La storia di Masters of the Universe - Il Film è la storia dello "Star Wars degli anni '80" ovvero un progetto ambizioso, per aspirazione e concezione, presentato in pompa magna sulla scia (o sarebbe meglio dire sulle ceneri) di He-man and the Masters of the Universe ovvero una delle linee di giocattoli di maggior successo di sempre nonché una delle serie animate più amate del decennio, ma naufragato sin dalle primissime fasi della sua lavorazione e arrivando nelle sale deludendo milioni di giovani spettatori. La pellicola tuttavia, dopo un iniziale rigetto, si è guadagnata un post nel cuore dei fan, e in una lore da sempre estremamente fluida, divenendo un piccolo grande cult simbolo di quella tensione e di quella inconciliabilità (forse mai sanata) fra gli adattamenti cinematografici e il così detto "materiale originale" proveniente da fumetti, le linee di giocattoli e serie animate.
Masters of the Universe - Il Film, una trama poco familiare
In Masters of the Universe - Il Film, Skeletor (Frank Langella) è finalmente riuscito a prendere possesso di Castle Grayskull e fare sua prigioniera Sorceress ed è pronto a sfruttare i suoi segreti per conquistare la galassia. All'esterno He-Man (Dolph Lundgren) guida la resistenza salvando il bizzarro Gwildor, un inventore che Skeletor aveva fatto rintracciare per impossessarsi della Chiave Cosmica da lui inventata e che, permettendo di aprire portali dimensionali, aveva garantito la presa di Grayskull.
Gwildor si offre di guidare He-Man e i suoi alleati, capeggiati da Man-At-Arms (Jon Cypher) e Teela (Chelsea Field), all'interno del castello e forte del prototipo della Chiave che aveva gelosamente conservato. Ma l'imboscata fallisce e il gruppo di eroi viene fatto prigioniero, cercando di scongiurare la disfatta Gwildor apre quindi un portale che li catapulta sulla Terra. Giunti sulla Terra, Gwildor scopre di aver perso la Chiave, così He-Man e gli altri decidono di dividersi per cercarla. La chiave è stata nel frattempo trovata da due ragazzi, Julie (Courteny Cox) e Kevin, in un cratere. Musicista dilettante, Kevin preme i tasti sulla Chiave a caso scambiandola per un sintetizzatore inviando però anche un segnale ad Eternia che ne indica la posizione.
Evil-Lyn, braccio destro di Skeletor, invia un gruppo di mercenari composto da Karg, Saurod, Blade e Beast-Man sul pianeta per recuperarla. Inizia così una corsa contro il tempo per recuperare la Chiave che permetterebbe ad He-Man e ai suoi alleati di tornare su Eternia e detronizzare Skeletor.
Masters of the Universe - Il Film, le origini
Nel 1987 la linea di action figures di He-man and the Masters of the Universe subì un brusco ed inaspettato calo. Al lancio, nel 1981/82, la linea aveva sbancato guadagnando ben 83 milioni di dollari vedendo poi aumentare esponenzialmente i suoi guadagni con cifre da capogiro fra il 1983 e il 1986 (rispettivamente 80, 111, 250 e 40 milioni). Ma il 1987 aveva fatto registrare appena 7 milioni di guadagno.
Dopo aver dominato la scena delle serie animata e mentre cercava nuovi spunti narrativi per rimpolpare la linea di action figures (si pensava infatti di scavare nel passato di Eternia per nuovi personaggi ma anche di catapultare He-Man nel futuro), Mattel pensò di dare una scossa repentina alle vendite e riportare attenzione sulla linea mettendo in sviluppo un film live action ispirato alla serie animata. Operazione rischiosa, e quasi del tutto inedita, che trovò però una sponda fortemente ricettiva nel Cannon Group, Inc. e nei cugini Yoram Globus e Menahem Golan in veste di produttori esecutivi
Il nome non è sicuramente estraneo agli amanti dei b-movies e dei cult del decennio ottanta, ma soprattutto è sinonimo di assoluto terrore per i fan dei cinefumetti. Cannon Group, Inc. infatti acquisì i diritti per lo sfruttamento cinematografico di Superman dopo il flop di Superman III, realizzando uno dei cinefumetti più controversi di sempre ovvero Superman IV: The Quest for Peace uscito proprio nel giugno del 1987.
