Dopo anni di voci e speranze infrante, una delle saghe fantasy letterarie di maggior successo si appresta a conquistare il mondo dell’entertainment, con una serie televisiva realizzata da Amazon Prime Video. La Ruota del Tempo (The Wheel of Time) è considerata una delle migliori interpretazioni moderne del fantasy letterario, che pur mantenendo alcuni paletti tipici del genere si presenta come uno dei più riusciti tentativi di mostrare un mondo fantasy differente dalla classica impostazione tolkeniana. Non a caso, Robert Jordan, autore della saga, si apprestò a realizzare il suo ciclo fantasy a inizio anni ’80, periodo in cui il fantasy, ancora poco diffuso rispetto a oggi, iniziava a battere nuove strade cercando di diversificarsi dall’impostazione tipica de Il Signore degli Anelli.
La poesia e la sottile critica di Tolkien, ben presente ne Il Signore degli Anelli, erano comunque divenuti un tratto che i grandi autori fantasy avevano recepito e assimilato, rendendo questi due elementi parte della nuova dinamica narrativa del fantasy dei primi anni ’80. Dal Ciclo di Shannara sino alle Cronache della Compagnia Nera, la lezione di Tolkien diventa una meccanica sempre presente, che unisce l’avventura a una presenza morale e critica che non manca di farsi sentire, per quanto mascherata dietro eventi fantastici e figure mitologiche. A dare maggior concretezza a questa tendenza, nel caso de La Ruota del Tempo, è anche il passato di Jordan.
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Le origini de La Ruota del Tempo
Prima di essere uno scrittore fantasy, Robert Jordan era James Oliver Rigney Jr. Nato nel 1948, il giovane James come molti suoi coetanei servì sotto le armi in Vietnam, come addetto alle armi a bordo di elicotteri. Una carriera militare che lo portò a distinguersi e ricevere diverse onorificenze, ma che si concluse al termine della guerra del Vietnam. Tornato in America, Rigney Jr. si laureò in fisica, diventando un fisico nucleare per la Marina. La sua passione per la scrittura, però, non tardò a farsi sentire, e già nel 1977 iniziò a produrre i suoi primi lavori con lo pseudonimo di Robert Jordan.
In un primo momento, Jordan collaborò con la Tor Books scrivendo racconti di Conan il barbaro, tra cui anche la trasposizione letteraria di Conan il Distruttore. Dopo aver riscosso un discreto successo, Jordan decise di proporre alla casa editrice una propria creazione, una serie fantasy moderna e che sembrò raccogliere il favore dell’editor di Tor Books, Tom Doherty, che aveva però identificato un difetto nella produzione di Jordan: gli eccessivi tempi di lavorazione. Motivo per cui, nell’accettare l’idea dello scrittore, Doherty impose come condizione un massimo dei sei volumi, conscio che i tempi di Jordan sarebbero stati un problema.
Nelle idee iniziali di Jordan, il suo ciclo fantasy avrebbe dovuto tematiche a lui molto care. Appassionato di storia, Jordan, nella sua opera di world building, si affidò allo studio di elementi folkloristici del nord Europa e del Medio Oriente, unendoli a concetti filosofici tipici di queste culture. Dalle tradizioni orientali, specialmente da buddismo e induismo, mutuò il concetto di tempo ciclico e di reincarnazione, che sono al centro del cuore narrativo de La Ruota del Tempo. Principi non facili da gestire e che nella stesura del primo libro presentarono non poche difficoltà per Jordan, che non aveva ancora chiaro come avviare la sua saga.
La sua prima idea era quella di avere un protagonista maturo, che in tarda età scopriva di essere l’eletto, colui che avrebbe salvato il mondo. Per quanto innovativo, questo incipit non convinse Jordan, considerato come tutti i successi fantasy precedenti avevano come protagonisti adolescenti o giovani uomini, scelta fatta per simboleggiare sia il passaggio all’età adulta che il creare un’empatia con i lettori teen ager, all’epoca considerati come il target di riferimento del genere. Seguendo quindi l’esempio della scuola tolkeniana, per il suo viaggio dell’eroe Jordan ripiega dunque su un giovane di un piccolo villaggio in una terra lontana dal mondo, rendendolo il suo protagonista. Trovata questa chiave di lettura, per Jordan divenne improvvisamente facile proseguire nella stesura di quello che divenne L’Occhio del Mondo (The Eye of the World), il primo romanzo del suo ciclo, che uscì nelle librerie americane nel gennaio del 1990.
