Con l’uscita de I ribelli dell’Erondar, la serie fantasy di casa Bonelli, Dragonero, si spinge verso una nuova dimensione narrativa, andando a scuotere quelle che erano le sicurezze dei lettori. Questo percorso di evoluzione della serie rientra pienamente all’interno di una continuità narrativa che mostra una crescita personale di Ian Aranill che rispecchia il mutamento del suo mondo.
Complice la presentazione a Lucca Comics & Games 2019 del nuovo corso delle avventure di Dragonero, abbiamo avuto modo di addentrarci nella vita di Ian Aranill con due guide d’eccezione: Stefano Vietti e Luca Enoch! L’arrivo di questo nuovo arco narrativo, Dragonero – Il ribelle, è divenuto l’occasione per affrontare passato e futuro della vita dell’ex scout
Dragonero: alla scoperta della nuova vita di Ian Aranill con Stefano Vietti e Luca Enoch
Il radicale cambio della società dell’Erondar non è solo l’inizio di un nuovo capitolo della vita di Ian, ma anche il punto di partenza ideale per nuovi lettori. Grazie ai flashback contenuti in I ribelli dell’Erondar, firmati da Babich e Olivares, vengono fornite le basi del passato di Ian, dando ai nuovi lettori una base per comprendere la vita di Ian. Ed è una condizione umana, questo affrontare nuove sfide, che Luca Enoch ricorda subito:
Luca Enoch: "Come spiega benissimo il trailer di Alex Dante, Ian Aranill ha avuto un passato intenso. È stato un prima un ufficiale imperiale negli Incursori, poi è diventato uno scout ed infine un eroe, il salvatore dell’Impero Erondariano quando al termine della Saga delle Regine Nere ha ucciso la Regina. Certo, dopo questo evento l’impero è andato in pezzi, ma era normale, perché dopo una guerra qualunque entità sociale si frantuma. Ed ora, Ian si trova in una posizione totalmente diversa. È sempre Dragonero, è sempre il salvatore, per il popolo, ma per il nuovo Impero, un regime teocratico conseguenza della guerra ma le cui radici sono più profonde, Ian diventa un furorilegge. Un ribelle”
https://youtu.be/RoWGrW5t3b8
Per chi conosce la serie, Ian nelle sue avventure aveva sempre e comunque un punto fermo: la sua casa di Solian. Da Solian iniziavano i suoi viaggi e qui finivano, con gli abitanti del borgo costiero condivideva un senso di comunità, una dimensione emotiva che lo coinvolgeva direttamente nella vita della cittadina. Con l’arrivo del nuovo potere teocratico, questo riferimento immutabile di Ian è venuto
Luca Enoch: “Ad Ian sono state tolte le sue radici. Per lui Solian era una sicurezza, mentre ora, nella sua nuova veste, si ritrova a vagare nei vari rifugi dei ribelli sparsi per l’Erondar. Non avere più un posto da chiamare da casa ti priva di un riferimento importante, anche se Ian ha ancora i suoi fedeli amici che rappresentano le sue radici, in un certo senso. “
Stefano Vietti: “E consideriamo che essere un eroe, in un periodo buio come questo capitolo della storia dell’Erondar, non è facile. Per noi era importante che gli eventi che influenzano la società erondariana abbiano una ripercussione autentica e reale sulla vita di Ian, abbiamo lavorato molto affinché questa relazione fosse solida. Si potrebbe avere la sensazione che in tutti questi anni abbiamo costruito l’Erondar solo per poi distruggerlo, ma vuoi la verità? Non tutto era nei piani! A volte, semplicemente, le storie prendono il sopravvento!”
Gli eventi che hanno avuto luogo negli ultimi numeri di Dragonero hanno mostrato anche un cambiamento a livello sociale per l’Erondar.
