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L'Universo in cui Abiti, recensione del fumetto Jundo original

Dalla piattaforma web al cartaceo, l'opera di Giuseppe Batteria dal titolo L'Universo in cui Abiti, edita da Jundo.

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a cura di Rossana Barbagallo

In sintesi

Dalla piattaforma di webcomics alla carta stampata: L'Universo in cui Abiti è il fumetto di Giuseppe Batteria della collana Jundo original.

Da Jundo, piattaforma italiana di webcomics, arriva l’edizione cartacea del fumetto original L’Universo in cui Abiti, di Giuseppe Batteria. Titolo a cavallo tra sci-fi e fantasy che dal digitale giunge così anche a quel bacino di lettori che prediligono il cartaceo, L’Universo in cui Abiti è un ottimo esempio di fumetto indie con il potenziale per raggiungere anche il mercato più mainstream, se consideriamo il titolo avulso di tutti quegli aspetti sicuramente migliorabili per farne un’opera completa e priva di pecche dovute a una probabile inesperienza. Cosa ci ha colpito del fumetto di Giuseppe Batteria? Ne parliamo nella nostra recensione.

L’Universo in cui Abiti...

Kappa vive su uno dei 77 pianeti conquistati da Re Fidelio nella sua opera di espansione del proprio regno nell’universo. Qui l’utilizzo della magia fa parte della normale vita quotidiana e Kappa se ne serve per lavorare presso gli Scavi del Re, alla ricerca di antichi manufatti giunti da altri pianeti per conoscerne l’entità e proseguire con l’opera di espansione. Durante le sue ricerche, Kappa viene in possesso di un oggetto misterioso, una sorta di parallelepipedo scuro e sottile, che non reagisce alla magia, ma si illumina e sembra stabilire un contatto con qualcun altro: uno smartphone.

La “reliquia” gli viene sottratta e braccato da alcuni letali agenti del Re, Kappa si ritroverà suo malgrado a lavorare per quest’ultimo, che intende sfruttarne l’enorme potenziale magico per ritrovare il misterioso oggetto e aggiungerlo agli altri rinvenuti: in un mondo privo di tecnologia, tali strumenti possono rappresentare la chiave di volta per l'espansione defnitiva nell'universo.

...e l’universo in cui credi di abitare

La valenza di un titolo che da una piattaforma web ad abbonamento dal costo sicuramente ghiotto, come Jundo, passa su un supporto cartaceo dal prezzo certamente (e giustamente) diverso, sta innanzitutto nel riuscire a intrigare il lettore, a catturarne l’attenzione e mantenerla salda. Aspetto, questo, che L’Universo in cui Abiti fa suo attraverso una trama che non segue un percorso piatto e lineare, ma si sviluppa con digressioni e differenti POV, introducendoci all’interno di una narrazione che sa come accendere la curiosità di chi legge, dissemina indizi e allusioni a rilevanti eventi del passato, sottintende un universo vasto e ricco di misteri.

Bisogna prendere atto dell’ottima capacità di world building dell’autore, a tal proposito: nonostante questo rappresenti il primo volume di una serie e tenda a centellinare le informazioni in maniera vaga, L’Universo in cui Abiti apre realmente le porte a un universo ampio in cui sembrerebbe che ciascun pianeta possegga caratteristiche uniche. Quello su cui viene ambientata la trama attuale, presuppone che l’uso della magia sia un fenomeno comune e radicato, tuttavia sembra che la nostra Terra sia legata in qualche modo a questo “77esimo pianeta”: i manufatti rinvenuti, il loro funzionamento (dapprima sconosciuto a Kappa e agli altri protagonisti, poi pian piano sempre meno misterioso), i rimandi a un luogo dotato di oggetti tecnologici “anomali”, creano un immaginario in cui il nostro pianeta è quello distante, lontano dalla comprensione dei personaggi, e non il contrario.

