Adattare una saga letteraria, particolarmente complessa e amata da milioni di appassionati, in una serie televisiva è oramai consuetudine. Il Trono di Spade è stato un esempio di come si possa partire da un concept ben definito per muoversi in diverse direzioni, cercando di preservarne i caratteri essenziali per non snaturare completamente l’opera originale. Una strada recentemente tentata anche da Foundation, la serie sci-fi di AppleTV+ ispirata al capolavoro di Isaac Asimov, e che viene ora esplorata anche da una delle grandi saghe fantasy letterarie: La Ruota del Tempo.
Iniziata da Rober Jordan all’inizio degli anni ’80, La Ruota del Tempo (The Wheel of Time) ha trovato la sua conclusione pochi anni fa, quando alla morte dello scrittore la fine dell’epopea di Rand al’Thor è stata scritta da Brandon Sanderson, che utilizzando gli appunti di Jordan ha impedito che questa saga fantasy rimanesse incompiuta, come vi abbiamo raccontato nel nostro speciale.
Dopo aver scongiurato questo pericolo, La Ruota del Tempo è divenuto oggetto di attenzioni del mondo dell’entertainment, che dopo anni di tentativi ha finalmente accolto questo variegato mondo nella serialità televisiva, con una serie la cui prima stagione inizierà dal prossimo 24 novembre su Amazon Prime Video. Come molti fan de La Ruota del Tempo abbiamo seguito con particolare attenzione lo sviluppo di questa trasposizione seriale, e grazie ad Amazon Prime Video abbiamo avuto modo di vedere in anteprima i primi tre episodi.
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La Ruota del Tempo, l'avventura ha inizio
La Ruota del Tempo, come tradizione, sarà una serie che probabilmente scontenterà i fan più intransigenti dell’originale cartaceo. Tema oramai lungamente dibattuto, che ha coinvolto titoli recenti come Dune, la fedeltà monolitica agli originali è strutturalmente impossibile, considerato come il cambio di medium impone anche una differente dialettica narrativa, che richiedere una libertà in materia di adattamento. Aspetto che non tocca coloro che si avvicinano per la prima volta a questi universi narrativi, ma non possiamo negare che il target principale siano proprio i fan delle opere originali, che trepidanti attendono di vedere finalmente su schermo le avventure dei propri beniamini. Un rischio, per sceneggiatori e registi, che devono quindi trovare un equilibrio tra l’aderenza all’originale e lo sviluppo di una serie che sia di richiamo anche per il pubblico contemporaneo.
La Ruota del Tempo sotto questo aspetto sarà divisiva. Pur cogliendo gli aspetti essenziali della trama di Jordan, la serie Amazon Prime Video si concede delle libertà in alcuni passaggi fin troppo eccessive e che sicuramente solleveranno non poche perplessità da parte dei più rigidi appassionati di Jordan. In questi casi, il consiglio è sempre il medesimo: valutare l’impatto del cambiamento nell’economia generale della storia. Nel caso de La Ruota del Tempo, alcune variazioni imposte ai protagonisti rischiano di causare profondi cambiamenti anche a momenti futuri della trama, sempre ammesso che la serie riesca a svilupparsi arrivando a coprire tutti i volumi della saga letteraria.
Un rischio calcolato da parte dello showrunner, che ha scelto di dare a questa serie un tono meno ingenuo e tradizionale rispetto all’originale cartaceo. Una sensazione che era palese leggendo il primo libro, L’occhio del mondo, da cui è tratta la prima stagione de La Ruota del Tempo, che proprio grazie a questa a libertà si presenta come una serie fantasy promettente.
