Nell’Italia che ha dato i natali a Salvatore Quasimodo, Giuseppe Ungaretti e l’ancor più contemporaneo Pier Paolo Pasolini, si stimano circa tre milioni di poeti, con un mercato di riferimento che conta circa mezzo milione di libri di poesia venduti all'anno. Ma com'è dunque possibile che la poesia passi così “inosservata” a un pubblico potenzialmente più ampio? Oggi vogliamo parlarvi di un libro che ci ricorda che la poesia è semplicemente un “modello” di cui gli autori si servono per raccontare le loro storie, con le medesime possibilità (se non maggiori) di far presa sui lettori. Lo Stregone Apache di Joe R. Lansdale pubblicato da Cut-Up Publishing ci dimostra come lo stesso scrittore texano, abbia adottato insolitamente la poesia per continuare a raccontare le sue storie che spaziano tra i suoi generi preferiti, ovvero l’horror, weird, fantascienza, dark, thriller e noir.
Lo Stregone Apache, oltre cento micro racconti in salsa Lansdale
Lo Stregone Apache E Altre Poetiche Osservazioni nasce da un’idea del tre volte premio Bram Stoker Award Alessandro Manzetti, come spiega lo stesso Joe nella sua introduzione. Infatti, fu proprio Manzetti a suggerire a Lansdale di scrivere una raccolta di poesie, dopo averne letta una destinata a una delle sue pubblicazioni. La raccolta vide quindi la luce per la prima volta col titolo originale di Apache Witch and Other Poetic Observation, pubblicato da Independent Legions Publishing in un’edizione cartonata ed extra limitata di sole 180 copie per l’esclusiva libreria The Last Bookstore di Los Angeles. Grazie a Cut-Up Publishing oggi possiamo recuperare quella che fino a poco tempo fa era un’esclusiva (in lingua inglese) ormai andata esaurita.
Lo Stregone Apache è una raccolta di oltre cento poesie, per la precisione 114, ma in questa sede, dopo averle lette una per una, ci sentiamo di confermare che si tratta di micro racconti, tutti tradotti in italiano per questa edizione di Cut-Up magistralmente da Stefano “El Brujo” Fantelli, scrittore horror, dark fantasy e weird, che ha curato anche la prefazione. E per chi conosce bene Lansdale dovrebbe sapere cosa lo aspetta.
Stiamo parlando di uno degli autori più seguiti e prolifici degli ultimi anni, forte di una vastissima produzione letteraria che contempla opere di fantascienza, horror, thriller e noir, ma anche racconti per ragazzi, totalizzando oltre cinquanta opere, tra le quali la famosa trilogia Drive-In e il ciclo di romanzi che vede protagonisti l’inseparabile duo Hap & Leonard. Nel 2022 ha pubblicato per Einaudi il romanzo Moon Lake e Non aprite quella morta, quest’ultima un’antologia insieme alla figlia Kasey Lansdale.
Quello che Joe R. Lansdale stesso definisce “lo stile Lansdale” impregna questa raccolta di poesie ricche del suo solito umorismo nero, che allineandosi ai suoi racconti, la poetica impostata non ha alcuna pretesa di sconvolgere alcun equilibrio, anzi ne prende subito le distanze sin dai primi versi, assumendo la connotazione di micro racconti.
Sarete, quindi, davanti a quello che possiamo definire un vero e proprio volume di “Lansdale in pillole”.
I versi seguono uno schema totalmente libero, esenti da rime, accenti e specifica musicalità. Molte si dilungano in piccoli e autentici racconti, altre colgono di sorpresa il lettore in tre-quattro versi con aperture ed epiloghi spiazzanti. Ognuna delle poesie è ricca di oscurità, grottesca quotidianità, ma anche di situazioni paradossali e pienamente weird, altre ancora farcite dall’inguaribile black humor.
Ma inevitabile anche la deriva horror:
Dopo il funerale
Dopo il funerale
Willard è tornato a casa
sorprendendo tutti
quando è entrato.
Pensavano che fosse
ancora coperto
dalla terra e dai fiori.
Critiche sociali, dissensi amorosi e la solita immancabile ironia dei suoi versi:
Com’è il nostro amore
Posso presumere
da quella pistola puntata contro di me
che il nostro amore è andato a male?
E il suo cinico approccio alla politica:
Visioni Politiche
Mi piace lamentarmi del capitalismo
finché non incasso un assegno.
Mi piace criticare il socialismo
finché non mi ammalo.
Va bene sposare due idee?
La poetica pulp di Lansdale
Leggendo Lansdale in questa veste poetica inedita, ci si ritrova spesso a ridere, inorridire o piangere, in una commistione di sentimenti che esalta la lettura e non permette di rimandare a una somministrazione di “una poesia al giorno” come vorrebbe lo stesso autore nella sua breve introduzione. In ogni caso, anche stavolta l’autore texano sfoggia il suo stile diretto e ficcante nelle storie che riesce a narrare in pochi versi, offrendo un'ampia varietà di poesie disponibili per ogni possibile stato d'animo, passando sempre dal suo essere magnificamente pulp.
Quest’opera, inoltre, ci ricorda che la prosa lirica non richiede meccanismi linguistici spettacolari o l'uso di una terminologia pretenziosa per esprimere i nostri pensieri e i nostri sentimenti gli uni agli altri, risultando facile e semplice da comprendere.
Avendo letto anche la versione originale in lingua inglese di Apache Witch and Other Poetic Observation, pubblicato da Independent Legions Publishing, possiamo confermare che la traduzione in lingua italiana di Stefano Fantelli non risulta semplicemente accurata, ma tradizionalista nel puro “stile Lansdale” aggiungendone valore in questa esperienza finale.
Cut-Up Publishing confeziona un’opera che non guarda alla poetica d’alto profilo, ma vuole collocarsi nello stesso panorama delle sue opere canoniche, cercando in definitiva di essere semplicemente pulp e dedicata a tutto il pubblico di Lansdale e non solo.
La cura riservata al volume, disponibile nella sola edizione cartacea, è la tipica della casa editrice che offre ai lettori un cartonato tipico delle edizioni di lusso, con Prefazione e Introduzione in inserti curati in pagine black e carta avoriata.
Chi vorrà ritrovare lo stile inconfondibile di Lansdale in questa raccolta di micro racconti che ricalcano il modello della poesia, non rimarrà affatto deluso, mentre l’immediatezza delle storie potrebbe appassionare anche un pubblico decisamente più vasto, che magari potrebbe nutrire qualche pregiudizio verso la poesia, qui sicuramente disciolto.