Love, Death & Robots 3, la recensione della terza stagione

David Fincher e Tim Miller tornano con una delle serie animate più acclamate di Netflix: Love, Death & Robots 3.

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a cura di Francesca Borrello

Dopo un anno di attesa, e una seconda stagione accolta non molto favorevolmente dal pubblico, Love, Death & Robots 3 arriva oggi. L’antologica serie d’animazione per adulti torna con nove nuovi episodi, ognuno dei quali creato da uno team di artisti diverso per ogni storia.

Il progetto di David Fincher in realtà nacque come film nei primi anni duemila, in collaborazione con Tim Miller. Annunciato nel 2008, avrebbe dovuto essere prodotto da Paramount Pictures, ma i due non riuscirono a trovare abbastanza fondi da realizzarlo. Fu solo dopo la fama acquisita da Tim Miller con l’uscita di Deadpool (2016) che David Fincher gli propose di sfruttare la sua popolarità per riprovare a realizzare il film, facendolo poi diventare una serie animata esclusiva per Netflix.

Nonostante le peripezie però, amore, morte e robot sono ancora i tre argomenti principali di cui parla questa nuova stagione, grazie a cui ritroveremo personaggi e stili che già abbiamo imparato ad amare, affiancati a nuove trame in cui niente è come sembra. Ma cosa possiamo aspettarci da questo nuovo capitolo di Love, Death & Robots? Andiamo a scoprirlo assieme!

Love, Death & Robots 3: non è uno show per bambini

Nel 2021, le aspettative per la seconda stagione erano veramente alte, dopo aver attirato l’attenzione di tutti con i primi diciotto episodi. Sfortunatamente per David Fincher e Tim Miller però, il secondo capitolo non è riuscito a convincere del tutto la maggior parte degli spettatori, risultando addirittura quasi deludente, specie se paragonato al successo della prima. Con questo ritorno però, Love, Death & Robots sembra essere riuscita a tornare in carreggiata, sia a livello di proposte per gli stili d’animazione sia per le storie raccontate.

In un viaggio incredibile tra spazio e tempo (e dimensioni), questa nuova collezione di storie è capace di dare ai propri fan qualcosa su cui riflettere, oltre alle risate. Infatti, se da una parte abbiamo un trio di robot in vacanza per lo Spazio sulle orme degli esseri umani ormai estinti (Tre Robot: strategie d’uscita), dall’altra abbiamo invece un David Fincher alla direzione di un episodio contorto e brutale, che non risparmia nessuno e mette alla dura prova i propri valori morali (Un brutto viaggio).

Ma se sono le risate quelle che state cercando, allora quello che potrebbe fare al caso vostro è La notte dei mini morti. In poco meno di cinque minuti, lo studio BUCK è riuscito a portare una ventata di novità come stile di animazione, oltre ad aver trovato un espediente tecnico in grado di ridicolizzare la situazione surreale che si è venuta a creare a causa di un incontro di sesso avvenuto in un cimitero.

E se tutto questo non vi basta, Love, Death & Robots 3 ne ha ancora: leggenda, amore, avidità e morte si mischiano nella trama di Jibaro, una storia creata dall’acclamato direttore artistico Alberto Mielgo. Già ideatore de La testimone, forse il più famoso tra gli episodi della prima stagione, il regista spagnolo torna ad ammaliare gli spettatori con questa storia che si fonde con il mito, dando un’attenzione smisurata per ogni minimo dettaglio, come confermano i vestiti indossati dalla strega-sirena protagonista della storia.

Tra novità e vecchie conoscenze: tecniche e studi coinvolti

Come avrete potuto notare quindi, tra gli studi d’animazione che sono stati coinvolti in questa nuova stagione di Love, Death & Robots possiamo trovare sia di nuove che vecchie conoscenze. Oltre a quelli già citati prima, abbiamo tra i più famosi la Sony Pictures Imageworks, che si è occupata di Lucky 13 della prima stagione e di Sepolti in sale a volta dell’ultima, ma se questi hanno mantenuto il proprio stile d’animazione, all’opposto ci sono i veterani di Axis Studios.

Presenti in ogni raccolta di Love, Death & Robots, gli artisti dello studio inglese hanno deciso di variare ad ogni episodio la tecnica usata. Quindi, mentre nel primo volume Helping Hand hanno puntato all’iper realismo, all’opposto L’erba alta nel secondo sembra virare più verso ad uno stile che intreccia il 3D ed le illustrazioni dipinte, per poi cambiare totalmente rotta con lo stile caricaturesco nel nuovissimo Mason e i ratti.

Infine, ma non per minor importanza, non possiamo che nominare anche lo studio Titmouse, Inc: mentre per la serie di David Fincher si è occupata di Morte allo squadrone della morte con uno stile in 2D da cartoni animati degli anni '90, per Netflix aveva già creato un altro successo animato, Big Mouth.

Cosa aspettarsi da Love, Death & Robots 3?

Non c’è quindi dubbio che in questa terza stagione di Love, Death & Robots ci sia qualcosa per ogni gusto in fatto d’animazione, tornando ad alzare il livello dopo una non eccelsa seconda stagione. Probabilmente David FIncher e Tim Miller hanno saputo ascoltare il proprio pubblico, capendo anche che nello scorso capitolo mancava più che altro la componente emotiva per coinvolgere i fan.

E qui di sentimenti ce ne sono davvero tanti, sia a livello puramente visivo che a livello narrativo. Anche gli episodi più leggeri sembrano decisi a lasciare un segno nei propri spettatori: che sia per lo stile o per il messaggio intrinseco nella trama, questa stagione di Love, Death & Robots ha saputo mantenere le alte aspettative che si erano create fin dal primo episodio nel 2019.

Tirando le somme

Love, Death & Robots 3 sembra quindi essere pronta ad avere puntati su di se gli occhi di tutti gli spettatori mondiali, con queste nove inedite storie animate. Se avete quindi amato anche voi le prime due stagioni della serie di David Fincher e Tim Miller, non vi resta che vedere la terza stagione disponibile allo streaming su Netflix da oggi 20 maggio.

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