Tre le prossime serie del Marvel Cinematic Universe in arrivo su Disney+ è stata annunciato un titolo che ha profondamente scosso i lettori dei comics della Casa delle Idee: Secret Invasion. Le avvisaglie della trasposizione di questo epocale evento del Marvel Universe di inizio millennio all’interno del contesto cinematografico marveliano si sono palesate all’interno di film e serie, ma sapere che assisteremo a uno dei capitoli più duri della recente continuity marveliana apre a diversi scenari futuri. Momento ideale, dunque, per approfondire l’importanza di un cardine della Marvel firmata Brian Michael Bendis.
È di nuovo l’autore di saghe come Vendicatori: Divisi, House of M e Civil War a realizzare Secret Invasion, che a tutti gli effetti viene inserito all’interno di questo complesso affresco supereroico con cui Bendis ha rivoluzionato il Marvel Universe. Chiamato a dare una brusca sterzata a una rotta tutt’altro che sicura, al volgere del millennio il buon Bendis aveva identificato due punti fermi per traghettare la Marvel verso il futuro: maggior coesione tra i personaggi e una più definita sinergia con l’attualità. Aspetti che Bendis ha fatto subito suoi, creando una felice crasi tra tradizione e innovazione, come dimostrato proprio da Secret Invasion.
Secret Invasion: creare il nemico
In un certo senso, Bendis aveva fatto propria la lezione di Stan Lee, sostenitore del principio che i fumetti Marvel dovessero interpretare la contemporaneità, colorandola con le metafora della narrativa tipica della nona arte. Gli anni in cui Bendis prendere il timone della Marvel, da un punto di vista sociale, sono tra i più complessi per il tessuto sociale americano. La cicatrice dell’11 settembre è ancora dolorosamente aperta, gli stessi americani si guardano con sospetto l’un l’altro, spaventati dall’idea che ci sia ancora terroristi infiltrati che attendono solo di colpire. Una tensione palpabile, che scatena una caccia al nemico spietata, perseguita con mezzi spesso deprecabili, ma animata da una paura incontrollata e da una disperata ricerca di sicurezza che si trasforma in un conferimento di poteri straordinari all’establishment.
Dettagli che non possono lasciare indifferenti gli sceneggiatori Marvel. Millar utilizzò questi presupposti per dare vita ai suoi Ultimates, mentre Bendis si avviò su una strada di analisi più complessa, che divenne un processo di riscrittura del canone eroistico. Da fine osservatore, Bendis vide in questa tensione sociale un riemergere di ansie e angosce già vissute durante gli anni ’60 in America, quando l’infiltrato nemico era il pericolo rosso. E si ricordò della genesi di una delle razze aliene più pericolose del Marvel Universe: gli Skrull. E Bendis, parlando degli alieni, aveva capito quale fosse il loro potenziale:
“Gli Skrull erano stati precedentemente presentati come i classici alieni con astronavi e armi a raggi. Eppure, sono dei mutaforma, immaginate cosa questo possa rappresentare: potrebbero infiltrarsi, vivere delle nostre paure e angosce. In una crociata simile non sono i governi o le religioni a essere un ostacolo, ma le persone con poteri straordinarie”
Comparsi per la prima volta nel gennaio 1962 in Fantastic Four#2, questi alieni creati da Jack Kirby e Stan Lee erano l’incarnazione fumettistica dello spettro del maccartismo. Nella loro prima apparizione, gli Skrull, sfruttando il loro tratto innato di mutaforma, si erano sostituti a Reed Richards e famiglia per renderli i colpevoli di un crimine galattico, in modo da trasformare i Fantastici Quattro, e quindi i Terrestri, dei criminali spaziali. A ben vedere, Lee e Kirby si erano allineati a una narrativa sci-fi tipica del periodo, in cui l’alieno era sempre meschino e pericoloso, minava la sicurezza dell’American Way.
Una genesi che a Bendis non era sfuggita, tanto che lo stesso autore vide negli Skrull i nemici ideali per Secret Invasion:
“Gli Skrull sono stati inventati decenni fa, quanto L’invasione degli ultracorpi e la guerra fredda erano temi attuali per il Marvel Universe. Ora ci troviamo nuovamente in un momento simile. Alla base di questa storia c’è il timore di non sapere se ti puoi fidare di amici e parenti. Anche ora che sono passati anni dall’11 settembre, quando saliamo in aereo non possiamo evitare di osservare e giudicare gli altri passeggeri, non possiamo farne a meno. In Secret Invasion questo consente di realizzare il più grande disaster movie Marvel, una storia in cui tutti i supereroi devono interagire tra loro in una nuova maniera”
Un accanimento da parte di Bendis, se pensiamo che la comunità metaumana marveliana sta ancora cercando di riprendersi dagli eventi di Civil War. Capitan America è morto, Thor si allontanato disgustato dai suoi compagni Vendicatori dopo aver visto come un suo replicato robotico abbia ucciso l’amico Golia, Tony Stark è il nuovo direttore dello S.H.I.E.L.D., in seguito alla scomparsa di Fury. Una situazione di continua tensione tra i supereroi, che ha consentito a fazioni tutt’altro che eroiche come i Thunderbolts di Norman Osborn di divenire una squadra governativa. In tutto questo, la popolazione ‘normale’ non ha più quella sicurezza che i propri eroi siano ancora in grado di difenderla, li hanno visti lottare tra loro senza ritegno. E la morte di Steve Rogers è stato un colpo devastante per l’ideale dell’eroe autentico.
