All’interno del Marvel Cineamtic Universe la figura di riferimento è indubbiamente Iron Man. Il personaggio interpretato da Robert Downey Jr è diventato la colonna portante grazie al suo primo film, che nel 2008 è diventato il punto di partenza di questo incredibile universo cinematografico. Eppure, nonostante le intenzioni di Stan Lee, Iron Man faticò a diventare, nel contesto cartaceo della Casa delle Idee, una figura di primo piano. Almeno sino all’arrivo di un arco narrativo che sconvolse profondamente Tony Stark: Il demone nella bottiglia.
Creare il mito di Iron Man
Quando venne creato Iron Man nel 1963, Stan Lee mirava a replicare il successo di Spider-man, rendendo il nuovo personaggio una delle figure di punta della Casa delle Idee. Nonostante un buon successo presso i lettori, Iron Man non riusciva ad emergere pienamente, e Stan Lee sapeva dove stava il problema: mancava un qualcosa di veramente unico.
Iron Man, sulla carta, aveva tutti i presupposti per essere un personaggio vincente. Le sue avventure univano supereroismo e fantascienza, per la presenza dell’armatura, e pur essendo Tony Stark ideato come figura di ‘contrasto’ con il canone classico dell’eroe Marveliano, sembrava avere un certo seguito. Ma, contrariamente ai suoi colleghi metaumani, non aveva una caratteristica realmente unica. Thor era il solo a poter sollevare il suo martello, gli X-Men erano mutanti e Capitan America era l’unico ad avere il siero del supersoldato.
Iron Man era caratterizzato dalla sua armatura, che lo manteneva in vita, ma la sua armatura poteva anche essere indossato da altri. Serviva quindi una sua peculiarità che lo rende autentico, reale. E cosa poteva esserci di meglio di un difetto?
Alla ricerca dell'umanità di Tony Stark
Negli anni iniziali della Marvel, i personaggi erano soliti vivere grandi eventi che venivano veicolati dall’arrivo di un nuovo nemico o di un personaggio, che spesso non avevano poi grande risalto all’interno di futuri eventi del protagonista. Questa impostazione, per quanto avvincente, manteneva i personaggi su un piano distaccato rispetto ai lettori, che avevano pochi elementi di ‘vita reale’ in quelle storie.
All’inizio degli anni ’70, si iniziarono a sviluppare delle storie che valorizzassero l’aspetto umano dei personaggi e della loro vita, introducendo elementi che si avvicinavano alle soap opera. Questa nuova modalità di sviluppo dei personaggi non li rendeva solo più reali, ma contribuiva a consolidare le relazioni tra i personaggi, sia all’interno delle singole testate che nel più ampio contesto dell’Universo Marvel.
La vecchia guardia degli autori trovava una certa difficoltà nel sviluppare questa nuova tendenza, ma l’arrivo di nuovi menit all’interno di Marvel contribuì ad una nuova narrazione, capace di dare maggiore spessore e realismo agli eroi della Casa delle Idee. Una nuova modalità di racconto che portò anche alla nascita di una diversa impostazione narrativa, che si aprì alla comparsa di archi narrativi su più albi, consentendo di mostrare la vita degli eroi sotto aspetti sinora mai realmente approfonditi.
All’interno di questa evoluzione, si mossero due giovani autori, David Michelinie e Bob Layton, a cui venne affidata la gestione di Iron Man nel 1979. Michelinie e Layton decisero di spingere Tony Stark ad affrontare un nemico nuovo, implacabile, che lo avrebbe accompagnato anche negli anni a seguire: l’alcolismo.
Come espediente narrativo, l’alcolismo era una scelta ottima. Dopo avere per anni mostrati nemici fisici e affrontabili con una scazzottata, era giunto il momento di calare il personaggio nella realtà, mostrando le debolezze umane dell’eroe sotto la maschera. Per farlo, i due autori cercarono un elemento che fosse compatibile con il passato di Stark.