La lavorazione di Masters of the Universe - Il Film, quella di Superman IV: The Quest for Peace e quella di Spider-man, ovvero del film mai realizzato ma di cui Globus e Golan comprarono i diritti dalla Marvel per 225 mila dollari insieme a quelli di Captain America, sono strettamente connesse.
Facciamo un piccolo passo indietro prima. Globus e Golan acquisirono Cannon Group, Inc nel 1979, la società era già fortemente indebitata e i due cugini iniziarono una politica spregiudicata fatta di importazioni, investimenti nel mercato dell'home video e delle piccole catene locali di cinema e soprattutto nella produzione di film di genere ottenendo un discreto successo con pellicole come Over the Top (con Sylvester Stallone), Delta Force (con Chuck Norris), Space Vampires, Rombo di Tuono ma anche con drammi di un certo valore come Otello di Franco Zeffirelli (basato sull'opera omonima di Giuseppe Verdi). Sempre i due cugini furono i primi a scommettere, a modo loro, sull'animazione giapponese con una fortuna ma brutale operazione di editing passata alla storia con il nome di Robotech.
Nel 1986, nel pieno di uno scandalo finanziario che coinvolgeva una delle banche del gruppo (coinvolta in un giro di riciclaggio di denaro sporco), Cannon Group, Inc aveva in sviluppo in diversi stadi di lavorazione circa 43 pellicole!
Era un gioco di scatole cinese: il budget allocato era quasi sempre fittizio e molto fluido. Costumi, sceneggiature, scenografie, addirittura intere ore di girato veniva riutilizzati in continuazione abbattendo i costi ma anche la qualità ovviamente. Neanche Masters of the Universe - Il Film fu esente da questo trattamento. Il suo budget iniziale fu di 17 milioni di dollari, diviso equamente fra Mattel e Cannon Group, Inc che ne rastrellò la sua quota tagliando il budget Spider-man e in parte quello di Superman IV: The Quest for Peace che infatti fu ridotto in corsa da 36 a 17 milioni di dollari.
Masters of the Universe - Il Film: non un semplice adattamento
Ovviamente tutto questo non avvenne (e i diritti dello Spider-man cinematografico rimarranno appesi ad un filo per molti anni, con Golan che riuscì produrre solo l'imbarazzante Captain America uscito per il mercato home video nel 1990) ma influì sullo sviluppo e sulla lavorazione della pellicola in maniera tragicomica.
Il regista scelto fu Gary Goddard (co-creatore di un altro franchise cult per la Mattel negli anni ’80 ovvero Captain Power e i Combattenti del Futuro) la cui visione visione era decisamente ambiziosa e non limitata ad un semplice adattamento della serie animata. Il regista voleva rivisitare tutto del franchise, dall'estetica al tono del film, realizzando davvero un film di fantascienza "originale" ispirato all'estetica di Jack Kirby dall'epopea del Quarto Mondo, all'immanenza degli archi narrativi che vedevano i Fantastici Quattro affrontare Galactus fino all'epicità lisergica del suo Thor.
Goddard cerco di convincere gli studios addirittura ad assumere lo stesso Kirby come concept designer per il film, richiesta cassata per paura che il film prendesse un tono eccessivamente fumettoso probabilmente non sapendo neanche chi fosse Kirby.
La stessa sorte toccò allo sceneggiatore David Odell (che aveva firmato la sceneggiatura di The Dark Crystal nel 1982 ma anche quella non brillantissima di Supergirl nel 1984) che vide le sue prime bozze pesantemente rimaneggiate. Non fu un lavoro di fino quello degli studios che, premendo affinché il film coinvolgesse pienamente il target della serie animata, iniziarono un lavoro confuso e privo di logica.
Furono eliminati alcuni personaggi storici che sarebbero dovuti apparire mentre altri furono impossibili da utilizzare, Battle Cat e Orko, e per questo motivo vennero approvati personaggi originali funzionali alla trama. Fra le fila dei villain comparve il terzetto composto da Saurod, Blade e Karg mentre Orko fu "sostituito" da Gwildor.
Dalla sceneggiatura originale fu eliminato qualsiasi riferimento alle origini terrestri della Regina Marlena, madre di Adam/He-Man, rendendo di fatto sconnessa l'idea che la maggior parte del film fosse ambientata sulla Terra anziché su Eternia vanificando quindi gli sforzi produttivi in tal senso.
