Quante volte, nella propria vita, ognuno di noi ha voluto (o dovuto) "guardarsi indietro"? Quando avremmo voluto cambiare qualche avvenimento, un po' per rammarico, un po' per necessità? Tatsuki Fujimoto, noto al pubblico principalmente per Chainsaw Man, ma autore di altri grandi successi come Fire Punch, ha realizzato questa storia one-shot, ovvero una storia autoconclusiva, dal sapore dolce-amaro quasi autobiografico: Look Back è uno sguardo sulla vita di una giovane ed emergente mangaka, che sin dalle elementari scopre quanto possa essere difficile, impegnativa e dolorosamente intensa la vita di un disegnatore di fumetti.
Una storia tratteggiata con cura, con emozione e con tutte le armi sensoriali che Fujimoto è in grado di incidere nelle nostre menti, un racconto che scorre velocemente, va avanti, poi torna indietro, e prima che ce ne possiamo accorgere, ci fa voltare indietro ancora una volta. Un manga non per tutti, ma che tutti comunque dovremmo leggere.
Look Back e lo sguardo indietro per guardare avanti: recensione
Fujino è una ragazza vivace, piena di vita e ama disegnare manga. Un giorno pubblica nel giornale della sua scuola elementare, una striscia a fumetti e la sua vita, da allora, si trasforma: la ragazza assapora la gloria della china e delle griglie e le piace. Ne vuole di più e si appassiona al mondo dei fumetti, ha fiducia in sé stessa e nel suo talento. Finché insieme alle sue strisce, non trova i disegni di Kyomoto.
Look Back inizia così, tra i banchi di scuola di due ragazzine che non potrebbero essere più diverse l'una dall'altra: Fujino è energica, impulsiva, effervescente e appassionata, Kyomoto è una hikikomori, ovvero una persona che (letteralmente) "è chiusa in sé stessa", sta in disparte, non ama stare con gli altri e ha un carattere schivo e solitario. Le due non diventano subito amiche: Fujino invidia l'arte di Kyomoto, per "colpa" sua è costretta a mettersi in discussione, soffre, sta male. Ma la sua rivalità nei confronti della timida Kyomoto, la motiva a voler conoscere di più Kyomoto e, nel tempo, impara di più a conoscere anche sé stessa. La passione reciproca verso i manga finisce per legare le due ragazze in un legame sincero, autentico. Indissolubile.
Questa è la base di partenza, però: Look Back a un certo punto della narrazione si guarda indietro. Fujimoto non può fare a meno di prendere le sue storie, anche le più semplici e pure, e stravolgerle in modo estremo ed eclettico. Ciò che caratterizzano tutte le sue tavole, al di là dello stile fortemente espressivo seppur minimal, è l'abile uso del tempo e delle emozioni. In alcune scene i personaggi non parlano neppure, si esprimono attraverso sguardi ed espressioni significative, spesso imperfette (come sottolineano alcuni fan) eppure estremamente autentiche. Fujimoto è un maestro delle sensazioni racchiuse in pagine che diventano fotogrammi, linee che diventano cornici, squarci di vita cesellati con tratti che ricordano i bozzetti a matita.
E se questa è soltanto superficie, immaginate: dopo aver letto questa storia, toccante, sconvolgente ma per alcuni anche troppo sbrigativa e confusa, tornate indietro. Accorgetevi dei dettagli, i personaggi sono "Fuji"no e Kyo"moto". Se unite le parole tra virgolette, otterrete "Fujimoto". Non è un caso, inoltre, che l'evento determinante tra le pagine del manga sia stato ispirato da un fatto realmente accaduto: l'incidente al Yamagata Prefecture Art College trova una scomoda e per niente casuale connessione con l'attacco realmente accaduto alla Kyoto Animation, dove un uomo, convinto di essere stato plagiato, ha dato fuoco agli uffici uccidendo 36 persone. Il fatto che questo oneshot sia uscito il 18 luglio 2021, due anni dopo questa tremenda tragedia, chiarisce ulteriormente il vero significato di questo oneshot.
In conclusione
Una lettura degna del tempo che le dedicherete, un'altra dimostrazione delle capacità narrative di Tatsuki Fujimoto, che si conferma più di un semplice autore di manga che scarabocchia storie con uomini motosega o altre teste calde dai pugni incendiari. Un tributo agli artisti persi quel giorno, a quelli che dedicano la propria vita ogni giorno all'arte e a tutti coloro che si guardano ogni tanto indietro.