Leviathan - Il Risveglio, recensione: l'inizio della saga di The Expanse
Leviathan - Il Risveglio, il primo capitolo di The Expanse, la space opera divenuta la serie di Prime Video, torna in libreria con Fanucci.
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a cura di Manuel Enrico
In sintesi
Levitahan - Il Risveglio, il primo capitolo di The Expanse, la space opera divenuta la serie di Amazon Prime Video
La scelta di Fanucci di dare fiducia alla saga di The Expanse è stata la risposta a un’esigenza del pubblico italiano, da sempre in cerca di grandi saghe fantascienza. Passione nata e nutrita da decenni con quell’immenso mosaico di avventure sci-fi noto come Urania, ulteriormente valorizzata dalla pubblicazione di grandi esempi di space opera come Dune, Il Ciclo delle Fondazioni o I Canti di Hyperion, cui si sono uniti recentemente gli eredi di questa tradizione, come la Trilogia del Radch o, per l’appunto, The Expanse. Sin da Leviathan – Il Risveglio, infatti, il lettore si trova coinvolto da un mondo appassionante, non proiettato in un futuro remoto e ipertecnologico, ma concreto, futuribile e in cui non si abusa della sospensione dell’incredulità.
Leviathan - Il Risveglio: l'inizio di The Expanse
In un futuro non troppo lontano, grazie alla creazione del motore Epstein, l’umanità è riuscita a andare oltre i limiti dell’atmosfera terrestre, colonizzando Marte e la cintura degli asterodi, dove temrerari colonizzaotri hanno sfidato lo spazio per stabilire avamposti minerari tra queste rocce ricche di risorse , ribattezzando questa zona di spazio la Fascia. A gestire queste enclavi umane tra le stelle sono spesso delle mega-corporazioni, che dietro la facciata di complessi industriali finalizzati al reperimento minerario nascondo interessi più materiali, che si traducono rapidamente nello sfruttamento dei coloni, ribattezzati volgarmente Saltarocce.
Una condizione socialmente complessa, che spinge alla nascita di una separazione, sociale e culturale, dalla natia Terra, con la nascita di un nuovo polo umano, forte di proprie tradizioni e consuetudini, vero e proprio meltin pot galattico, i cui membri si definiscono fieramente Cinturiani. Una diversificazione dai terrestri non solo socio-culturale, ma anche fisica, considerato come la vita in condizioni di diversa gravità ha consentito ai Cinturiani di sviluppare arti più lunghi e una densità ossea minore. In Leviathan – Il Risveglio, il lettore non assiste a questa separazione, ma siamo posti davanti a una già marcata separazione tra questi due poli umani, giunti a un’empasse che rischia di degenerare in aperto conflitto, con la ben manifesta volontà dei Cinturiani di liberarsi definitivamente del dominio terrestre.
L’ex tenente della Marina Terrestre, James Holden, ha abbandonato la divisa per lavorare come ufficiale a bordo della Canterbury, una nave cargo per il trasporto di ghiaccio, da cui ricavare la rara acqua. Durante una missione, la Canterbury si imbatte in un relitto, che viene esplorato da Holden e una sua squadra, speranzosi in un ricco recupero; durante l’esplorazione della carcassa metallica, però, iniziano a presentarsi dei fastidiosi dettagli, che mettono in allarme la squadra di ricognizione. Impossibilitati a tornare a bordo della Canterbury, attaccata e distrutta da un vascello invisibile, Holden e i suoi compagni decidono di rivelare l’accaduto a tutto il sistema solare, puntando il dito sulla Marina Marziana, dopo aver ritrovato indizi a bordo del vascello che sembrano puntare a un attacco marziano. Una scelta pensata come estremo tentativo di salvarsi la vita, ma che sarà il primo passo di una rocambolesca fuga da ogni forza armata del sistema solare, nel tentativo di scoprire cosa stia realmente accadendo nella fascia.
Su Ceres, uno dei centri della Fascia, il detective Josephus Miller viene coinvolto in un’indagine privata sulla scomparsa di Julie Mao, rampolla di una delle più ricche famiglie del Sistema Solare. Questa missione di salvataggio rappresenta per Miller la possibilità di riscatto a lungo attesa per una vita passata al servizio di una forza di polizia corrotta, spietata e asservita agli interessi corporativa, diventando parte integrante di quella meccanica di soprusi e vessazioni che ha portato alla nascita di un’identità cinturiana ribelle. Miller si muoverà in questa società animata da decisioni politiche e sociali avulse dalla realtà dei cinturiani, arrivando a confrontarsi con un mondo di cui ha sempre fatto parte e che ha vissuto dalla parte del più forte, maturando scelte che lo renderanno un outsider, privandolo anche di quel poco potere che si era illuso di possedere.