La sceneggiatura non viene in supporto della narrazione, dal momento che la struttura de L’Universo in cui Abiti è piuttosto confusionaria, scompaginata anche a causa di illustrazioni e palette caotiche (come vedremo più avanti) e può essere sicuramente un aspetto migliorabile ai fini di una maggiore comprensione. I protagonisti, inoltre, non mostrano segni rilevanti che possano determinare uno scatto di empatia nei loro confronti. Soprattutto Kappa, possiede una personalità fumosa, a una dimensione e ancora troppo vaga per poter creare un legame, a questo stadio, con il lettore. D’altro canto, come accennato, non c’è dubbio sul fatto che L’Universo in cui Abiti risulti intrigante, ricco di spunti narrativi con un potenziale che potrebbe promettere una serie di successo ben più articolata, progettata secondo una struttura solida e meno caotica, con un maggiore focus sui protagonisti, il loro passato e le loro intenzioni future.

La galassia in un mondo

Qual è la prima associazione mentale che sorge leggendo L'Universo in cui Abiti? Quella di una galassia, di un luogo fantascientifico e legato alle misteriose bellezze dell'universo. La palette è fatta quindi di viola, lilla, celeste e verde, in diverse combinazioni di fluo e pastello, ma sempre dominanti in ogni pagina. Tali colori sono applicati su illustrazioni sempre stilizzate, ridotte spesso ai contorni essenziali e prive di dettagli, con "pennellate" ampie ed espressive che conferiscono un certo movimento alle figure.

Croce e delizia di questo fumetto, tale palette di colori rappresenta infatti anche una delle principali pecche dell'opera. Come precedentemente accennato, i colori ridondanti (che non consentono talvolta di distinguere alcune figure) e le illustrazioni poco dettagliate, rafforzano il senso di caoticità della sceneggiatura. L'Universo in cui Abiti possiede una palette accattivante, in alchimia con la trama e le ambientazioni, che dà un'idea di sci-fi giovane e contemporanea. Forse però troppo giovane: l'inesperienza si nota un po'. Quale momento migliore, però, per crescere ed evolversi se non quello in cui si è all'inizio di un'opera?

Jundo rappresenta in questo senso in un'eccellente piattaforma di lancio per tutti quegli autori che intendono pubblicare i loro contenuti e ampliare il proprio pubblico. Al costo di un abbonamento allettante, la piattaforma che ospita webtoons, fumetti e manga adotta anche una filosofia diretta alla sinergia tra digitale e cartaceo, consentendo di accedere anche a contenuti "fisici" in una maneggevole brossura (in questo caso), ottima nei materiali, comoda ed essenziale. L'Universo in cui Abiti è uno di quei titoli Jundo original che riteniamo valga la pena di avere nella propria libreria, a patto che con i prossimi volumi dell'opera il suo vero potenziale venga sfruttato in maniera più strutturata.

Voto Recensione di L'Universo in cui Abiti



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Trama intrigante, ricca di fascino e mistero;

  • - Un ottimo world building;

  • - Illustrazioni accattivanti, grazie anche a una palette ben scelta;

  • - Ottima scelta dei materiali di stampa

Contro

  • - La struttura della sceneggiatura è caotica...

  • - ...così come le illustrazioni, spesso confusionarie e ridondanti;

  • - Non si riesce ad empatizzare adeguatamente con il protagonista

Commento

A cavallo tra sci-fi e fantasy, Giuseppe Batteria realizza un fumetto intrigante, dalla trama tanto misteriosa quanto coinvolgente, attraverso un'opera di world building ammirevole che presuppone un universo vasto e tutto da scoprire. Nel fare ciò, dona movimento alle sue illustrazioni attraverso figure stilizzate, realizzate con tratti ampi ed espressivi, in una palette accattivante che dà l'idea di una galassia remota, di una visione fantascientifica giovane e contemporanea. Migliorabili sicuramente l'impostazione della sceneggiatura e il dettaglio delle illustrazioni, che di concerto creano una certa caoticità e non rendono giustizia a un fumetto promettente, che potrebbe raggiungere anche un mercato più mainstream. Attendiamo fiduciosi i futuri sviluppi dei prossimi volumi.

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L'Universo in cui Abiti

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