Ma fu He-Man il personaggio più "contestato". Le scene d'azione dovevano essere edulcorate sulla scia di quelle della serie animata: niente sangue e niente uccisioni insomma. Più si andava avanti nella lavorazione più era chiaro che la produzione e gli studios avevano intenzioni diametralmente opposte. Goddard e la sua visione infatti tralasciavano l'heroic fantasy del materiale originale e il tema della doppia identità (una delle critiche maggior al film è proprio quella di aver eliminato l'iconica scena della trasformazione di Adam in He-Man) virando verso una fantascienza immanente ispirata ai maestri dell'illustrazione francese e a Dune di David Lynch.
Masters of the Universe - Il Film: lo "Star Wars degli anni '80"
Esigenze decisamente inconciliabili. Gran parte del budget venne speso in fase di design e di progettazione degli enormi set interni (la sala del trono di Castle Greyskull occupava addirittura stage e fu progettato con un sistema di passerelle affinché la macchina da presa potesse riprendere da vicino e in maniera dinamica lo scontro finale fra He-Man e Skeletor) facendo levitare i costi in maniera esorbitante fra effetti speciali, make-up e incidenti vari che avvennero nelle riprese in esterna compreso un devastante incendio che quasi distrusse la palestra del liceo della cittadina (Whittier, California) dove vennero effettuate le riprese (solo ed esclusivamente dalla mezzanotte alle sette del mattino per abbattere ancora una volta i costi ma costringendo la crew a continui rimontaggi di attrezzature e scenografie).
Mentre Mattel aveva posto i suoi paletti, gli studios premevano affinché il film avesse il giusto appeal commerciale. Se He-Man non poteva uccidere perché non dargli un facile bersaglio come soldati che assomigliavano in tutto e per tutto agli stormtroopers? Perché non rendere Eternia, mondo ricco e rigoglioso, un deserto simile a Tatooine? Nella mente dei produttori c'era evidentemente l'Impero Colpisce Ancora ma anche altri blockbuster dell'epoca vista la scelta della piccola cittadina dall'estetica anni '50 imperante nei grandi successi dell'epoca (Ritorno al Futuro uno su tutti) nonché i due teenager co-protagonisti, Julie e Kevin, che avrebbero dovuto offrire il punto di vista umano su vicende straordinarie.
Di contro il regista aveva ben altro in mente come si evince dalle già citate scenografie (votate a rendere Eternia un mondo in cui tecnologia e religione si fondono) e dalla profonda rivisitazione del look dei personaggi e delle tecnologie che il leggendario illustratore e production designer William Stout (Indiana Jones e i Predatori dell’Arca Perduta, il video musicale Thriller di Michael Jackson e più recentemente Il Labirinto di Pan di Guillermo Del Toro) riuscì a portare sullo schermo unendo la fascinazione per i fumetti del regista e quella condivisa per Jack Kirby la cui ombra aleggia costante (la Chiave Cosmica come Scatola Madre che crea passaggi dimensionali del tutto simili ai Boomdotti kirbyani e uno Skeletor incredibilmente simile a Darkseid per motivazioni e solennità sono assoluta testimonianza dell'influenza del capolavoro che è il Quarto Mondo sul film).
Il già talentuoso Stout non esitò infatti a chiedere aiuto ad alcuni colleghi, i cui studi effettivamente si concretizzarono in costumi, scenografie e tecnologie. Il design dei personaggi è infatti estremamente vicino a quello immaginato da Moebius (al secolo Jean Giraud, maestro indiscusso della fantascienza europea e autore di capolavori come L’Incal e Arzach che aveva già avuto una disastrosa esperienza avendo realizzato gli storyboard per il Dune di Alejandro Jodorowsky) come dimostrano questi fantastici concept:
Mentre un altro grande designer darà il suo apporto ovvero il leggendario Ralph McQuarrie (production designer di Star Wars) la cui abilità nel traslare tecnologia aliena fungerà da base a quella poi vista nel film, come si evince da questi concept:
Alla luce di questa tensione creativa e subodorando un possibile flop, Mattel diede creativamente carta bianca a Goddard ma, a poche settimane dalla fine della lavorazione, e con un budget che aveva toccato quasi i 22 milioni di dollari, le riprese vennero bloccate (il film tecnicamente finisce quando He-Man con un colpo di spada rompe la staffa di Skeletor) senza possibilità di grosse correzione e lasciando di fatto il film incompleto e senza il suo climax ovvero lo scontro fra He-Man e Skeletor summenzionato. Goddard impiegò due mesi, e parte del suo stesso salario, per convincere gli studios ad utilizzare ancora una volta il set prima dello smantellamento definitivo. Un giorno e mezzo di riprese in cui Skeletor è intepretato dallo stunt coordinator nonché interprete di Blade, Anthony De Longis.