Due punti di vista profondamente diversi, che in Leviathan – Il Risveglio arrivano a coincidere per dare vita a quello che sarà il fulcro nodale della serie, legato alla comparsa di un tratto tipico della fantascienza, la vita aliena, ma declinata in una nuova, intrigante visione. Due partenze distinte, in un primo momento, che grazie alla perfetta scansione dei tempi e delle alternanze tra le diverse storyline. In Leviathan – Il Risveglio si denota subito come il piglio narrativo di James S. A. Corey (pseudonimo dietro cui operano i due autori Daniel Abraham e Ty Franck), facendo appello a delle suggestioni narrative che non limitano solamente ai canoni della fantascienza, ma che si rivolgono anche a temi cari al noir e alla letteratura hard boiled.
Le vicende di Holden sono figlie di una fantascienza avventurosa, in cui l’eroe ha il sapore classico dell’eroismo puro e autentico, ma comunque conscio di doversi confrontare con meccaniche politiche ciniche e dominanti nelle stanze dei bottoni. Non è quini un caso che l’idealismo di Holden venga profilato anche da un punto di vista metaforico, tanto che lo stesso Holden si definisce come un Don Chisciotte dello spazio, scegliendo persino di ribatezzare la sua nave Rocinante, ma questo suo senso del giusto rischia spesso di rendere un ostacolo il suo senso di giustizia, che lo porta a decisioni impulsive e che dovrà rimpiangere.
Un primo passo convincente per una space opera di alto profilo
A ritrarre questa società complesse e ipocrita viene messo Miller, perfetto erede di una tradizione di investigatori inariditi e cinici, da Marlowe in poi. I capitoli dedicati al detective di Ceres sono il modo di Corey di ritrarre la condizione dei Cinturiani e la loro ingiusta convivenza con i terrestri, dando vita a una presa di coscienza acida e tardiva di Miller. Ancora una volta, due diversi poli emotivi, due differenti approcci alla vita che convergono infine verso un fine ultimo, che diventerà la vera scintilla vitale della saga di The Expanse.
Il tratto distintivo di The Expanse è la volontà autoriale di non creare un distacco emotivo tra lettore e ambientazione, ma di creare un universo umano in cui l’elemento sci-fi rafforzi la tensione fortemente umana dei personaggi e delle tematiche. Leviathan – Il Risveglio è, in tal senso, un ottimo primo capitolo, capace di gettare le basi di un universo coerente e credibile, che viene ritratto con la stessa attenzione ai dettagli sia negli scontri che nella costruzione emotiva delle relazioni tra i personaggi. Funzionale quindi la scelta stilistica di affrontare i singoli capitoli seguendo il punto di vista di un personaggio, identificato dai titoli dei capitoli stessi, dando comunque vita a una continuità narrativa in cui i dialoghi diventano una sorta di linea guida tra i diversi attori di questo dramma umanità.
Un’identità narrativa coesa e ben strutturata, in cui si riesce a inserire anche un delicato elemento, come la presenza aliena, evitando di forzare la storia e trovando una nuova funzione per questo classico della fantascienza di genere. Franck e Abraham trovano i giusti appigli a cui legare ogni dettaglio di The Expanse, al punto che l’inserimento della protomolecola aliena in Leviathan – Il Risveglio ha una sua natura organica, che contribuisce ulteriormente alla configurazione di una società tutt’altro che ideale, che ha fatto del pragmatismo la sua vera identità. In Leviathan – Il Risveglio è subito evidente come morale e idealismo, incarnati da Holden, siano tutt’altro che ben definiti, l’umanità futura non è bicolore, ma è una pletora di sfumature che identificano interessi personali e saranno la fonte degli eventi dei capitoli futuri. Una definizione sociale che si riflette, in Leviathan – Il Risveglio, nella contrapposizione umorale tra Miller e Holden, salvo poi trovare una sinergia nel finale che ci proietta immediatamente verso il secondo capitolo, Caliban – La Guerra.
Fanucci consente di godere del primo capitolo di The Expanse pubblicando Leviathan - Il Risveglio in un volume di buon fattura dalle dimensioni, in cui possiamo apprezzare la traduzione di Stefano A. Cresti, che adatta la particolare definizione lessicale della cultura cinturiana all'interno dell'ottima caratterizzazione della saga.
Voto Recensione di Leviathan - Il Risveglio (The Expanse vol. 1)
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Primo capitolo di una promettente saga
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- Space opera di grande lignaggio
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- World building impeccabile
Contro
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- Non pervenuti
Commento
Franck e Abraham trovano i giusti appigli a cui legare ogni dettaglio di The Expanse, al punto che l’inserimento della protomolecola aliena in Leviathan – Il Risveglio ha una sua natura organica, che contribuisce ulteriormente alla configurazione di una società tutt’altro che ideale, che ha fatto del pragmatismo la sua vera identità. In Leviathan – Il Risveglio è subito evidente come morale e idealismo, incarnati da Holden, siano tutt’altro che ben definiti, l’umanità futura non è bicolore, ma è una pletora di sfumature che identificano interessi personali e saranno la fonte degli eventi dei capitoli futuri.