Marvel 616, recensione in anteprima del doc su Disney Plus

L'anteprima di Marvel 616, alla scoperta della ricca eredità Marvel grazie a diversi documentari che svelano gli intrecci tra narrazione, cultura pop e fandom.

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a cura di Francesca Sirtori

Difficilmente qualcuno di voi si ricorderà di Masked Rider, serie uscita agli inizi degli Anni Settanta, e non tutti sapranno perché Spider-man abbia faticato a ottenere in Giappone lo stesso successo, riscosso invece immediatamente negli USA. Non solo questi, ma anche tanti altri temi legati agli eroi Marvel vengono approfonditi nella prima stagione del documentario Marvel 616, che conta otto episodi in arrivo il 20 novembre su Disney PlusCiascuno di questi, di cui non vi riveleremo tutti i dettagli in anteprima, sono dedicati alla scoperta di curiosità sulla creazione dei principali protagonisti di quell'universo creativo e sempre più in espansione che è quello di Marvel, tra interessanti interviste e filmati d'epoca, come solo Disney sa fare. Questo nuovo titolo è prodotto da Marvel New Media insieme a Supper Club, e i produttori esecutivi della serie sono Joe Quesada, Shane Rahmani, Stephen Wacker, John Cerilli, Harry Go e Sarah Amos per Marvel; Jason Sterman, Brian McGinn e David Gelb per Supper Club. Siete pronti a esplorare come la ricca eredità Marvel tra storie, personaggi e creatori viva anche nel mondo esterno?

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Marvel 616, o il confine labile tra finzione e realtà

Come abbiamo anticipato, ogni singolo episodio di carattere documentaristico, diretto da uno straordinario regista, approfondisce gli intrecci tra narrazione, cultura pop e fandom nell’Universo Marvel. Gli episodi di questa serie antologica affronteranno argomenti che includono tutti gli artisti Marvel di fama mondiale e le donne pioneristiche di Marvel Comics, alla scoperta dei personaggi Marvel “dimenticati” e molto altro. Così questa carrellata di episodi che abbiamo visionato in anteprima, fatto salvo per il sesto, ci ha raccontato diversi retroscena interessanti relativi alla produzione e realizzazione dei personaggi che hanno fatto la storia dell'intrattenimento negli scorsi decenni fino ad oggi.

Sembra quasi una gag, o qualcosa a cavallo tra il trash e il kitsch, rivedere con gli occhi della contemporaneità che punta al polished i video di archivio degli anni Settanta che raccontano la realizzazione di Spider-Man in Giappone, qualcosa di molto distante dalle immagini che abbiamo in mente negli ultimi film e videogames dedicati allo stesso personaggio. Altrettanto interessante, e sempre attuale, è ad esempio il discorso emerso nel secondo episodio del documentario, dove si racconta che agli esordi dei personaggi nei comics Marvel non vi era una completa e totale rappresentanza della popolazione mondiale, a livello di etnia e tratti somatici.

Se infatti al giorno d'oggi abbiamo la possibilità di incrociare personaggi di colore, o comunque non di razza bianca, come Kamala Khan o Black Panther, inizialmente ci viene raccontato che le eroine erano di solito rappresentate con i cosiddetti tratti "perfetti" narrati dalla stereotipia, amplificata anche da prodotti che hanno fatto la storia come Barbie: bionde e con gli occhi azzurri.

La Storia è un fumetto

Sapevate però che i lettori di fumetti già agli esordi erano suddivisi in modo praticamente equo tra ragazzi e ragazze? E questo grazie alla vastità del genere narrativo di riferimento, in grado non solo di raccontare storie davvero universali e coinvolgenti, ma soprattutto basate a partire da una conditio sine qua non dell'essere umano: la fallacità. La caratteristica di essere deboli, con difetti, paure, debolezze che diventano però il punto di partenza per ogni eroe. Non mancano nemmeno gli intrecci con la Storia, chiaramente; come si suol dire, a volte la realtà supera la fantasia, ma in questo caso la prima ha semplicemente influenzato in maniera potente ed efficace.

Parliamo ad esempio della Seconda Guerra Mondiale, di come le donne non avessero cominciato a lavorare solo nelle industrie come operaie, ma anche nel settore dei fumetti. Una presenza però spesso e (non) volentieri passata in sordina. Così si passa dalla nascita del Comics Code Authority alla rivelazione del cosiddetto Marvel Method. Di cosa si tratta? Vi attende il settimo episodio a rivelarvene i dettagli.

In conclusione

Se proprio vogliamo trovare una pecca in questo prodotto, potremmo guardare alla durata talvolta eccessiva delle puntate: da circa 50 minuti a quasi 70 per puntata rischia di essere abbastanza lunga e noiosa la questione, ma il montaggio grafico è davvero ineccepibile. Non si tratta solo di aver visto e rivisto filmati d'epoca, ricostruzioni, testimonianze narrate dalla viva voce dei protagonisti dell'epoca rimasti fino a oggi, ma anche di commistioni grafiche, dove elementi cartoon entrano nella vita reale. Proprio come accade di fatto nell'immaginazione dei più accaniti fan di questo mondo.

Marvel 616 è la messa in luce di tanti volti noti, e meno noti, di questo piccolo, grande mondo, ma non solo. Si parla dei principali nomi che hanno realizzato la storia dei più grandi eroi Marvel, ma anche di persone decisamente più ordinarie che compiono gesti straordinari nel loro quotidiano, realizzando però un importante obiettivo: quello di espandere ancora una volta l'universo Marvel con l'introduzione del cosiddetto programma Marvel Spotlight con un nuovo medium: il palco di un teatro.

Riuscivate a immaginare che il mondo dei fumetti, e in particolare di quelli che hanno contribuito a costruire e alimentare uno dei più grandi e importanti fandom mondiali, potesse regalare così tante emozioni? Ebbene, non vi resta che togliervi questa soddisfazione, un piccolo sfizio che vi accompagna per una intera, interessante stagione, forse di nicchia e dal carattere storico e culturale piuttosto elevato e non troppo "pop", ma che sa sicuramente conquistare il cuore dei maggiori appassionati di Marvel, e non solo.

Per avere sempre con voi i migliori personaggi Marvel, suggeriamo l'acquisto di una calda coperta di pile a tema Spiderman.
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