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Middlewest: recensione del secondo volume

BAO Pubishing porta in libreria il secondo volume di Middlewest, il nuovo racconto fantasy di Skottie Young in cui un giovane uomo dovrà cercare il proprio equilibrio interiore.

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

BAO Pubishing porta in libreria il secondo volume di Middlewest, il nuovo racconto fantasy di Skottie Young in cui un giovane uomo dovrà cercare il proprio equilibrio interiore.

Che Skottie Young avesse un modo tutto suo di vedere mondi fantastici si era capito quando aveva portato in fumetteria la sua visione estrosa delle ambientazioni tipiche delle fiabe con Odio Favolandia. La rivisitazione eccentrica e dissacrante dei tipici topoi fiabeschi è una lettura estremamente divertente e dinamica, simbolo della fervida immaginazione di Young. A ribadire questa sua dinamicità, Young è tornato in azione con Middlewest, una fantasy country-urbano in cui unisce le tematiche tipiche di questo genere con una narrazione che evidenzi aspetti più quotidiani, dando vita a una saga che arriva ora in libreria con il suo secondo volume.

Nessun titolo specifico per questi volumi, scelta interessante che si discosta da altre produzioni recenti, come Ascender, in cui i diversi momenti raccontati sembrano esser circoscritti in capitoli. Per Middlewest, invece, si decide di mantenere solamente il titolo della saga, un modo sottile ma palpabile per trasmettere un senso di continuità. L’avventura di Abel e della sua compagna Volpe riprende esattamente da dove la avevamo lasciata al termine del primo volume, con il giovane che sperimenta la sua maledizione interiore, ossia l’emergere di una rabbia cieca che, in situazioni di particolare tensione, lo trasforma in un essere dalla devastante potenza.

Middlewest: dominare i mostri interiori

Per Abel questa sua condizione è una vera e propria condanna, memoria di un rapporto complesso col padre, tipo burbero e poco propenso al dialogo, che è afflitto dalla medesima maledizione, come il ragazzo scopre nel peggiore dei modi. È questa rivelazione a spingerlo a fuggire da Farmland, sua città natale, seguito dalla fedele Volpe e compiendo il primo passo di una lunga avventura che ha un fine ultimo preciso: liberarsi da questo scomodo dono.

Young sceglie di affidarsi a questo mondo magico e unico per imbastire una storia che lascia emergere sentimenti e condizioni umane estremamente reali. La furia cieca che si impossessa di Abel e del padre, per quanto adeguato a un contesto fiabesco, non è lontana da quella sensazione umana di rabbia che si può provare quotidianamente. Il punto di origine di questa ira è radicato nella vita dei personaggi, non è un mero espediente narrativo per consentire a un ispirato Jorge Corona di disegnare creature stupefacenti, ma è una manifestazione di sentimenti umani, summa di dolori e ferite accumulate nella vita che prendono corpo in questa visione così dirompente.

La carta vincente di Middlewest è la capacità di Young di trovare una colonna portante emotiva su cui costruire la sua storia. Non solo si aiuta con una caratterizzazione ambientale che risulti famigliare ai lettori, specialmente d’oltreoceano, ricreando situazioni familiari ed esaltando situazioni sociali conosciute, ma trasforma questa familiarità in un tramite emotivo con cui dare spessore e vitalità ai propri personaggi. Se nel primo volume la presenza dell’elemento magico legato alla famiglia di Abel si presenta come l’elemento oscuro della trama, con la seconda parte di Middlewest il lettore viene invitato ad andare oltre le apparenze, cercando di sondare l’anima dei personaggi, arrivando alla radice del tormento interiore delle figure umane che si muovono in questo mondo incredibile.

Un ritratto umano che dona una nuova definizione anche a Dale, il padre di Abel. Se nel primo volume era visibilmente astioso e facile da odiare, nel secondo capitolo di Middlewest Dale si presenta in modo differente, rendendosi anche più umano. La disperata ricerca di Abel lo porta a nuovamente a mostrare la sua natura indomita e ferina, ma al contempo ci viene offerto una visione differente del suo animo, traspare una disperazione figlia di sofferenze e schiaffi morali della vita, che, attraverso dei flashback, lo porta a essere riconsiderato anche da Young.

L'anima autentica mescolata alla magia di un fantasy

La dinamica narrativa di questo secondo volume di Middlewest ha il gusto di una storia famigliare. Pur mantenendo il suo tono di avventura on the road in un mondo magico, il viaggio di Abel viene arricchito di sfumature emotive intense, naturali. La paura del ragazzino nel farsi avvicinare dagli altri e la sua disperazione nel convivere con questo demone che porta in sé non sono più solamente la molla della sua epopea, ma divengono il tramite con cui lettore riesce a empatizzare con questo adolescente impaurito e in cerca di un proprio equilibrio. Un legame emotivo che si estende anche a Dale e all’altro membro della famiglia che fa il suo ingresso in questo volume, dando a Middlewest quel tono di family drama che lo rende ancora più concreto, credibile.

A far da corollario a questi tre personaggi, ci sono le altre figure della storia, come Bobby e Maggie, che interpretano altrettanti slanci emotivi. Non è semplice destreggiare così tante personalità e dare a ognuna il giusto posto e la giusta sensibilità, eppure Young trova il perfetto equilibrio per conferire a ogni volto il proprio posto, che sia tramite un semplice gesto o una frase a effetto nel momento giusto. In questa alchimia delicata ma salda e puntuale si racchiude il cuore di Middlewest, che sotto la maschera di una storia fatta di magia e stupore nasconde un’anima estremamente umana, sofferta e in cerca di meraviglie, ma irrimediabilmente autentica.

Corona e Jean-Francois Beaulieu sono interpreti magnifici delle sferzate emotive di Young. Corona ha il dono di tirare fuori dai personaggi tutta la loro vitalità, grazie a pose grintose ed espressioni vivide, esaltate dal suo tratto cartoonesco, tramite ideale per addolcire con quel senso di magico questo dramma familiare. Un lavoro che viene impreziosito dalla colorazione di Beaulieu, che coglie sfumature e tonalità impeccabili. Il modo in cui interviene sulle manifestazioni dei mostri emotivi di Dale e Abel è sontuoso, sono terribilmente affascinanti e dinamici, sembrano voler andare oltre i confini delle pagine e ruggire nella nostra stanza.

Leggere Middlewest è una continua sorpresa, frutto di una costruzione emotiva ben scandita e ragionata, che ci travolge con dialoghi appassionanti e autentici, momenti ad alto tasso adrenalinico a una vicenda umana autentica e coinvolgente. BAO Publishing, nell’offrire ai lettori questa nuova creazione di Scott Young, sceglie di portare un fumetterie una storia imperdibile e affascinante, in cui le vicende di Abel riecheggiano nella nostra quotidianità.

Voto Recensione di Middlewest: Volume 2



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Storia emozionante

  • - Personaggi resi magnificamente

  • - Jorge Corona ai disegni è perfetto

  • - Colorazione vivida ed emozionante

Contro

  • - Non pervenuti

Commento

Il secondo volume di Middlewest rende l'epopea di Abel ancora più appassionante, grazie alla perfetta caratterizzazzione umana dei protagonisti.

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