Rand Al’Thor (Josha Stradowski), Mathrim Cauthron (Barney Harris) e Perryn Aybara (Marcus Rutherford) sono tre giovani che vivono nel villaggio di Due Fiumi. Durante la festività annuale di Bel Tine, nel villaggio giungono due misteriosi viaggiatori, che si rivelano essere la Aes Sedai Moiraine (Rosamund Pike) e il suo Guardiano, al’Lan Mandragoran (Daniel Henney). Strega dotata di grandi poteri, Moiraine è in cerca di un adolescente, nato circa vent’anni prima, che potrebbe essere la reincarnazione del Drago, un essere dotato del potere di salvare il mondo fermando il Tenebroso o di distruggerlo. Mentre la donna cerca di comprendere se uno dei tre giovani sia il Drago Rinato, la sua indagine si estende anche a Egwene al’Vere (Madeleine Madden) e la Sapiente del villaggio, Nynaeve al’Meara (Zoe Robins).
La notte dell’arrivo di Moiraine e Lan, il villaggio viene attacco dai Trolloc, esseri mostruosi al servizio del Tenebroso, anch’essi in cerca del Drago. Nella battaglia che si abbatte su Due Fiumi, i giovani scoprono che l’unico modo per salvare coloro che amano è lasciare la loro vita, seguendo Moiraine e Lan alla Torre Bianca, il luogo in cui vivono le Aes Sedai. Per loro, è l’inizio di un’avventura che cambierà per sempre la loro vita.
Ricostruire il mondo letterario di Jordan per il mondo della serialità
Queste premesse animano la prima serie de La Ruota del Tempo, e i primi tre episodi che abbiamo visto in anteprima mostrano come la cura riservata a questa produzione sia stata eccelsa. Al netto dell’aderenza al corpus narrativo originale, va riconosciuto a Rafe Judkins, creatore della serie, al collettivo di sceneggiatori (Carlton Cuse, Graham Roland, Nzarin Cohoudhury e Daira Platin) di avere dato vita a un mondo fantasy credibile e che mostra una propria identità, fatta di rigogliose foreste, piccoli villaggi e location diroccate che raccontano di grandi eventi passati, contribuendo a creare nello spettatore il sentore di esser coinvolto in una storia ricca di premesse.
Non mancano alcuni momenti poco convincenti, che pur mostrando una certa fragilità, non inficiano il godimento di questo primo scampolo di serie.
Questa anteprima ci ha convinti, in particolare, per la costruzione degli scenari. Il fulcro narrativo de La Ruota del Tempo vuole che ci siano elementi architettonici di una certa natura, in cui sono presenti anche memorie di precedenti ere, aspetto che sembra essere stato ottimamente recepito da parte della produzione Amazon Prime Video. In questi primi tre episodi si scorgono, infatti, resti di antiche civiltà che sembrano dissonanti rispetto al contesto narrativo fantasy, ma che saranno in futuro parte essenziale dello sviluppo narrativo di questa serie. Una caratterizzazione visiva che trova una propria identità anche nella costruzione dell’immaginario di questo mondo, che grazie a effetti speciali di buon fattura mostrano una magia ricca di fascino, che consente alla regia di creare scene di battaglia epiche e con un contenuto ma ugualmente affascinante uso dello slow motion.
Dove emergono alcune perplessità, almeno per ora, è nella caratterizzazione dei personaggi. Se Rosamund Pike dimostra di essere una scelta perfetta per il ruolo di Moiraine, ci si aspetta una crescita da parte degli interpreti che danno vita ai quattro ta’veren. Al momento, a spiccare è solo Barney Harris, che interpreta un Mat Cauthron convincente e meravigliosamente complesso, mentre Josha Stradowsky offre un Rand legnoso e a tratti fastidioso, come se si fosse deciso in fase di scrittura di calcare su un pretestuoso contrasto con la Aes Sedai.
Avevamo dei dubbi sulla realizzazione de La Ruota del Tempo, ma l’anteprima che di cui abbiamo beneficiato ci ha mostrato una serie che, per quanto libera dall’aderenza dogmatica all’originale letterario, mostra di aver compreso il fulcro narrativo della saga di Robert Jordan, offrendone una rivisitazione promettente, che concilia la narrazione seriale contemporanea con il rispetto di una delle più amate saghe fantasy.