Loki, sesto episodio: tutti i riferimenti e le citazioni

Per tutti i tempi. Sempre, sesto episodio di Loki. Ecco tutti i riferimenti e le citazioni presenti nella puntata

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a cura di Manuel Enrico

Dopo avere atteso per sei episodi di scoprire come si sarebbe conclusa l’avventura di Loki alle prese con il multiverso, finalmente con Per tutti i tempi. Sempre arriviamo a quello che promette di essere un punto nodale non solo per il Dio dell’Inganno ma per l’intero Marvel Cinematic Universe. Senza addentrarci troppo all’interno degli eventi di questo finale di stagione, infatti, ci basta dire che la Time Variance Authority, Mobius e Silvye sono divenuti una parte piuttosto importante della continuity dell’MCU, grazie a un finale decisamente esplosivo e che si ripercuoterà su progetti già annunciati da Marvel e Disney.

Per ora, possiamo limitarci a gustarci le promettenti scene finali di Loki, la terza serie di Disney+ a gettare le fondamenta della Fase Quattro dell’MCU dopo WandaVision e The Falcon & The Winter Soldier, presentandosi, idealmente, come il vero punto di partenza della nuova dimensione cosmica del Marvel Cinematic Universe. E come da tradizione, anche un finale di questo calibro non poteva esser avaro di citazioni e richiami al mondo Marvel, e non solamente!

 ATTENZIONE: quanto segue contiene una serie di importanti spoiler sul sesto episodio di Loki

Loki, sesto episodio: tutti i riferimenti e le citazioni

Venga il Multiverso

Parlando di multiversi non si poteva certo evitare di scherzare con gli spettatori, portando il Marvel Cinematic Universe a diventare parte di una serie di universi paralleli in cui figura anche il nostro. Loki non dimentica questa possibilità, e per il suo ultimo episodio sceglie di avere una sigla decisamente particolare: con in sottofondo It’s Being a Long, Long Time sentiamo alcune delle frasi più celebri del Marvel Cinematic Universe. Si rincorrono Cap, Iron Man, Visionw, Hank Pym e Thor, tutti colti mentre ci regalano il loro carisma in momenti particolari della continuity dell’MCU, in cui il loro apporto ha sicuramente dato un’impronta a questo universo. Momenti, per dirla tutta, che senza di loro avrebbero preso un’altra direzione, un aspetto decisamente caro a questa serie.

Ma non sono solamente le voci di questi personaggi ad accoglierci in Per tutti i tempi. Sempre, visto che abbiamo modo di sentire frasi di figure reali che, con le loro parole, hanno profondamente segnato la nostra storia contemporanea: da Greta Thurnberg (con il suo potente ‘How dare they!’) a Nelson Mandela e Neil Armstrong.

Curiosamente, tutto questo accade mentre vediamo per la prima volta l’universo marveliano cinematografico nella sua forma fisica, una vera bellezza astronomica. Ma mentre ne rimaniamo estasiati, non possiamo non notare un secondo universo, al suo fianco, presenza che ci porterebbe a chiederci: che universo stiamo vedendo? Il primo pensiero è l’universo Marvel Fox, ora rientrato nei ranghi Disney, in cui si muovevano personaggi come X-Men e Fantastici Quattro. Che questo sia il segnale che l’MCU stia per accogliere personaggi troppo a lungo attesi?

In Viaggio nel Mistero, Loki e Sylvie avevano trovato una misteriosa costruzione in cui apparentemente si nasconde il responsabile delle loro disavventure. Dopo i dubbi avuti nello scorso episodio, ora abbiamo la certezza che la costruzione die la Cittadella alla fine del Tempo, dimora di Colui che Rimane, il creatore della Time Variance Authority ed entità suprema del tempo.

All’interno del Marvel Universe fumettistico, questa parte di lore compare per la prima volta in Thor#245, ad opera di Len Wein e John Buscema, che all’epoca non immaginavano come la loro creazione avrebbe avuto profonde ripercussioni sul Marvel Universe. Non dimentichiamo che la Time Variance Authority compare in Thor#371 nella seconda metà degli anni ’80, e fu nuovamente a fine anni ’90 con Avengers Forever che Kurt Busiek decise di mettere ordine in questa confusa parte della mitologia marveliana, quando precisò che fosse proprio Colui che Rimane ad avere creato la TVA.

Uno, nessuno, centomila Kang

Siamo onesti, da tempo ormai ci aspettavamo di vedere arrivare Kang, personaggio che sappiamo essere al centro di Quantumania e che non poteva esimersi dall’essere coinvolto in una trama in cui il multiverso sia centrale. L’unico problema con questo villain è capire quale delle sue tante incarnazioni abbiamo davanti a noi, considerato che nei fumetti è stato un avversario degli Avengers, parte dei Giovani Vendicatori come Iron Lad in una sua variante adolescente e soprattutto viene lasciato intendere che abbia un particolare rapporto di parentela con un certo Gommolo (si Reed Richards, stiamo parlando di te). Vederlo dunque in azione in questa puntata di Loki non ha sorpreso più di tanto, ma ha lasciato un interrogativo piuttosto pungente nella mente dei Veri Credenti: che Kang stiamo vedendo?

Il personaggio interpretato da Jonathan Mayor, per quanto vestito con i classici colori del Kang dei fumetti, si è lasciato sfuggire alcuni dettagli che portano a identificarlo come un Kang del futuro noto come Immortus. Dalle sue parole apprendiamo infatti della guerra dei Kang, conflitto che ha sconvolto il multiverso e che è stato fermato solo quando questo Kang ha creato la TVA e imposto un rigido controllo sulla Sacra Linea Temporale.

Il riferimento fumettistico più immediato è al Concilio dei Kang, un consesso di tutte le varianti di questo personaggio in cui il Kang Primario dell’universo Marvel cerca di imporsi come figura dominante, grazie all’intervento di un essere noto come Immortus, che si rivela poi essere una sua versione futura.

Come possiamo facilmente intuire, l’introduzione del multiverso e di Kang all’interno dell’MCU sta per sconvolgere profondamente questa continuity, grazie alla natura tutt’altro che lineare di questo personaggio. A dimostrazione di questo, è la scena finale in cui Loki scopre di esser finito in una linea temporale in cui Kang controlla la TVA, come scopriamo da una statua che lo ritrare in una posa e con una livrea che ricorda l’immagine di una delle sue più pericolose versioni: Kang il Conquistatore.

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