Dopo aver letto il manoscritto di Jordan, Tom Doherty rimase così colpito dal mondo creato dal romanziere che decise di investire con generosità nella promozione del libro, considerandolo il nuovo Il Signore degli Anelli. Come mossa promozionale, la Tor Books inviò in centinaia di librerie delle copie omaggio per generare interesse, una scelta che si rivelò vincente, tanto che le copie de L’Occhio del Mondo andarono a ruba, ottenendo ancora maggior successo con l’uscita del secondo libro, La Grande Caccia (The Great Hunt), che si collocò negli scaffali delle librerie solo otto mesi dopo l’uscita del primo capitolo della saga. Un esordio incredibile che proiettò subito La Ruota nel Tempo nel novero delle grandi saghe fantasy letterarie.
Per non deludere i suoi fan, Jordan si impose un ritmo di scrittura massacrante, con l’obiettivo di portare in libreria un capitolo all’anno. Impegno mantenuto sino a La Corona di Spade (A Crown of Swords), settimo volume della saga, dopo il quale passò a un regime produttivo più agevole, in modo da pubblicare un volume ogni due anni. L’iniziale progetto di Doherty di concludere la saga con sei capitoli venne meno quasi subito, visto che la visione di Jordan era talmente ampia che infine La Ruota del Tempo arrivò a contare ben quattordici volumi. A prolungare il ciclo fu la volontà di Jordan di non limitarsi a raccontare il punto di vista del suo protagonista, Rand al’Thor, ma di dare a tutti gli attori principali di questa avventura un giusto spazio, cambiando quindi i punti di vista e guidando il lettore in un viaggio attraverso l’intero continente in cui si svolgono i fatti raccontati.
Sfortunatamente, Robert Jordan non è riuscito a terminare la sua saga. A causa di una grave malattia, il romanziere è deceduto nel 2007. L’ultimo volume interamente scritto da Jordan è l’undicesimo, La Lama dei Sogni (A Knife of Dreams), lasciando quindi incompiuta la saga, privando i lettori del finale. Harriet McDougal, moglie di Jordan e sua editor in Tor Books, decise di utilizzare gli appunti del marito per terminare La Ruota del Tempo, avvalendosi dell’aiuto di uno dei giovani autori fantasy del nuovo millennio: Brandon Sanderson. Il prolifico autore di Mistborn e Le Cronache della Folgoluce ha quindi portato a compimento il lavoro di Jordan, ultimando Presagi di Tempesta (The Gathering Storm), Le Torri di Mezzanotte (The Towers of Midnight) e Memoria di Luce (A Memory of Light). Questi ultimi tre capitoli erano stati in realtà concepiti come un tutt’uno, ma a causa di alcuni eventi particolarmente complessi e con la necessità di terminare alcune linee narrative incompiute, si decise di dividerlo in tre volumi.
La Ruota del Tempo gira e le Epoche si susseguono...
Agli inizi del tempo, il Creatore affrontò Shaitan, creatura malevola che intendeva dominare l’intero creato. Suo obiettivo era impossessarsi della Ruota del Tempo, che il Creatore aveva realizzato strumento per realizzare il Disegno delle Ere, una trama di eventi di cui le vite degli uomini sono i fondamenti. I sette raggi che compongono la Ruota rappresentano sette epoche, e la sua rotazione è data dall’Unico Potere (o Vera Fonte), potere magico diviso in due parti, saidin (potere maschile) e saidan (potere femminile), il cui contrasto genera il movimento della Ruota. Gli uomini e le donne capaci di attingere alla fonte sono in gradi di incanalare il Vero Potere e utilizzarlo per compiere incantesimi.
