Immagine di Manor Black, recensione: il sovrannaturale a fumetti che ci piace
Cultura Pop

Manor Black, recensione: il sovrannaturale a fumetti che ci piace

Manor Black è la nuova sinistra serie a fumetti sovrannaturale di Cullen Bunn, Tyler Crook e Brian Hurtt: la nostra recensione.

Avatar di Rossana Barbagallo

a cura di Rossana Barbagallo

In sintesi

Cullen Bunn e Tyler Crook tornano al sovrannaturale, insieme a Brian Hurtt, nella nuova serie Renoir Comics intitolata Manor Black.

Nel mondo dell'horror e del sovrannaturale a fumetti fanno il loro ritorno Cullen Bunn e Tyler Crook, che tanto hanno esaltato gli animi dei lettori con Harrow County e The Sixth Gun, addentrandosi nuovamente nelle oscure sale popolate da orrore e magia. Manor Black è il titolo della nuova serie inaugurata dal fortunato duo, che per l'occasione aggrega al team Brian Hurtt alla scrittura. Ci pensa Renoir Comics a pubblicare Manor Black in Italia, portando avanti questa interessante scia horror avviata con gli inquietantissimi volumi di Harrow County, attraverso una storia di magia, terrore e sotterfugi alla maniera di Bunn e Crook. Sarà riuscita però, questa nuova serie a fumetti di cui abbiamo letto i primi 4 numeri racchiusi in questo volume introduttivo, a catturare l'attenzione come le opere che l'hanno preceduta?

Back to (Manor) Black

Bunn e Crook tornano a fare ciò che hanno dimostrato di saper operare con grande maestria, proponendo così una nuova, cupa e inquietante storia. Quella di Roman Black, mago che padroneggia la magia del sangue e capostipite di una famiglia antica e potente, dotata di poteri magici, il quale divide le sue attenzioni tra oscuri segreti racchiusi tra le cripte della casata Black e i tentativi dei suoi figli di accaparrarsi le redini del potere. Ai margini della proprietà avviene tuttavia qualcosa di sinistro che coinvolge non solo Roman e la sua oscura famiglia, ma anche la vicina cittadina, causando terrore e scompiglio. E mentre all'interno di casa Black viene accolta Ari, giovane donna braccata da pericolosi individui che intendono sottrarre il suo grande, incontrollabile potere, un'improbabile e inaspettata alleanza si genera tra Roman e la ragazza, che attraverso le doti magiche di cui dispongono dovranno fronteggiare una minaccia incalcolabile.

Si ritorna, dunque, alle atmosfere cupe, sinistre e decisamente appassionanti che Cullen Bunn e Tyler Crook avevano intessuto con meticolosità in Harrow County, stavolta coadiuvati da una scrittura a quattro mani grazie all'ingresso di una vecchia conoscenza, ovvero Brian Hurtt (The Sixth Gun). È indubbio, infatti, che Manor Black possegga una serie di aspetti interessanti che ne prospettano il potenziale successo: un clima oscuro e inquietante che fa da impalcatura a un edificio fatto di antica magia; personaggi dotati di grande potere e un fascino fatale dato dai misteri che celano (anche a sé stessi); una trama che si profila intensa, ricca di sfumature e colpi di scena.

C'è tuttavia un grosso "ma" che getta un'ombra su Manor Black. Questo ritorno all'horror non sembra essere attualmente ben definito, quanto piuttosto un tentativo ancora timido e acerbo che non regge il confronto con Harrow County. L'etichetta "horror" che agghinda questo primo volume di Manor Black non sembra essere allora molto calzante, ma sembra che gli si addica di più, piuttosto, una definizione più ampia che accolga in sé il fantasy, il mistero, il sinistro, poiché mancano il raccapriccio e il reale terrore. Un racconto gotico contemporaneo calato tra diner di periferia e malviventi magici in fuga su sporchi van, capace di mescolare l'inquietudine dell'arcano con quella di una società spaventata e arrabbiata.