https://youtu.be/K2jIgAmHbCAMasters of the Universe - Il Film, i protagonisti e i personaggi originali
Nel più grande passaggio da antagonista a protagonista, per il ruolo di He-Man fu scelto Dolph Lundgren che aveva interpretato l'inarrestabile pugile russo Ivan Drago in Rocky IV. Si trattava del primo ruolo da protagonista per Lundgren che, anche in recenti interviste, ha sottolineato come accettare il ruolo fu un rischio perché interpretare quel tipo di personaggio non era assolutamente garanzia di successo o ambito come oggi.
Le paure di Lundgren si manifesteranno non solo a causa dello scarso successo della pellicola sia la botteghino che di critica ma anche a causa di una esperienza non propriamente positiva sul set a a causa di ritmi molto alti, condizioni fisiche proibitive e una sicurezza tutt'altro che impeccabile con alcuni stunt dalle misure di sicurezza tutt'altro che affidabili. Al momento del casting inoltre Mattel non si dimostrò entusiasta ritenendo Lundgren troppo longilineo rispetto al modello da sempre utilizzato per He-Man ovvero Arnold Schwarzenegger. Una piccola curiosità riguarda la postilla nel suo contratto che gli permetteva di tentare di ridoppiarsi per almeno tre volte questo perché all'epoca il suo accento era ancora molto marcato.
L'attore ricorda divertito l'esperienza dicendo che è stato uno dei pochi film che ha potuto mostrare ai suoi figli quando erano ancora bambini e che il calore dei fan è a tratti per lui inspiegabile per una interpretazione che ricorda solo vagamente la controparte animata.
Lundgren inoltre incontrò il favore del regista Gary Goddard che voleva un attore sì dalla mascella squadrata e fisicato ma anche capace di esprimere sicurezza. L'altra richiesta di Goddard riguardò Julie, la co-protagonista terrestre. Il regista voleva a tutti i costi Courtney Cox, vista nel video di Bruce Springsteen per la canzone Dancing in the Dark, ma all'audizione la giovane attrice non impressionò il regista a causa di un look troppo appariscente. Fu uno dei produttori a richiamarla dicendole che la parte sarebbe stata sua se si fosse ripresentata vestita come nel video del Boss.
A proposito di personaggi "civili", quello che spicca maggiormente è senz'altro il Detective Lubic, interpretato da James Tolkan ovvero l'indimenticato preside Strickland di Ritorno al Futuro giusto per confermare la volontà degli studios di avvicinare il film ai blockbuster dell'epoca anche tramite volti noti al pubblico.
Ad affiancare invece He-Man c'erano i fidati Man-at-Arms e Teela, interpretati rispettivamente da Jon Cypher (noto per il suo ruolo del Capitano Fletcher Daniels nella serie TV Hill Street Blues) e Chelsea Field (dalla serie TV Airwolf e rivista da qualche anno in NCIS: New Orleans).
Fra le fila dei cattivi invece Evil-Lyn venne interpretata da un'algida Meg Foster (che aveva recitato in The Osterman Weekend di Sam Peckinpah entrando poi nel cuore dei nerd con Essi Vivono di John Carpenter) mentre Beast Man fu interpretato da un irriconoscibile Tony Carroll che, al netto della sua impeccabile forma fisica, ebbe non pochi problemi con costume e protesi svenendo in più di una occasione sul set a causa del caldo.
Ci sono però da ricordare anche i personaggi originali creati per il film che successivamente verranno "tradotti" in action figures. Gwildor interpretato da Billy Bart, Karg da Robert Towers e Blade da Anthony De Longis (famoso stunt coordinator che aveva lavorato per cinema e TV) e il geniale Pons Maar (Ritorno ad Oz) interpretò Saurod.
Da segnalare infine Pigboy. Si tratta del personaggio che regge la Havoc Staff quando Skeletor fa il suo ingresso nella sala del trono di Castle Grayskull, come mai le telecamere indugino su di lui è presto detto. Si tratta del giovane Richard Szponder, un adolescente vincitore di un concorso indetto da Mattel che aveva diritto non solo ad un visita sul set ma anche a comparire nella pellicola. Il ragazzo tuttavia fu costretto a questa parte in costume in quanto al momento di programmare la sua visita, le riprese in esterna erano già abbondantemente terminate.