Tuttavia Shaitan, nel corso dei millenni, è riuscito a indebolire i limiti della sua prigione, minacciando la sicurezza della Ruota del Tempo. Avvalendosi di personaggi dal cuore oscuro, il Tenebroso è in grado di ordire trame malevole, con l’obiettivo di fermare la Ruota o addirittura distruggerla. Per impedire la realizzazione dei piani di Shaitan, la Ruota ha quindi creato il Drago, incarnazione del Vero Potere che periodicamente viene inviato nel mondo per contrastate il Tenebroso, causando la distruzione del mondo stesso e dando vita a una nuova era. Per contrastare Shaitan, il Drago Rinato attinge a saidin, ma durante l’ultimo scontro tra i due, Lewis Therin Thalamon, il Drago di quell'epoca, non riuscì a imprigionare in tempo il Tenebroso, che ebbe modo di contaminare saidin con il suo potere, con la conseguenza che chiunque lo incanali perda la ragione.
Sono passati tremila anni dall’ultimo scontro tra Shaitan e il Drago, e la Ruota del Tempo ha nuovamente bisogno di un campione per fermare i piani del Tenebroso. Questo compito spetta al giovane Rand al’Thor, un allevatore di una terra remota e lontana dai grandi eventi del mondo, che improvvisamente scopre di essere il Drago Rinato, colui che è destinato a salvare il mondo o distruggerlo. A sostenerlo in questa sua lotta ci saranno i suoi eterni compagni di avventure, Mathrim Cauthon e Perrin Aybara, e le due sapienti del suo villaggio, Nynaeve al’Meara e Egwene al’Vere.
L’avventura di Rand inizia quando durante una festa del raccolto arrivano nel suo villaggio la misteriosa Moiraine Sedai, maga pare delle Aes Sedai, potenti streghe che attingendo a saidan possono incanalare il Vero Potere. Durante i festeggiamenti, il villaggio viene attaccato dai trolloc, creature abominevoli al servizio del Tenebroso, che intendono catturare e uccidere il Drago Rinato. Da questo scontro, Rand e i suoi amici scoprono come il mondo sia in procinto di affrontare una nuova guerra con Shaitan, e il ruolo di Rand sarà centrale.
Il mondo de La Ruota del Tempo
Nel dare vita a La Ruota del Tempo, Robert Jordan ha compiuto una delle più mirabili opere di world building della letteratura fantasy. Scopo dell’autore non era solo raccontare una grande avventura, ma anche ambientarla in un contesto sociale variegato e credibile, in cui le pulsioni umane e le angosce trovassero piena vitalità. Il ruolo di Rand, infatti, non è quello dell’eroe tradizionale, ma viene declinato in una chiave differente, considerato come il Drago Rinato, dopo l’avvelenamento di saidin, non è più visto come una benedizione, bensì come un potenziale rischio, dato che la pazzia che ne deriverebbe potrebbe essere la fine del mondo stesso. Da questo principio, Jordan sviluppa l’importanza delle Aes Sedai, le detentrici del Vero Potere tramite saidan, e il divieto agli uomini di incanalare, pena la morte.
Contrariamente ad altre opere fantasy moderne, in La Ruota del Tempo non viene mai nominato il nome di questo mondo, ma sono invece ben caratterizzati i diversi imperi in cui è suddiviso. Jordan sembra ispirarsi all’Europa medievale, offrendo a ogni stato una connotazione simile ai tratti tipici di grandi nazioni europee del periodo, dall’Inghilterra elisabettiana alla cultura ottomana, introducendo anche elementi orientali, come i Seanchan che sembrano mostrare tratti tipici della cultura giapponese medioevale. Questi regni condividono la stessa lingua, ma sono divisi da antichi rancori che affondano le proprie radici nei contrasti dell’Era precedente, di cui non si ha un ricordo univoco, ma diverse interpretazioni, ovviamente differenti da nazione a nazione.
