Con il suo terzo episodio, Lamentis, la serie di Disney+ al Dio dell’Inganno marveliano raggiunge il giro di boa, preparandoci verso il rush finale dei prossimi tre episodi. Condensare in sei puntata una miniserie, specialmente se incentrata su un personaggio eclettico come Loki, può sembrare un azzardo, ma il tessuto narrativo architettato da Mike Wauldron sta mostrando una personalità di spessore. Soprattutto, come accaduto per WandaVision e The Falcon & The Winter Soldier, quanto mostrato in Loki non è solamente una nuova impresa del divertente dio asgardiano interpretato da Tom Hiddleston, ma è anche fondamento di quanto vedremo nella Fase Quattro del Marvel Cinematic Universe. Una sensazione, quest’ultima, che in Lamentis assume sempre più sostanza, grazie alla definizione dell’altra variante protagonista della serie, la cosiddetta Lady Loki, che in questo nuovo episodio sembra assumere una nuova identità, ampliando non poco il divertente gioco di caccia all’easter egg che ci appassiona nelle serie Marvel.
ATTENZIONE: quanto segue contiene una serie di importanti spoiler sul terzo episodio di Loki
La fine del mondo
Durante la fuga dalla TVA, Loki pensa bene di scappare con la propria variante su un remoto pianeta, Lamentis-1. Scelta poco felice, visto che questo mondo sta per essere distrutto da una collisione planetaria, evento che ricorda nella meccanica le Incursioni viste nei comics Marvel, alla base degli eventi che portarono alle seconde Secret Wars. Lamentis non è un pianeta totalmente sconosciuto per i lettori Marvel, che lo ricordano come una delle ambientazioni dei prologhi di Annhilation. Apparso in Annihilation: Conquest #1, Lamentis era stato caratterizzato dalla colorazione di Guru-eFX, che aveva conferito al mondo creato da Dan Abnett, Andy Lanning e Mike Perkins una cromaticità violacea particolarmente suggestiva, che è stata ripresa alla perfezione nel terzo episodio di Loki.
Loki, ti presento Sylvie
Nella seconda puntata di Loki abbiamo assistito all’entrata in scena della variante che il dio asgardiano dovrebbe fermare, una sua versione femminile. La prima impressione è che ci si trovasse davanti a Lady Loki, ma con Lamentis questa impressione viene meno, come temuto quando i titoli coda della versione spagnola del precedente episodio identificavano il personaggio interpretato da Sophia di Martino come Sylvie.
I più appassionati lettori Marvel penseranno subito a una della recenti incarnazione dell’Incantatrice, Sylvie Lushton, comparsa per la prima volta durante gli eventi di Dark Reign (2009), creata da Paul Cornell e Mark Brooks. Sylvie è una normale teen ager dell’Oklahoma la cui vita viene sconvolta quando, in seguito agli eventi di Ragnorok, gli Asgardiani si stabiliscono nel suo paese, Broxton. Con l’arrivo degli asgardiani, improvvisamente Sylvie si ritrova ad avere dei poteri magici, che presto si scoprirà esser la conseguenza dell’ennesima macchinazione di Loki, il quale (anzi, la quale in questo caso) aveva deciso di illudere un’umana di essere in realtà una divinità.
Questa sua origine fumettistica potrebbe conciliarsi anche con la sua volontà, nella serie Marvel, di emanciparsi dalla scomoda ombra del Dio dell’Inganno. In Lamentis, infatti, è palese la volontà della donna di non essere semplicemente un’altra Loki, ma un individuo autonomo, di cui tra l’altro sappiamo bene poco. Da non dimenticare, inoltre, che nei comics Marvel Sylvie era legata con i Giovani Vendicatori, di cui alcuni membri sono già apparsi in WandaVision, The Falcon and The Winter Soldier e presto anche nell’imminente Hakweye. Tuttavia, è interessante notare come le corna indossate da Sylvie, con uno dei corni spezzati, richiama la serie Loki: Agente di Asgard, un arco narrativo in cui si assisteva a diverse manifestazioni del Dio dell’Inganno.
Il cuore di Loki
Tralasciando il fatto che Loki oramai sembra ossessionato dall’incubo dei ‘gloriosi propositi’, che lo assillano sin dalla sua apparizione in Avengers, Lamentis nuovamente ci consente di scavare nell’animo dell’asgardiano. Viene praticamente ufficializzata la sua sessualità fluida, durante una chiacchierata con Sylvie su cosa sia l’amore, ribadendo non solo il rispetto della versione fumettistica del personaggio ma anche la sua origine mitologica.
Interessante, però, notare il forte attaccamento alla madre, la regina Frigga, che in Thor e Thor: Dark World era interpretata da Rene Russo. Frigga ha insegnato a Loki la magia, aiutandolo a sentirsi meno isolato nella corte asgardiana, cominciando con piccoli incantesimi come tramutare oggetti in rane, come confessa Loki a Sylvie. Curioso che si ricordi l’incantesimo che nei fumetti Walter Simonson utilizzò per fare tramute Thor da Loki in una rana, ribattezzata Throg, durante una delle storie più epiche e paradossali del Dio del Tuono (Thor #364 del 1984). Il legame con Thor viene ribadito quando Loki, palesemente alticcio, si limita a chiedere ulteriori alcolici urlando ‘Un altro’, proprio come fece il fratellastro chiedendo altro caffè durante la scena della colazione in Thor.
Citazioni che escono dalle pareti
Quando Loki e Sylvie cercando di salire a bordo del treno che li condurrà all’Arca che consentirà loro di lasciare Lamentis, incappano in due guardie, che rivedremo anche in seguito, e che apparentemente non hanno un nome. Mentre scorrono i titoli di coda dell’episodio, attendendo una potenziale scena post credit, abbiamo notato due nomi che sembrano indicare proprio le due guardi: Caporale Hicks (Jon Collin Barclay) e soldato Hudson (Ben VaderMey). Un omaggio che non è certo sfuggito agli appassionati di xenomorfi, visto che si tratta dei due militari interpretati da Michael Biehn e dal compianto Bill Paxton in Aliens – Scontro Finale.
Loki: Lamentis
Con Lamentis siamo giunti alla metà della miniserie dedicata al Dio dell’Inganno, un episodio che, nuovamente, ci offre la possibilità di osservare l’asgardiano da un punto di vista nuovo e appassionante. Ancor più che nelle precedenti puntate, Loki ci lascia scorgere dei tratti delicati del suo animo, dei rimpianti misti a ricordi, che ne acuiscono il fascino, rendendolo sempre più umano e meno villain da manuale. Certo, il suo interesse nella TVA e nella sua distruzione non sono esattamente aspetti da eroe, ma è innegabile che la Time Variance Authority potrebbe non essere così positiva come siamo stati indotti a credere.
In Lamentis scopriamo che tutti gli agenti non sono geneticamente creati in laboratorio come precedentemente spiegato, ma anzi si tratti di varianti che sono state arruolate a loro insaputa. Rivelazione sorprendente che potrebbe aprire a scenari interessanti per il futuro nono solo della serie, ma anche del futuro del Marvel Cinematic Universe. Ancora una volta, dunque, la dimensione seriale del MCU si prospetta come un appuntamento imperdibile per la continuity del mondo Marvel sul grande (e piccolo) schermo.