Sin dalla sua prima apparizione, in Tales of Suspense #39, Tony Stark era stato modellato sulla figura dell’industriale playboy, tipico del periodo e anima del jet set, immancabile presenza nelle feste dell’alta società, in cui gli alcolici era una consuetudine. Michelinie non ebbe difficoltà nel trovare nella vita pubblica di Tony Stark il suo nuovo nemico per Il demone nella bottiglia
‘Il jet set del periodo , caratterizzata da un abuso dell’alcol considerato socialmente accettabile, ha reso la caduta di Stark nell’alcolismo verosimile’
Da questo elemento, Michielinie e Layton si trovarono quindi a disposizione un perfetto nemico, che consentisse loro di andare oltre la classica definizione del villain, ispirando Il demone nella bottiglia. Il punto di partenza è stato il materiale iniziale su cui Michelinie fondò il suo rapporto con Iron Man
‘Quando arrivai su Iron Man avevo un insolito vantaggio, non avendo mai letto prima storie del personaggio. Non avevo idee su come trattarlo, non avevo punti di riferimento, quindi mi rilessi le uscite dell’anno precedente, comprendendo subito una cosa di Stark: era decisamente pieno di problemi!’
E Michelinie non scherzava. Nell’anno precedente, Tony Stark aveva una vita sentimentale complicata, la sua armatura era oggetto di un’attenzione del governo che voleva renderla uno strumento militare e lo S.H.I.E.L.D., guidato da Nick Fury, stava cercando di prendere il controllo delle Stark Industries, con un’acquisizione decisamente ostile. Un ottimo presupposto per Il demone nella bottiglia
‘In una situazione simile, una persona reale costretta a sopportare una simile pressione cercherebbe una valvola di sfogo. Dato che da tempo si era stabilito che Tony era il classico playboy, che lo si era già vista bere alcolici in diverse occasioni, pensai che fosse comprensibile e realistico per Tony vedere nell’alcol una via di fuga alla sua pressione. Con Bob, iniziammo a lavorare su questa idea’
Il titolo con cui viene ora ricordato il ciclo di storie che si sviluppò su The Invincible Iron Man tra i numeri 120 e 128, Il demone nella bottiglia, in realtà identifica solo il capitolo finale di questa caduta di Tony Stark. Come racconta Michelinie, l’idea non fu un’improvvisazione, ma lui e Layton avevano gettato le basi sin dai primi studi sulla loro run del personaggio.
Anche Bob Layton raccontò in seguito la nascita di questo capitolo fondamentale della storia di Iron Man, anche se in modo diverso dal suo collega
‘Non era inizialmente nostra intenzione crea un qualcosa di epocale. Eravamo pagati, essenzialmente, per realizzare il nuovo episodio di Iron Man. Capitò che in quel particolare numero, il cattivo di turno fosse l’alcol. Anziché Destino o qualcun altro, toccò alla bottiglia, il nostro villain del mese. Ed era così che volevamo trattare l’alcolismo, costruimmo la storia in quel modo. Ma il punto è: non era nostra intenzione renderlo rilevante. Volevamo solo trovare un qualcosa che motivasse la caduta di un personaggio all’interno del mondo industriale. Cosa potevamo usare? Solitamente, sono cupidigia, sesso o droga. Beh non potevamo usare il sesso, giusto? Dell’alcol non si sera mai parlato, specialmente in quel periodo in cui i ragazzi leggevano i fumetti. Ma noi lo trattammo come volevamo, ossia come il cattivo’
E fu da queste basi che venne orchestrata la caduta di Tony Stark in Il demone nella bottiglia.
La caduta dell'uomo dietro la maschera
L’arco narrativo compreso tra The Invincible Iron Man #120 e #128 mostrò Tony Stark nel suo momento più difficile.
La vita di Tony Stark sembra andare in pezzi. Il governo americano sta cercando in ogni modo di prendere il possesso della tecnologica dell’armatura di Iron Man, mentre le Stark Industries sono sotto il bersaglio dello S.H.I.E.L.D., che intende acquisirle in modo da assumere il controllo delle tecnologie Stark. A pesare su questa condizione, è soprattutto la sensazione di Stark di esser stato tradito da un amico, Nick Fury, che come direttore dello S.H.I.E.L.D. sta guidando questa acquisizione ostile delle Stark Industries.