Gotico contemporaneo

Ci sono gli spettri, c'è la magia del sangue con i suoi pericolosi patti e quella del fuoco con la sua indifferente distruzione, e poi c'è un'antica magione e cripte e creature strane e spaventose. Non sembra essere un caso, però, che tutto ciò sia inserito sullo sfondo di un'ambientazione contemporanea, nell'America più profonda e ancorata ad abitudini e consuetudini. Sembra infatti che Bunn e Hurtt abbiano disseminato, in questi primi 4 numeri introduttivi, alcuni indizi che legano a doppio filo l'atmosfera di cupa tradizione della famiglia Black a quella di un luogo destinato a non mutare mai, a vivere credendo di cambiare senza mai cambiare davvero, portandosi stancamente avanti in una routine che non ammette il rischio del nuovo.

Gli stessi antagonisti di questa storia, seppur appartenenti al ramo "magico" dei personaggi ritratti, sembrano profilarsi invece come quella frangia bigotta, spaventata e furente della società occidentale e non stupisce nemmeno più di tanto il fatto che essi rappresentino una violenta minaccia alla protagonista, Ari, donna afroamericana che cerca di farsi strada nella mordace vita a suon di fuoco e fiamme. È vero, è un po' presto per dare giudizi affrettati dato che abbiamo ancora tra le mani solo il primo volume di questa serie. Ma chissà che più avanti non ci stupisca ulteriormente intonando una musica dalle note di una critica sociopolitica sotto questo manto di magia e mistero che rende Manor Black una sorta di gotico contemporaneo?

È Tyler Crook a dare una forma visiva pressoché impeccabile e quasi tangibile alla sinistra partitura scritta da Cullen Bunn e Brian Hurtt. La sua mano morbida risulta anche stavolta una scelta ottima per questa serie a fumetti: un ossimoro illustrativo, un cozzare visivo che non crea conflitto, ma genera al contrario un diverso e potente senso di turbamento. Se i volti dei personaggi possono sembrare inizialmente fuori posto nelle loro forme stilizzate, all'interno di questo quadro cupo e votato all'angoscia, lo sgomento nelle loro espressioni arriva esattamente dove le parole non possono giungere. E le palette tenebrose e notturne benché acquerellate danno il giusto senso di mistero e claustrofobia che ci si aspetti da una narrazione di questo tipo.

Non un horror vero e proprio, dunque, che non possiede la stessa carica destabilizzante di Harrow County, ma qualcosa che potrebbe valere la pena di seguire ancora, con i prossimi numeri a venire e i loro magici, sovrannaturali segreti.

Voto Recensione di Manor Black



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Magia, mistero e intrighi...

  • - ...che promettono una trama intensa e ricca di colpi di scena;

  • - Atmosfere cupe e sinistre;

  • - Personaggi dal grande fascino e potenziale;

  • - Illustrazioni solo in apprenza ossimoriche: perfette per queste atmosfere

Contro

  • - Non un vero e proprio horror come viene definito...

  • - ...privo di reale raccapriccio e terrore;

  • - Un tentativo timido che risente della stupefacente inquietudine di Harrow County;

Commento

Si ritorna alle atmosfere cupe, sinistre e decisamente appassionanti che Cullen Bunn e Tyler Crook avevano intessuto con meticolosità in Harrow County, stavolta coadiuvati da una scrittura a quattro mani grazie all'ingresso di una vecchia conoscenza, ovvero Brian Hurtt (The Sixth Gun). È indubbio, infatti, che Manor Black possegga una serie di aspetti interessanti che ne prospettano il potenziale successo: un clima oscuro e inquietante che fa da impalcatura a un edificio fatto di antica magia; personaggi dotati di grande potere e un fascino fatale dato dai misteri che celano (anche a sé stessi); una trama che si profila intensa, ricca di sfumature e colpi di scena. Non un horror vero e proprio, però, che non possiede la stessa carica destabilizzante di Harrow County, ma qualcosa che potrebbe valere la pena di seguire ancora, con i prossimi numeri a venire e i loro magici, sovrannaturali segreti.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Manor Black
Leggi altri articoli