Al di fuori di questa suddivisione geografia vivono diversi popoli, con cui i protagonisti della saga entreranno in contatto, coinvolgendoli nei loro scontri.
In primis, gli Aiel, popolo nomade del deserto, che avranno un ruolo centrale nelle dinamiche personali di Rand. Fieri, letali e inarrestabili, gli Aiel in passato hanno oltrepassato la Dorsale del Mondo, catena montuosa che separa il continente dal deserto noto come Terra delle Tre Piegature, invadendo ciò che loro chiamano Terre Bagnate, in una guerra in cui ha combattuto anche il padre di Rand. Questo popolo del deserto vive secondo un concetto di onore e obbligo, che regola ogni loro rapporto, chiamato Ji’e’toh. Il ruolo delle donne nella società Aiel è paritario a quello degli uomini-
Dal mare, invece, arriva gli Atha’an Miere, o Popolo del Mare, una popolazione che vive di commercio e che ha costruito una società basata su una sorta di culto del mare. Centrali in questa cultura la presenza di donne capaci di incanalare il potere per garantire viaggi sicuri, le Cercavento. Sono una società fortemente matriarcale.
Sempre dal mare arriva una minaccia per il continente, ossia i Seanchan. Questo popolo basato sul modello del Giappone feudale è intenzionato a soggiogare tutte le nazioni, giacchè si considerano gli eredi di Arthur Hawkwing, leggendario eroe che abbandonò il continente per esplorare le grandi distese oceaniche.
Esistono, però, due autorità che non sono limitati dai confini nazionali.
Le Aes Sedai, nell’era in cui è ambientata La Ruota del Tempo, sono streghe che incanalano saidan, uniche autorizzate a utilizzare il vero Potere. Dalla loro Torre Bianca a Tar Valon, esercitano una sottile ma adamantina influenza sui diversi regni, che spesso si avvalgono di una Aes Seadi come consigliera dei reggenti. Accompagnata dai Custodi, combattenti altamente addestrati che svolgono il ruolo di guardie del corpo, le Aes Sedai sono divise in clan chiamati Ajah, che si affidano a diversi compiti all’interno dell’organizzazione. Lo scopo principale delle Aes Sedai è la ricerca del Drago Rinato, per impedire che la sua follia distrugga il mondo e per guidarlo nello scontro con Shaitna. All’insaputa delle stesse Aes Sedai, esiste un gruppo di traditrici che servono segretamente il Tenebroso, lavorando come spie e riunendosi nella cosidetta Ajah Nera.
In contrapposizione alle Aes Sedai operano i Figli della Luce, una setta monastico-guerriera prettamente maschile che ricorda gli ordini monastici combattenti. Organizzanti in una rigida gerarchia che ricorda i Templari, i Figli della Luce hanno base nel Regno di Amadicia, da cui si muovono nel resto del continente portando il loro credo, che prevede la totale astensione dall’incanalare, motivo che porta a non pochi contrasti con Tar Valon, animati da questo fervente credo, i Figli della Luce sono pronti a combattere contro intere nazioni, supportati da un esercito altamente addestrato e da fedeli zeloti sparsi in ogni regno.
Le influenze della La Ruota del Tempo
Pur muovendosi in un contesto fantasy personale e appassionante, Jordan mostra in alcune sue idee di aver subito alcune influenze. La passione per la storia dell’autore si fa sentire nella sua opera di world building, che ha portato Jordan a concepire un continente che ricorda l’Europa feudale, divisa tra regni differenti in un costante equilibrio di fragili alleanze, in cui ogni nazione si ispira, come stile architettonico e dinamiche sociali, a storici imperi europei, come l’Inghilterra elisabettiana.
Dal punto visto filosofico, i concetti di dualismo e della ciclicità della storia sembrano appellarsi a dottrine orientali, come il buddismo e taoismo, che hanno questi concetti come elementi centrali. Anche il concetto di Ji’e’toh degli Aiel sembra richiamarsi al karma, considerato come questo equilibrio tra azioni probe e torti, anche involontari, da sanare sia al centro di questa cultura tribale.