Di chi puoi fidarti?
Non poteva esserci momento migliore per gli Skrull per colpire. Animati dalla convinzione che la Terra sia già parte del proprio impero. Un piano che scopriamo ora essere in atto da diverso tempo, che ha visto nomi cari a lettori venire sostituiti da mutaforma Skrull, agenti dormienti pronti a risvegliarsi per dare il colpo di grazie all’ultimo ostacolo per la conquista della Terra: la comunità supereroica.
Rivista alla luce degli eventi di Secret Invasion, tutta la precedente run di Bendis, la lenta ma costante erosione dell’invincibilità di Vendicatori e X-Men assume una nuova visione, più profonda. Non a caso l’iniziale idea di fare agire gli Skrull subito dopo i precedenti eventi è stata scartata da Bendis proprio per dare ulteriore solidità a questo inteso momento:
“All’inizio aveva pensato di far agire gli Skrull al termine di Civil War, ma avendo preso parte alla genesi di quella storia, avevo intuito come non sarebbe stato di supporto a Secret Wars. Mentre scrivevo House of M, ho iniziato a vedere gli eventi con gli occhi della regina Skrull, capendo come il suo piano potesse giovare enormemente da questi avvenimenti, al punto che la decimazioni dei mutanti è stata fondamentale per i piani degli Skrull. Vedere eroi umani e mutanti lottare tra loro, indebolendosi, pilotando questi eventi, è la migliore operazione sotto copertura della storia!”
Lucidamente perfido, Bendis. Non solo nella costruzione della basi di Secret Wars, ma anche nel modo in cui ha sviluppato gli eventi. Il progressivo rivelarsi degli infiltrati, infatti, ha coinciso con una ancora più letale disgregazione della comunità supereroica, con dei picchi di grande tensione emotiva, che hanno visto personaggi come Clint Barton, il metronomo emotivo di questo periodo di grandi eventi marveliani, soffrire enormente. A esser centrale in questa definizione dell’opera, è però la reazione della gente comune, che vede nelle promesse degli alieni di un domani migliore una sorta di speranza, capace di sostituire l’illusorio senso di sicurezza precedentemente garantito dai supereroi ‘uniti’.
Curioso, se pensiamo che contrariamente agli alieni invasori tanto cari a una certa fantascienza, dalla citata L’invasione degli ultracorpi al cult V – Visitor, non sono intenzionati a conquistare la Terra mossi da una fame di conquista. Gli Skrull vedono nella loro missione una sorta di valenza religiosa, il loro mantra ‘Lui ti ama’ li rende nuovamente prossimi alla matrice islamica che aveva così dolorosamente colpito gli States. Un contrasto che nuovamente su territorio americano contrappone fanatismo a unità, tanto che finalmente vediamo nuovamente i Vendicatori accantonare le proprie divergenze, per lottare contro un nemico comune.
Ma il finale di Secret Wars non rappresenta un happy ending. Al contrario, quello che poteva un ritorno alla status quo ante diventa un inasprirsi della situazione supereroica, un finale che è stato centrale nel convincere l’editor Joe Quesada a dare il via libera a Secret Wars: la storia la scrivono i vincitori. E chi è il vincitore della battaglia finale? I Vendicatori sono ancora più spezzati, con Tony Stark colpito da un virus skrull e la sua figura di leader dell’Iniziativa e direttore dello S.H.I.E.L.D. compromesso, mentre gli eroi che si erano opposto all’Atto di Registrazione, pur avendo lottato contro gli Skurll, non erano stati perdonati. In un simile panorama, il vincitore è Norman Osborn, colui che ha premuto il grilletto uccidendo la regina Skrull. E il vincitore, si sa, scrive la storia.
Gli eventi di Secret Invasion, infatti, completano il ribaltamento di prospettiva del mondo marveliano durante la gestione di Bendis. Un’evoluzione che troverà la conclusione in Assedio, quando la complessa rete di trame intessuta da Bendis troverà la sua epica conclusione.
Dai fumetti al Marvel Cinematic Universe
Tra le future serie annunciate per il futurodel Marvel Cinematic Universe è presente anche la trasposizione di Secret Wars. Come dimostrato in precedenza, non sempre i grandi eventi fumettistici vengono mutuati fedelmente nel MCU, vedi Civil War, eppure Secret Invasion ha già mostrato le proprie radici. Dopo la loro apparizione in Captain Marvel, gli Skrull sono infatti nuovamente entrati in scena nel finale di Spider-Man: Far From Home, dove scopriamo che Fury e la Hill erano in realtà due Skrull, assoldati da Fury, ora al comando di una nuova postazione da battaglia in orbita.
Da questi presupposti, cosa possiamo attenderci dalla serie di Secret Invasion? Considerato il momento complicato che stanno vivendo gli eroi del Marvel Cinematic Universe, tra le implicazioni del multiverso e la perdita di colonne portanti come Iron Man e Steve Rogers, un evento come Secret Invasion potrebbe rappresentare un momento di grande intensità all’interno della continiuity del Marvel Cinematic Universe.