In mezzo a questo marasma emotivo, l’armatura di Iron Man continua a mostrare dei piccoli problemi, che spesso si rivelano pericolosi per il suo utilizzo. Stark cerca di riparare, con scarso successo, questi bug della sua armatura, non sapendo che sono in realtà causati da un suo rivale Justin Hammer (presentato con le fattezza dell’attore Peter Cushing), che ha ordito un piano machiavellico.
Dopo uno scontro con alcuni suoi storici nemici (Whiplash, Melter e Blizzard), sempre parte del piano di Hammer, la pressione su Stark diventa sempre più forte. E il miliardario inizia ad eccedere con l’alcol, perdendo sempre più lucidità. L’evento scatenante della caduta di Stark è quando, durante un incontro alle Nazioni Unite, un ambasciatore straniero viene ucciso da Iron Man con un colpo dei suoi repulsori.
Costretto a rinunciare alla sua armatura, Stark inizia un’indagine per scoprire cosa stia accadendo e chi sia questo Hammer che ha organizzato questo complesso piano.
Michelinie e Layton, supportati dai disegni di Romita Jr, offrono uno dei capitoli essenziali della vita di Iron Man. Stark viene presentato in una debolezza incredibilmente umana e reale, l’alcolismo, che viene dipinto in ogni suo odioso aspetto. Tony perde il controllo della propria vita, arriva al punto di isolarsi dal resto dei suoi amici, toccando il fondo quando arriva al litigio col fedele Jarvis, lo storico maggiordomo di casa Stark, che a malincuore sceglie di rassegnare le dimissioni.
L’incapacità di continuare a svolgere le sue funzioni di Iron Man in modo corretto spinge gli amici di Tony a non negare più il problema. La prima ad intervenire è Bethany McCabe, che decide di impedire a Tony di continuare a rovinarsi la vita. McCabe è un personaggio essenziale specialmente per l'ultimo capitolo de Il demone nella bottiglia. L’intervento della donna viene racchiuso all’interno di una serie di tavole in cui Romita offre un inteso e straziante percorso di disintossicazione di Tony, preceduti da un primo passo essenziale, racchiuso in una disperata richiesta di Tony
'Beth? Per favore…aiutami'
Al termine di questa sua prova di volontà, Stark decide di riappacificarsi con il suo fedele Jarvis, scoprendo però che la sua compagnia è quasi completamente passata sotto il controllo del governo. Momento nuovamente intenso de Il demone nella bottiglia, in cui la prima tentazione di Tony è trovare conforto nel bicchiere, di fronte a Bethany e Jarvis, che gli ricordano quale sia il suo spirito, la sua missione. Una linea guida che viene racchiusa in una delle didascalie migliori dell’albo
‘Le parole di Bethany lo aiutano. Gli ricordano che il sogno della sua vita è aiutare gli altri., grazie sia alle sue imprese da supereroeche alle sue straordinarie invenzioni…. A discapito dei suoi problemi e pregiudizi. Il bicchiere… o il sogno? Entrambi tracciano un percorso ed egli dovrà seguirlo per il resto della sua vita. Il bicchiere… o il sogno?’
E non è un modo di dire, questa decisione avrà conseguenze evidenti nel futuro di Tony Stark, con ruoli importanti in saghe come Vendicatori Divisi e anche nei più recenti numeri di Iron Man. L’impatto de Il demone nella bottiglia è stata definita da esperti e amanti dei fumetti come la storia più importante della vita editoriale di Iron Man, il lavoro di Michelinie e Layton venne premiato nel 1980 con il premio Eagle Award, grazie alla considerazione che ebbe il ciclo di storie, considerato un simbolo della narrazione supereroistica del periodo.
Se volte approfondire questo tragico capitolo della vita di Iron Man, vi consigliamo di recuperare il volume Il demone nella bottiglia