Sempre in riferimento agli Aiel, è difficile non rivedere nella loro caratterizzazione un debito creativo di Jordan verso Frank Herbert. La cultura Aiel e il suo ruolo all’interno delle dinamiche de La Ruota del Tempo ricordano, infatti, i Fremen di Dune, soprattutto se paragoniamo come le due popolazioni accolgono il protagonista della saga, Pual in Dune e Rand ne La Ruota del Tempo, diventandone in breve una sorta di truppa d’elite con cui imporre il proprio ruolo nel mondo.
Come leggere La Ruota del Tempo
Pur nascendo come opera suddivisa in sei volumi, data la complessità della trama concepita da Jordan, La Ruota del Tempo si è sviluppata in ben quattordici volumi, cui andrebbero affiancati due companion, inediti in Italia, e un prequel, Nuova Primavera, concepito per essere un primo passi di un arco narrativo più ampio. In inglese sono anche disponibili dei racconti brevi che ampliano alcuni aspetti della trama principale, ma la loro fruizione non è necessarie per godere appieno dell’ottimo lavoro di Jordan.
Tenendo presente che Nuova Primavera contiene alcuni dettagli che potrebbero svelare anzitempo alcuni colpi di scena o inficiare alcune dinamiche tra personaggi che animano gran parte dei volumi, specialmente nella prima metà della saga, la lettura di questo prequel è consigliata solo dopo avere ultimato i quattrodici volumi de La Ruota del Tempo.
- L'Occhio del Mondo
- La Grande Caccia
- Il Drago Rinato
- L'Ascesa dell'Ombra
- I fuochi del cielo
- Il Signore del Caos
- La Corona di Spade
- Il Sentiero dei Pugnali
- Il Cuore dell'Inverno
- Crocevia del Crepuscolo
- La Lama dei Sogni
- Presagi di Tempesta
- Le Torri di Mezzanotte
- Memoria di Luce
- Nuova Primavera
L'Occhio del Mondo
La Grande Caccia
Il Drago Rinato
L'Ascesa dell'Ombra
I Fuochi nel Cielo
Il Signore del Caos
La Corona di Spade
Il Sentiero dei Pugnali
Il Cuore dell'Inverno
Crocevia del Crepuscolo
La Lama dei Sogni
Presagi di Tempesta
Le Torri di Mezzanotte
Memoria di Luce
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La Ruota del Tempo e il mondo dell’entertainment
Un successo come quello de La Ruota del Tempo non poteva rimanere vincolato al mondo della letteratura. La lore del mondo di Rand al’Thor ha sedotto l’universo di pixel dei videogiochi, che nel 1999 presentato The Wheel of Time, ambientata anni prima degli eventi de L’Occhio del Mondo, in cui si impersona Elayna Sedai, aiutante dell’Amyrlin Seat, la massima autorità della Torre Bianca, incaricata di dare la caccia a un ladro assunto dagli Shai Tan, i servitori del Teneborso, che ha trafugato uno dei sigilli in grado di liberare il malvagio. Pensato come uno sparatutto, Wheel of Time non ebbe particolare successo, pur avendo il merito di mostrare alcune delle location chiave della saga.
https://youtu.be/otPLETkns5UDopo esser stata omaggiata persino dal gruppo tedesco Blind Guardian, che hanno tratto ispirazione dalla saga per diversi loro brani, La Ruota del Tempo è diventata d’interesse anche per il mondo del cinema, che ha cercato più volte di trasporre questa corposa saga fantasy in film. Un progetto faraonico che non ha mai trovato la giusta forma, ma che sembra avere infine trovato maggior appeal nel comparto della serialità, visto che il 19 novembre 2021 su Amazon Prime Video verrà proposta The Wheel of Time, serie che ripercorre l’avventura di Rand al’Thor. Divisa in otto episodi, la prima stagione dovrebbe seguire gli eventi della prima metà de L’Occhio del Mondo, ma il colosso dell’intrattenimento streaming ha già confermato la realizzazione di una seconda stagione.