secca parlata americana.
Non meno convincente è Ethan Hawke, che interpreta il villain di Moon Knight. Il suo Harrow perde la sua origine cartacea giovando di una scrittura in cui assurge al ruolo di profeta divino, ruolo interpretato con una pacata e serafica presenza scenica, impreziosita da oculati momenti in cui emerge un’emotività più vicace. La dinamica sviluppata tra Isaac e Hawke è fluida, appassionante, riesce a cogliere le giuste sfumature dei personaggi lasciando trapelare la ricchezza della trama che Moon Knight offre agli spettatori.
I primi quattro episodi di Moon Knight sono stati convincenti proprio per la loro apparente libertà rispetto ai tradizionali canoni narrativi del Marvel Cinematic Universe. Pur preservandone lo spirito, la nuova serie del MCU riesce a trovare una propria identità, fatta di tempi comici, mai scontati ma resi magnificamente dalla bravura di Isaac, e da una scansione dei tempi narrativi in cui l’elemento mistico e divino, una novità all’interno del Marvel Cinematic Universe, trovano una loro definizione intrigante, che viene sviluppata con arguzia per arrivare all’introduzione della figura di Moon Knight. Presentazione che non viene bruciata anzitempo per dare agli spettatori un facile colpo di scena, ma che si costruisce giocando sulla dualità di Steve/Marc, lasciando che sia la voce cavernosa di Khonshu (in originale un impeccabile F. Murray Abraham) a stuzzicare la curiosità, utilizzando un meccanismo di alternanza delle personalità di grande efficacia.
Moon Knight arriverà su Disney Plus il prossimo 31 marzo.