Luca Enoch: “Dragonero è iniziato con un Erondar soggetto ad una sorta di pax imperialis, sullo stile dell’impero romano, dove in seguito alla conquista anche violenta si era arrivati ad un equilibrio in cui le diverse popolazioni vivevano in una società tutto sommato pacifica e coesa, con un benessere diffuso e in cui le minoranze, come sempre, continuavano ad essere sottomesse. Il cataclisma portato dalla Guerra delle Regine Nere ha infranto questo equilibrio, con una frammentazione dell’Impero che sembrava un rischio concreto, ma è che stato paradossalmente scongiurato con dalla diffusione del morbo del Pianto Rosso. La speranza di una cura per questa terribile pandemia, rappresentata dalla stessa persona che sembra essere in grado di diffonderla, ha ricreato un’unità imperiale. Ma l’impero che abbiamo ora è malvagio, una struttura teocratica e violenta, non così diverso dall’impero erondariano delle origini, che conquistava con la violenza annettendo paesi vicini.”
E ad un impero oppressivo, inevitabilmente si contrappone una ribellione. In Morte di un eroe, alla nascita della ribellione compaiono anche le minoranze tenute al margine della società dal defunto impero erondariano, come nani o elfi.
Luca Enoch: “Tutto quello che c’era prima era comunque il frutto della volontà imperiale di creare una situazione pacifica, una volta consolidato il proprio potere. Ai nani era stato posto il vincolo di non avere armi, ma in cambio era stato concesso l’esclusiva degli scavi minerari, specialmente dei preziosi minerali come la luresilca. Agli elfi di Frondascura era stato concesso di isolarsi nelle fitte foreste del nord, tagliando il più possibile i legami con le altre razze. Era una situazione di delicati equilibri, in cui il rispetto dell’autorità dell’Impero Erondariano consentiva una certa autonomia. Ora, con il nuovo regime, queste regole non valgono più. Leario sta ricreando l’Impero, senza alcun riguardo per precedenti accordi. E le altre razze, che percepiscono il pericolo di questa situazione, corrono ai ripari unendosi alla ribellione. Ed ecco che al fianco di Ian abbiamo elfi e nani”
Le nuove battaglie dei ribelli: Nel silenzio colpiamo
A proposito di nani e battaglie, in Dragonero si è sempre percepito che questa razza pativa non poco il vincolo imperiale di non produrre e possedere armi, nonostante la loro ingegnosità li portasse ad esser dei mastri armaioli e guerriere provetti, come visto nel corso della Guerra delle Regine Nere. Ora che l’Impero è radicalmente cambiato e i nani si schierano con i ribelli di Ian, sarà interessanti vedere come questa loro perizia sarà messa a buon uso
Luca Enoch: “Nel vecchio impero, i nani non producevano armi, anche perché gli unici autorizzati a studiare e produrre armi erano i Tecnocrati. La loro gilda era stata creata appositamente per quello, per mantenere un rigido controllo sullo sviluppo tecnologico per conto del trono imperiale: solo voi potete progettare e realizzare, all’interno della vostra torre, e da lì escono solamente su autorizzazione imperiale. Per fare un parallelo storico, è come il Giappone dei Tokugawa, quando la produzione di armi da fuoco era rigidamente controllata dallo shogunato e relegata in aree precise. Nell’Erondar il meccanismo era lo stesso, ai Tecnocrati era data piena libertà creativa ed un luogo in cui dargli forma, ma tutto era soggetto prima al vaglio delle autorità imperiali. Ma ora servono ancora armi da fuoco per ricreare l’impero? Se ci pensiamo, basta la paura del Pianto Rosso per far capitolare senza battere ciglio intere città, Insomma, se arrivo davanti ad una fortezza e mi basta dire ‘Sarete tutti morti entro domani se non vi arrendete’, a che mi servono i cannoni?? Però posso svelarti questo, senza fare spoiler: in una storia verrà anche affrontato questo complicato rapporto con la tecnologia. Ma bisogna aver pazienza, arriverà la prossima primavera!”