Masters of the Universe - Il Film, lo Skeletor di Frank Langella
Gary Goddard acconsentì a tutte le richieste riguardanti il casting rimanendo intransigente sull'interprete di Skeletor. Il regista voleva assolutamente Frank Langella, vincitore di numerosi Tony Awards, nel ruolo. L'attore accettò senza neanche aver prima letto la sceneggiatura e, come rivelerà molti anni dopo, la scelta fu dettata dall'entusiasmo da uno dei suoi figli, Alex, allora bambino e grande fan di He-Man and the Masters of the Universe.
La scelta di Goddard fu azzeccata e, al netto dello scarso riscontro della pellicola, Langella ha sempre difeso il suo Skeletor e a ben donde visto che la sua interpretazione regge da sola tutta la pellicola.
Langella lavorò a stretto contattò con costumisti e truccatori. Richiese, ed ottenne, un mantello e un cappuccio secondo le sue specifiche di modo che potesse diventare parte della recitazione (il background classico dell'attore affiora anche in questa particolare richiesta) mentre il truccatore Michael Westmore lavorò alacremente per realizzare un make-up che non nascondesse l'espressività dell'attore e soprattutto i suoi occhi, profondi e penetranti e vero inconfondibile marchio di fabbrica dello Skeletor cinematografico quanto la risata isterica lo fu per la serie animata.
L'interpretazione di Langella è sofferta, carica di pathos forse anche eccessivo se rapportato ad un copione tutt'altro che impegnato e un co-protagonista ancora decisamente acerbo. Langella padroneggia il ruolo del villain in maniera superiore permettendosi di citare addirittura il Riccardo III in una battuta improvvisata per una prova sicuramente e decisamente avanti, molto avanti per i tempi.
L'attore stesso ha più volte confermato che l'ispirazione dietro Skeletor fu la lettura di The Hero with a Thousand Faces, libro del 1949 dell'antropologo Joseph Campbell che ha notevolmente influenzato diversi registi e scrittori soprattutto nell'ambito della fantascienza e del supereroismo. L'ultimo in ordine di tempo che ha fatto mistero di guardare ai suoi scritti è Zack Snyder che ha basato tutto o quasi il suo lavoro nei cinefumetti DC sulle sue teorie.
Masters of the Universe - Il Film, il sequel mai realizzato e quello "spurio"
A dispetto del flop commerciale e di critica, e della bancarotta imminente del Cannon Group, Inc, un sequel per il film fu immediatamente messo in sviluppo con tanto di sceneggiatura già abbozzata. Il film si sarebbe chiamato Masters of the Universe 2: Cyborg e He-Man sarebbe tornato sulla Terra (assumendo l'identità civile di un giocatore di football professionista) per combattere Skeletor (mascherato come il perfido industriale Aaron Dark) intenzionato a prendere possesso del nostro pianeta. Nel film sarebbe stata introdotta She-Ra (eliminata dalla sceneggiatura del primo film) e altri personaggi classici come Trap Jaw. Al posto di Dolph Lundgren a vestire i panni di He-Man ci sarebbe stato il surfista Laird Hamilton mentre la regia sarebbe stata affidata ad Albert Pyun.
Il film ovviamente non fu mai realizzato (il budget previsto era di soli 4.5 milioni di dollari) e Mattel rescisse il contratto a causa degli inadempimenti del gruppo. Ma i costumi e parte delle scenografie realizzate non furono cestinati bensì riutilizzate per Cyborg, film sci-fi con protagonista Jean-Claude Van Damme uscito nel 1989.
Masters of the Universe - Il Film è passato da flop a b-movie guadagnandosi poi l'etichetta di cult. Un incredibile fotografia di quello che era il modo di fare questo tipo di cinema negli anni '80 con tutti gli annessi e connessi, fra tecnologie ancora legate ad una certa manualità ed evidenti limitazioni, eppure geniale e audace per concezione e a tratti anche per realizzazione tecnica. Piccola curiosità, il film uscì negli Stati Uniti il 7 agosto del 1987 ma arrivò in Italia con appena 3 anni di ritardo ovvero nel 1990 e con una distribuzione limitata.