Stefano Vietti: “E poi, visto il contesto in cui si muove ora Ian, più che di battaglie si tratterà di guerriglia. Se la Saga delle Regine Nere è stata caratterizzata da battaglie campali e assedi, con Dragonero – Il ribelle è necessario affrontare gli scontri in un’altra ottica. I ribelli si muovono nell’ombra, devono ponderare ogni azione, facendo della rapidità la loro arma: arrivi, colpisci, sparisci. La vittoria finale deve essere vista come il completamento di un mosaico, in cui ogni minima azione è una tessera essenziale per il buon esito finale. E comunque, anche i nani avranno un ruolo importante, visto che ti incuriosisce tanto. Ma il loro non sarà un aiuto a buon mercato, soprattutto quando si tratta di attraversare le vie sotterranee di cui sono gli assoluti padroni, e che non lasciano attraversare a nessuno!”
Il nuovo Erondar di Dragonero - Il ribelle
Al centro dei grandi eventi di Dragonero – Il Ribelle c’è la figura del gran sacerdote Avadhatya. Dietro questo altisonante nome si nasconde Leario, una vecchia conoscenza di Ian apparso nei primi numeri di Dragonero, che sembra essere divenuto l’araldo della Signora delle Lacrime, la tremenda divinità portatrice del Pianto Rosso. Grazie a questo suo ruolo, Leario è divenuto il pericolo maggiore per Ian e per i suoi ribelli, una caratteristica che Vietti ci tiene a ribadire.
Stefano Vietti: “La costruzione di Leario è stato un processo che abbiamo curato con estrema attenzione, senza fretta. Era importante capire quale sarebbe stato il suo ruolo, quali fini avesse in mente. Durante le nostre riunioni all’Eremo (il misterioso luogo in cui Stefano e Lucca si ritrovano per decidere le sorti della vita di Ian, NdR), Leario era una presenza che compariva solo quando era il momento. Per Ian e i suoi ribelli sarà un avversario incredibilmente ostico, e non vi dovete aspettare un finale scontato!”
L’arrivo del nuovo corso di Dragonero ha anche colpito una caratteristica che sta molto a cuore ai collezionisti: la numerazione. Giunti al numero 77, la serie continua con un nuovo numero 1, che segna non una fine, ma una nuova parentesi dell’avventurosa vita di Ian, totalmente in continuità con quanto abbiamo letto sinora.
La splendida copertina di Pagliarani, nuovo copertinista della serie, non ha però evitato qualche piccola critica ai due autori, colpevoli secondo alcuni lettori di aver interrotto la numerazione della serie. Ad onor del vero, all’interno dell’albo è riportata la doppia numerazione, un inequivocabile segno di continuità. Dopo avere letto le prime osservazioni sui social, Vietti ha risposto a questa critica ricordando la promessa fatta ai lettori ai tempi della nascita della serie
Stefano Vietti: “Se ci pensi, abbiamo sempre promesso che non ci saremmo mai fermati, seguendo nuove strade. Io e Luca non siamo fatti per rimanere statici, tra il non fare ed il fare sceglieremo sempre la seconda opzione! La sicurezza di un sentiero sicuro ci annoia, e la nostra noia rischia di diventare quelle dei lettori, e noi non vogliamo deluderli! Spero che la potenza narrativa del nuovo numero uno 1 ci faccia perdonare dai lettori che hanno storto il naso per la rinumerazione”
Dopo la bella edizione da collezione del primo numero di Dragonero – Il ribelle portata a Lucca Comics & Games, finalmente anche in edicola è disponibile il primo albo delle nuove avventure di Ian Aranill, soldato, scout, eroe. Ribelle.
Dall'ombra insorgiamo. Nel silenzio colpiamoVietti e Enoch ci hanno raccontato il futuro di Dragonero, ma se volete conoscere il passato di Ian, potere iniziare con il primo volume dei suoi trascorsi come mecenario in Senzanima